Sos debiti, esplosione di sfratti e pignoramenti

A Bolzano belle case, belle macchine, belle vacanze: occhio però a non farsi trarre in inganno dalle apparenze. In Alto Adige il tenore di vita è sicuramente più alto che altrove, ma sta crescendo in modo preoccupante l’indebitamento: gli ultimi dati, in base ai rilevamenti della Cgia di Mestre, parlano di 31 mila euro a famiglia, in provincia; addirittura 33-35 secondo Konrad Palla, direttore della federazione cooperative Raiffeisen; contro i 17.850 della media nazionale. Di pari passo si assiste a un’esplosione di sfratti per morosità e pignoramenti immobiliari.

Reinhard Christanell, capo degli ufficiali giudiziari, vede quotidianamente gli effetti devastanti dell'indebitamento.
«Fino a qualche anno fa - racconta - gli sfratti per morosità in Alto Adige erano praticamente inesistenti: c’erano di fatto solo quelli per finita locazione. Adesso invece stiamo assistendo ad una vera e propria esplosione. Dall'inizio dell'anno ad oggi abbiamo avuto 70 sfratti a Bolzano, di questi 56 sono stati per morosità. Stessa musica per quanto riguarda i pignoramenti immobiliari, l’a umento in questo caso è esponenziale: viaggiamo ad un ritmo di 10-15 a settimana che solo pochi anni fa era addirittura inimmaginabile. Per non parlare poi dei pignoramenti di televisori, computer e qualsiasi altro bene mobile, acquistato magari in base all'allettante formula: compri ora, paghi a Natale».

Dietro questi numeri non ci sono extracomunitari, ma famiglie altoatesine appartenenti al ceto medio: i ricchi ovviamente sono fuori; i poveri hanno diritto all'alloggio Ipes e ad una serie di esenzioni e contributi. Come si spiega questa crescente incapacità delle famiglie del ceto medio a far fronte agli impegni presi: dal mutuo per la casa, all'affitto, alla rata per la macchina?
«Lo vediamo tutti - dice Christanell -: il costo della vita aumenta progressivamente, mentre gli stipendi restano fermi. Ciò significa che anche famiglie, in cui entrano due stipendi, vivono costantemente al limite: c’è l’affitto o il mutuo da pagare; ci sono le rate per la macchina, il televisore, la camera da letto. Magari, prese singolarmente, non sono elevate ma tutte assieme sono una batosta. In questo quadro basta una spesa imprevista, come le cure dentarie, un guasto alla macchina tanto per fare un esempio, o peggio la perdita di lavoro, che salta tutto. La famiglia non ce la fa più a far fronte ai debiti. Ma la cosa peggiore, a livello economico e non solo, è la separazione personale che trasforma una famiglia con un tenore di vita normale in due famiglie di poveri. Tanto che capita sempre più spesso che uomini di 50 anni siano costretti a tornare a casa della madre, perché tolti dallo stipendio i soldi per il mantenimento dei figli, uno non ce la fa a pagarsi un affitto».

Allo sfratto per morosità come al pignoramento si arriva dunque più o meno per gli stessi motivi, a variare sono i tempi d’e secuzione. Nel caso in cui non si paghi l’affitto, il proprietario ha diritto di tornare in possesso dell'alloggio subito: questione di 3 massimo 4 mesi e uno si ritrova su una strada; più lente invece le procedure per il pignoramento nel caso in cui non si riesca a pagare il mutuo contratto con la banca.
«Ci vuole circa un anno - spiega Christanell - per completare le procedure di messa all'asta dell'alloggio pignorato, periodo durante il quale la famiglia che lo aveva acquistato può continuare a vivere lì. Un piccolo sollievo, in attesa di trovare un’altra soluzione. Cosa per altro non facile».

fonte Alto Adige Repubblica.it

10 Novembre 2007 · Patrizio Oliva




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