Sovraindebitamento » Vademecum per il debitore

Sovraindebitamento » Vademecum per il debitore

Molte persone, nel nostro paese, stanno vivendo la terribile esperienza del sovraindebitamento: ciò, a causa dell'elevato, ed in alcuni casi irresponsabile, livello dei prestiti erogati da banche e altre istituzioni finanziarie, sommato al calo dei redditi per la recessione in atto.

Ma che cos'è il sovraindebitamento?

Semplicemente, rientrano nella categoria di sovraindebitati tutte quegli individui o famiglie, che si trovano in una situazione di deficit economico in quanto il loro bilancio fa registrare uscite superiori alle entrate.

Purtroppo, la mancanza di un reddito adeguato nelle nuove generazioni, delinea una condizione di rischio per la quale i figli permangono nella famiglia di origine anche in età adulta senza contribuire alle spese e pesando economicamente anche per lungo tempo.

Inoltre, l'incapacità delle famiglie di gestire adeguatamente le spese a fronte di un cambiamento strutturale (es. di reddito, di lavoro ecc.), è un fenomeno psicologico in base al quale le persone non modificano i loro comportamenti immediatamente al mutare delle condizioni socio-economiche.

Così, la situazione di sovraindebitamento è prodotta soprattutto dall'illusione di poter utilizzare ad oltranza pagamenti rateizzati, che spesso hanno indotto ad effettuare spese superiori alle proprie possibilità economiche, senza strategie di rientro finanziario. Il sovraindebitamento sembra frutto della costruzione attiva di un percorso di indebitamento che può durare anni, caratterizzato da una incapacità di valutare i rischi connessi a certe tipologie di spesa, di monitorare adeguatamente le conseguenti uscite e la capacità di assolvere ai debiti contratti, nonché di fare previsioni per il futuro rispetto anche a possibili imprevisti.

Svanisce, quindi, ormai, l'idea delle fasi di vita sicure (qualificate da stabilità economica, ad es. l'età adulta, caratterizzate da quote di risparmio che garantiscono tranquillità) e delle fasi di vita a rischio (caratterizzate da una minore stabilità economica,ad es. l'età giovanile, distinte da incertezza). Ormai la vita appare come un percorso complicato caratterizzato da numerosi nodi critici.

Questo articolo, è volto ad aiutare i debitori italiani con qualche consiglio, utile e facilmente comprensibile, anche per identificare quali comportamenti tenere in caso ci si venga a trovare con debiti che non si ha la possibilità di pagare.

L'inadempienza ad un debito

Quando un soggetto per diversi mesi non riesce più a pagare le rate di un finanziamento, di un mutuo, o che dir si voglia, può incorrere in situazioni spiacevoli.

Ma quali sono le conseguenze delle sue inadempienze? Vediamole.

Quando una finanziaria non riesce più ad ottenere ciò che le spetta, spesso si appoggia ad una società di recupero crediti.

Gli agenti a servizio di quest'ultima cercano in qualsiasi modo di recuperare la maggiore somma possibile, diventando, in certi casi, intimidatori e approfittando della debolezza e della paura che provano coloro che si trovano in una situazione di indebitamento.

Il primo passo di questo processo di recupero si chiama messa in mora.

Si tratta di una comunicazione iniziale con la quale il creditore informa il debitore che persistendo la morosità non ha più diritto alla rateizzazione del debito e che viene quindi invitato a versare la somma restante entro un determinato periodo di tempo.

Questa comunicazione può anche essere una DBT, Decorrenza beneficio del termine.

Il secondo atto è l'ingiunzione al pagamento, decreto ingiuntivo, con cui il creditore entra in possesso del titolo esecutivo, senza il quale non si potrebbe procedere ad un eventuale pignoramento. Al decreto ingiuntivo è possibile opporsi entro 40 giorni, trascorsi i quali il titolo esecutivo diventa inappellabile.

Terzo e ultimo atto è quello di precetto, un ultimatum di 10 giorni, trascorsi i quali il giudice è autorizzato a procedere al pignoramento.

L'atto ha una validità di 90 giorni, entro i quali va eseguito il pignoramento poichè, in caso contrario, la procedura andrebbe notificata nuovamente dal principio.

Le tempistiche per queste procedure sono variabili e dipendono da tanti fattori : l'importo del debito, i tempi di banche/finanziarie e dal tribunale.

Non esistono termini legali entro i quali gli atti debbano essere notificati, nè un numero di rate preciso dopo il quale scattano i provvedimenti. Ogni caso e ogni pratica hanno una tempistica diversa le une dalle altre.

Il debitore dovrà sempre prestare attenzione alle comunicazioni che arriveranno dal soggetto creditore poiché potranno presentare dei vizi attaccabili.

Ad esempio, potrebbe capitare che in caso di insolvenza con la raccomandata dove viene comunicata la risoluzione del contratto e la richiesta di restituzione del bene o del credito vi vengano addebitate delle spese o delle tariffe con oneri esorbitanti non collegati a spese effettivamente sostenute dal creditore, ma che in realtà non sono altro che una penalità addebitata all'utilizzatore al momento del ritardo del pagamento.

Cosa sono le centrali rischi e i cattivi pagatori?

Quando si arriva a delle inadempienze ripetute è possibile che il soggetto moroso venga segnalato.

La segnalazione del primo ritardo di pagamento sul rapporto di credito, viene resa visibile sul SIC (Sistemi di informazioni creditizie) solo in caso di mancato pagamento per 2 mesi consecutivi (o 2 rate).

L'istituto di credito invierà, 15 giorni prima dell'invio della segnalazione al SIC, una comunicazione che avvisa dell'avvenuto ritardo e del fatto che tale ritardo verrà segnalato nel SIC.

In questo modo il debitore avrà la possibilità di verificare eventuali disguidi.

Saldando tempestivamente i pagamenti si eviterà che il ritardo venga segnalato nel SIC.

La segnalazione di ulteriori ritardi (successivi al primo) avviene comunque attraverso gli aggiornamenti mensili inviati dall'istituto di credito.

In questo caso la comunicazione da parte del finanziatore potrà essere fatta nell'ambito di comunicazioni periodiche alla clientela, quindi non necessariamente prima che l'informazione sia resa disponibile sul SIC.

Uno dei tanti SIC è il CRIF (Centrale Rischi Finanziari), un gestore di un sistema di informazioni creditizie il cui scopo non è solo quello di classificare i cattivi pagatori, ma quella di valutare anche il merito creditizio e contenere il rischio attraverso segnalazioni, inviate da banche e finanziarie, basandosi sulla storia creditizia individuale.

Un istituto di credito autorizzato può interrogare la CRIF per valutare le richieste di un proprio cliente come, ad esempio, l'erogazione di un prestito.

Eventuali segnalazioni negative porteranno gravi difficoltà al soggetto che vorrà accedere ad un nuovo credito, poiché risulterà praticamente impossibile ricevere ulteriori somme di denaro finchè il proprio nome non verrà cancellato dalla lista dei cattivi pagatori.

E' convenevole proporre un saldo a stralcio?

E' sempre possibile, ma non del tutto convenevole, proporre al creditore una soluzione di saldo e stralcio, ovvero una regolazione stragiudiziale del debito insoluto, con promessa di stralcio, sconto sul capitale iniziale dovuto,e un piano di rientro a rate.

Pignoramento

Quando proprio non si trova un accordo tra le parti e il caso arriva davanti al giudice, il creditore potrebbe ottenere un pignoramento dei beni del debitore.

E' possibile pignorare beni mobili, beni immobili oppure rendite, come ad esempio lo stipendio.

Ma vi sono dei limiti.

L'articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce e prescrive il limite del quinto sui pignoramenti subiti dal debitore sulla propria retribuzione per debiti non saldati.

Il pignoramento e altre forme cautelari sono previste anche per il mancato pagamento di debiti fiscali

Le agenzie di recupero crediti

Come accennato, quando un creditore considera un debitore insolvente, nella maggior parte dei casi affida la pratica ad una società di recupero crediti nella speranza che quest'ultima recuperi la maggior somma possibile evitando lunghi e costosi processi.

In certi casi si può prevedere anche la cessione del credito, che codice civile disciplina in due forme di cessione del credito, dette pro-soluto e pro-solvendo.

Nella prima ipotesi la banca garantisce la sussistenza e la validità del credito, ma non la solvibilità del debitore

Nella seconda, invece, garantisce la solvenza del debitore.

Nella maggior parte dei casi la cessione avviene in forma pro-soluto.

Ma fin dove si possono spingere le società di recupero crediti?

Come visto in molti articoli del nostro blog, pur di incassare, le agenzie di recupero crediti utilizzano tecniche di pressione che vanno oltre l'accettabile.

A volte può essere adottata una pressione psicologica aggressiva per indurre i consumatori a pagare pur di non vedersi costretti ad affrontare una lunga e dispendiosa causa giudiziaria.

La condotta di una società può essere giudicata pratica commerciale aggressiva quando forza il consumatore a pagare con minacce presunte e fantasiose, inventando ingiunzioni di pagamento provenienti da fantomatiche autorità.

Per limitare le azioni persecutorie e minacciose, è bene sapere fino a dove si possono spingere le azioni di recupero.

Un agente non può contattare il debitore in orari irragionevoli e con frequenze superiori al dovuto, non può contattarlo sul luogo di lavoro, così come non può chiedere informazioni o rivelare il motivo della chiamata ad un soggetto che non sia l 'interessato.

Gli incaricati del recupero possono recarsi all'abitazione dell'inadempiente, ma costui ha il diritto di non aprire e può rifiutare di comunicare con loro.

E' bene ricordare che costoro non sono ufficiali giudiziari, ma sono semplici cittadini delegati a cui è severamente vietato violare il domicilio.

Il mancato pagamento dei debiti non rappresenta mai un reato, ovvero un illecito penale, è un inadempimento di natura civilistica, ma che poò comportare conseguenze spiacevoli per il debitore: segnalazione alla banca dei dati della CRIF, pignoramento di beni mobili/immobili, pignoramento dello stipendio.

Il pignoramento potrà essere eseguito solo ed esclusivamente da un ufficiale giudiziario e non prima di sentenza di condanna o di un decreto ingiuntivo.

I recuperatori non possono riferire informazioni false o ingannevoli, non possono minacciare iniziative legali o sproporzionate e se si dovessero presentare con maleducazione e arroganza non esitate a diffidarli, e a segnalare le eventuali azioni intimidatorie alle autorità.

Ecco una rassegna delle pratiche vietate:

  1. sono vietati messaggi telefonici pre registrati che intimano il pagamento del debito;
  2. sono vietati i messaggi visibili affissi sulla porta di abitazione;
  3. sono vietati i comportamenti lesivi della dignità del debitore;
  4. è vietato comunicare informazioni relative ai mancati pagamenti a soggetti diversi dal debitore
    (es. familiari, colleghi; vicini di casa);
  5. sono vietate le affissione di avvisi di mora; si possono utilizzare usare solo plichi chiusi e senza scritte;

Inoltre, sul diritto di essere informato, il debitore ha:

  1. il diritto che le segnalazioni alle banche dati (Pubbliche e Private) (Crif, Experian etc.)
    devono essere precedute da un avviso della Banca o della Finanziaria;
  2. il diritto di avere l informativa della Centrale Rischi direttamente dalla nostra Banca/Finanziaria;
  3. il diritto di contestare eventuali segnalazioni alle Banche dati Pubbliche e Private come
    (Crif, Experian, Banca D 'Italia) (Reclamo/segnalazione Garante, Arbitro Bancario Finanziario,
    Magistrato);
  4. il diritto di vedere rettificare le errate segnalazioni di sofferenza/credito ristrutturato
    entro 3 giorni dalla richiesta.

4 Aprile 2014 · Gennaro Andele


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