La dichiarazione di guerra ai giornali – Il ministro degli affari esteri ha già notificato la querela all’amministratore delegato di El Pais

berlusconi dichiara guerraIl nostro amato premier Silvio Berlusconi ha dichiarato guerra totale ai giornali.

Leggiamo il solenne discorso alla Nazione, diffuso a reti unificate.

"Attivisti del Popolo delle Libertà, bandane azzurre di Forza Italia, camicie nere di Alleanza Nazionale, cravatte verdi della Lega.

Uomini e donne d'Italia, dirigenti e giornalisti di RAI e di Mediaset.

Ascoltate!

Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria.

L'ora delle decisioni irrevocabili.

Il ministro degli esteri Franco Frattini ha appena consegnato, nelle mani dell'amministratore delegato de El Pais, la notifica dell'atto di citazione  querela.

Querela, frutto del sapiente lavoro  dell'on. Nicolò Ghedini e del ministro della Giustizia Angelino Alfano, per illecito utilizzo di "innocente" materiale fotografico sottoposto a sequestro giudiziario.

Adesso toccherà a La Repubblica e a l'Unità.

Scendiamo dunque  in campo contro il complotto organizzato dalle testate giornalistiche  plutocratiche e reazionarie d'Italia e dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del Popolo delle Libertà  e del suo leader unico.

Alcune settimane  della storia più recente si possono riassumere in queste frasi:  domande indiscrete (le dieci di Repubblica, innanzitutto); richieste assillanti di verità; continua ed inaccettabile  violazione della privacy;   pubblicazione degli scatti fotografici rubati agli ospiti di Villa Certosa e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio  di cinquantadue testate giornalistiche.

La nostra coscienza, però,  è assolutamente tranquilla.

Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Popolo delle Libertà ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano.

Bastava non mettere in dubbio che Benedetto Letizia, il papà di Noemi, fosse stato l'autista di Bettino Craxi e che con lui avessi discusso, in quel di Casoria, importanti candidature per la imminente competizione elettorale europea.

Bastava credere  che non avessi mai incontrato Noemi Letizia da sola.

Bastava fidarsi delle  dichiarazioni del papà di Noemi circa la storia della commovente lettera da me scritta in occasione della morte del figlio Iuri.

Bastava non dare ascolto alle parole di Gino Flaminio (un pregiudicato per rapina impropria) quando affermava che Noemi avesse trascorso le feste di fine anno in mia compagnia,  a Villa Certosa.

Bastava convincersi che la foto scattate da Antonello Zappadu ritraessero me e gli ospiti di Villa Certosa intenti a giocare a mosca cieca,  ai quattro cantoni e ad acchiapperello.

Bastava aver fiducia nelle testimonianze disinteressate  di grandi giornalisti,  noti per la loro imparzialità, indipendenza e rifiuto di ogni forma di servilismo professionale, quali Bruno Vespa,  Daniele Capezzone, Maurizio Belpietro, Emilio Fede, Mario Giordano, Vittorio Feltri e Giuliano Ferrara.

Bastava credere al mio solenne giuramento sulla testa di Piersilvio, Marina e Luigi, di non aver mai avuto rapporti piccanti con Noemi.

Ormai tutto ciò appartiene al passato.

Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra legale, gli è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferreamente lo impongono, poiché un grande premier  è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.

Noi impugnammo le armi dell'esposto querela per risolvere, dopo il problema risolto dei nostri viaggi di piacere a spese dello Stato, il problema della nostra privacy;  noi vogliamo spezzare le catene di ordine etico morale  che ci soffocano in impossibili ed obsoleti canoni comportamentali;  poiché un premier con il 75% di share non è veramente libero se non ha la  libertà di nominare ministro le ex veline e le show girl che vuole o di farsi accompagnare ad una cena istituzionale da una diciassettenne che lo chiama "papi".

Da altri ben più difficili conflitti, come quello di interesse, uscimmo vincitori assoluti.

Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione.

È la lotta dei popoli ottimisti e numerosi di idee e di iniziativa imprenditoriale contro i menagramo della sinistra che diffondono pessimismo, spargono veleni  e detengono ferocemente il monopolio di quasi tutti i giornali e settimanali a grande tiratura o diffusione nel Web.

È la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto.

È la lotta tra due secoli e due idee.

E' la lotta fra quelli che si lasciano pacificamente sedurre da format come il Grande Fratello, Amici della De Filippi, X Factor, l'Isola dei Famosi, Porta a Porta, Uomini e Donne e quelli che sprecano  il loro tempo a farsi "insufflare" da trasmissioni menzognere, portatrici di odio e rancore quali Report, Ballarò ed Anno Zero.

Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che  non intendo trascinare altri  mezzi di informazione ed agenzie di stampa nel conflitto. Il Corriere della Sera, il Mattino, il Messaggero, Il Sole24Ore, La Nazione, Il Resto del Carlino, Ansa, Radiocor, Agence France-Presse prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.

Italiani!

In una memorabile adunata, quella di  Busto Arsizio, io dissi che, secondo le leggi della morale federalista e  populista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Lega, con il suo leader Umberto Bossi, col  popolo della Padania, con le sue meravigliose ronde verdi.

In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla memoria dell'eroico Vittorio Mangano (la moltitudine prorompe in grandi acclamazioni all'indirizzo dello "stalliere di Arcore"), che, secondo solo a Sandro Bondi,  ha  saputo interpretare  l'essenza della fedeltà al suo padrone.

E salutiamo alla voce Umberto Bossi, il capo della grande Lega alleata.

L'Italia, populista, classista  ed egoista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai.

La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti.

Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere!

E vinceremo, per  esportare all'Europa e al mondo intero un nuovo concetto di giustizia ed equità, basato sull'ormai  collaudato lodo Alfano.

Popolo italiano!

Corri alle urne, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!"

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5 Giugno 2009 · Patrizio Oliva


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2 risposte a “La dichiarazione di guerra ai giornali – Il ministro degli affari esteri ha già notificato la querela all’amministratore delegato di El Pais”

  1. Frabeppi ha detto:

    Personalmente non vedo niente di male se una persona ha tutti i requisiti per poter fare quello che ognuno di noi vorrebbe essendo cosapevole di quello che potrebbe andare in contro in questi momenti cosi carichi di odio e invidia di quelli che possono permetersi di fare. Attenzione perchè la gente in generale è di una cattiveria paurosa. Porgo gli auguri al muratore di un buon prosseguimento. Cordiali saluti da un suo conoscente. Frabeppi

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