Cosa può succedere a un debitore insolvente nullatenente

Da Ospite

Quando una persona è nullatenente, ma purtroppo con debiti e non riesce a saldare, cosa puòsuccedere?

Da Antonio Iuri Donati

Se nullatenente e senza reddito, il peggio che può succedere è il tentativo di pignoramento presso l'abitazione di residenza, ma anche in questo caso il pignoramento andrà a vuoto se si riesce a dimostrare con documenti certi (per esempio se il contratto di affitto riportasse che l'abitazione è stata locata arredata) che i beni nell'appartamento non sono di proprietà del debitore.

Quanto sopra chiaramente non porterà ad esdebitarsi... il creditore continuerà ad esigere il pagamento, e continuerà con tutti i legittimi tentativi di recupero, stragiudiziali e giudiziali, fino all'eventualità che non intervenga la prescrizione.

12 Maggio 2011 · Simone di Saintjust




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4 risposte a “Cosa può succedere a un debitore insolvente nullatenente”

  1. pieroschiapparelli ha detto:

    Caro Antonio, Vorrei precisare che esiste un iter molto lungo e complesso per il recupero crediti da parte del debitore in caso di mancato pagamento. Oltre alle vie legali (decreto ingiuntivo, precetto, pignoramento), il creditore può anche decidere di intraprendere vie transattive, volte a negoziare una ristrutturazione del debito.

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Grazie Piero. Sappiamo benissimo che il creditore può anche decidere di intraprendere vie transattive, volte a negoziare una ristrutturazione del debito. A tale proposito le suggerisco di leggere questa sezione.

      Ma, ci sembrava inutile approfondire un simile aspetto, dal momento che l’articolo affronta il problema di un debitore nullatenente: il quale non potrà comunque pagare il debito, anche se ristrutturato.

  2. marta77 ha detto:

    Ho un problema che ormai non mi fa dormire… Anzi mi fa sperare di addormentarmi e non svegliarmi più. Avevo una ditta individuale creata insieme al mio ex marito che però non figurava in nulla se non come garante del mutuo fatto per creare la ditta. In realtà gestiva la parte economica della ditta, dopo la sepArazione ho trovato buchi e mi sono trovata ad affrontare una crisi tale che i debiti dell’azienda lievitavano. Nonostante l’attività avesse ripreso,a lavorare non riuscivo più a far fronte ai debiti e per pagare mi sono venduta tutto. Ora ho dovuto chiudere ma mi restano sulle spalle 100000 euro di debiti tra locazione, contributi fornitori e tfr dei dipendenti. Non ho un lavoro e vivo in comodato d’uso con il mio nuovo compagno nostra figlia e i miei figli minorenni avuti dallEx matrimonio. Iniziano ad arrivare decreti ingiuntivi di pagamento a cui seguiranno inevitabilmente i pignoramenti. Io non possiedo nulla solo la macchina con cui porto i bambini a scuola… Ma i beni del mio compagno e il suo stipendio possono essere toccati? Servono per la mera sopravvivenza… E questa situazione umiliante è insopportabile potrà avere una qualche conclusione nel tempo o per tutta la vita tremerò ogni volta che suona il campanello o suona il telefono? Datemi qualche consiglio perché non ce la faccio più. Ho lavorato 15 ore al giorno per trovarmi solo con debiti…

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Mi permetta di ricordarle che nella sua situazione, essendo ormai stata spogliata di tutti i suoi beni, potrebbe approfittare della legge 3/2012 (composizione della crisi da sovraindebitamento) presentando un piano del consumatore (presumo che lei sia un soggetto non fallibile) finalizzato ad ottenere l’esdebitazione a fronte di rimborsi, seppur parziali, ai dipendenti che reclamano il TFR (crediti privilegiati). Non c’è bisogno di assenso da parte dei creditori: è il giudice a decidere l’esdebitazione se si convince che il debitore ha dato tutto quanto possedeva per adempiere ai propri debiti ed è rimasto nullatenente ed indebitato. Approfondisca la questione cliccando qui. Si tratta, in pratica, di una chance che le consentirebbe di intraprendere, con successo e senza l’assillo di debiti pregressi, una nuova attività.

      Venendo, invece, alla sua specifica domanda è da escludere che il compagno della debitrice possa essere coinvolto in azioni esecutive (pignoramento stipendio o altro) promosse dai creditori nei confronti della debitrice se non ha sottoscritto fideiussioni o garanzie a favore della debitrice stessa.

      Un marginale ed indesiderato coinvolgimento potrebbe derivare da un eventuale pignoramento presso la residenza della debitrice: qualsiasi bene del compagno che si trovasse in loco potrebbe essere pignorato ed il terzo dovrebbe poi faticare, facendosi assistere da un avvocato, per adire il giudice delle esecuzioni e liberare i beni di sua esclusiva proprietà. Anche se la debitrice ha sottoscritto un contratto di comodato gratuito, in quanto tale contratto non è opponibile all’ufficiale giudiziario ma, esclusivamente, al giudice delle esecuzioni.

      Per quanto attiene l’assillo dei creditori, si documenti in questa sezione: nessuno può bussare alla sua porta se non l’ufficiale giudiziario o il postino; nessuno può contattarla al telefono per esigere un qualsiasi credito.

      Per il resto, pur nella consapevolezza di essere stata vittima di eventi, situazioni e soggetti senza scrupoli, lei dovrebbe evitare di compiangersi, evitare di drammatizzare oltre il dovuto (i greci cosa dovrebbero fare?) e reagire. Ci rendiamo conto che non è facile, ma possiamo esortarla in quanto siamo stati coinvolti anche noi, che scriviamo, in esperienze amare come quella che la vede protagonista. Qualche spunto, allo scopo, ci sembra di averlo fornito.

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