Usura bancaria sui mutui » Condannato noto istituto di credito

Usura bancaria sui mutui » Le banche hanno applicato condizioni contrattuali capestro

Usura bancaria nei mutui, una nuova sentenza dimostra che a volte, le banche, hanno applicato condizioni contrattuali capestro nei confronti dei clienti, traendo ingiusti vantaggi.

Il Tribunale di Rovereto, con provvedimento del 30 dicembre 2013, ha accertato la natura usuraria dei contratti di mutuo sottoscritti dal cliente con la Cassa Rurale di Brentonico, riconoscendo la violazione della legge sull'usura.

Nella fattispecie, un cliente della banca non era riuscito a versare tutte le rate del mutuo, tant'è che l'istituto di credito aveva deciso di applicare il tasso di mora, intimando il mutuatario a versare gli importi delle rate rimaste insolute.

In seguito, Cassa Rurale aveva convenuto in giudizio il mutuatario al fine di chiedere il pagamento del capitale dato a prestito, maggiorato degli interessi convenzionali e quelli di mora, maturati in seguito al ritardo nel versamento delle varie rate.

Il cliente si era opposto alla richiesta giudiziale avanzata dalla banca, eccependo la nullità della clausola contrattuale inerente gli interessi convenzionali e di mora, in quanto contraria al limite usura stabilito con la legge numero 108/1996.

Il cliente aveva evidenziato, in particolare, che da un controllo dei contratti di mutuo risultava che il tasso di interesse convenzionale applicato dalla banca nei contratti di mutuo, maggiorato con quello di mora, aveva superato il limite usura stabilito periodicamente dal Ministero dell'Economia e dalla Banca d'Italia.

La sentenza che condanna l'istituto di credito per usura bancaria

Il Tribunale di Rovereto ha accolto l'eccezione sollevata dal risparmiatore, evidenziando che in ordine agli interessi applicati dalla Banca sussista effettivamente un dubbio non prontamente risolvibile: in realtà, dai conteggi effettuati dall'opponente il tasso soglia, considerando solo interessi convenzionali e moratori, parrebbe senz'altro essere stato sforato nel secondo contratto, mentre nel primo contratto parrebbe essersi rimasti sotto la soglia, salva l'ulteriore valutazione di tutti gli altri importi - diversi da imposte e tasse - incamerati dalla Banca in relazione del mutuo.

Il Giudice trentino, applicando l'orientamento dettato dalla Cassazione con la sentenza numero 350/2013, ha ritenuto che parte della pretesa avanzata dalla banca, quella relativa agli interessi, non sia fondata e quindi meritevole di accoglimento, ritenendo possibile la violazione della normativa usura da parte della Cassa Rurale di Brentonico.

4 Marzo 2014 · Patrizio Oliva


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