Lilla De Angelis
Ne è passato di tempo da quando il visconte Alfred de Musset, l’autore delle “Confessioni di un figlio del secolo”, poteva affermare che “un gentiluomo senza debiti non può presentarsi nei salotti”. Oggi, ammesso che i salotti esistano ancora, sono i gentiluomini a essere scomparsi, sostituiti da faccendieri travestiti da finanzieri o da banchieri i quali invece di debiti privati lasciano crac pubblici sulle spalle di noi poveri disgraziati. Qualcuno dirà che è un’arte anche quella, la genialità del crimine e cose così… Sarà, ma io preferisco l’atto gratuito, dove si paga, è il caso di dirlo, in prima persona e non per conto terzi.
Non è che una volta il denaro avesse meno importanza, è che non era l’unico metro di giudizio. Senza andare troppo indietro, ancora sessant’anni fa esistevano ruoli, funzioni, istituzioni, classi sociali e quindi i criteri di valutazione si basavano su elementi molteplici, di cui quello puramente economico non era nemmeno il più importante. Oggi siamo tutti ceto medio allargato e avanzato ed è in ciò che consumiamo che si racchiude il nostro status. Così, quella che una volta era la dissipazione pura e semplice, è diventata una coazione all’accumulo in nome del mercato. Ieri si spendeva per piacere, oggi si spende per dovere. E forse è anche per questo che non ci sono più i bei debiti e i bei debitori di una volta. Neanche fra i lettori di indebitati.it.
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