consigli ed avvisi utili


Contenzioso giudiziale fra avvocato e cliente – gli interessi per ritardato pagamento decorrono dalla data di liquidazione della parcella operata dal giudice

4 Dicembre 2014 - Annapaola Ferri


In ordine agli interessi per ritardato pagamento di una parcella, occorre rifarsi essenzialmente alla normativa del codice civile. Perché sia configurabile un colpevole ritardo nel pagamento del debito occorre che sussista una sufficiente certezza del suo importo: con la conseguenza che, qualora la determinazione del credito venga affidata al giudice, solo dalla liquidazione operata da questi può aversi un valido atto di costituzione in mora. In particolare, poi, quando insorge controversia tra l'avvocato ed il cliente circa il compenso per prestazioni professionali, il debitore non può essere ritenuto in mora prima della liquidazione del debito, che avviene con l'ordinanza che conclude il procedimento. Dunque è a quella data. e nei limiti di quanto liquidato dal giudice, che va rapportata la decorrenza degli interessi. Così ha stabilito la Corte di cassazione nell'ordinanza 22678/14. [ ... leggi tutto » ]


Spese legali di precetto a carico del debitore – il giudice deve verificarne la congruità

4 Dicembre 2014 - Ludmilla Karadzic


Il giudice dell'esecuzione ha il potere/dovere di verificare l'idoneità del titolo e la correttezza della quantificazione del credito operata dal creditore nel precetto. Il fatto che il debitore abbia il potere di contestare l'ammontare del credito azionato nei suoi confronti, non significa che, ove non lo faccia, il giudice dell'esecuzione debba limitarsi ad assumere il credito esposto dalla parte istante nel precetto, o nella istanza di assegnazione, senza poter verificare la corrispondenza della sua liquidazione al titolo esecutivo e la correttezza della quantificazione delle spese di precetto. Il giudice di merito, in presenza di una nota specifica relativa alle competenze professionali, è legittimato a eliminare o ridurre le voci a suo giudizio non dovute o dovute in misura inferiore, purché motivi adeguatamente la decisione adottata. Questa la pronuncia dei giudici di legittimità nell'ordinanza 24367/14 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]


Prestiti facili a chi non può rimborsarli? l’induzione al sovraindebitamento è un danno risarcibile

28 Novembre 2014 - Carla Benvenuto


Prima della conclusione del contratto di credito, la banca (o la finanziaria o Poste Italiane) ha l'obbligo di valutare il merito creditizio di chi richiede il prestito sulla base di informazioni adeguate, fornite dal consumatore stesso e, ove necessario, ottenute consultando una banca dati pertinente. La valutazione del merito creditizio del richiedente non va riportata esclusivamente all'esigenza di tutelare il mercato del credito, evitando che il denaro ottenuto dalle banche mediante la raccolta del risparmio sia vincolato in impieghi troppo rischiosi e che il mancato rimborso da parte dei soggetti beneficiati possa aggravare irragionevolmente il rischio assunto da eventuali terzi garanti. La valutazione del merito creditizio va inquadrata anche nella necessità di comprendere se il contratto di credito proposto sia adatto alle esigenze e alla situazione finanziaria di chi richiede il prestito e, dunque, in un'ottica non soltanto prudenziale, ma anche di tutela di colui che ha formulato la richiesta [ ... leggi tutto » ]


Denunciare il proprio avvocato all’ordine forense si può – nessuna diffamazione se il cliente è convinto delle proprie accuse

10 Ottobre 2014 - Marzia Ciunfrini


L'esposto o segnalazione al competente Consiglio dell'ordine forense contenente accuse di condotte deontologicamente rilevanti, tenute da un professionista nei confronti del cliente denunciarne, costituisce esercizio di legittima tutela degli interessi di quest’ultimo, attraverso il diritto di critica, per il quale valgono i limiti ad esso connaturati, occorrendo, in primo luogo, che le accuse abbiano un fondamento o, almeno, che l'accusatore sia fermamente e incolpevolmente (ancorché erroneamente) convinto di quanto afferma; tali limiti, se rispettati, escludono la sussistenza del delitto di diffamazione. Questo il principio espresso dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 41749/14. [ ... leggi tutto » ]


Il patto di quota lite – vietato anche a ragionieri e commercialisti se svolgono attività di patrocinio nelle commissioni tributarie

7 Ottobre 2014 - Loredana Pavolini


Una delle numerose novità introdotte nel panorama delle liberalizzazioni dal decreto Bersani del 2006, riguardava l'abolizione del divieto del patto di quota lite. Questo patto altro è un accordo tra avvocato e cliente in base al quale si attribuisce al primo, quale compenso della sua attività professionale, una parte (quota) dei beni o diritti che il giudice riconoscerà in sentenza al secondo. Il patto di quota lite, con la legge Bersani, veniva ammesso, purché redatto in forma scritta. Successivamente è intervenuto il Consiglio Nazionale Forense (CNF) a chiarire cosa è possibile e cosa non è possibile pattuire fra cliente ed avvocato. In pratica, è stato ritenuto illecito l'accordo in cui il cliente promette al proprio legale, ad esempio, il 20% di quanto il giudice gli riconoscerà in sentenza, nei confronti della controparte. Invece, è rimasto valido il patto con cui il cliente promette all'avvocato il 20% di quanto egli, nella [ ... leggi tutto » ]