Usura: perde la casa, dorme in auto.

Da due settimane vive per strada, in macchina, all'addiaccio, dovunque ci sia un posto riparato. Non sa più come fare, a chi rivolgersi, a quale porta bussare. Dopo la famiglia, la compagna, gli amici, ha provato con la Caritas, i servizi sociali, la curia, persino la segreteria del vescovo. Ma tutto vano, nessuno risponde.

«Nessuno mi aiuta, nessuno mi vuole dare una mano: ho chiesto un letto dove dormire, un tetto momentaneo, ma sono tutti sordi e indifferenti al mio grido, se non avessi la macchina di un amico dormirei per terra sul marciapiedi.

E’ una vita insensata, insostenibile: adesso di notte fa un freddo cane, non posso andare avanti così, chiedo solo un tetto a una cifra ragionevole» è l’amaro appello di Alessandro Gustini, 42 anni, nome noto e nobile dell'imprenditoria savonese.

Il papà Antonio, mancato pochi anni fa, a fine anni Cinquanta fondò quella che ancora oggi è l’azienda di famiglia, la Traslochi Gustini con sede in corso Ricci. Una realtà imprenditoriale florida che a fine anni Settanta si è trasformata in cooperativa e da lavoro a decine di dipendenti. Alessandro, insieme al fratello, dell'azienda ereditò la guida dopo la scomparsa del padre. E’ stato così fino a pochi anni fa.

«Sono un savonese che ha sempre lavorato sodo - spiega - dall'Ottanta al 2003 ho versato 23 anni di contributi senza saltare un mese, facendomi il cosìddetto “mazzo”. Poi ho fatto degli errori, non lo nego. Sono finito due mesi in carcere per 0.94 grammi di cocaina. E questo è bastato per farmi diseredare dalla famiglia e diventare il reietto della società che sono ora, senza nessuno disposto ad ospitarmi la notte. Avevo anche un appartamento di proprietà ma gente senza scrupoli se ne è impossessata. Fino al mese scorso mi sono barcamenato tra amici e conoscenti, da inizio novembre sono letteralmente per strada a dormire su un’auto. Ho anche una borsa lavoro da 400 euro al mese ma non basta per niente. Ho bussato tutte le porte. Alla Caritas mi hanno tenuto un giorno dicendo che non possono ospitarmi di più ma so di un marocchino che c’è stato tre mesi. Non voglio fare discorsi antipatici, ma un savonese non ha proprio diritto a nulla se cade in disgrazia? Solo questo vorrei sapere».

Quella di Alessandro Gustini è una storia di vita che lui stesso definisce “complessa” da raccontare e capire. Non lo dice ma è ovvio che tutto nasce dal problema della droga, la cocaina, motivo dell'arresto di qualche anno fa insieme ad altri savonesi e della conseguente rottura con la famiglia, l’azienda, gli amici, la vita regolare di prima. C’è voluto poco per toccare il fondo.

«Adesso sono proprio a fondo - ammette - ma vorrei tanto capire come le istituzioni pensano che uno si possa rimettere in sesto e ripartire se sono le prime a non porgere alcun aiuto. Un giorno ho fatto quattro volte la spola tra il Sert (servizio tossicodipendenze) e i servizi sociali del Comune perché nessuno mi sapeva dare una risposta. Poi ho bussato ad ogni porta possibile, persino quella del vescovo, ma al citofono mi hanno risposto che non ha tempo da perdere per queste richieste. Poi ci stupiamo quando uno fa una follia».

Sullo sfondo della sua storia c’è tra l’altro un’indagine in corso a carico di tre persone che lo stesso Gustini ha denunciato per usura e truffa.

«Quando ero disperato mi sono rivolto a persone sbagliate e così ho perso anche quel poco che avevo: un appartamento - racconta - Credevo di risolvere parte dei problemi e invece me ne sono creato di nuovi. Assistito dal mio legale ho denunciato un caso di truffa e usura che ha dato vita a un’indagine della Procura attualmente pendente. Parlarne non voglio perché rischio grosso. La sostanza è che prima avevo questo alloggio a Savona e adesso non ce l’ho più perché la serratura è stata cambiata da chi lo occupa. Gli inquirenti sanno il resto».

Il tracollo è tra l’altro arrivato nel momento in cui ha avuto un figlio dalla compagna con cui però non può vivere perché lei ha altri figli e sorgerebbero problemi di convivenza.

«Ho un batuffolo di sette mesi ma sono un ripudiato - conclude l’ex imprenditore - credo di aver diritto a un’altra possibilità. Se qualcuno può aiutarmi anche semplicemente indicandomi una strada ne sarei grato. Solo questo chiedo».

19 novembre 2007

di Dario Freccero

da IL SECOLO XIX.it

19 Novembre 2007 · Patrizio Oliva




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