Bonus bebè » Come accedere ai voucher per baby-sitter e iscrizione all’asilo nido

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

In questo articolo parliamo del bonus bebè e dei requisiti per accedere ai voucher per baby-sitter e per l'iscrizione all'asilo lido.

Le lavoratrici madri possono beneficiare del cosiddetto bonus bebè, un contributo mensile per pagare la baby sitter oppure l’asilo nido dei propri bambini.

Riferimenti normativi

L’articolo 4, comma 24, lettera b) della legge 28 giugno 2012, numero 92, introduce in via sperimentale, per il triennio 2013 – 2015, la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità e in alternativa al congedo parentale, voucher per l'acquisto di servizi di baby sitting, ovvero un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, da utilizzare negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio, per un massimo di sei mesi.

Possono accedere al beneficio:

Le lavoratrici madri possono accedere al beneficio anche per più figli, presentando una domanda per ogni figlio/nascituro (in caso di gravidanza plurima) purché ricorrano per ciascun figlio i requisiti sopra richiamati.

Non sono ammesse al beneficio:

Alla luce di quanto disposto dall'articolo1, commi 7 e 8, della citata legge 92/2012, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione pubblica – ha chiarito che la normativa in questione non è direttamente applicabile ai rapporti di lavoro dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, numero 165, sino all'approvazione di apposita normativa che, su iniziativa del Ministro per la pubblica amministrazione, individui e definisca gli ambiti, le modalità ed i tempi di armonizzazione della disciplina relativa ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche.

Cosa si può ottenere con il bonus bebè

Il beneficio consiste nelle seguenti forme di contributo, alternative tra loro:

L’importo del contributo è di 300,00 euro mensili ed è erogato per un periodo massimo di sei mesi (tre mesi per le lavoratrici iscritte alla gestione separata), divisibile solo per frazioni mensili intere, in alternativa alla fruizione del congedo parentale, comportando conseguentemente la rinuncia dello stesso da parte della lavoratrice.

Le lavoratrici part-time potranno fruire del contributo in misura riproporzionata in ragione della ridotta entità della prestazione lavorativa.

Come accennato, il bonus bebè è alternativo al congedo parentale, cioè al congedo facoltativo concesso per un totale di dieci mesi tra i due genitori dopo la maternità obbligatoria.

Se una madre decide di beneficiare del bonus bebè per un determinato numero di mesi deve, pertanto, rinunciare, per i corrispondenti mesi, al congedo parentale.

In sintesi, per accedere al bonus bebè è dunque necessario:

19 Marzo 2014 · Andrea Ricciardi




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