Prelievi su conto corrente: arrivano nuovi tetto limite » Multe e controlli ad hoc per chi sgarra

Prelievi su conto corrente: arrivano nuovi tetto limite per imprenditori e imprese » Multe e controlli ad hoc per chi sgarra

Sono previsti nuovi limiti di tetto per chi effettua prelievi in contanti dal conto corrente attraverso il bancomat: chi li sfora, deve, purtroppo, aspettarsi multe salate ed accertamenti da parte del fisco.

Occhio al bancomat, ci sono nuovi limiti sui prelievi in contanti dal conto corrente.

Chi li sfora rischia salatissimi controlli del Fisco.

È il contenuto del'articolo 7 Quater del Decreto Fiscale 193/2016, che prevede un limite giornaliero di 1.000 euro e un limite mensile di 5.000 euro.

L'obiettivo del governo è quello di limitare e colpire il fenomeno del "nero" e dell'evasione fiscale: chi supererà i nuovi limiti infatti potrà essere soggetto a controlli dell'Agenzia dell'Entrate, che potrebbero equiparare il prelievo eccedente a reddito imponibile e quindi tassarlo.

Per evitare maggiori imposte e sanzioni occorrerà dimostrare perché si è prelevato in eccedenza e come sono stati utilizzati quei soldi.

È consigliabile dunque conservare la relativa documentazione (fatture, scontrini e ricevute) da usare per l'eventuale contestazione del Fisco.

A differenza di imprenditori, commercianti, artigiani e semplici risparmiatori, i professionisti possono però fare affidamento su una sentenza della Corte Costituzionale che li mette al riparo dalla trasformazione dei prelievi eccedenti in redditi imponibili.

Ma cerchiamo di approfondire la questione nei capitoli successivi.

Accertamenti del fisco e multe per chi supera il tetto dei prelievi in contante dal conto corrente

Sono in arrivo accertamenti del fisco e multe per chi supera il tetto dei prelievi in contante dal conto corrente: facciamo chiarezza.

Come accennato, sono previsti nuovi limiti ai prelievi sul conto corrente: si torna a parlare dei prelievi di denaro contante dal proprio conto corrente e della nuova presunzione fiscale contro i contribuenti che prelevano oltre i limiti di prelievo dal conto corrente.

Ciò poiché una norma, contenuta in uno degli emendamenti di modifica al Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017, precisamente il Dl 193/2016, quello del condono Equitalia per intenderci, stabilisce dei nuovi limiti alle operazioni che le imprese possono effettuare sul proprio conto corrente oltre i quali scattano i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Fino ad oggi la normativa sulla tracciabilità dei pagamenti già prevedeva un limite massimo per l’utilizzo del contante nella misura di 3.000 euro.

Ora una nuova norma inserita nel Decreto Fiscale 193/2016 collegato alla Legge di Bilancio 2017, più precisamente all’articolo 7 Quater, contiene nuovi limiti sui prelievi in contanti dal conto corrente.

A partire dal 1° gennaio 2017, pertanto, vengono introdotti nuovi limiti ai prelievi dal conto corrente, oltre i quali, le imprese, saranno oggetto di verifica da parte dell’Agenzia delle entrate.

La norma prevede che le soglie oltre le quali scattano i controlli sono:

  • Prelievi di denaro superiori a 1.000 euro al giorno;
  • prelievi di denaro superiori a 5.000 euro al mese.

Ma perché mettere un nuovo limite ai prelievi in denaro contante dal proprio conto corrente?

L’intento del governo, in teoria, è quello ridurre l’evasione fiscale e arginare il “nero” che in Italia è un fenomeno molto diffuso, attraverso anche il controllo sui prelievi dei cittadini e delle imprese, e per chi supera le soglie dei nuovi limiti di prelievo, dovrà stare bene attento a tenere una apposita documentazione che spieghi come e perché siano state prelevate le suddette somme, se non vuole incorrere alle sanzioni.

I contribuenti, infatti, che supereranno i limiti di prelievo sul conto di 1000 euro al giorno o di 5 mila nel corso del mese, subiranno attenti controlli sul conto da parte dell’Agenzia delle Entrate proprio a causa del superamento delle soglie mensili o giornaliere e qualora non riuscissero a dimostrarne la legalità, si vedrebbero trasformare il prelievo in ricavo e quindi l’importo prelevato sarebbe a questo punto assoggettabile a tassazione.

Comunque, le nuove soglie di prelievo sul conto corrente 2017 riguardano tutte le imprese, imprenditori, commercianti, artigiani, etc.

Ad essere esclusi dalle nuove soglie 2017, sono i professionisti, in quanto per loro è in vigore una sentenza della Corte Costituzionale 228/2014 che li esclude dal regime stringente su pagamenti e prelievi.

Cosa cambia con i nuovi limiti di prelievo dal conto corrente e come difendersi

Nel capitolo che segue, vediamo cosa cambia con i nuovi limiti di prelievo dal conto corrente e, soprattutto, come difendersi.

Come abbiamo detto nei paragrafi precedenti, a partire dal 1 gennaio 2017, chi preleva dal proprio conto corrente più di mille euro al giorno in contanti o 5000 euro in un mese potrà subire un accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate se non saprà giustificare la destinazione di tali somme di denaro.

E’ quanto prevede il recente decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio, che diventa cosi’ una sorta di dissuasore alla circolazione del denaro liquido.

Ma in realtà nasconde un pericolo ben più grave, proprio perché si basa sulle presunzioni utilizzate dagli Uffici fiscali durante i controlli bancari.

Infatti se i prelievi dal conto corrente venissero considerati ricavi non giustificati, il contribuente potrebbe trovarsi senza saperlo con le spalle al muro nel caso in cui scattassero delle indagini bancarie.

Spetterà a lui infatti l’onere della prova contraria, dovendo dimostrare attraverso una documentazione oggettiva come tali soldi sono stati spesi e di chi ne era il soggetto destinatario, riuscendo cosi a giustificare la natura e la finalità del prelievo.

Dunque, non è l’Agenzia delle Entrate che deve trovare le prove che avvalorino le presunte somme non dichiarate dal contribuente.

Sebbene quindi tale provvedimento non può essere ritenuto vessatorio, proprio perché elimina quell'area di incertezza operativa, legata al fatto alcuni funzionari riconoscono come giustificati i prelievi fino a 500 euro, mentre altri non giustificano nemmeno quelli sotto i 250 euro,

Tuttavia è sicuramente riduttivo il limite mensile di importo pari a 5000.

E questo perché fino ad oggi un contribuente che avesse prelevato 300 euro al giorno avrebbe potuto giustificare fino a 7.500/euro di prelievi bancari al mese.

Se tale norma del decreto fiscale venisse approvata viene stabilito che i prelievi possono essere usati, nei confronti degli imprenditori e i titolari di partita IVA, per ricostruire ricavi non dichiarati per importi superiori a mille euro giornalieri e 5000 mensili.

Il contribuente che resta all'interno di tali limiti dovrebbe stare al sicuro dalla presunzione di evasione.

Per difendersi dagli accertamenti finanziari-bancari da parte dell’Agenzia fiscale, è sempre bene mantenere traccia dell’uso di prelievi e versamenti mensili e giornalieri effettuati sul e dal proprio conto corrente.

Il correntista in tal modo può riuscire a dimostrare meglio l’impiego delle stesse.

Questa regola, nata per gli imprenditori commerciali, è stata poi estesa ai professionisti (benché sia stata poi cancellata dalla Corte Costituzionale), e comunque viene usata anche per tutti gli altri contribuenti, anche se lavoratori dipendenti.

Occorre poi precisare che prima dell’accertamento, l’agenzia fiscale dovrebbe avvisare il contribuente, per dargli la possibilità di difendersi senza dover ricorrere al giudice.

In ogni caso, la linea di difesa, è quella di far valere il diritto al cosiddetto contraddittorio preventivo.

La prova contraria che dovrà dunque fornire il contribuente deve essere poi specifica (non bastano le affermazioni generiche), benché possa fondarsi anche su presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti.

21 Novembre 2016 · Gennaro Andele


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