Rassegna degli articoli pubblicati a cura di Piero Ciottoli

Impugnazione del licenziamento - doppio termine di decadenza

Piero Ciottoli - 8 Ottobre 2015

Il licenziamento deve essere impugnato a pena di decadenza entro sessanta giorni dalla ricezione della sua comunicazione in forma scritta, con qualsiasi atto, anche extragiudiziale, idoneo a rendere nota la volontà del lavoratore anche attraverso l'intervento dell'organizzazione sindacale diretto ad impugnare il licenziamento stesso. L'impugnazione è inefficace se non è seguita, entro il successivo termine di centottanta giorni, dal deposito del ricorso nella cancelleria del tribunale in funzione di giudice del lavoro o dalla comunicazione alla controparte della richiesta di tentativo di conciliazione o arbitrato. Il primo termine è rispettato ove l'impugnazione viene trasmessa entro 60 giorni dalla ricezione degli atti indicati da parte dei lavoratore, il quale quindi, da tale momento, avendo assolto alla prima delle incombenze di cui è onerato, è assoggettato a quella ulteriore, sempre imposta a pena di decadenza, di attivare la fase giudiziaria entro il termine prefissato di 180 giorni. In sostanza, dunque, l'impugnazione, per [ ... leggi tutto » ]

Revisione dell'assegno divorzile - per ottenerla non è sufficiente l'intervenuto pensionamento dell'obbligato

Piero Ciottoli - 5 Ottobre 2015

In sede di revisione dell'assegno di divorzio, il giudice non può procedere ad una nuova od autonoma valutazione dei presupposti o dell'entità dell'assegno divorzile, ma, nel pieno rispetto della valutazione espressa al momento dell'attribuzione dell'emolumento, deve limitarsi a verificare se, ed in quale misura, circostanze sopravvenute abbiano alterato l'equilibrio così raggiunto, adeguando l'importo od escludendo l'assegno in relazione alla nuova situazione patrimoniale. I giustificati motivi indicati dalla legge sul divorzio per la revisione dell'assegno di mantenimento vanno ricollegati a circostanze sopravvenute e non, ad esempio (come richiesto dall'obbligato nel caso specifico esaminato dai giudici di legittimità), alla breve durata del matrimonio fra le parti. L'intervenuto pensionamento del coniuge obbligato e la conseguente ulteriore impossibilità a svolgere lavoro straordinario non possono automaticamente comportare la revisione dell'assegno divorzile se non accompagnati dall'indicazione del reddito percepito nell'anno del divorzio e di quello percepito nel momento in cui si chiede la revisione dell'assegno divorzile. [ ... leggi tutto » ]

Il risarcimento dei danni subiti da una società di persone non può essere chiesto dal singolo socio

Piero Ciottoli - 26 Settembre 2015

Qualora vengano posti in essere atti in danno di una società di persone, la legittimazione ad agire per il risarcimento dei danni spetta esclusivamente alla società e non al singolo socio, attesa l'autonomia patrimoniale della società, costituente entità distinta dai soci, con un proprio patrimonio e con una propria capacità di agire a tutela del medesimo, a mezzo dei legali rappresentanti. Il danno sofferto dal socio per il fatto illecito di un terzo, che abbia leso il patrimonio societario, è un danno meramente indiretto e mediato, per il cui ristoro il socio non ha azione diretta nei confronti del terzo autore dell'illecito, essendo, invece, la società l'unico soggetto legittimato ad agire per la reintegrazione del patrimonio sociale. E' queto il principio giuridico enunciato dai giudici del Consiglio di Stato nella sentenza 4353/15. [ ... leggi tutto » ]

Nullità del contratto di locazione in forma verbale - il conduttore che vuole eccepirlo deve dimostrare l'abuso del locatore altrimenti rischia lo sfratto

Piero Ciottoli - 19 Settembre 2015

Storia della normativa che regola i contratti di locazione - dall'equo canone ai patti in deroga In passato, la scelta del legislatore di applicazione dell'equo canone (meccanismo di determinazione legale del canone di locazione calcolato sulla base di una serie di parametri oggettivi, ha prodotto risultati estremamente negativi, causando gravi distorsioni del mercato delle abitazioni. I proprietari, salvo far ricorso alla sistematica prassi dei c.d. affitti in nero, preferirono togliere dal mercato i propri appartamenti, ritenendo oltremodo antieconomico concederli in locazione ad un canone spesso irrisorio, assai lontano dal vero valore di mercato e con alti rischi di perdita della relativa disponibilità per lungo tempo. Il fenomeno del ritiro del mercato delle locazioni di un considerevole numero di immobili rese così necessario nuovi interventi del legislatore: il primo intervento, del 1992, consentì, nei contratti di locazione ad uso abitativo, la libera pattuizione del corrispettivo (patti in deroga) bilanciata da un [ ... leggi tutto » ]

Contratto di compravendita - il mediatore che attesta la regolarità edilizia dell'immobile risarcisce l'acquirente per la presenza di una veranda non condonata e non condonabile

Piero Ciottoli - 17 Settembre 2015

Il codice civile impone al mediatore di comunicare alle parti le circostanze a lui note, relative alla valutazione e alla sicurezza della compravendita immobiliare, che possono influire sulla sua conclusione. Lo stesso codice civile pone in risalto la natura professionale dell'attività del mediatore subordinandone l'esercizio all'iscrizione in un apposito ruolo, che richiede determinati requisiti di cultura e competenza, e condizionando all'iscrizione stessa la spettanza del compenso. Con la conseguenza che il mediatore, pur non essendo tenuto, in difetto di un incarico particolare in proposito, a svolgere specifiche indagini di natura tecnico-giuridica (come l'accertamento della regolarità edilizia ed urbanistica dell'immobile oggetto del trasferimento) è gravato, tuttavia, dall'obbligo di comunicare le circostanze a lui note o comunque conoscibili con la comune diligenza che si richiede al mediatore. Il mediatore, inoltre, non può fornire informazioni su circostanze delle quali non abbia consapevolezza e che non abbia controllato, poiché il dovere di correttezza e [ ... leggi tutto » ]