Cattivi pagatori – le banche dati occulte

In linea puramente teorica, ai sensi del decreto legislativo 196/03 (Codice della Privacy), i dati inerenti il cliente dovrebbero essere conservati solo fino ad un determinato lasso di tempo, decorso il quale dovrebbero essere cancellati. Questo vale anche per i dati inerenti la regolarità dei pagamenti; se un soggetto è stato cancellato dal Crif significa che il rapporto con la finanziaria è estinto da tempo, andando a chiedere un nuovo finanziamento alla stessa finanziaria i precedenti ritardi non dovrebbero influire pertanto sull’istruttoria.

La realtà comunque è fatta di altro… pare che molte finanziarie abbiano della banche dati “occulte”, dove i dati rimangono per sempre… chiaramente lo dico con il beneficio del dubbio, ma si sa che a pensare male…

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25 Agosto 2014 · Chiara Nicolai




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2 risposte a “Cattivi pagatori – le banche dati occulte”

  1. Anonimo ha detto:

    Vorrei alcune informazioni riguardo un finanziamento da me stipulato 3 anni fa: sebbene avessi un altro già aperto con la stessa società finanziaria il primo pagato in conto corrente in tale data di scadenza corretto il secondo non riuscivo a pagarlo e cinque/sei rate sono state insolute sebbene io giustificassi il cattivo pagamento del secondo finanziamento la società di recupero crediti non mi aiutava ad incorporare il secondo finanziamento nel primo dopo avermi segnalato alla CRIF di Bologna mi hanno fatto un piano di rientro adesso dopo un anno da questo piano di rientro volevo fare un altro finanziamento per acquistare mobili e mi è stato rifiutato sebbene io da questo piano di rientro paghi regolarmente a chi posso rivolgermi per aggiornare o rettificare la mia posizione alla CRIF come cattivo pagatore?

    • Purtroppo non c’è nulla da fare: la segnalazione negativa nella CRIF (rimborso del prestito in ritardo, in seguito ad accordo transattivo) non sarà più visibile decorsi tre anni dalla data in cui avrà pagato l’ultima rata del piano di rientro (ultimo aggiornamento della posizione) e, comunque, non oltre cinque anni dalla data di prima segnalazione.

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