Cosa fare quando si è protestati

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

Pillole su protestati e cattivi pagatori

Nel caso risultiate iscritti nei registri protesti o in banche dati cattivi pagatori è possibile procedere in due modi per ottenere ulteriore credito.

  1. Se siete lavoratori dipendenti è possibile richiedere un finanziamento tramite cessione del quinto stipendio o prestito delega (operazioni per le quali non vengono tenuti in considerazione eventuali disguidi di pagamento).
  2. In alternativa, se siete imprenditori o liberi professionisti o disoccupati, risulta necessario procedere con una cancellazione preventiva dal registro protesti o cattivi pagatori.

In questo caso è fondamentale però aver saldato tutti i precedenti debiti, inoltre il codice di deontologia prevede alcune tempistiche minime per la riabilitazione.

Nel caso di protesti deve essere trascorso almeno 1 anno da quando è stato regolarizzato il pagamento dell'assegno o cambiale protestata.

Nel caso di iscrizione come cattivi pagatori, le tempistiche sono le seguenti:

  1. Morosità di due rate o di due mesi poi sanate: 12 mesi dalla regolarizzazione;
  2. Ritardi superiori a due rate o a due mesi poi sanati anche su transazione: 24 mesi dalla regolarizzazione;
  3. Eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) non sanati: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato necessario l'ultimo aggiornamento (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso).

La legge sulla riabilitazione

La legge 7 marzo 1996, numero 108, detta sull'usura all'articolo 17 stabilisce che:

1. Il debitore protestato che abbia adempiuto all'obbligazione per la quale il protesto è stato levato e non abbia subito ulteriore protesto ha diritto ad ottenere, trascorso un anno dal levato protesto, la riabilitazione.
2. La riabilitazione è accordata con decreto del presidente del tribunale su istanza dell'interessato corredata dai documenti giustificativi.
3. Avverso il diniego di riabilitazione il debitore può proporre reclamo, entro dieci giorni dalla comunicazione, alla corte di appello che decide in camera di consiglio.
4. Il decreto di riabilitazione è pubblicato nel Bollettino dei protesti cambiari ed è reclamabile ai sensi del comma 3 da chiunque vi abbia interesse entro dieci giorni dalla pubblicazione.
5. Nelle stesse forme di cui al comma 4 è pubblicato il provvedimento della corte di appello che accoglie il reclamo.
6. Per effetto della riabilitazione il protesto si considera, a tutti gli effetti, come mai avvenuto.

I protestati in Italia

Sono 1.660.051 per un valore di 3.993.410.373 euro i protesti levati in Italia nel 2005. Per circa il 56% del valore, i protesti sono rappresentati da assegni bancari (2.261.000.000 euro circa), mentre numericamente gli assegni rappresentano poco meno del 33% (553.255), con la conseguenza che il valore medio dell'assegno scoperto e protestato si aggira intorno ai 4.088 euro. Per il resto concorrono vaglia cambiari e cambiali tratte.

Sono Lombardia, Lazio e Campania le regioni che presentano un maggior numero di protesti e anche gli ammontari più elevati.

Le province di Belluno, Sondrio e Nuoro hanno il minor numero di assegni scoperti e protestati, mentre ai primi posti per importo medio unitario più elevato di assegni protestati sono Trentino Alto Adige, Veneto e Liguria.

A livello nazionale, poi, vi è in media un assegno protestato quasi ogni 100 abitanti (0,92%), ma nelle province di Milano e Roma questo rapporto è di un assegno ogni 33 abitanti circa.

E' questo il quadro che emerge dalle ultime elaborazioni Istat che, se comparate a quelle dell'anno precedente, evidenziano un lieve decremento sia in termini di numeri di protesti sia di ammontare complessivo.

La distribuzione territoriale dei protesti

In valore assoluto, è la Lombardia a guidare la classifica degli importi più alti protestati (697.854.820 euro), seguita da Lazio (688.339.956 euro) e Campania (668.622.647 euro); stesso ordine per il numero dei protesti: Lombardia (281.790), Lazio (276.798) e Campania (252.629).

Entrando nel dettaglio della composizione dei protesti ed esaminando, in particolare, gli assegni bancari, emergono una serie di circostanze abbastanza singolari:

nel Lazio c'è l'importo complessivo più elevato di assegni scoperti (455.744.668 euro), seguono la Campania (410.305.500 euro) e la Lombardia (403.741.928 euro).

Il primato del numero di assegni protestati più elevato in assoluto è detenuto dal Lazio (136.747), seguono la Lombardia (132.400) e la Campania (87.310).

Con il minor numero di assegni protestati in Italia, le province di Belluno (141), Sondrio (149) e Nuoro (156) si attestano tra le più virtuose.

La regione che presenta l'importo medio unitario più elevato di assegni protestati è il Trentino Alto Adige, con 8.283 euro; seguono il Veneto (7.770 euro) e la Liguria (6.188 euro). La regione che presenta invece l'importo medio unitario più basso di assegni protestati è la Lombardia (3.049 euro), seguono il Lazio (3.333 euro) e la Sicilia (4.026 euro).

La media nazionale è del 2,83% il rapporto tra numero dei protesti e popolazione residente è di 68 euro il protesto medio pro capite.

A guidare la classifica delle regioni con protesti più alti pro capite sono:

Lazio 688.339.956 5.304.778 130
Campania 668.622.647 5.790.929 115

Come si diventa cattivo pagatore

Se avete richiesto un prestito in banca o ad una finanziaria e avete avuto qualche problema nel restituirlo allora state sicuri che il vostro nominativo è finito nell'elenco dei cd. "cattivi pagatori".

Infatti Banche e società finanziarie, prima di concedere un credito ai propri clienti, si informano sulla loro solvibilità: in modo che questi, una volta ricevuto il finanziamento, siano poi in grado di restituirlo

Centrali rischi

La raccolta delle informazioni avviene attraverso centrali rischi "pubbliche" e centrali rischi "private".

Le prime sono fondamentalmente due e sono state istituite per legge: sono la Centrale Rischi della Banca d'Italia, che riguarda esposizioni (mutui, anticipazioni, aperture di credito ecc...) pari o superiori a 75.000,00 euro e la Centrale Rischi della SIA (Società Interbancaria per l'Automazione), che riguarda esposizioni fra i 31.246,00 euro e i 74.990,00 euro.

Le centrali rischi private sono invece società di raccordo del sistema bancario, che custodiscono i dati di esposizioni relative anche a pochi migliaia di Euro (importi che vanno da 0 a 31.246,00 ¬) e che sono costituite per fornire alle banche e alle finanziarie che vi aderiscono un servizio certamente prezioso, finalizzato a limitare i rischi nella concessione del credito, ma che possono creare anche qualche problema a coloro che sono censiti in tali archivi se le informazioni non sono corrette o non aggiornate.

Fra le più note attualmente in funzione in Italia vi sono la CRIF, la CTC, l'Experian ed altre ancora.

I clienti hanno comunque sempre il diritto di chiedere informazioni sui propri dati personali detenuti da banche, società finanziarie, centrali rischi private e pubbliche; possono altresì chiedere in merito alla loro provenienza, oppure chiederne la cancellazione.

Il Codice deontologico per finanziamenti

Varato dal Garante il codice di deontologia e buona condotta, è entrato in vigore dal 1 gennaio 2005, sottoscritto dalle associazioni rappresentative del settore con la collaborazione delle associazioni dei consumatori.

Tempi di conservazione e cancellazione dei dati personali

I tempi di conservazione dei dati sono stati stabiliti dal codice di deontologia e buona condotta e sono organizzati secondo il seguente schema:

- Richieste di finanziamento: 6 mesi, qualora l'istruttoria lo richieda, o 1 mese in caso di rifiuto della richiesta o rinunzia della stessa
- Rapporti di credito che si sono svolti positivamente (senza ritardi o altri eventi negativi): fino al 30 giugno 2005 CRIF conserverà questi dati per 5 anni nel rispetto di quanto stabilito dal codice di deontologia e buona condotta per i sistemi di informazioni creditizie. Successivamente a tale data, i dati verranno conservati per 36 mesi.
- Morosità di due rate o di due mesi poi sanate: 12 mesi dalla regolarizzazione
- Ritardi superiori a due rate o a due mesi poi sanati anche su transazione: 24 mesi dalla regolarizzazione
- Eventi negativi (ossia morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) non sanati: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui è risultato necessario l'ultimo aggiornamento (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso).

Per fare una domanda su cosa fare quando si è protestati, sul protesto, sulle restrizioni di accesso al credito per i soggetti protestati, sulle procedure di cancellazione del protesto, sul Pubblico Registro dei Protesti  e su tutti gli argomenti correlati clicca qui.

7 Luglio 2008 · Ludmilla Karadzic


Commenti e domande

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16 risposte a “Cosa fare quando si è protestati”

  1. elettrico ha detto:

    salve,
    sono il legale rappresentante della società formata tra me e mio fratello.
    nel mese di novembre 2012, davo ad un nostro fornitore un assegno (importo superiore a 5.000,00 euro) quale pagamento di merce acquistata.
    Il fornitore, portava l’assegno all’incasso in data 16/11/2012. Il giorno dopo (17/11/2012) venivo chiamato dalla mia banca che mi avvisava che l’assegno non era completamente coperto e che avrei dovuto provvedere entro il 18/11/2012.Recatomi in banca con le ricevute di alcuni bonifici in arrivo da miei clienti, la banca non non tenendole in considerazione (la valuta sul mio conto era successiva al 18/11) mi diceva che avrebbe rimandato l’assegno indietro impagato per mancanza parziale di fondi e che avrei dovuto provvedere al saldo dello stesso entro 60 giorni.
    In data 24/11 mi è giunta una racc. dalla banca che mi informava dei 60 giorni di tempo (scadenza termine 01/02/2013) per pagare l’assegno + spese + 10% . . . . . . . . . . . . . . .
    Per alcuni problemi in casa, e comunque in accordo con il mio fornitore, in data 31/01/2013 gli saldo il tutto, e lui mi rilascia tempestiva quietanza liberatoria. nella stessa giornata, vado in banca, consegno la quietanza, il direttore la registra dinnanzi a me e mi conferma che tuto era a posto e di stare tranquillo.
    I primi di marzo 05/03/2013 mi vedo recapitare una racc. dalla prefettura di competenza che mi richiedeva la documentazione comprovante l’avvenuto saldo di quell’assegno. Chiedendo spiegazioni in banca, mi è stato detto che era la normale procedura, mi hanno rilasciato copia conforme della quietanza che gli avevo portato dicendomi di portarla in prefettura per la registrazione.
    Andato in prefettura, hanno preso la documentazione e alla mia richiesta se era la normale procedura, l’addetto mi ha risposto che a loro in data 04/02/2013 era arrivata la segnalazione del mio assegno impagato e pertanto hanno proceduto. In data 13/03/2013 pago un mio fornitore con un assegno di circa 300,00 euro. In tarda serata, lo stesso mi chiama informandomi che la casa madre non poteva accettare il mio assegno in quanto risultava in protesto sulla nostra ditta.
    Il giorno dopo recatomi in banca per chiarimenti mi hanno risposto che il protesto era riferito allo stesso assegno, e che era stata la normale procedura eseguita. Facendo alcune ricerche, ho trovato che l’assegno è stato prtestato in data 04/12/2012 e che la segnalazione alla camera di commercio è stata fatta in data 10/01/2013.
    Gradirei sapere se il comportamento della banca è stato corretto, ed in particolare:
    1- i tempi adottati per il protesto e la sua segnalazione sono corretti?
    2 – il fatto di non aver mai parlato di protesto, visto che avevo i 60 giorni di tempo, è corretto?

    Vi ringrazio anticipatamente per la risposta.

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Tutto perfettamente regolare, purtroppo.

      La procedura di protesto è contestuale all’iscrizione in CAI. Solo relativamente a quest’ultima aveva sessanta giorni di tempo per non incorrere nella revoca di sistema.

      Ma, non è riuscito ad evitare neanche l’iscrizione in CAI. Lei, per sei mesi almeno, non potrà emettere assegni, anche se il conto corrente collegato non è in rosso.

      Le suggerisco di prendere conoscenza delle procedure che possono essere attivate dopo l’emissione di un assegno scoperto, accedendo a questa sezione.

      Si tratta di nozioni che un rappresentante legale dovrebbe conoscere, giusto per evitare ulteriori e ben più gravi conseguenze alla società.

    • elettrico ha detto:

      Per quanto concerne l’iscrizione al CAI, il direttore della banca, mi ha assicurato che non risulta niente, poichè i 60 g. scadevano lo 01/02/2013 ed io ho consegnato la quietanza liberatoria in data 31/01/2013.
      La mia perplessità era sui tempi di segnalazione e registrazione del protesto a nostro carico.

      Ringraziandovi di tutto, porgo cordiali saluti.

    • Anche per il protesto, la banca è tenuta ad elevarlo se ci sono le condizioni (assegno presentato dal beneficiario nei termini) e non è obbligata ad avvertire il traente.

      In tal senso si è espressa la Corte di Cassazione, con la sentenza numero 3286 del 12 Febbraio 2013, in cui ha sancito che non sussiste un obbligo, da parte della banca, di informare il correntista dell’assegno e vuoto; il protesto, quale evento dannoso, non è riferibile alla condotta dell’istituto di credito, seminai è a carico del correntista che non poteva certo essere all’oscuro della reale consistenza del conto in questione.

      In ogni caso non deve suscitare sorpresa l’asimmetria che può stabilirsi fra le segnalazioni in CAI ed in RIP (Registro Informatico de Protesti) in assenza di provvista sul conto corrente. Ad esempio, con la clausola “senza spese e senza protesto” riportata sull’assegno ed accettata dal beneficiario, può risultare la segnalazione in CAI qualora non si adempia al pagamento tardivo, mentre il nominativo del traente non comparirà nel RIP.

      Si tratta di due archivi, il RIP ed il CAI, che assolvono a funzioni diverse ed hanno scopi diversi.

  2. giosuè barca ha detto:

    Oggi la posizione di protestato (o cattivo pagatore) è molto comune. Tuttavia anche i protestati possono accedere a piccoli prestiti in maniera semplice e veloce, dimostrando di possedere alcuni requisiti come un lavoro a tempo indeterminato, utilizzando vari prodotti: cessione del quinto, la delega o tramite la cambializzazione.

    Come accedere a un prestito

    Per tutti coloro che sono stati iscritti nel registro dei protestati, e quindi segnalati come cattivi pagatori , esistono tre diversi tipi di prodotti che consentono loro di accedere ad un finanziamento:

    Cessione del quinto

    La cessione del quinto consiste nel pagamento delle rate tramite la trattenuta diretta in busta paga della stessa. In poche parole è lo stesso datore di lavoro che provvede a monte al pagamento della rata decurtandolo dalla busta paga del dipendente che ha avuto accesso al prestito, per un massimo di un quinto della retribuzione mensile stessa. Ne possono fare richiesta tutti i dipendenti pubblici con almeno un mese di anzianità lavorativa o i dipendenti privati con almeno due anni di attività lavborativa presso lo stesso posto di lavoro.

    Delega

    Per tutti coloro hanno già avuto accesso alla cessione del quinto , è possibile accedere a un finanziamento tramite la delega . La delega, avendo tutte le caratteristiche della cessione del quinto, non è prevista per tutte le aziende poichè si tratterebbe di una ulteriore trattenuta in busta.

    Cambiali

    Il terzo modo per poter accedere a un finanziamento se si è stati cattivi pagatori è il finanziamento cambializzato. Hanno accesso a questa forma di finanziamento tutti i lavoratori autonomi, i dipendenti pubblici e privati con due sostanzali differenze: i dipendenti pubblici e privati devono aver maturato almeno due anni di lavoro presso la stessa azienda e dare a garanzia il TFR maturato, mentre costituisce requisito necessaro per i lavoratori autonomi essere possessori di una polizza vita (a garanzia del finanziamento il valore di riscatto della stessa) da almeno tre anni. L’importo erogabile va da 2500 Euro a 31000 Euro con durata dai 12 ai 120 mesi. Le rate saranno corrisposte mediante accredito su conto corrente bancario.

    Cacellazione del protesto

    Nel caso che venga effettuata la cancellazione del protesto è possibile ottenere un prestito personale (veloce e con tassi inferiori). L’importo varia dai 1500 Euro ai 30000 Euro con una durata da 18 a 84 mesi, in cui l’accredito della somma verrà effettuato sul conto corrente del richiedente il finanziamento

    • luciana spangaro ha detto:

      ho avuto tanti anni fa dei protesti.penso di essere una”CATTIVA PAGATRICE”ho aperto un impresa e mi stanno rifiutando tutti i finanziamenti,vorrei tornare alla normalità Distinti saluti
      Spangaro Luciana

    • c0cc0bill ha detto:

      Protestata è una cosa, cattiva pagatrice un’altra.

      I protesti vengono automaticamente cancellati dopo cinque anni dalla levata.

      Cattiva pagatrice lo si diventa quando non si onorano i debiti contratti con banche e finanziarie. E la questione è diversa e va dettagliata.

      Ci faccia sapere.

  3. c0cc0bill ha detto:

    Dopo aver pagato il titolo protestato entro i 60 giorni con tutti i suoi contorni e le conseguenze, i rapporti lavorativi con la banca e i fornitori possono continuare?
    Per curiosita’ quali sono le sanzioni amministrative della legge 386/1990? grazie

    Commento di pino | Giovedì, 6 Novembre 2008

    Devi chiedere riabilitazione al tribunale. Sennò resti iscritto per cinque anni fra i protestati.

    Per approfondimenti accedi alla sezione PROTESTI del blog.

  4. pino ha detto:

    Dopo aver pagato il titolo protestato entro i 60gg con tutti i suoi contorni le conseguenze i rapporti lavorativi con la banca e i fornitori possono continuare?
    Per curiosita’ quali sono le sanzioni amministrative della legge 386/1990? grazie

  5. maria assunta ha detto:

    ho un problema che non so’ come risolvere praticamente io ho speso piu’ di 100 euro per farmi cancellare i protesti che risultavano a nome mio perche’ avendo bisogno un prestito non potevo accedervi in quanto protestata faccio tanto per poi al momento della richieta del prestito mi dicono con dispiacere che la domanda non puo’ essere accettata perche mi risultato dei ritardati pagamenti non sanati in quanto impossibilitata, a questo punto mi chiedo a cosa e’ valso spedere tanti soldi se poi c’e questa maledetta crif che ti blocca? e poi vorrei sapere se in qualche modo posso agire contro di loro premettento che gia’ dal momento della stipula del contratto sono passati piu’ di otto anni e nonostante tutto mi rispondono che vale la data dell’ultimo aggiornamento, e allora posso morire di fame se mi necessita un prestito perche loro ti penallizzano fino a questo punto quanto invece prima c’erano solo i protesti da togliere e risultavi pulito cosa posso fare per favore mandatemi una risposta quanto prima grazie e scusate lo sfogo ma piu’ avanti andiamo e piu’ peggiorano le leggi per chi ha bisogno.

  6. consulentefiscale ha detto:

    ho fatto l amministratore di una srl per tre mesi dal dicembre 2004 al febbraio 2005 senza firmare nulla in seno ad aquisti o cose similari detta srl aveva anni prima un contratto di leasing per l aquisto di un automobile che non ho mai neanche visto essendo stata oggetto di furto ma la societa non aveva onorato precedenti rate.
    Ora mi trovo iscritto nei vari sistemi di informazioni creditizie come cattivo pagatore.
    Come e possibile tutto cio e ancora come posso fare per fare rettificare questi dati che sonom inesatti.

    Ciao Alessandro,tralasciando le cause misteriose del protesto,che io sappia bisogna innanzitutto pagare entro un anno dal protesto e poi fare una domanda,in bollo (€ 14,62),alla propria camera di commercio (ci sono degli uffici appositi).Comunque è una questione più da avvocato.

  7. alessandro.mondini ha detto:

    ho fatto l amministratore di una srl per tre mesi dal dicembre 2004 al febbraio 2005 senza firmare nulla in seno ad aquisti o cose similari detta srl aveva anni prima un contratto di leasing per l aquisto di un automobile che non ho mai neanche visto essendo stata oggetto di furto ma la societa non aveva onorato precedenti rate.
    Ora mi trovo iscritto nei vari sistemi di informazioni creditizie come cattivo pagatore.
    Come e possibile tutto cio e ancora come posso fare per fare rettificare questi dati che sonom inesatti.

  8. karalis ha detto:

    Salve,
    la mia società ha avuto un protesto il 2 luglio scorso.
    revoca linea di credito il 30 giugno, emesso il 27 giugno AB. All’arrivo di questo assegno il direttore me lo ha protestato per revoca linea di credito. Si può fare tutto ciò? Ho avuto la liberatoria il 5 luglio 2008 ma l’assegno materialmente non l’ho in mio possesso, anche se ho già pagato l’importo del titolo comprensivo della penale del 10% e di una cifra pari a € 300,00 per le spese di protesto.
    Posso cancellare immediatamente il protesto?
    Rispondetemi. Grazie.

    Il fatto che tu abbia pagato entro 60 gg l’importo del titolo comprensivo della penale del 10% ed una cifra pari a 300 euro per le spese di protesto, ti evita due delle tre conseguenze cui va incontro chi emette assegni senza copertura.

    1) non ti verranno irrogate le sanzioni amministrative stabilite dalla legge n. 386/1990 e successive modificazioni;
    2) il tuo nominativo non verrà segnalato e iscritto dalla Banca d’Italia al CAI (Centrale Allarme Interbancaria) che è un altro elenco di coloro che emettono assegni senza copertura.

    Non ti è invece risparmiata la terza “punizione”: il tuo nominativo resterà comunque iscritto nel Pubblico Registro dei Protestati.

    Per la cancellazione dall’elenco dei protestati hai due alternative:
    a) aspettare che decorrano cinque anni dalla levata del protesto, dopodichè la cancellazione avviene automaticamente (2 luglio 2013);
    b) proporre istanza di riabilitazione al Tribunale.

    L’istanza di riabilitazione al Tribunale non può essere proposta prima che sia passato un anno dalla levata del protesto. Nel tuo caso non potrai presentare istanza di riabilitazione prima del 2 luglio 2009 e semprechè non incorrerai in altri, chiamiamoli così, “incidenti” prima del 2 luglio 2009.

    Per presentare istanza di riabilitazione è’ indispensabile essere in possesso dei seguenti documenti:

    • l’assegno in originale (che provvederai a farti restituire dalla banca);
    • la dichiarazione liberatoria rilasciata dal creditore (che già possiedi) con fotocopia della sua carta di identità.

    Dovrai, come è ovvio, richiedere l’assistenza di un legale nella procedura di riabilitazione presso il Tribunale.

    Una volta che il Tribunale avrà accolto la tua richiesta di riabilitazione, la cancelleria trasmetterà la decisione direttamente all’Ufficio Protesti.

    La cancellazione del protesto potrà essere eseguita dall’Ufficio Protesti solo dopo il decorso del periodo di pubblicazione (10 gg) e solo dopo che tu avrai fatto domanda di cancellazione (di solito è la Camera di Commercio che, ricevuto il decreto dal Tribunale, provvede ad informare l’interessato che è possibile presentare la domanda di cancellazione per riabilitazione).

    Come vedi, spiace deluderti, ma non potrai assolutamente procedere alla cancellazione immediata del protesto.

    Per quel che riguarda la prima domanda e cioè se la Banca possa o meno revocare senza preavviso una linea di credito, certamente è una clausola prevista nei contratti bancari, che purtroppo quasi mai leggiamo prima di firmare (non entro, mi pare evidente, nel merito se la cosa sia o meno giusta).

  9. Antonio ha detto:

    Salve,
    la mia società ha avuto un protesto il 2 luglio scorso.
    revoca linea di credito il 30 giugno, emesso il 27 giugno AB. All’arrivo di questo assegno il direttore me lo ha protestato per revoca linea di credito. Si può fare tutto ciò? Ho avuto la liberatoria il 5 luglio 2008 ma l’assegno materialmente non l’ho in mio possesso, anche se ho già pagato l’importo del titolo comprensivo della penale del 10% e di una cifra pari a € 300,00 per le spese di protesto.
    Posso cancellare immediatamente il protesto?
    Rispondetemi. Grazie.

  10. karalis ha detto:

    Buonasera,
    come posso fare per vedere se sono iscritto nelle liste dei cattivi pagatori,ho avuto problemi di protesti nel 2003 con assegni non pagati

    Le notizie sui protesti cambiari sono messe a disposizione del pubblico tramite l’apposito Registro Informatico, accessibile consultando i terminali remoti degli utenti collegati al sistema informatico delle Camere di Commercio, oppure i terminali di tutte le sedi camerali. A seguito di tale consultazione è possibile chiedere, a pagamento: – una visura relativa al nominativo o alla denominazione del soggetto protestato, o – un certificato, che – a differenza della visura – contiene solo l’indicazione dell’esistenza o meno di protesti nel Registro in questione. Le visure ed i certificati attestano l’assenza o meno di protesti levati a carico di una determinata persona o impresa. La ricerca viene effettuata a livello nazionale sul Registro Informatico dei Protesti e si riferisce agli ultimi 5 anni. Le visure ed i certificati sono rilasciati immediatamente presso gli sportelli dell’Ufficio Protesti.

    Consultazione del Registro Informatico dei Protesti
    E’ possibile consultare l’archivio informatico dei protesti via Internet tramite il servizio Telemaco. L’accesso telematico al Registro Protesti consente di effettuare ricerche anagrafiche e stampare le visure dei protesti direttamente dal proprio PC. Per accedere tramite la rete Internet alla banca dati è necessario venire abilitati a Telemaco, sottoscrivendo un’apposita convenzione con la Camera di commercio di competenza.

    In questa sezione trovi più ampie e dettagliate informazioni.

  11. francesco ha detto:

    Buonasera,
    come posso fare per vedere se sono iscritto nelle liste dei cattivi pagatori,ho avuto problemi di protesti nel 2003 con assegni non pagati

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