assegni scoperti e protestati - ricorso ingiunzione prefettizia ed esercizio azione regresso


Protesto legittimo per l’amministratore che non specifica di avere agito per il condominio

16 Dicembre 2013 - Carla Benvenuto


E' valido il protesto nei confronti dell'amministratore condominiale, come persona fisica, che, nell'emettere un assegno scoperto, non ha specificato di avere agito per conto del condominio. Infatti, è legittimo il protesto emesso nei confronti dell'ex amministratore che emette un assegno senza specificare la spendita della qualità di legale rappresentante del condominio laddove il conto risulta privo di provvista. Questo, riassunto brevemente, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con la pronuncia 25371/13. Commenti sulla sentenza per il protesto all'amministratore condominiale E' legittimo il protesto emesso nei confronti dell'ex amministratore condominiale che emette un assegno scoperto senza specificare che opera come legale rappresentante del condominio. Infatti, la responsabilità esclusiva dell'emissione del titolo e della sua circolazione è a carico di chi lo abbia sottoscritto. A parere degli Ermellini, pertanto, Il protesto va sollevato nei confronti di chi abbia emesso il titolo, secondo quello che risulta dalla firma di emittenza o di traenza. [ ... leggi tutto » ]


Assegni bancari e postali – non salva dal protesto la revoca di pagamento prima della scadenza dei termini di presentazione

15 Ottobre 2013 - Simone di Saintjust


L'articolo 35 del regio decreto 1736 del 1933 stabilisce che l'ordine di non pagare la somma recata dall'assegno bancario ha effetto solo dopo che sia scaduto il termine di presentazione. La norma ha la doppia funzione di garantire la conservazione della provvista, a tutela dell'affidamento del prenditore, quanto meno fino alla scadenza del termine di presentazione, e di consentire al traente, scaduto tale termine, di riacquistare la libertà di disporre della provvista, potendo l'assegno essere pagato anche successivamente alla scadenza di esso. La banca, sulla base del dettato normativo è libera di pagare l'assegno prima della scadenza del termine di presentazione, risultando in via generale, esonerata da responsabilità sia nei confronti del prenditore che del traente, una volta provveduto al pagamento. La responsabilità della banca trattaria ricorre nei confronti del prenditore, nell'ipotesi di rifiuto di pagamento prima della scadenza del termine di presentazione e nei confronti del traente nel disporre [ ... leggi tutto » ]


Chiusura unilaterale conto corrente e conseguente protesto assegno – la banca deve risarcire

19 Settembre 2013 - Ludmilla Karadzic


La clausola di buona fede nell'esecuzione del contratto di conto corrente opera come criterio di reciprocità, imponendo a ciascuna delle parti del rapporto di agire in modo da preservare gli interessi dell'altra e costituisce un dovere giuridico autonomo a carico delle parti contrattuali, a prescindere dall'esistenza di specifici obblighi contrattuali o di quanto espressamente stabilito da norme di legge. Ne consegue che la sua violazione costituisce di per sé inadempimento e può comportare l'obbligo di risarcire il danno che ne sia derivato (Cassazione sentenza numero 2855 dell'11 febbraio 2005). Quando si verifica la chiusura unilaterale di conto corrente il comportamento del dipendente della banca che, a conoscenza della chiusura del conto corrente, incassa comunque dal cliente un importo esplicitamente versato a copertura di un assegno, rilasciando addirittura una ricevuta con la dicitura "per pagamento assegno", non è sicuramente improntato al principio di correttezza e buona fede che deve accompagnare tutto [ ... leggi tutto » ]


Assegno emesso senza indicazione della ragione sociale

14 Settembre 2013 - Ornella De Bellis


Quando l'assegno è tratto sul conto intestato alla società senza indicazione della ragione sociale, esso risulta irregolare perché in violazione della norma di cui all'articolo 11 del regio decreto numero 1736/1933, in base alla quale ogni sottoscrizione dell'assegno deve contenere l'indicazione del soggetto giuridico che si obbliga. Secondo l'insegnamento della Suprema Corte, la ratio dell'articolo 11 della legge assegni è proprio quella di consentire la chiara, certa ed univoca identificazione del soggetto che sottoscrive, così obbligandosi in via cartolare. Per i soggetti giuridici ciò può avvenire solo se, accanto alla firma o sigla del rappresentante, risulti la menzione della denominazione sociale, e ciò proprio al fine di stabilire il collegamento "funzionale" tra chi sottoscrive ed il soggetto giuridico in nome e per conto del quale avviene la sottoscrizione (si vedano sul punto Cassazione numero 1469/77 e Cassazione numero 7761/2004). Da ciò discende che un assegno emesso sul conto della società, [ ... leggi tutto » ]


Assegni rubati o smarriti – chi deve essere protestato se la firma di traenza non è quella del correntista

11 Settembre 2013 - Ludmilla Karadzic


Nel caso in cui le firme apposte sugli assegni non risultano apocrife, ma indicano nomi diversi da quelli dei titolari del conto, la giurisprudenza ha già avuto modo di precisare che se, all'esito dell'esame esterno della firma di traenza, è evidente la non corrispondenza della conformità documentale di essa allo specimen della firma depositato presso la banca dal correntista, l'istituto di credito non può limitarsi a dichiarare che rifiuta il pagamento dell'assegno (legge numero 349 del 1973, articolo 63, comma 1, numero 4 e articolo 1) perché è stato denunciato come rubato. La banca trattaria ha, infatti, l'obbligo di precisare chiaramente al pubblico ufficiale incaricato del protesto che il titolare del conto corrente è un soggetto diverso da quello il cui nome figura nella sottoscrizione dell'assegno, ovvero che a nome di quest'ultimo nessun conto di traenza esiste presso di essa (Cass. 6006/2003). Diversamente il comportamento dell'istituto costituisce causa del fatto [ ... leggi tutto » ]