Sinistro stradale » In tema di risarcimento danni il CID non è il vangelo
Sinistro stradale: nell'ambito della quantificazione del risarcimento danni, le dichiarazioni rese dai conducenti nella constatazione amichevole d'incidente (CID), non vanno prese come verità assolute.
In tema di risarcimento del danno derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, con riferimento alla disciplina del modello di constatazione amichevole dell’incidente, le affermazioni confessorie sottoscritte dal conducente nel modello vanno liberamente apprezzate nei confronti dell’assicuratore e del proprietario del veicolo.
Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 24847/14.
Da ciò che emerge dalla pronuncia appena riportata, nella fattispecie di un sinistro stradale, in tema di constatazione amichevole, le affermazioni confessorie sottoscritte dai conducenti coinvolti nel modello CID vanno liberamente apprezzate nei confronti dell’assicuratore e del proprietario del veicolo.
Dunque, a parere dei giudici del Palazzaccio, non sempre le informazioni, contenute nel modello CID, vanno trattate come prove inconfutabili. E' a discrezione del giudice di merito, infatti, verificarne l'attendibilità per poter decidere, in seguito, la quantificazione delle colpe tra le parti ed assegnare l'eventuale risarcimento danni.
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