Bonifico dall’estero » Dietrofront sulla tassa del 20%

Cambio di programma: non si dovrà più applicare una trattenuta automatica del 20% sui capitali che dall'estero tornano in Italia

Cambio di programma: non si dovrà più applicare una trattenuta automatica del 20% sui capitali che dall'estero tornano in Italia, attraverso un bonifico.

La norma, varata nel 2012, presupponeva che quei denari fossero stati esportati frodando il fisco. Chi ha subito la trattenuta si vedrà restituire le somme bloccate.

Secondo il ministero dell'Economia, i nuovi accordi sulla trasparenza e lo scambio delle informazioni siglate con alcune controparti internazionali dovrebbero garantire la trasparenza su quei soldi.

Così, in una nota, il Tesoro informa che il provvedimento sospende l'operatività della ritenuta del 20 percento sui redditi derivanti da investimenti esteri e dalle attività estere di natura finanziaria applicata automaticamente dagli intermediari finanziari.

Gli acconti eventualmente già trattenuti da intermediari finanziari sulla base della norma in oggetto saranno rimessi a disposizione degli interessati dagli stessi intermediari.

Stop alla ritenuta del 20% sui bonifici provenienti dall'estero

L’Agenzia delle entrate, su richiesta del ministro dell'Economia, ha disposto la sospensione dell'operatività della ritenuta sottolineando che gli acconti eventualmente già trattenuti da intermediari finanziari sulla base della norma in oggetto saranno rimessi a disposizione degli interessati.

Attenzione, la marcia indietro, però, è soltanto temporanea.

La stessa Agenzia delle entrate ha infatti precisato che lo stop al prelievo vale fino al primo luglio.

Ne avevamo parlato negli scorsi giorni. Il provvedimento aveva scatenato da subito un gran polverone.

La trattenuta, che lasciava al contribuente l’onere di dimostrare che le somme non avessero natura di compenso reddituale per chiedere la restituzione dell'imposta, era finita nei giorni scorsi sotto l’esame di Bruxelles.

Le ragioni“ufficiali dello stop alla normativa fornite dal Tesoro e dall'Agenzia delle entrate, però, sono discordanti.

Il provvedimento dell'Agenzia delle entrate parla di difficoltà applicative riscontrate dagli intermediari e dai contribuenti in ordine ai suddetti obblighi e alle necessarie implementazioni procedurali.

Il ministero dell'Economia, invece, cita l’evoluzione del contesto internazionale, facendo riferimento all'evoluzione in materia di contrasto all'evasione fiscale cross-border, che ha subito una forte accelerazione, attraverso la creazione di un modello di accordo intergovernativo (Iga) per lo scambio di informazioni tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi, che fa ritenere ormai superata la disposizione che ha introdotto la predetta ritenuta alla fonte.

20 Febbraio 2014 · Patrizio Oliva




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