Un terrorista s’aggira per l’Europa

L’intera realtà ha torto, nel giusto è solo «Bruxelles». Da Napolitano, a Barbara Spinelli, al temporaneo presidente UE Janez Jansa, il coro è unanime. L'ordine unico è imporre l’ideologia «scientificamente giusta» che coincide, guarda caso, con il loro potere.

I dissidenti dell'URSS ora sono diventati "terroristi". In odio alle nostre tradizioni e alla nostra identità storica.

Salvo errori, non mi pare che i media abbiano dato notizia della reazione del presidente ceco, Vaclav Klaus, alla notizia del «no» irlandese al trattato di Lisbona. Eccola:

«I risultati sono, voglio sperare, un messaggio chiaro per tutti. E’ una vittoria della libertà e della ragione su progetti elitari artificiali e sulla burocrazia europea. Il progetto di trattato di Lisbona è finito oggi, con la decisione degli elettori irlandesi, e la sua ratifica non può continuare».

E Klaus – intellettuale, economista e scrittore, che parla un ottimo italiano avendo insegnato in università nostre, quando si esiliò dal regime comunista - ha insistito. In una intervista al quotidiano Lidove Noviny, ha detto: «Lasciamo che la gente che vive sul continente europeo continui ad essere ceca, polacca, italiana, danese... non facciamone degli europei. E’ un progetto sbagliato. La differenza tra il ceco, il polacco, il danese, l’italiano e l’europeo è la stessa che esiste tra la lingua ceca, polacca, italiana e danese e l’esperanto. L’europeismo è l’esperanto: una lingua artificiale, morta».

Per confronto, ricordiamo le parole del presidente nostro (o meglio: quello che ci hanno dato), Giorgio Napolitano: «Quelli che sono anti-Unione Europea sono terroristi. E' terrorismo psicologico evocare lo spettro di un super-Stato europeo».

Evidententemente il presidente ceco risponde all'identikit tratteggiato dal Napolitano: benchè uomo di fine cultura e che non rubacchia sulle note-spese, è un terrorista. E del tipo più pericoloso: la sua mite opposizione all'europeismo burocratico – esperanto artificiale rispetto a lingue vive – nasce chiaramente da un forte sentimento della storia, della tradizione, del radicamento di ogni popolo. Ciò che l’eurocrazia vuole sradicare, per trapiantarci nella modernità totalitario-amministrativa.

di Maurizio Blondet

21 Giugno 2008 · Patrizio Oliva


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