Come pagare solo una parte del debito e vivere sereni …
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In riferimento all’articolo pubblicato in un post precedente, avente ad oggetto la recensione del libro di Giampaolo Luzzi dal titolo “Come non pagare i debiti e vivere felici … un lettore, Yuri, commenta:
Il libro l’ho acquistato e letto. E’ una cosa del tutto nuova e mi viene difficile spiegare la genialata di una cosa del genere. In sostanza nel libro, senza falsi moralismi e senza giudizi, ti mette in condizioni di decidere se vuoi pagare i tuoi debiti oppure no. Se non paghi sappi che ti accadono alcune cose. Te lo puoi permettere? Ma se decidi di pagare, ti porta per mano a scoprire un mondo del tutto sconosciuto ai più (almeno a me che sono impiegato pubblico, neanche me lo immaginavo) di crediti comprati e venduti, di politiche dei creditori. Ma lo sapete che ci sono alcuni crediti per i quali mai il creditore farebbe un’azione legale? Insomma, leggetelo e poi mi direte…
Io non ho letto il libro, ma ritengo che ciò che scrive Yuri meriti alcune importanti precisazioni.
Innanzitutto osserviamo che Giampaolo Luzzi, l’autore del libro, è stato presidente dell’UNIREC. E se mai avesse davvero voluto trasmettere i concetti che Yuri ha ritenuto di estrapolare dalla lettura del testo, certamente non avrebbe potuto farlo in qualità di capo dell’associazione delle società di recupero crediti.
Per sgombrare poi il campo da possibili equivoci ed evitare danni al lettore poco attento – danni che potrebbero derivare da una interpretazione troppo semplicistica dei commenti espressi da Yuri – diciamo subito che le tematiche debitorie, forse affrontate nel libro, non possono sicuramente essere quelle derivanti dagli importi iscritti a ruolo e notificati tramite cartelle esattoriali.
18 Aprile 2008 · Antonio Scognamiglio
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Spesso questa la cessione del credito avviene secondo la formula “pro soluto” cioè la società che li acquista si assume interamente il rischio che il debitore non paghi più nulla. E perché, quindi, dovrebbe comprare crediti così difficili da riscuotere? Perché li paga “un tot al chilo”. Si tratta sempre di “pacchetti” di pratiche: statisticamente, qualcuno dovrà pur rientrare. Per guadagnarci, infatti, basta che pochi debitori siano convinti a pagare. Lo dimostra un esempio tratto da una transazione realmente avvenuta: un blocco di oltre 600 crediti, per un totale di quasi 3,5 milioni di euro, venduto a una cifra inferiore ai 150mila euro. A conti fatti, l’importo finale è di poco superiore al 4%. L’altra modalità di cessione è la “pro solvendo”, ovvero il creditore originario mantiene il rischio dell’insolvenza.
Ecco un altro esempio. Una famiglia è in crisi e non riesce più a pagare il prestito che aveva stipulato per acquistare l’auto nuova o i mobili di casa. Dopo un anno la banca (o finanziaria) che aveva erogato il denaro si trova davanti a un bivio: aspettare ancora, con il rischio di non vedere mai più un centesimo, oppure svendere il proprio credito a una “società di factoring”. Mettiamo che il credito abbia un valore nominale di 10.000 euro. Chi si occupa di recupero crediti (può essere un’azienda interna alla società di factoring o esterna) sa che a questo punto le cifre sono solo teoria. È ormai, infatti, un non performing loan: un credito problematico, difficile da riscuotere. In genere, quindi, riesce a “comprarlo” tra il 5% e l’8% del suo valore, nel nostro caso da 500 a 800 euro. Ogni euro in più è il suo guadagno: per ottenerlo farà tutto il possibile. I meno scrupolosi tartassano il debitore con otto telefonate al giorno, inviano comunicazioni decise, si appostano sotto casa o compiono altre azioni di stalking. Da qui l’idea di un codice deontologico per chi fa recupero di professione, varato nel 2004, ma le segnalazioni di abusi tuttora non mancano.
La percentuale alla quale viene svenduto il credito può essere anche più bassa, ad esempio nel caso delle operazioni di “pulizia di bilancio”: la cessione (vendita) dei crediti permette alle aziende di defiscalizzare i crediti inesigibili, perché il valore nominale del credito può essere registrato a bilancio come perdita d’esercizio, pagando meno imposte. A occuparsi del recupero dei crediti in sofferenza può essere anche una “bad bank” (società in cui confluiscono i crediti anomali o difficili) spesso creata da una costola della stessa banca che vantava il debito originario. Se un credito non è stato riscosso dalla prima società di recupero crediti che lo ha gestito, dopo 2-3 anni può intervenire uno di questi soggetti, che lo “acquisterà” al 2-3% del suo valore nominale. Da 10.000 euro, siamo arrivati a non più di 200-300.
salve spero che possiate rispondermi. Ho una macchina soggetta a fermo amministrativo ma è da rottamare; posso fare la rottamazione oppure devo togliere prima il fermo? Poi per quanto riguarda i debiti verso equitalia dopo i vostri consigli mi serve un’altra risposta. Chiedendo un mutuo in banca che mi hanno quasi rifiutato, il direttore mi ha detto di trovare un accordo direttamente con equitalia. Ma quest’ultima mi ha negato altre rateizzazioni perchè in precedenza ho sospeso quelle concesse per mancanza di disponibilità. Sono ormai in un circolo vizioso e ancora non ho capito dove sono tutti questi istituti che aiutano i contribuenti a risollevarsi da situazioni critiche sapendo che non posso nè chiudere l’attività ne tantomeno fallire sono solo chiacchiere. Le banche ti aiutano se hai beni e disponibilità e a quel punto cosa mi serve il loro aiuto se ho già la disponibilità. Poi volevo chiedere ancora una cosa; un immobile non pignorato può essere donato? Grazie
Un veicolo soggetto a fermo amministrativo non può essere rottamato, nè venduto. Ci sono, da settembre 2009, precise disposizioni al riguardo.
La donazione di immobile non pignorato, ma quando siano già in atto azioni esecutive di riscossione coattiva, o comunque notifiche di rientro da conclamate esposizioni debitorie, può essere soggetta a revoca giudiziaria su istanza del creditore.
Ancora una domanda. La casa è di mia moglie che ha ottenuto per successione e noi siamo in comunione di beni. Non può donarla alla figlia dato che le azioni esecutive di riscossione coattiva sono a mio carico? Grazie
Se sua moglie ha ottenuto l’immobile in eredità, allora tale immobile non rientra nella comunione dei beni. Pertanto se sua moglie non è debitrice, può donarlo a chi le pare senza problemi.
cosa possono fare i fornitori se non riesco a pagare a causa della crisi? grazie una povera commerciante
I creditori possono mettere in atto procedure giudiziali per ottenere provvedimenti di riscossione coattiva, quali pignoramento mobiliare ed immobiliare. Tutto dipende dall’ammontare delle sue sostanze.
ho ricevuto una bolletta molto alta 444,90 comme poso pagarla in rete ?
Per pagarla a rate controlli innanzitutto se i consumi sono presunti. In tal caso avrà buon gioco, scrivendo al fornitore, ad ottenere una dilazione del debito.
Legga questo articolo.
salve mi chiamo katia ho poblemi finanziari con molte finanziarie volevo sapere come mi devo muovere riquardo una finanziaria che non pago da un anno ho tre finanziamenti con questa finanziaria con due prestiti e una carta totale dei finanziamenti tutto 40000 mila euro oggi mi ha chiamato un consulente e gli ho spiegato i motivi in cui io mi trovo e posso pagare solo co 200 euro al mese lui mi ha risposto che se avevo intenzione dovevo mandare un fax alla finanziaria dove spiegare i motivi e aspettare l,esitose loro accettavano la proposta poi se andava abuon esito mi fisasvano un appuntamento per fare un contratto dove mi riunivano tutti e tre finanziamenti pagando solo 200 euuro al mese a me tutto questo mi sembra un po strano un grazie anticipato
Potrebbe essere una buona proposta. Dipende soprattutto dallo sconto che le faranno.
Non accetti cambializzazioni del debito
salve!
mi chiamo miriam e circa 5 anni fa la mia banca CARIPLO mi ha chiuso il conto in quanto ero fuori di 2800 +/- e non riuscivo a rientrare.
il mio fascicolo è passato a Roma.
Cariplo mi ha contattato santuariamente e sempre senza pressioni quindi io ho preso altro tempoe non ho estinto il mio debito.
Circa un mese fa ci siamo messi d’accordo per un rientro di 100euro mensili considerando la mia condizione economica pessima.
ma ancora una volta io non ho versato nulla.
Qualche giorno fa mi ricontatta CARIPLO ROMA(cosi’ si presenta) ed una signora gentilissima mi offre di chiudere il mio debito di 2800euro privo di mora con soli 1000euro!
io naturalmente sono allettata ma non soldi in piu’ il mio spirito africano mi spinge a contarttare…secondo lei a quanto posso scendere senza tirare troppo la corda?!!
(((..e grazie per tutto quello che ha scritto)
miriam
Non si tratta di tirare la corda. E sicuramente stia tranquilla, non la veda come un’occasione da non perdere. Contatti la recuperatrice, le spieghi i problemi economici da cui è afflitta, cercando di scontare ancora il 20-30%. E, soprattutto provi ad ottenere una rateazione mensile intorno ad 80 euro/mese. Tenga conto che vista la cifra esigua (spese legali non vale la pena per la società di recupero buttarne) e con l’incognita che lei potrebbe non possedere nulla da pignorare, i soldi che offre son quasi trovati a terra.
Inoltre ricordi di vincolare l’accordo al rilascio di una liberatoria. Le servirà per ottenere la cancellazione dagli elenchi dei cattivi pagatori (a cui è stata sicuramente iscritta) e per poter accedere, in futuro, a nuovi finanziamenti. La liberatoria è fondamentale. Senza la liberatoria lei, pur pagando, non potrà mai accedere in futuro ad eventuali ulteriori finanziamenti.
Mi sembra una proposta sensata ma non credo che il direttore della banca abbia la facoltà di concordare un piano di rientro.
Ora ti consiglio senz’altro di chiudere il conto e restituire la carta. Poi dovrai attendere, per la rateazione del debito, che la banca passi la tua pratica ad un recupero crediti interno o esterno.
A quel punto potrai intavolare una trattativa anche se vanno messi in conto gli ulteriori interessi da corrispondere.
Fanno quasi tutte così. Vedrai che la prossima volta dirà di essere un avvocato pronto a citarti in tribunale per farti dare l’ergastolo …. se non gli paghi il dovuto.
Ma devi capirle, porelle. Le tapine percepiscono una percentuale (10-20%) su ogni importo che riescono a strappare al debitore.
Salve rosi. Il consiglio che le posso dare, per esperienza personale, è quello di comunicare con la finanziaria che le ha erogato i prestiti con raccomandate A/R facendo presente la sua difficoltà nell’onorare i pagamenti e vedrà che l’ascolteranno. E’ logico che telefonicamente le dicano di pagare le rate, sono istruiti in questo modo, perchè devono cercare di tirar fuori tutto il possibile. Loro fanno i loro interessi. Lei giustamente deve tutelare i suoi e riuscire a mangiare. Non si dice, ma c’è gente che le macchine le intesta alla figlia o alla moglie in separazione dei beni.
si, purtroppo per lei avrebbero potuto, teoricamente, farlo anche nel caso in cui l’emittente della carta di credito non fosse stato lo stesso del finanziamento. Considerando che sua madre le ha fatto da garante nel caso del finanziamento, potranno rivalersi anche su di lei. Le consiglio in tutta onestà di provvedere al pagamento della cifra che comunque è esigua.
Guardi capisco la sua situazione. Per i debiti stia tranquilla: nessuno verrà prenderle niente, in quanto di una macchina scassata e di mobili di poco valore non se ne fanno nulla. Per’altro la maggiorparte dei mobili che si trovano in casa sono impignorabili. Al massimo posso consigliarle di contattare i creditori facendo presente la vostra impossibilità ad onorare i debiti. A quel punto partirà la trafila del recupero crediti con successivo pignoramento de V dello stpendio (laddove possibile, e al netto della busta paga).
Ora pensi unicamente a riposare e a curarsi
1) I creditori possono rivalersi su tutto ciò che è in comunione. Quindi su tutto ciò che tu possiedi in conseguenza alla comunione dei beni.
Teoricamente anche sull’auto, se ne vale la pena rispetto al debito.
2) Tu sei garante di tua madre. I suoi debiti possono essere richiesti a te. E dunque siamo al punto precedente.
Ogni precetto, ogni richiesta di decreto ingiuntivo promosso da ciascun creditore ti verrà notificato.
Per il pignoramento, obbligatoriamente, con un certo anticipo ti dovrà esser chiesto prima se sei disponibile a pagare e quindi ad evitarlo.
Al tuo rifiuto, un giorno ti capita a casa l’ufficiale giudiziario, ma senza chiedere appuntamento. Talvolta accompagnato dalla forza pubblica e dal fabbro.
Io dico che alla cugina è meglio.
Ma stai parlando di te come consumatore o come amministratore di società?
La cugina? e allora non si vende più a nessuno visto che siamo tutti fratelli cmq, figli di Adamo ed Eva.
No si fanno annunciare ed arrivano con la banda musicale. Così gli fai trovare la tavola imbandita per pranzo
E’ tutto suo. Ma se tu debitore ci fai residenza comune, non si sa più se quello che c’è dentro è tuo o suo.
Prima di ospitare un debitore (prima che venga registrato il passaggio di residenza del debitore) meglio farsi fare una perizia inventario giurata in tribunale. Basta un tecnico qualsiasi, un geometra va bene.
Meglio che la porti allo sfasciacarrozze. Ti hanno detto bene. Devi pagare bollo ed assicurazione.
Situazioni come questa son sempre un problema in caso di visite dell’ufficiale giudiziario.
Ora a parte che è difficile che vengano pignorati mobili comuni (atteso il loro scarso valore) per mobili di pregio e/o impianti di valore è sempre bene farsi rilasciare una fattura nominativa.
Prima di un trasferimento di residenza, di solito il non debitore ospitante può farsi fare una perizia inventario di quello che c’è. Nel caso specifico ormai la cosa non è fattibile.
Ma ripeto per mobili usati comuni e/o elettrodomestici datati il problema non si pone. L’importo ricavato dalla vendita all’asta (sempre che vada a buon fine) sarà sicuramente inferiore alle spese.
Il pignoramento non ha finalità punitive. Ma semplicemente economiche.
E’ pressochè impossibile pignorare i compensi professionali alla fonte, così come si fa con gli stipendi. Bisognerebbe conoscere di volta in volta il committente, il che, per piccoli professionisti, non è realistico.
Più facile, eventualmente, bloccare il conto corrente.
Certo che i mobili, in mancanza di meglio, sono pignorabili.
Chi ha debiti dovrebbe vivere in una casa ammobiliata per stare tranquillo.
La strategia pianificata mi sembra ineccepibile.
Stringere i denti e continuare a pagare fino a quando non ci si libera dei beni mobili ed immobili, magari anche intestandoli ad altri. E prima, quindi, che venga richiesto un decreto ingiuntivo dal creditore. In questa evenienza non sarebbe più possibile vendere.
Cercare contratti di lavoro temporanei, che se in genere sono una maledizione, in questi frangenti costituiscono una manna dal cielo, perchè è pressochè impossibile procedere al pignoramento degli stipendi.
Attenzione al passaggio di beni ai figli. Sarebbe considerata vendita fittizia. E finirebbero comunque col pagare i tuoi debiti. Solo questo non va bene.
Non c’è fallimento personale in Italia. Per cui le azioni dei creditori finalizzate alla riscossione dei crediti non hanno potenzialmente mai fine.
Procedi, poi ne riparliamo.
Sarebbe la cosa migliore da fare: illustrare le vicissitudini negative patite, confermare la disponibilità ad assolvere agli obblighi e quindi chiedere un piano rateale di rientro a saldo e stralcio, che sia compatibile con l’attuale situazione economica.
Per contattare il credito si può fare riferimento all’indirizzo presente sul contratto di finanziamento o comunque reperibile in rete.
La proposta va fatta con raccomandata AR e con l’occasione sarebbe instaurativo di un nuovo clima di fiducia anche comunicare il nuovo indirizzo.
Sarà cura della CITIFIN comunicare eventualmente il nome della società di recupero a cui può essere stato nel frattempo ceduto il credito.
Non credo sia possibile il passaggio del debito e mi sembra così surreale un regalo di una carta di credito.
Magari avessi anche io un cugino/a così: le fortune capitano sempre ad altri.
Per quel che riguarda la rateazione dei 968 euro a chiedere si può sempre chiedere …
Complimenti Andrea. Tu e l’altro protagonista (Mimì, il povero tartassato senza soldi) siete davvero in gamba.
Te lo dice uno che da studente, una sera del lontano 76, al San Carluccio di Napoli, ebbe modo di dire la stessa cosa a tre ragazzi sconosciuti che cominciavano a fare cabaret.
Erano Massimo Troisi, Lello Arena e Enzo De Caro.
Comunque la scenetta è esilarante. Ed oggi più che mai di attualità.
Tutti e due vi vedrei benissimo in una gag alla Sadici Piangenti (non so se hai avuto mai modo di vedere o ascoltare l’indimenticato Benedetto Casillo): era ambientata a Piazza Municipio, all’epoca in cui era di moda il disoccupato napoletano che manifestava il proprio disagio minacciando il suicidio dai cornicioni dei palazzi. Ma il protagonista che voleva buttarsi di sotto non era un disoccupato. Anzi, argomentava che i disoccupati non ne avessero di veri problemi. Lui si, invece, con le spese della villa a Capri, la barca da tenere in rimessaggio, le amanti da mantenere, gli operai che gli rompevano le scatole con gli aumenti ….
Riproposta oggi una cosa del genere, fra carte di credito, prestiti personali e la borsa che crolla ….
P.S. se vuoi, mandami i nomi d’arte o il nome del duo, che li inserisco a margine del video, nell’articolo, in modo che vi si possa identificare meglio.
No, purtroppo non ci sono leggi in questo senso.
Gli stipendi e le pensioni non hanno immunità diplomatica. Possono essere pignorati se costituiscono un reddito disponibile per il debitore.
Puoi chiedere una cessione del quinto della pensione. Che poi è quello che possono ottenere al massimo i creditori.
Però, credo che la cosa non sia fattibile, se è già stata segnalata al CRIF.
In alternativa si può trattare con i creditori (società di recupero crediti) per un accordo a saldo e stralcio. Un accordo è sempre preferibile ad un’azione giudiziaria con decreto ingiuntivo.
Ad Equitalia, invece, puoi chiedere una rateazione.
La cosa non è così interattiva. Invece, è piuttosto burocratica. Partita la segnalazione segue il suo iter, indipendentemente se tu dai segni di rientrare. E nelle liste di segnalazione ci rimani per un bel pò a seconda del tipo di “infrazione” e/o del ritardo nel pagamento.
Per approfondimenti ti consiglio di accedere nella sezione cattivi pagatori.
Non possono richiederti un rientro dei prestiti se si tratta di mutui o finanziamenti di credito al consumo.
Diverso è il caso di affidamenti in conto corrente, fidi e/o scoperti di conto corrente.
Quello che comunque rischi fermando i pagamenti è un pignoramento del quinto dello stipendio e il blocco dell’accesso futuro a qualsiasi tipo di finanziamento.
Prima di depositare i 1000 euro avresti dovuto esigere una proposta scritta (che peraltro difficilmente ti avrebbero fatto). Hai peccato, purtroppo, di ingenuità.
In seguito alla segnalazione al CAI per utilizzo di carte senza che vi sia disponibilità di fondi, non scatta come per gli assegni la revoca.
Dunque il divieto di fare utilizzare o meno ulteriormente la carta è facoltà della singola banca.
Per le conseguenze di una recidiva ti invito al leggere questa sezione con particolare riferimento agli articoli di seguito elencati in questa sotto sezione.
In riferimento, invece, al tema più generale di conseguenze derivanti dal non onorare i debiti pregressi contratti con la banca (a parte i 1000 euro già versati), tieni presente che la certa iscrizione al CRIF comporterà l’impossibilità di ottenere ulteriori finanziamenti (come un mutuo casa, ad esempio).
Nelle potenziali azioni da parte del creditore va considerata la possibilità di subire un sequestro di conto corrente (laddove un’altra banca ti conceda di aprirlo).
Infine va messo nel novero delle azioni che il creditore può perseguire anche il pignoramento del quinto dello stipendio.
In questo caso la strategia giusta è quella di chiedere il consolidamento dei debiti.
Quando si capisce che le rate non sono più sostenibili ma prima di interrompere i pagamenti, si chiede ad una delle finanziare coinvolte di accollarsi i crediti delle altre e di aumentare il periodo di ammortamento.
Lo scopo non è tanto quello di ottenere rate di importo minore della somma di quelle che già si pagano (beneficio che pure si consegue), ma semmai di avere un unico interlocutore quando si sarà costretti a sospendere i pagamenti.
E’ evidente il vantaggio: perseguire l’accordo con un solo creditore, sottoscrivendo magari un piano di rientro a saldo e stralcio dei debiti pregressi e posticipando (se possibile) la data di inizio ammortamento.
Ora io non so se tu sei in queste condizioni o hai già da tempo sospeso i pagamenti.
In questa evenienza l’unica cosa da fare è attendere che i crediti vengano ceduti e trattare più in là con le società di recupero crediti che subentreranno.
Nel caso invece che tu sia riuscito finora a pagare le rate, ti consiglio di chiedere subito ad una delle finanziarie creditrici il consolidamento di tutti i debiti.
I carabinieri della tua zona vanno benissimo.
Ma ricorda, dopo, di avvertire la finanziaria della denuncia effettuata e preannuncia anche un esposto all’Autorità garante per la privacy.
La cosa mi lascia veramente allibito… lavoro nel campo del recupero crediti ci sono delle regole che qualsiasi società seria impone ai suoi collaboratori:
1) nel caso si contatti il debitore sul posto di lavoro (o cmq tramite terze persone) mai presentarsi col nome della societa’ in quanto si potrebbe facilmente risalire alla motivazione della chiamata.
2) Qualsiasi missiva inviata sul posto di lavoro (non potendo rintracciare il debitore in altro modo) deve contenere la dicitura RISERVATA/PERSONALE.
Mi spiace il comportamento del mio collega è stato veramente scorretto!!!
Se posso darti un consiglio contatterei l’amministratore della società facendo presente la situazione, al tuo posto concorderei un piano di rientro con rate mensili, perché andare incontro a un decreto ingiuntivo col pignoramento dello stipendio?
Una sola cosa devi fare. Cerca di conoscere nome e cognome. Se non ci riesci la denuncia per molestie e minacce la fai ugualmente contro un esattore ignoto della finanziaria Pinco Pallino.
I fatti nella querela vanno esposti con chiarezza e senza alcuna omissione. Devo soldi ad una finanziaria, ed è un debito che non riesco ad onorare. L’esattore mi chiama continuamente al telefono a casa al lavoro ecc… minacciandomi di far sapere a tutti la mia situazione debitoria ecc.. pretendendo un piano di rientro ed estorcendomi titoli esecutivi a garanzia del saldo del debito. Semmai se è disposto citi come testimone il portinaio.
Poi alla Finanziaria invii copia della denuncia segnalando il comportamento incivile e scorretto dell’esattore e preannunciando un esposto all’Autorità per il trattamento dei dati personali.
Vedrai che dopo non avrai più fastidi. E non riderà più!
Comunque spirale, non firmargli mai assegni postdatati o cambiali. Questi sono titoli esecutivi. Con i titoli esecutivi è possibile ottenere subito il pignoramento dello stipendio (o di qualsiasi altro bene mobile o immobile) senza passare dal giudice.
E lo ripeto. La finanziaria ha il diritto sacrosanto di effettuare tutte le azioni giudiziarie per il recupero del credito: comunicazioni cartacee, richieste di decreto ingiuntivo, precetti, pignoramenti.
Queste sono le azioni legali che sono concesse al creditore.
Una finanziaria non può sguinzagliare il mafiosetto di turno per visite domiciliari non concordate, non può chiamare a casa o al lavoro se non autorizzata dal debitore, non può vessare il debitore con la richiesta di un piano di rientro, non può minacciare di rendere nota a chicchessia la situazione debitoria, non può pretendere titoli esecutivi a garanzia del debito. Queste si chiamano molestie, sono tentativi di estorsione e sono puniti dal codice penale.
E’ anche vero che per difendersi non si può solo scrivere in questo blog, ma bisogna avere il coraggio di mettere in pratica le azioni conseguenti di difesa: denuncia a polizia o carabinieri dell’esattore/estorsore e segnalazione del dipendente alla finanziaria.
Non c’è che dire… prima di dare delle certezze L’agente immobiliare, la banca e tutti i loro impiegati svrebbero dovuto “fare i conti CON l’oste”. L’accordo di BASILEA 2, dovrebbe obbligare le banche a rivolgersi a periti di società ESTERNE e INDIPENDENTI, di conseguenza meno influenzabili nel dichiarare il valore dell’immobile. Questo avrebbe dovuto indurre a prudenza chi le ha proposto di erogare un mutuo che comprendesse un prestito OLTRE al valore della casa.
Vediamo come si può forse tamponare la situazione. Una sola rata in ritardo, se sanata entro due mesi, NON DOVREBBE dare luogo a una segnalazione in banca dati (il garante della privacy parla chiaro). Questo dovrebbe permetterle (se i presupposti ci sono) di sistemare almeno la propria posizione creditizia strepitando un po’ con la finanziaria che ha inviato la segnalazione. In seguito ottenere un mutuo per la ristrutturazione del tetto dell’immobile in cui abita non dovrebbe costituire un grosso problema. Da lì avrebbe la base per ripartire (i redditi con il nuovo lavoro ci sono).
Ha tutta la mia solidarietà.
nel gennaio del 2005 ho posto in liquidazione la mia società (SAS con mia moglie) e le mie disponibilità mi hanno consentito di chiudere con la banca (piccolo stralcio) e con i fornitori (stralcio un pò più grosso). Ora rimane la parte riguardante l’erario sia per la società che per me personalmente (ritenute, INPS e quant’altro). L’ammontare complessivo è di circa 60.000,00 Euro comprensvi di more, interessi ecc. Vanto crediti nei confronti dell’erario per mie precedenti attività per circa 15.000,00 Euro ed ho una disponibilità residua di circa 20.000,00 Euro. Sono compropietario al 50% insieme a mia moglie di un immobile del valore di circa 400.000,00 euro gravato da un mutuo di 120.000,00 contratto nel 2004 per 15 anni. Il liquidatore è evasivo rispetto a soluzioni possibili (stralcio della quota chirografa del debito, rateazione ecc.) Sarei felice di ricevere qualche consiglio da voi perchè ormai la mia vita è solo pensare penosamente a questa situazione ed ai problemi che ho creato alla mia famiglia e che vorrei finissero. Ora ho un buon lavoro come consulente a partita IVA per una seria Società ed ho discrete possibilità di incrementare il mio reddito.
Vi sarò grato per i Vostri consigli.
Niccolò
Non è certamente utile al debitore, in quanto l’assicurazione scatta solo in caso di morte del debitore. E non per sopraggiunte difficoltà economiche del debitore nel pagare il debito contratto.
Ma è utile agli eredi del debitore. Basti pensare che gli eventuali eredi non sono costretti a rinunciare all’eredità, qualora il debito contratto dal defunto congiunto sia eguale o superiore al valore dell’eredità stessa.
Per concludere è utile, ovviamente, alla finanziaria che eroga il credito nel caso in cui il debitore non abbia beni mobili o immobili nelle proprie disponibilità ma garantisca, ad esempio, il credito stesso con reddito da lavoro.
La situazione sembra abbastanza complessa e non può certo esaurirsi in questa sede.
Sarebbe opportuno approfondire la questione, fornendo ulteriori elementi di conoscenza.
Non è che il creditore prenda così la decisione di procedere al pignoramento. Per pignorare ci deve essere un provvedimento del giudice: il decreto ingiuntivo. Per ottenerlo deve essere promossa un’azione giudiziaria e così via….
Mi pare di capire che il tuo ragionamento sia il seguente: ” … se in relazione ai miei debiti, anche mia moglie, con la quale sono in comunione di beni, risulta praticamente iscritta ad un elenco di cattivi pagatori, ebbene allora me ne frego della minaccia di iscrizione al ctc e/o al CRIF e interrompo comunque il piano di rientro … Avrei continuato solo se come contropartita avessi avuto la possibilità, tramite mia moglie, di poter continuare ad accedere a fonti di credito …”
Ti rispondo che anche se la cosa non può essere ammessa pubblicamente (dal momento che la responsabilità di un debito dovrebbe essere soggettiva e non coinvolgere i familiari) in pratica l’iscrizione alle banche dati dei cattivi debitori comporta difficoltà nell’accedere ai canali di credito non solo per una moglie, ma anche per i figli del “cattivo pagatore”.
In termini espliciti, anche se tua moglie continua a rispettare il piano di rientro, le sarà impossibile accendere nuovi finanziamenti.
Valuta attentamente l’opzione di rivolgerti ad un avvocato. Potresti forse risparmiare qualcosa ma per la tua situazione c’è bisogno di gente specializzata e comunque introdotta nel mondo del recupero crediti.
Un saluto.
Tu hai delle garanzie che consistono nella futura, ma certa, disponibilità dell’immobile di cui sei nudo proprietario. Quindi puoi richiedere un prestito.
Coinvolgendo tua madre come garante o coobbligata, puoi ottenere un prestito anche di importo elevato. In questo caso, infatti, la garanzia che potreste fornire insieme è la completa ed immediata disponibilità dell’immobile.
Indipendentemente se lavoriate o no. Se percepiate o meno un reddito.
Il pignoramento anche se in linea teorica potrebbero farlo anche per 1000 euro. Il fatto è che una azione esecutiva costa in termini di tempo e danaro.
Comunque il tuo problema credo sia ancora in una fase in cui possano essere individuate soluzioni soddisfacenti per uscirne.
La nuda proprietà è ipotecabile, pignorabile e vendibile all’asta.
I diritti di tua madre come usufruttuaria, comunque, non potrebbero essere lesi, in ogni caso (se non risulta garante o coobbligata in in qualche tuo debito, ovvio).
Puoi chiedere un prestito con garanzia la nuda proprietà?
Bisogna innanzitutto fare una valutazione del valore di mercato dell’immobile di cui sei nudo proprietario. Valutare l’età di tua madre ed eventuali condizioni di salute, stimando così il valore reale della nuda proprietà.
Da questo sottrarre gli importi delle ipoteche che gravano sull’immobile al momento della richiesta del mutuo.
L’importo residuo (se c’è ed è positivo) rappresenta, più o meno, il capitale che puoi richiedere a finanziamento con una garanzia a copertura.
Gli affitti, a quanto leggo, dovrebbero essere pertinenza di tua madre, rappresentando il reddito dell’usufrutto.
Mi sembrava di capire che non volessi coinvolgerla. In questo caso gli affitti non potrebbero essere impegnati se non coinvolgendo l’usufruttuaria. Ma, questa sarebbe un’altra storia…
Anche su un c/c cointestato non potrebbero mai aggredire le disponibilità di tua madre.
Per un conto cointestato non ci sono calcoli da fare: disponibilità del conto/cointestatari. Nel tuo caso il 50% di quanto troverebbero, potrebbe essere pignorato.
In linea generale, nelle tue condizioni lascerei il c/c intestato solo a tua madre.
Una semplice precauzione teorica: perchè, in pratica, le società di recupero, proprio per evitare di trovare quattro spiccioli sul c/c, fanno prima a rivolgersi, tramite decreto ingiuntivo, al tuo datore di lavoro per pignorare alla fonte il quinto del tuo stipendio.
In ogni caso le tre finanziarie (o quante ne siano) non potrebbero mai insieme eccedere nel pignoramento la quota del quinto del tuo stipendio netto.
In conclusione spiraleovale, il max che rischi, anche se tu avessi 100 mila euro di debiti, è un quinto del tuo stipendio mensile.
No no assolutamente. Lungi da me pensare allo stipendio in nero. Nella mia azienda ad esempio c’è chi ha l’accredito diretto in banca/posta e chi invece percepisce stipendio in assegno. Il tutto rigorosamente in regola in quanto S.p.A.
@ spiraleovale
Non è poi così semplice: nel tuo caso si tratta di tua madre: ma mettere i propri soldi sul c/c di un terzo per sfuggire alle finanziarie, si rischia poi di veder fuggire il terzo con i nostri risparmi … Dalla padella alla brace, insomma.
E per il datore di lavoro, mica tutti possono chiedere un pagamento in nero. Anche perchè, come certamente saprai, è proibito. E non si fa :-)))
Si rischia poi di finire all’inferno post mortem…
Effettivamente troverebbero ben poco e sicuramente sanno che gioco giocare. Allora a questo punto, ipoteticamente, un dipendente moroso può evitare di aprire un conto personale od eventualmente uscire da quello cointestato e farsi pagare direttamente dal datore di lavoro tramite assegno, contanti etc. Calcoli alla mano: se trovassero 1000 euro sul conto prenderebbero 500 euro, se pignorassero il 5° dei 1000 euro prenderebbero 200 euro.
Grazie karalis. La tua disponibilità è grandiosa.
La società che ha acquistato il tuo credito, lo avrà fatto per non più di 20 euro.
Beh, 470 euro di guadagno netto (vanno tolti però i francobolli dell’ultima lettera, ad essere oneste) mi sembrano un ottimo affare.
Ora, per 20 euro nessun pazzo promuoverebbe una azione legale per una auto usata del valore di 2500 euro.
Nè, tantomeno,, converrebbe procedere al pignoramento del quinto del tuo stipendio (la cessione è stata fatta per credito al consumo e dunque un altro quinto sarebbe pignorabile in via teorica).
Ma per il pignoramento del quinto occorrerebbe comunque un decreto ingiuntivo del tribunale. Per ottenerlo bisogna investire in spese legali e soprattutto, ci vuole tanto tempo.
Detto questo e precisato che le mamme, se non sono garanti o coobbligate, non rispondono dei debiti delle figlie, direi che nelle tue condizioni puoi stare più che tranquilla.
Neanche ti consiglio di chiamare la nuova società acquirente del credito per proporre un saldo e stralcio da 50 euro.
A te non servirebbe a nulla, dal momento che la liberatoria che otterresti non ti consentirebbe l’accesso a nuovi finanziamenti.
Resteresti comunque registrata nelle banche dati dei cattivi pagatori per gli altri debiti.
Concludendo cosa comporta la tua situazione debitoria complessiva (parlo degli 8000 euro)?
1) il pignoramento possibile di un quinto dello stipendio;
2) la necessità di girare sempre con una auto usata di scarso valore, per non rendere appetibile un eventuale pignoramento del veicolo;
3) l’impossibilità di accedere a nuovi finanziamenti.
Potrei aggiungere il fastidio del “tartassamento”. Non lo faccio perchè una finanziaria o una sdr può contattare il debitore solo attraverso strumenti legali, ovvero lettere di messa in mora.
Il “tartassamento” via telefono, telegrammi è passibile di querela per molestie con eventuale richiesta di risarcimento per danni biologici.
Concludo facendoti i complimenti per il nick. Molto originale.
Per poter dare un consiglio è necessario sapere quali beni mobili (oltre allo stipendio) hai nelle tue disponibilità e se risulti proprietario di beni immobili.
La strategia da adottare dipende da questo.
Devi dimostrare, eventualmente, e tanto per fare qualche esempio, che con i soldi prelevati in contanti dal conto corrente
a) non paghi professionisti che non rilasciano fattura;
b) non paghi parte del costo di un immobile il cui valore dichiarato è inferiore a quello corrisposto;
c) non paghi dazioni e/o tangenti;
d) ecc.
Non so se mi sono spiegata…
Talvolta riesco anche a dare una risposta.
Ma se per darla devo inventarmi anche i fatti, mi sembra un pochino troppo.
Cause, Tar, sanzioni … ma di cosa stiamo parlando?
La prossima volta che chiama l’avvocato gli dici che le sue sono molestie telefoniche. E per questo perseguibili penalmente. Se vuole fare una diffida la inviasse al tuo domicilio, su carta intestata, ed indicando con chiarezza gli artt. del codice penale che presume siano stati violati.
Sai, una amica che lavorava con me al reupero crediti, ogni volta che contattava un debitore esordiva dicendo “Buongiorno, sono l’avv. Loi …”
Mi sembra strano che non ci fossero ipoteche sull’auto.
Ti chiedo ancora: l’automobile era intestata a te o a qualche società di cui risulti amministratore?
Forse manca qualcosa nel tuo racconto Michele, altrimenti debbo supporre che l’avvocato non fosse un avvocato.
E’ anche vero che molti operatori di recupero crediti millantano di essere avvocati quando contattano al telefono i debitori.
Ma tant’è, non ho elementi documentali per capire a cosa si stesse riferendo l’avvocato …
I consigli degli avvocati mi sembrano più che buoni.
Nella tua situazione c’è poco da fare: se paghi le rate Equitalia ti pignora il camper. Dunque è inutile proseguire nel pagamento.
Ovviamente ti resteranno sul groppone i debiti con l’Erario e quelli con la finanziaria.
Difficilmente riusciranno ad aggredire il tuo stipendio, visto che, mi sembra di capire, sei un precario.
Con tua moglie sarà più semplice: quindi metti in conto, se sei in comunione dei beni, il pignoramento del quinto di metà dello stipendio di tua moglie.
L’unica cosa sensata da fare, pertanto, è una separazione (dei beni o legale vedi tu).
All’Antitrust non sono state ancora assegnate tali competenze.
Forse l’impiegato intendeva riferisi alle norme antiriciclaggio. Ebbene ritirare soldi con assegni “a me medesimo” con una certa frequenza, potrebbe dare adito a qualche sospetto.
Il prelievo resta comunque un tuo diritto, e se servono per spese (comunque dimostrabili) non hai nulla da temere da qualche eventuale controllo della Guardia di Finanza.
Purtroppo per loro non sono in comunione dei beni…
Un sentito grazie per le risposte.
Buon Ferragosto,
Marco
Certo, per questo ti accennavo alla possibilità di pignorare un quinto del 50% dello stipendio di tua moglie.
Ammesso che tu sia in comunione dei beni con tua moglie hai la disponibilità di metà del suo stipendio, 1500 dollari.
Il debitore è italiano e quindi, anche in presenza di convenzioni di reciprocità, si applicano le leggi italiane in materia.
Lo studio americano attivato dalla banca ti pignora il quinto di 1500 dollari, che fanno, se non sbaglio 300 dollari/mese. Di più non possono.
Fai due conti e pensa se ne vale la pena…
Fossi in te dormirei sonni tranquilli.
Per i debitori insolventi non è ancora prevista l’estradizione … :-))
Tornando seri, se proprio quelli della banca non hanno nient’altro da fare e vogliono buttar via soldi, ammesso che tu sia in comunione di beni con tua moglie (che tua moglie abbia un datore di lavoro fisso e che riescano ad individuarlo con opportune indagini), riusciranno a strappare (forse) 300 dollari/mese … fra qualche lustro. (300 dollari, ovvero il 50% del quinto di uno stipendio in comunione)
io ti consiglio di inviare una raccomandata specificando la tua impossibilità di far fronte alle rate, naturalmente allegando una documentazione valida che lo attesti.
In questo modo c’è la possibilità che la finanziaria preferisca cedere il credito piuttosto che procedere con un decreto ingiuntivo.
Per quanto riguarda le cartelle esattoriali, purtroppo,non ho competenze tali da poterti dare una risposta esauriente.
Se i tuoi contratti a tempo determinato di durata mensile riguardano sempre lo stesso datore di lavoro (cosa stranissima, ma si sa che con la deregulation berlusconianiana ormai tutto è possibile) qualcuno potrebbe tentare la via del precetto e del pignoramento del 5° dello stipendio.
Stessa cosa con il contratto di tua moglie. Potrebbe rischiare fino a 120 euro mensili.
Le vendite all’asta sono sempre pericolose, perchè poco trasparenti e passate, di solito, sottocosto, ad operatori compiacenti.
Il consiglio è allora sempre quello che la casa sia venduta direttamente dai proprietari attuali. Il mutuo eccedente non accollato dai proprietari subentranti, visti i gli attuali prezzi in calo, dovrà essere corrisposto dai vecchi proprietari o dai garanti.
E qui non ci piove. C’è poco da fare.
Per rendere un pochino le cose più complicate e più lunghe per il pignoramento e la messa all’asta dell’immobile, i vecchi proprietari potrebbero concedere in usufrutto l’appartamento ad amici “fidati” in cambio di un canone mensile con cui prendere in affitto casa altrove.
La giurisprudenza è ancora non univocamente orientata rispetto al problema se la vendita all’asta debba riferirsi in questo caso solo alla nuda proprietà e all’usufrutto o escludere l’usufrutto. Anche se l’usufrutto è stato concesso in presenza di ipoteca sul bene.
Insomma si ingarbugliano un pò le carte. I tempi si allungano. E comunque deve valere sempre l’ipotesi che proprietari e garanti abbiano nulla da perdere. In questo caso, infatti, la vendita all’asta, anche della sola nuda proprietà, accresce la quota residua di cui devono farsi poi carico proprietari e/o garanti.
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa a proposito promotoremutui, che è sicuramente meglio informato su queste tematiche
I debiti con l’erario lasciano poco spazio di manovra.
Puoi chiedere una dilazione fino a 72 rate.
A questo punto ormai, l’unica cosa da fare è verificare con un professionista se i tributi siano effettivamente dovuti e/o non siano stati già rimessi (anche attraverso altre cartelle esattoriali).
Può esserci, sempre con l’ausilio di un esperto, una verifica di legittimità delle cartelle.
Ma niente di più. Gli interessi, per quanto esosi, sono quelli fissati dallo Stato.
Se si hanno proprietà conviene pagare: l’agente della riscossione, ad esempio, come si legge da un recente commento, è solito vendere i beni immobili pignorati con base d’asta pari al valore catastale.
Quindi ….
Per i carichi pendenti non mi preoccuperei. Si tratta di problematiche penali, e grazie a Dio, avere dei debiti e non pagarli non è ancora considerato reato, come accadeva nell’Inghilterra di Dickens.
Per quanto riguarda il resto, trattandosi anche di un paese extraeuropeo, sarei più che tranquillo.
L’importo riferibile alla ristrutturazione non credo possa essere tale da giustificare l’impegno in tempo e danaro necessario per attuare procedure esecutive all’estero.
Andrea, certamente la tua quota di appartamento è a rischio.
Così come è a rischio il quinto dei 1100 euro del tuo stipendio.
Ma la cosa su cui bisogna riflettere è la tua giovane età e la opportunità di ricostruirti una “history credit” pulita.
Ora è pur vero che in una snc tutti i soci sono chiamati a rispondere e ciascuno anche per l’intero ammontare dei debiti, indipendentemente dalla quota societaria posseduta.
L’esperienza dice però che, a fronte di proposte di rientro del singolo socio su quota parte del debito, difficilmente le società di recupero crediti oppongono un atteggiamento intransigente.
Il mio consiglio, dunque, è quello di contattare i creditori e cercare di concordare un piano di rientro sul 30-40% del debito, condizionato dal rilascio di una liberatoria per le residue obbligazioni sociali.
Se sono disponibili beni societari, non in leasing, andrebbero offerti anche quelli.
Sarebbe auspicabile, inoltre, un piano di consolidamento del debito. Questo dipende però dalle garanzie che puoi offrire e dal valore della tua quota di 1/6, non ancora pignorato, dell’appartamento in cui è usufruttuario tuo padre.
In ogni caso potrebbe essere utile rivolgersi, per una consulenza specifica, ad una società che possa affiancarti (meglio sostituirti) nella trattativa con i debitori e che possa altresì offrirti un finanziamento per il consolidamento del debito secondo le tue capacità di reddito.
Sappi solo che i beni immobili pignorati prima o poi si vendono sempre, in quanto ad ogni incanto la base d’asta diminuisce e prima o poi il prezzo fissato offerto incontra la richiesta.
Certo ci può volere tanto, ma tieni presente questo dato di fatto.
Per il resto, data la situazione, concordo con te per lasciare le cose come stanno.
Istruirei anche eventuali congiunti (quelli a cui vuoi bene, ai parenti serpenti puoi anche non dire nulla) ad esercitare, nella remota evenienza di una tua dipartita, l’opzione di rinuncia all’eredità.
Eppoi, campa cavallo che l’erba cresce. Magari, nel frattempo, approvano qualche legge sul fallimento personale …. come avviene in tanti altri paesi civili.
Caro Giordano,
lo schema delle procedure che si attivano dopo il pignoramento, con i tempi necessari, è indicato in questo link (clicca sull’immagine per ingrandirla)
Ovviamente i tempi per la definizione della procedura di vendita all’asta non sono determinabili.
Conosco casi in cui da anni si esplicano tentativi di vendita all’asta dell’immobile pignorato senza successo.
Michele ognuno deve fare il proprio lavoro. Quello del recuperatore crediti è inviare comunicazioni di messa in mora, cioè avvisi che in caso di mancato pagamento si procederà per vie legali.
Gli sms i telegrammi ecc. non potrebbero inviarli. In pratica la legge sulla privacy stabilisce che il recuperatore non può molestare il debitore. Però questa valutazione sta a te. Se vuoi puoi minacciare denuncia per molestie.
Una volta che il recuperatore ha inviato la messa in mora, basta. Deve procedere legalmente, se crede.
Otterrà un decreto ingiuntivo dal giudice, con il quale potrà aggredire i beni che sono nelle tue disponibilità.
Se non hai casa di proprietà, se non hai auto, e se hai già un quinto dello stipendio pignorato possono aggredire qualche mobile di casa.
Non tutti però: cucina e letto devono lasciartelo.
Al limite prendono l’apparecchio TV. Ma credimi, con le schifezze che si vedono sui canali RAi e Mediaset, non sarà poi una gran perdita. E ci risparmi pure il canone.
E inoltre mi chiedo: conviene sobbarcarsi di spese legali e di giudizio per un credito (il tuo) che hanno comprato a pochi euro?
Io non credo, però di matti in giro ce ne sono tanti …
Comunque, in questi casi la cosa migliore da fare è chiamare la società di recupero crediti e farsi passare il funzionario che si occupa della pratica. A questi va spiegata “serenamente e pacatamente” (alla uòlter per intenderci) la situazione papale papale. Se si riesce ad essere convincenti, al 99% non si riceveranno più SMS, telegrammi e raccomandate AR che, fra l’altro, costano pure …
Contatta pure via e-mail.
E tranquillo la consulenza è gratuita per i primi 50 clienti :-)
Benissimo Michele. Siamo a in una botte di ferro.
A voi possono solo togliere un quinto dello stipendio di ciascuno, tramite pignoramento presso terzi. Ma se lavorate in nero neanche quello.
Ai tuoi figli raccomanda che, in caso di morte contemporanea di entrambi i genitori, facciano subito la rinuncia all’eredità (sarebbe opportuno anche avvertire quelli che potrebbero eventualmente essere nominati tutori, se i pargoli sono minorenni)
E ovviamente la cosa (rinuncia all’eredità) vale per te in caso di morte di tua moglie, e vale per tua moglie in caso di morte – facendo i “DEBITI” scongiuri – tua.
Mi congratulo Michele.
A Napoli si dice:
“Duie song ‘e putient
o’ re e chi nun tene nient”
Cioè un nullatenente è potente come un re!
Quando chiamano quelli del recupero crediti fagli pure una pernacchia … :-)
Ovviamente scherzo. Fra debitore e creditore deve esserci sempre il massimo reciproco rispetto.
La sensazione di essere stati dimenticati dalle finanziarie è comune un po’ a tutti i debitori, purtroppo non è cosi’… nessuno si è dimenticato di te.
Sicuramente nel frattempo hai cambiato indirizzo (questo purtroppo non è un’attenuante in quanto, quando hai firmato il contratto, ti sei impegnato a trasmettere anche tutti gli eventuali cambi di residenza).
Diciamo che è solo questione di tempo… normalmente le nuove società provvedono ad accertare la residenza anagrafica.
Caro Michele, per te vale un pò quanto risposto a Francesco.
Prima di stabilire una strategia di intervento riguardo al tuo caso (del resto la cosa vale anche per Francesco) sarebbe necessario conoscere l’entità del patrimonio nella tua disponibilità, aggredibile dai creditori.
Se ci sono garanti e/o coobbligati, se i contratti di prestito da te firmati prevedono o meno il beneficio di escussione e via dicendo.
Quali rapporti (amicizia, parentela ecc…) intercorrono fra te ed eventuali coobbligati e/o garanti. In questi casi spesso si sacrificano affetti ed amicizie … nel momento in cui si decide, potendo, di scaricare sulle spalle dei fideiussori i debiti accumulati …
Insomma, Michele. Una strategia incisiva di esdebitazione non può certo esaurirsi nella risposta ad un commento di blog.
Il consiglio è quello di contattare tutte le società di recupero crediti coinvolte invitandole ad un concordato.
La tua posizione sarà ovviamente tanto più forte quanto minore è la possibilità che possano pignorare beni nella tua disponibilità.
Del resto la indivisibilità dell’immobile di cui possiedi quota parte è già un punto a tuo favore.
Magari potresti farti assistere da un esperto nel ramo del recupero crediti. L’intervento di un mediatore professionale non coinvolto emotivamente, rappresenta un valore aggiunto da non sottovalutare.
Auguri.
Il problema del sovraindebitamento, caro Michele, è proprio questo. Come è stato possibile accendere finanziamenti con 17 finanziarie? Sono le finanziarie responsabili delle situazioni di eccessivo indebitamento. La loro avidità non conosce limiti, quando capiscono che il cliente dispone comunque di beni patrimoniali su cui poi rivalersi.
I mezzi per monitorare la situazione li hanno. Esiste una banca dati in cui vengono registrate tutte le aperture di credito. E, quindi, la terza o la quarta finanziaria avrebbero dovuto negarti il prestito, dopo aver valutato con serietà le tue capacità di reddito.
Da questo impasse si esce solo con una legge che consenta il “fallimento personale”, cosa che negli Stati Uniti è da tempo possibile.
Vorrei poi vedere se non ponessero maggiore attenzione nel sovraindebitare le famiglie….
L’utenza telefonica corrisponde ad un service di recupero interno alla CREDIAL/FIDITALIA.
Quindi la finanziaria sta tentando il recupero prima di procedere con la cessione del credito.
A questo punto non vedo a cosa possa servirti l’indirizzo.
dipende .. se è un sollecito di rate appena scadute è possibile che il sollecito di pagamento sia da parte di un call center interno alla finanziaria stessa(cosi’ si spiega la carta intestata).
Il recupero crediti deve sempre scrivere con la propria carta intestata specificando l’incarico datogli.
cmq se proprio vuoi svelare l’arcano ti consiglierei di telefonare direttamente alla finanziaria loro sono obbligati a dirti a chi hanno dato il mandato.
Al prossimo contatto concorda un piano di rientro, con esplicito riferimento alla concessione della liberatoria, a pagamento effettuato, per poter poi procedere alla cancellazione dai SIC.
Quindi chiedi l’invio del piano di rientro per accettazione.
Questo documento costituisce una sorta di contratto fra te e la società di recupero, che te dovresti firmare inviandone poi copia anche a loro.
Poichè deve essere necessariamente scritto su carta intestata, il problema è risolto.
A questo punto, mi dirai, anche loro conoscono il tuo indirizzo. Certo questo è un inconveniente.
Che potresti aggirare chiedendo di concordare prima il testo e chiedendo che la bozza ti sia inviata via fax. Un fax qualsiasi. Va bene anche uno in service, con invio a tempi concordati.
La speranza è che scrivano la bozza del piano di rientro su carta intestata.
Chissà, potrebbe anche riuscire la cosa ….
Cmq è un tentativo da fare, perchè sugli elenchi telefonici pubblici non si fa registrare più nessuno.