Chi è Anna Maria Carloni
Anna Maria Carloni è la gentile consorte dell'on. Antonio Bassolino. La sua candidatura (con un posto "sicuro" al Senato) è certo un premio alla "oculata" gestione dei rifiuti in Campania da parte del marito Governatore, che ancora non ha avuto la decenza di dimettersi.
Signora, faccia la cortesia, convinca Lei suo marito a "riciclarsi" come amministratore di condominio, visto che non riesce a riciclare la mondezza.
Forse, amministrare una regione è cosa più grande di Lui. Alcuni, in Campania, sostengono che il seggio al Senato per la sig.ra Carloni sia un tentativo per rivalutare l'on. Clemente Mastella e la sua concezione nepotista della politica, sempre criticata dagli esponenti del PD, ma che pare sia diventata un trend. Non c'è che dire. Complimenti ai dirigenti del PD: si tratta sicuramente di una operazione ben riuscita.
All'on. Antonio Bassolino ed alla gentile signora Anna Maria Carloni, vogliamo ricordare questa intervista del 1993.
Ascoltate attentamente cosa dice l'on. Antonio Bassolino: "... bisogna ripulire Napoli ...", "... non bisogna guardare in faccia nessuno", "... bisogna dare risposte concrete alla questione dela pulizia della città", " ... io penso che la politica debba rinnovarsi ...".
Da non credere alle proprie orecchie, esilarante e allo stesso tempo raccapricciante, questa intervista. Certo onorevole Bassolino, i tempi sono cambiati, Lei non è più quello di quindici anni fa. Si vede che era molto più giovane e si sente che non era ancora il "politico navigato ed attaccato alla poltrona" di oggi, quello che non si dimette perchè pensa "di poter dare ancora un contributo ... " o "perchè non bisogna lasciare solo De Gennaro".
Onorevole Antonio Bassolino, mi "consenta" da concittadina napoletana, ricordarle che a volte, come certamente saprà, è meglio andar soli che male accompagnati .... E dovrà convenire, che Lei, nel contesto dei problemi riguardanti lo smaltimento dei rifiuti, non è proprio quella che si direbbe una buona compagnia.
dimissioni subito x entrambi, per offesa alla pubblica decenza
E non solo Veltroni – dopo aver spedito le primarie in soffitta – ha dato spazio ai soliti volti noti. A partire dalle mogli. Il vero pasticciaccio brutto, il segretario e i suoi l’hanno combinato sul fronte dei “figli di”. Dove, per rappresentare la “meglio gioventù” de noantri, hanno scelto, innanzitutto, la ventisettenne romana Marianna Madia, figlia del fu Stefano, consigliere comunale della Lista per Veltroni a Roma (e per giunta ex fidanzata di Giulio Napolitano, figlio quarantenne del presidente della Repubblica, Giorgio). E poi pure la ventiseienne siciliana Daniela Cardinale, figlia dell’ex ministro per le Comunicazioni dei governi Amato e D’Alema, Salvatore. Che – forte di una laurea triennale in scienze della Comunicazione – la sua candidatura al Corriere della Sera l’ha spiegata così: lei, esattamente, perché è stata candidata? “Il ministro Fioroni mi ha onorato della proposta. Ma ha deciso Marini”. E come mai ha scelto lei? “Mi conosce. È venuto da noi in campagna, due anni fa”. Lei ha esperienza di politica? “No. Ma mi ricordo quando hanno eletto mio padre. Avevo 5 anni, una festa bellissima: sventolavamo la bandiera Dc”. Una ricostruzione che lascia un po’ basiti. Ma che non fa una grinza. Anche se manca un dettaglio. Come, ha scritto l’edizione palermitana di Repubblica, papà Salvatore – per raggiunto numero di mandati – non poteva ricandidarsi. Di qui l’idea di passare palla alla giovane rampolla. Sancendo definitivamente la regola che le poltrone sono come i comò. Insomma: si ereditano. Di padre, in figlio.
Un saluto solidale a tutti coloro che non sono “figli di”. A quali queste belle occasioni non capitano (mai).
Sandro
E dire che proprio Veltroni – e per primo – era stato categorico. Annunciando all’assemblea costituente del suo Pd una stagione nuova. Fatta, parola del segretario, di “meno furbizia e più merito”. E promettendo, fin dalla sua elezione a numero uno del Pd, più primarie per tutti. Anche per i candidati sindaci dell’ultimo sgangherato comune del Belpaese. Ma quella stagione di rinnovamento – con promesse annesse e connesse – ha già fatto la fine della cometa di Halley. Che è sì passata (sopra la nostra testa). E se n’è scritto (sui giornali). Ma nessuno l’ha mai vista coi suoi occhi. E soprattutto nessuno se la ricorda più. Neppure Veltroni. Che, a questo giro, ha spedito le primarie in soffitta. E in compenso, nello scegliere i candidati, ha dato spazio ai soliti noti. A partire dalle mogli.