Con i debiti la famiglia va a pezzi

Titolo di quotidiano: la famiglia motore della ripresa, ma s’indebita sempre di più e la ripresa è drogata da un motore non autosufficiente. Quindici giorni prima avevamo letto: un italiano su due non va in ferie, e mica per scelta.

Come fa la famiglia a essere motore di ripresa? E infatti gli operatori turistici già piangono miseria. La faccenda però è seria. È vero, si è passati a far “buffi” per tirare avanti. Li fa chi ha un lavoro, figurarsi quelli che non hanno neppure lo stipendio.

Li fanno per continuare a campare e comprare, per consumare. I sacrifici non sono più di moda. E poi il meccanismo di questa società è perverso: per funzionare e andare avanti ha bisogno di produrre, ma per sopravvivere deve riuscire a smerciare ciò che produce, quindi indurre i consumi, altrimenti si ferma.

E per star dietro al meccanismo tocca indebitarsi, perché quel che entra in tasca basta a malapena per tre settimane e la quarta necessitano prestiti per arrivare a fine mese. Ora aspettiamo i rilevamenti Istat per scoprire che ci si indebita per consumi di prima necessità, come pane, pasta, olio e si taglia via il superfluo.

Ma cos’è il superfluo, ormai? Difficile definirlo. Tanto più che nelle scorse settimane i dati diffusi sui consumi culturali degli italiani ci hanno fatto scoprire un’Italia che va al cinema, a teatro, ai concerti e acquista biglietti in gran quantità. Consumi tout court. E allora i conti non tornano proprio più. Quel che è certo è che la famiglia è a pezzi per vari motivi, non ultimo quello economico.

E c’è chi ancora spera di poterne fare il fulcro della società. Ma come può esserlo senza autonomia economica? Gran guazzabuglio l’Italia.

Alberto Ferrigolo, giornalista

10 Novembre 2007 · Antonio Scognamiglio




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