famiglia separazione e divorzio - assegnazione casa e assegno di mantenimento coniuge separato o divorziato


Assegno a carico degli eredi dell’ex coniuge defunto a beneficio del coniuge divorziato superstite – quando può essere richiesto

18 Settembre 2015 - Lilla De Angelis


All'ex coniuge, titolare del diritto di corresponsione periodica di un assegno di divorzio, qualora versi in stato di bisogno, il tribunale, dopo il decesso dell'obbligato, può attribuire un assegno periodico a carico dell'eredità tenendo conto dell'importo di quelle somme, della entità del bisogno, dell'eventuale pensione di reversibilità, delle sostanze ereditarie, del numero e della qualità degli eredi e delle loro condizioni economiche. L'assegno non spetta se gli obblighi patrimoniali, relativi all'assegno di divorzio, sono stati soddisfatti in unica soluzione. Il diritto all'assegno si estingue se il beneficiario passa a nuove nozze o viene meno il suo stato di bisogno. Qualora risorga lo stato di bisogno l'assegno può essere nuovamente attribuito. Tale assegno, in favore dell'ex coniuge precedentemente beneficiario dell'assegno di divorzio, postula che il medesimo si trovi in stato di bisogno, vale a dire manchi delle risorse economiche occorrenti per soddisfare le essenziali e primarie esigenze di vita. Pertanto, al [ ... leggi tutto » ]


I diritti del coniuge divorziato – eredità, assegno divorzile, assegnazione casa familiare e pensione di reversibilità

18 Settembre 2015 - Lilla De Angelis


Dopo la sentenza di divorzio, la donna perde il cognome che aveva aggiunto al proprio a seguito del matrimonio. Tuttavia, il tribunale, con la sentenza con cui pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, può autorizzare la donna, che ne faccia richiesta, a conservare il cognome del marito aggiunto al proprio quando sussista un interesse suo, o dei figli, meritevole di tutela. Con la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il tribunale dispone, tenuto conto delle condizioni economiche dei coniugi e delle ragioni della decisione, l'obbligo per uno dei coniugi di somministrare a favore dell'altro periodicamente un assegno in proporzione alle proprie sostanze e ai propri redditi. Nella determinazione di tale assegno il giudice tiene conto del contributo personale ed economico dato da ciascuno dei coniugi alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio di entrambi. Su accordo delle [ ... leggi tutto » ]


Quando si scioglie la comunione dei beni fra coniugi

9 Settembre 2015 - Lilla De Angelis


La comunione dei beni fra coniugi si scioglie per la dichiarazione di assenza o di morte presunta di uno dei coniugi, per l'annullamento, per lo scioglimento o per la cessazione degli effetti civili del matrimonio, per la separazione personale, per la separazione giudiziale dei beni, per mutamento convenzionale del regime patrimoniale, per il fallimento di uno dei coniugi. Nel caso di separazione personale, la comunione tra i coniugi si scioglie nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purchè omologato. L'ordinanza con la quale i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all'ufficiale dello stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione. Così dispone l'articolo 191 del codice civile dopo le modifiche apportate dalla legge 55/15. Ricordiamo che costituiscono oggetto della comunione: gli acquisti compiuti dai [ ... leggi tutto » ]


Revoca assegnazione della casa coniugale – l’importo dell’assegno di mantenimento non deve essere necessariamente proporzionale al canone di mercato dell’immobile

5 Settembre 2015 - Ornella De Bellis


Per giurisprudenza ampiamente consolidata, l'assegno per il coniuge, anche in sede di separazione, deve tendere al mantenimento del tenore di vita da questo goduto durante la convivenza matrimoniale, e indice di tale tenore di vita può essere l'attuale disparità di posizioni economiche tra i coniugi. E' vero che non può assegnarsi la casa coniugale al coniuge non proprietario, ove manchino figli comuni ovvero questi siano diventati autosufficienti economicamente ed è anche vero nel quantificare l'assegno di mantenimento dovuto al coniuge economicamente più debole e privo della casa, va considerato lo svantaggio economico conseguente e le risorse finanziarie adeguate a reperire un nuovo alloggio. Tuttavia, l'ammontare dell'assegno di mantenimento disposto per il coniuge più debole e privo della casa non deve essere, sempre e comunque, direttamente proporzionale al canone di mercato dell'immobile che questi deve lasciare, potendo ipotizzarsi una diversa sistemazione, in abitazione eventualmente più modesta, ancorchè decorosa. Così hanno deciso [ ... leggi tutto » ]


Revoca assegnazione casa familiare e assegno di mantenimento per figli maggiorenni e privi di reddito

31 Agosto 2015 - Carla Benvenuto


La normativa vigente prevede la revoca dell'assegnazione, quando il coniuge cessi di abitare stabilmente nella casa familiare, conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio. La Corte Costituzionale ha interpretato la norma, nel senso che comunque debba essere salvaguardato l'interesse dei figli minori o maggiorenni, ma non economicamente autosufficienti. Nel caso di trasferimento del coniuge assegnatario viene necessariamente meno dell'assegnazione della casa familiare. I figli, anche se maggiorenni, ma privi di reddito, sono legittimati a richiedere ai genitori il mantenimento, che dovrebbe permettere loro di procurarsi un nuovo alloggio, posto che, tra l'altro, il genitore obbligato, tornando nella disponibilità dell'immobile, vedrà accresciuta la propria disponibilità economica. Questo l'orientamento giuridico emerso dalla lettura 14727/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]