A scatenare la crisi finanziaria è stato, si sa, lo scoppio della bolla dei mutui subprime negli Stati Uniti. Ma come si è creata la bolla? Perché le banche hanno erogato prestiti a chi non poteva ripagare i mutui?

Salve, vorrei capire cosa sta accadendo nel mondo, come è nata la crisi finanziaria.

Perchè, a scatenare la crisi finanziaria è stato, si sa, lo scoppio della bolla dei mutui subprime negli Stati Uniti.

Ma come si è creata la bolla? Perché le banche hanno erogato prestiti a chi non poteva ripagare i mutui?

Grazie per l'attenzione,

Filippo Maisto, Napoli

Per capirlo, bisogna risalire a due agenzie semi-private, Fannie Mae e Freddie Mac: comprano i mutui accesi dalle banche, fino a poco tempo fa senza preoccuparsi troppo della loro qualità.

Quindi, le banche potevano accendere mutui senza andare troppo per il sottile, purché i mutui soddisfacessero gli standard (bassi) delle due agenzie e fossero a queste rivendibili.

La domanda successiva, ovviamente, è perché mai le agenzie fossero disposte a comprare mutui ad alto rischio. La risposta è un esempio interessante di come grandi imprese combattano la regolamentazione, talvolta con successo e, nel caso specifico, con risultati catastrofici per il sistema finanziario internazionale. De iure, Fannie e Freddie sono private, e quindi hanno manager i cui salari sono legati in parte al fatturato. Ma de facto, sono sempre state percepite dal mercato finanziario come implicitamente sostenute dal governo Usa, e quindi non soggette al fallimento. Questa percezione ha consentito a Fannie e Freddie di prendere denaro a prestito a tassi molto bassi, e così di eliminare la concorrenza e crescere a dismisura.

Col tempo, sono diventati dei giganti: Fannie Mae da sola possiede e garantisce mutui per circa 3 trilioni di dollari, più del 20 per cento del Pil americano. Giganti di questa dimensione giocano duro per mantenere il loro business model, che nel caso di Fannie e Freddie è garanzia governativa e poca regolamentazione della loro attività. Per difendere il loro modello di business, Fannie e Freddie si sono progressivamente trasformate in “macchine da guerra” politiche. La minaccia più immediata è la regolamentazione: Fannie e Freddie sono regolate dall'Office of Federal Housing Enterprise Oversight e in teoria questo ufficio avrebbe potuto contrastare vigorosamente l’espansione del credito subprime. In pratica, Fannie e Freddie si sono premunite influenzando i politici, che a loro volta hanno esercitato pressioni sul regolatore.

L’influenza sui politici ha preso molte forme: per esempio, contributi diretti alle campagne elettorali di politici, repubblicani e democratici, che avessero un ruolo nella regolazione dei mercati finanziari. Fannie e Freddie assumevano poi lobbisti per decine di milioni di dollari l’anno, spendevano decine di milioni di dollari in pubblicità e, attraverso fondazioni, distribuivano milioni in piccoli eventi locali. A prescindere da questi canali di influenza, poi, i loro manager avevano un obbiettivo in comune con i democratici: espandere il credito ai poveri e alle minoranze razziali. Quindi i politici sono stati ben contenti di passare leggi che consentivano più prestiti a queste categorie naturalmente rischiose, e Fannie e Freddie sono state più che contente di ottemperare al mandato.

La bolla dei mutui subprime fornisce dunque un esempio evidente della difficoltà di regolare le grandi istituzioni. La lezione generalizzabile è che tali istituzioni non accettano passivamente la regolamentazione, ma la combattono a livello politico, spesso senza andare troppo per il sottile. Nel lungo periodo, le conseguenze possono essere catastrofiche. Una lezione non irrilevante per l’Italia. Nel caso di Fannie e Freddie, una caratteristica peculiare è stata la commistione di carattere pubblico e privato. Ed è necessario risolverla. Una possibilità è di rendere queste aziende formalmente pubbliche e quindi sottoporle a una serie di restrizioni che dovrebbero impedire loro di catturare il regolatore.

La seconda soluzione è rendere le aziende pienamente private eliminando l'implicita garanzia statale. Ciò dovrebbe eliminare le posizioni dominanti, dando luogo a una costellazione di aziende più piccole e quindi meno capaci di catturare il loro regolatore. La frammentazione renderebbe anche credibile l’eliminazione della garanzia. Senza la garanzia statale, si presume che gli investitori di Fannie e Freddie siano più attenti alla gestione, riducendo così la possibilità per il management di gonfiare il giro d’affari con prestiti discutibili.

di Nicola Persico

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8 Novembre 2008 · Loredana Pavolini


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