Una ricchezza fatta di debiti

Sforamento rapporto debito e reddito.Tutta la ricchezza che vedete in giro, in realta' sono debiti.
di Uriel - 18/07/2007

Ormai in Italia dire "a me la matematica non e' mai piaciuta" e' uno status symbol. Sembra quasi che odiare la matematica significhi essere piu' umani, cioe' che sia la testimonianza automatica di come si sia creativi, caldi, vivi.

Se i genitori un tempo si arrabbiavano per un'insufficenza in matematica, oggi sembrano tollerare: come sarebbe a dire che e' male essere negati per la matematica?

MIO FIGLIO E' UN ESTETA, COSA CREDE?

La pazzesca massa fangosa, mix di ignoranza matematica e di crassa presunzione di essere destinati alle alte vette dell'arte, porta ormai a poter scrivere numeri completamente inventati sui giornali.

Ma, peggio, porta ad ignorare numeri catastrofici che si leggono.

Ho detto piu' di una volta che il paese stia marciando verso una crisi argentina. Sfortunatamente (o fortunatamente, dipende dai punti di vista) una ripresa economica dell'asse franco-tedesco ci ha risollevati un po'.

Niente default quest'anno: prima bisognera' ridissipare anche i due soldi guadagnati con quell'evento casuale. Ma la resa dei conti potrebbe arrivare molto prima del previsto.

Oh, niente di che: fedeli alla loro tradizione di viglaiccheria politica, la sinistra perde le elezioni quando si avvicina una crisi economica, e fa di tutto per vincerle quando si avvicina un momento di ripresa.

Potete stare tranquilli: se arrivera' una crisi, ci sara' la destra al governo. E potete stare tranquilli che alle prime avvisaglie di crisi, il governo cadra' e vincera' la destra.

Facciamo un giro per strada. Vedete quell'automobile? Bene, in realta' il padrone non se la poteva permettere. Meta' non e' sua. Quella casa? Quel vestito? Quelle ferie? Quella villa? Niente di niente: meta' di tutta quella roba non appartiene ai legittimi proprietari.

Tutta la ricchezza che vedete in giro, in realta' sono debiti. Tutti gli status symbol. I cellulari. I palmari. Gli Ipod. Qualsiasi fottuta cosa sia costosa e alla moda, tutto cio' che la gente ostenta, in realta' non appartiene a loro.

Adesso torniamo indietro. Torniamo indietro perché onestamente non si capisce una cosa: da dove vengono quei debiti?

Questo e' il reale problema: una banca, infatti, considera solido un debitore quando ci sono alcune condizioni di solvibilita'. Tutte queste persone sono, cioe', giudicate solvibili.

Perche' sono giudicate solvibili, se il reddito dipendente e' ormai un lusso di pochi e le aziende sono in apnea finanziaria da anni?

Le famiglie sono solvibili per via degli immobili.

La stragrande maggioranza di quel 48% di debiti che le famiglie hanno e' costituita da mutui casa. Questi mutui in effetti hanno costituito la stragrande maggioranza del debito, ed in compenso la facilita' relativa con cui li si otteneva ha fatto fare un balzo in alto alle case.

Ma non e' tutto: una consistente parte dei debiti viene da prestiti personali, i quali vengono concessi in condizioni di difficolta' finanziaria, ovvero basandosi su un semplice dato: la proprietà delle case.

Tutto questo credito, cioe' l'indebitamento delle aziende e l'indebitamento delle persone, non fa altro che ottenere un risultato: aumentare la domanda di immobili.

Si sta verificando anche in Italia cio' che i governatori della Fed hanno cercato disperatamente di fermare: una crescita speculativa dei consumi, fondata sull'ipoteca immobiliare e sulla fiducia concessa dai banchieri a chi possiede immobili.

Questo causa una crescita di prezzi degli immobili, che attira investimenti nel settore immobiliare, producendo altra crescita. Non appena gli immobili valgono di piu', la quantita' di debiti possibile e' maggiore, e il risultato e' che i proprietari si indebitano ancora.

Anche negli USA e' successo. Ma gli USA beneficiano di alcuni fattori dai quali l'italia e' esclusa:

1) La crescita demografica. Prima o poi in USA ci sara' bisogno di altre case, cioe' arrivera' la domanda. Basta fermare la speculazione ed aspettare.
2) La mobilita'. Un americano si muove moltissimo in giro per gli stati uniti, al punto che il mercato immobiliare e', per l'appunto, un mercato. Una citta' può vedere i prezzi delle case salire se l'economia locale migliora, e gli stessi prezzi crollare se l'economia locale peggiora. Questo inficia poco gli americani, che sono abituati a spostarsi per la nazione.
3) I costi minori e il maggior numero di case costruite. Negli USA si costruiscono piu' case rispetto a qui, ma specialmente si riqualificano piu' case. Dove sorge una palazzina di 3 piani del 1910, in Italia rimarra' quella palazzina di 3 piani del 1910, finche' non diverra' bene storico e non la si potra' mai piu' toccare. Buttar fuori i proprietari per costruirci un grattacielo e' impensabile. Le nostre case ci crolleranno in testa, per la semplice ragione che una volta fatte sono intoccabili.
4) La migliore pianificazione: mentre le nostre citta' continuano a produrre "interland", cioe' ad espandersi geograficamente, all'estero la loro dimensione e' fissata. Citta',poi cinta verde, poi altri paesi. La citta' cresce in verticale. Poi c'e' la zona verde di cintura, nella quale non si può costruire. Infine, altre cittadine satelliti. Semmai cresceranno loro. Questa differenza fa si' che in Italia proliferi il capannone basso,si moltiplichi la palazzina di due piani, costruita nell'interland e poi inglobata in citta' quando ormai ha due o tre proprietari, e quindi non si può toccare.

Il nostro paese e' destinato a diventare una distesa di palazzine di due-tre piani, o palazzoni dormitorio, costruiti nell'interland e poi inglobati.

Ma questo ha un limite: la crescita zero. Negli scorsi dieci anni, un capitale immenso di immobili e' stato tolto dal mercato, acquistato a mutuo. Questo blocca la casa dall'essere venduta, cioe' la toglie dal mercato, e come se non bastasse impedisce che venga abbattuta per farci un edificio piu' alto.

Poiche' un minimo di domanda c'e' sempre, a fronte di questo crollo dell'offerta c'e' stato un picco dei prezzi e una crescita dei costruttori, i quali hanno edificato riempiendo gli interland di casette a due-tre piani, che quando verranno inglobate nella citta' non potranno venire rialzate per verticalizzare la citta', dal momento che cinque-sei proprietari si opporranno con tutti i mezzi.

Ma tutte queste persone che non possono muoversi (perché molti mutui vietano la vendita delle case per i primi 10 anni), tutte queste case che non possono venire vendute perché ipotecate dal mutuo oppure perché a garanzia del fido aziendale costituiscono lo zoccolo duro di qualcosa che manca agli USA.

Mentre la popolazione USA e UK rimane disponibile a viaggiare (vendi la casa, pagando il debito, e fine del mutuo), tenendo alta la domanda, in Italia alla crescita dei prezzi corrisponde la saturazione del mercato e al drenaggio di capitali, cioe' ai debiti.

Ormai possiamo fare una mappa dei debiti italiani semplicemente facendo una mappa del costo della casa: le citta' ove la casa costa di piu' (Milano, Roma) sono quelle ove i debiti sono piu' diffusi, quelle che a parita' di condizioni (si pensi a Milano-Torino) hanno prezzi piu' bassi sono quelle dove i bilanci aziendali sono migliori e le famiglie hanno piu' ossigeno.

C'e' il solito spauracchio, riguardo al fatto che una contrazione del mercato possa far calare il prezzo delle case sotto il valore di garanzia delle banche.

Per ora, le banche vengono salvate dalla crescita dei tassi di interesse da parte della BCE. La crescita delle rate compensa, momentaneamente, la decrescita. Certo le case valgono meno, ma di certo alle banche entrano piu' soldi.

Ma il tasso di natalita' rimane stabile, e perdipiu' le famiglie si stanno spostando fuori citta'. L'investimento di una casa vincola per 10,20,30 anni la famiglia.

E la crescita dei tassi da parte della BCE non potra' durare cosi' tanto. Ne' la scusa dell'inflazione potra' bastare ancora, solo per salvare le banche dalla speculazione finanziaria immobiliare.

E qui torniamo al 48 per cento di debiti dell'economia familiare italiana. Tutto questo sta per finire. Bloccare la crescita dei prezzi immobiliari in Italia significa di fatto chiudere il rubinetto di ulteriori prestiti e fidi.

Non credo che sara' un default. Credo che entro un annetto, pero', si verifichera' un fenomeno di depressione simile a quello avvenuto dopo il 2000, con lo sgonfiamento improvviso dei consumi delle famiglie, un ulteriore ridimensionamento dei settori "di lusso", e un'altra sonora mazzata al cosiddetto "ceto medio".

A soffrirne meno sara', paradossalmente, il meridione d'Italia, cioe' quella parte del paese meno indebitata (per la difficolta' di accesso al credito) e le aree depresse.

10 Novembre 2007 · Antonio Scognamiglio




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