Conti correnti – Finalmente dal primo gennaio 2020 a ciascun conto corrente offerto al cliente consumatore dovrà essere associato l’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC)

A partire dal primo gennaio 2020, le banche e Poste Italiane dovranno rendere noto l'Indicatore dei Costi Complessivi per ciascuna tipologia di conto corrente offerto al cliente consumatore. Ai fini del calcolo dell'Indicatore dei Costi Complessivi (ICC) si distinguono tre tipologie di conti correnti:

  1. conti correnti con un sistema di tariffazione forfetario (cosiddetti a pacchetto), per i quali i profili di operatività tipo sono sei, individuati sulla base di variabili socio-demografiche (giovani; famiglie con operatività bassa; famiglie con operatività media; famiglie con operatività elevata; pensionati con operatività bassa; pensionati con operatività media);
  2. conti correnti con un sistema di tariffazione a consumo (cosiddetti ordinari), per i quali il profilo è uno e fa riferimento a un’operatività tipo particolarmente bassa, coerente con la circostanza che questa tipologia di conti è generalmente destinata a clienti che intendono utilizzarlo per esigenze molto specifiche, come tali non riconducibili a nessuno dei profili di operatività tipo individuati per le singole classi socio-demografiche sopra descritte (ad esempio, conti usati in via occasionale o discontinua in quanto il cliente è titolare di un altro conto, conti per l’addebito delle rate del mutuo);
  3. conti correnti (cosiddetti in convenzione) per i quali è previsto un regime particolare che tiene conto delle loro specificità: per conti correnti in convenzione si intendono i conti correnti indirizzati a particolari categorie di clienti (ad esempio, dipendenti di enti pubblici ed enti privati), le cui condizioni sono negoziate collettivamente con la banca.

Per i conti correnti offerti a o sottoscritti da consumatori le banche sono tenute a calcolare e indicare l’ICC, per ciascuno dei diversi profili ed in relazione al numero complessivo di operazioni associate.

L’ICC si compone di una parte fissa e una variabile: la componente fissa è comprensiva di tutte le voci di spesa che il consumatore dovrebbe comunque sostenere, per il solo fatto di aver sottoscritto il conto, comprese quelle relative all'invio delle comunicazioni di trasparenza; la componente variabile, invece, comprende tutti i costi – spese e commissioni - che il cliente sostiene in relazione alla sua operatività sul conto. A tal fine, le banche calcolano il costo complessivo che sarebbe sostenuto dal consumatore ipotizzando livelli di utilizzo ottenuti selezionando uno tra i sei profili previsti per i conti a pacchetto.

I profili di utilizzo sono stati elaborati tenendo conto dei risultati di un’indagine statistica effettuata nel 2009: sono stati coinvolti l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU).

17 Agosto 2019 · Simonetta Folliero




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