Cartella esattoriale da un milione e mezzo » La causa? Affitto scaduto da 38 anni

Cartella esattoriale da un milione e mezzo per l’affitto scaduto 38 anni fa

Cartella da un milione e 500.000 per l’affitto, scaduto ben 38 anni fa. La causa? Un'area comunale di Milano occupata e successivamente regolarizzata. Deceduto il titolare, ora grossi problemi per l’erede.

Siamo a Milano. Nel 1975, nelle stanze di Palazzo Marino maturava una storia minima di burocrazia paradossale, destinata a scavarsi un sentiero oscuro e quasi infinito tra uffici e tribunali, una storia che nel quasi totale anonimato è tornata alla luce da poche settimane: ecco, proprio alla fine del ’75, scadeva il contratto d’affitto per un’area di quasi 13 mila metri quadrati in via Stephenson, a ridosso dell'imbocco dell'autostrada dei Laghi.

Un’area occupata da una piccola ditta di parcheggio per camion e Tir, poi diventata deposito di mezzi incidentati, col tempo arricchita anche di capannoni e di un ristorante.

Nel 2013, dopo 37 anni, 5 mesi e 13 giorni, il Comune è rientrato in possesso di quell’area.

E a carico dell'erede del titolare della ditta, frattempo deceduto, lo scorso 21 ottobre ha staccato una cartella esattoriale da record.

Ben 1milione, 331 mila e 228 euro. Più interessi.

La vicenda, in realtà, era iniziata anche prima, nel 1969, quando il signore in questione occupò la zona.

Nel 1974 il Comune regolarizzò l’occupazione con un contratto a breve termine: 31 dicembre 1975.

Alla scadenza il contratto non era stato rinnovato, ma l’occupante non aveva restituito l’area e anzi si era appropriato diun’altra porzione di terreno comunale confinante realizzando successivamente alcune costruzioni abusive, consistenti in un locale ad uso ristorante e un locale a uso uffici.

La prima ordinanza di sgombero arrivò soltanto nel 1999, quando il Comune progettava di costruire proprio in quella zona una maxi-cucina per preparare i pasti delle scuole, delle case di riposo e delle altre istituzioni di assistenza.

Opposizione al Tar, ricorso.

E centro cottura bloccato.

Un pezzo del terreno di via Stephenson, circa 1.200 metri quadrati, il Comune è riuscito a riprenderselo soltanto nel 2006, per la costruzione di un sottopassaggio e di altre rampe stradali a ridosso dell'autostrada.

Per il resto, tutto fermo.

La vecchia ditta però ha avuto però alcune sue buone ragioni da far valere davanti ai giudici.

Primo: per molti anni ha continuato a pagare l’affitto, e il Comune l’ha incassato.

Secondo: fin dalla fine degli anni Settanta, lo stesso Comune ha iniziato a usare l’autoparco di via Stephenson come deposito per le auto coinvolte in incidenti stradali, recuperate e conservate a disposizione della magistratura.

Non solo, finivano in quel piazzale anche camion e auto sequestrati da polizia e carabinieri.

Ma non è finita.

Perché nel 1980 proprio Palazzo Marino concesse l'autorizzazione sanitaria per vendere alimenti e bevande alcoliche e superalcoliche, nonché licenza di pubblico esercizio.

Con una mano il Comune bacchettava e reclamava, con l’altra concedeva e accompagnava.

Anche per questo probabilmente, per quantificare il risarcimento del danno, la Corte d’Appello ha ordinato una perizia per stabilire quanto il Comune abbia perso in affitto solo a partire dal 1998 a oggi. E

E si arriva così a quella cifra che sballa il milione e 300 mila euro. C

on la piena coscienza che quella cartella esattoriale è, più che altro, un atto dovuto.

Probabilità di arrivare all'incasso: molto prossime a zero.

Si spera.

4 Novembre 2013 · Patrizio Oliva


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