Andrea Ricciardi
Dall’epoca della scarsità, in cui il consumo doveva essere soggetto a regole che ne circoscrivevano la diffusione per l’assenza di risorse e la carestia era la paura predominante, siamo passati all’epoca dell’abbondanza in cui alti livelli di consumo non sono solo possibili, ma sono addirittura necessari per lo stesso funzionamento dell’economia.
Aumentare attraverso il credito la possibilità di spesa significa accrescere la possibilità di allocare merci sul mercato sfuggendo così al rischio di sovrapproduzione. In un divertente romanzo di fantascienza americano di Mack Reynolds (Effetto valanga) una famiglia decide di disdire l’ordinazione di un frigorifero, innescando una reazione a catena che fa sprofondare l’economia in recessione. Alla fine il governo fornirà alla famiglia “colpevole” il denaro necessario per comprare l’elettrodomestico, riavviando il ciclo economico.
Questa parodia dell’economia moderna fotografa però un dato reale della nostra società: il nesso che lega consumo e sviluppo. Per questa ragione usare la carta di credito o accendere un mutuo, non sono più sinonimi di un peccaminoso “fare debiti”, ma vengono percepite come legittime scelte di un consumatore razionale.
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