debiti ed eredità


Eredità con beneficio di inventario – azione dei creditori che non hanno potuto presentare la dichiarazione di credito nel corso della liquidazione dell’eredità beneficiata

24 Febbraio 2020 - Giorgio Martini


Il figlio accetta l'eredità del padre con beneficio di inventario e, pagati i creditori noti e chiusa la procedura, tiene per sé l'importo restante. Tre anni dopo il signor XY avvia una causa civile contro l'erede per un fatto colposo commesso dal padre dell'erede un anno prima di morire (responsabilità civile professionale non coperta da assicurazione). Il signor XY ha il diritto di aggredire il patrimonio dell'erede? Oppure l'avere accettato con beneficio di inventario e il fatto che la procedura si sia chiusa mette l'erede al riparo? Scaduto il termine fissato entro il quale devono presentarsi le dichiarazioni di credito, l'erede provvede, con l'assistenza del notaio, a liquidare le attività ereditarie facendosi autorizzare alle alienazioni necessarie: l'erede forma, sempre con l'assistenza del notaio, lo stato di graduazione ovvero una graduatoria dei creditori ereditari, in base alla quale gli stessi verranno soddisfatti. Divenuto definitivo lo stato di graduazione o passata in [ ... leggi tutto » ]


Differenze fra erede e legatario

24 Marzo 2019 - Lilla De Angelis


L'articolo 588 del codice civile stabilisce che le disposizioni testamentarie, qualunque sia l'espressione o la denominazione usata dal testatore, sono a titolo universale e attribuiscono la qualità di erede, se comprendono l'universalità o una quota dei beni del testatore. Le altre disposizioni sono a titolo particolare e attribuiscono la qualità di legatario. Il legatario succede, cioè, in una parte ben determinata del patrimonio (e non in una quota di esso come l'erede). L'eredità va accettata, il legato si acquista per legge. L'erede succede sia nei rapporti attivi che in quelli passivi: in pratica si accolla anche i debiti del defunto e ne risponde con tutto il proprio patrimonio (a meno che non abbia accettato con beneficio di inventario). Il legatario, invece, non risponde dei debiti del de cuius se non limitatamente a quanto abbia ricevuto con il legato. Molto utilizzata è la disposizione testamentaria con cui il de cuius lascia [ ... leggi tutto » ]


Prelevare l’intero saldo del conto corrente cointestato con il defunto non configura necessariamente accettazione tacita dell’eredità

24 Febbraio 2018 - Carla Benvenuto


Nel conto corrente bancario intestato a più persone, i rapporti interni tra correntisti, anche aventi facoltà di compiere operazioni disgiuntamente, sono regolati dal secondo comma dell'articolo 1298 del codice civile, in virtù del quale debito e credito solidale si dividono in quote uguali solo se non risulti diversamente. Ne consegue che, ove il saldo attivo risulti discendere dal versamento di somme di pertinenza di uno solo dei correntisti, si deve escludere che l'altro possa, nel rapporto interno, avanzare diritti sul saldo medesimo. Pertanto, il prelevamento anche dell'intera giacenza del conto corrente a firma disgiunta, da parte di un cointestatario del defunto, non può ritenersi automaticamente effettuato nella qualità di erede, potendo compiersi anche quale mero cointestatario, titolare di poteri disgiunti verso la banca del tutto avulsi rispetto al contesto dell'apertura della successione. A meno che, chi agisce in giudizio contro il cointestatario. per vedere riconosciuta l'accettazione tacita dell'eredità da parte [ ... leggi tutto » ]


Non vi è accettazione tacita dell’eredità se il chiamato adempie ad un obbligo del defunto con denaro proprio e non con quello prelevato dall’asse ereditario

24 Febbraio 2018 - Carla Benvenuto


In tema di successioni per causa di morte, il pagamento del debito del defunto ad opera del chiamato all'eredità con danaro prelevato dall'asse ereditario, a differenza di un mero adempimento dallo stesso eseguito con denaro proprio, configura un'accettazione tacita, non potendosi estinguere un debito ereditario se non da colui che agisce quale erede. Per eccepire l'accettazione tacita dell'eredità, è quindi necessario che sia fornita la prova che il pagamento sia stato effettuato con danaro prelevato dall'asse ereditario, mentre nel caso in cui il chiamato adempia al debito ereditario con denaro proprio, quest’ultimo non può ritenersi per ciò stesso che abbia accettato l'eredità. Infatti, la norma che legittima qualsiasi terzo all'adempimento del debito altrui (art. 1180 del codice civile) esclude che si tratti di un atto che il chiamato non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede previsto dall'articolo 476 del medesimo codice per sancire l'accettazione tacita [ ... leggi tutto » ]


La decadenza dal diritto di accettare l’eredità con beneficio di inventario

24 Ottobre 2017 - Marzia Ciunfrini


Come sappiamo, colui che accetta l'eredità con beneficio d'inventario è erede, con l'unica rilevante differenza, rispetto all'accettazione pura e semplice, che il patrimonio del defunto é tenuto distinto da quello dell'erede, producendosi così la limitazione della sua responsabilità per i debiti ereditari entro il valore dei beni lasciati dal defunto. In sostanza, l'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, non determina, di per sé sola, il venir meno della responsabilità patrimoniale dell'erede per i debiti del de cuius, ma fa solo sorgere il diritto di questo a non risponderne oltre al valore dei beni accettati con beneficio di inventario. Nel caso in cui l'erede effettui alienazioni di beni ereditari senza l'autorizzazione del giudice, l'azione dei creditori del defunto, finalizzata ad accertare l'intervenuta decadenza dal beneficio dell'inventario, può essere promossa al compimento dell'atto non autorizzato. Così si sono espressi i giudici della Corte di cassazione con l'ordinanza 21212/2017. [ ... leggi tutto » ]