Siete indebitati e le società di recupero crediti vi perseguitano? Ecco come comportarsi
Quando la finanziaria non riesce a recuperare le rate del prestito
Ci riferiremo, tanto per fissare le idee, a debiti derivanti da acquisti effettuati avvalendosi di contratti di finanziamento per il così detto credito al consumo.
La finanziaria, che non riesce a recuperare le somme erogate, non agisce direttamente contro il debitore. In genere non è organizzata, nè ha le competenze, per l’attività di esazione.
Attraverso operazioni di factoring il credito viene allora ceduto alle società di recupero crediti.
Chiameremo il nostro ipotetico debitore protagonista Pippo.
Pippo ha comprato una cucina comprensiva di macchina del gas, frigorifero e congelatore. Con ripiani in marmo. Bene. Il tutto gli è costato 10 mila euro, ma a rate, usufruendo di un finanziamento concesso per credito al consumo. Non solo. Il pagamento inizia dopo 6 mesi a tasso zero (ma questo neanche gli interessa) e quel che più importante non ha sborsato neanche un euro di anticipo.
Pippo non paga le rate alla scadenza. Neanche la prima. Dopo un annetto la finanziaria (visto che le prescritte comunicazioni con raccomandata A/R, condite con minacce di azioni legali, pignoramenti, sequestri ecc. sono anche tornate indietro per compiuta giacenza, mai ritirate) decide di vendere il credito vantato nei confronti di Pippo (ovvero il debito di Pippo).
L'iscrizione del debitore nella banca dati dei cattivi pagatori e la cessione del credito
Chiediamoci cosa farà la finanziaria creditrice: certamente iscrive Pippo ad una banca dati dei cattivi pagatori, e da quel momento, sia chiaro, Pippo non potrà più accedere ad ulteriori finanziamenti.
Subito dopo vende il credito. Lo vende ad una società, che indicheremo come società A, la quale ipotizzeremo – come quasi sempre accade nella realtà – svolge la propria attività in tre stanze relegate in una periferia cittadina. Non c’è uno studio legale associato. Non esistono strutture investigative o quanto meno impiegati esperti nelle ricerche anagrafiche e/o agenti esattoriali qualificati. La forza lavoro è costituita da impiegate con partita IVA che, dovendo scegliere fra un impiego a percentuale sugli importi recuperati o una occupazione, sempre a percentuale, in una hot line telefonica, propendono per la prima (chissà perchè poi…).
Inutile dire che la società A non è così stupida da comprare il credito vantato dalla finanziaria nei confronti di Pippo (il debito di Pippo) a 10.000 euro. Diciamo che lo acquisterà, visto che è in sofferenza da solo poco più di un anno, a 1000 euro (e sto largheggiando, badate bene).
Il recupero crediti "a strascico"
Vediamo cosa fa la società A: in gergo si dice che getta le reti o l’amo, cioè, invia comunicazioni di messa in mora diluite però da inviti amichevoli al debitore per una regolazione stragiudiziale del contenzioso. Con promessa di stralcio (sconto sul capitale iniziale dovuto) e di un piano di ammortamento (pagamento a rate) piuttosto vantaggioso.
Molti “abboccano”. Si tratta di persone che si sono trovate in situazione di temporanea difficoltà economica, ora superata (e pertanto non abituate a vivere con il fiato sul collo delle società di recupero crediti). O che, magari, hanno bisogno di ottenere un mutuo per l'acquisto di una casa o il finanziamento per l'acquisto di un’automobile, per ragioni di lavoro. E si son visti rifiutare l’accesso al credito perchè, probabilmente, avevano comprato a rate tempo fa, e non pagato (per dimenticanza …) un televisore del valore di 700 euro.
Ecco, costoro saranno ben lieti di contattare il call center della società di recupero crediti. Risponderà, nel 90% dei casi, una signora con i bigodini fra i capelli, dall'aria stanca ed assonnata, che terrà la cornetta del telefono stretta fra spalla e capo, con una mano prenderà appunti sui riferimenti della pratica e con l’altra continuerà a spennellarsi lo smalto sulle unghie dei piedi. Non sorridete. Nemmeno immaginate quanto si sia vicini alla realtà.
E Pippo? Pippo che non ha alcuna esigenza, per adesso, di contrarre un altro debito (la cucina va ancora bene e la camera da letto regge ancora le sue “galoppate notturne” con Pippa .. oops …no con Clarabella) prende la comunicazione amichevole pervenuta e, sempre amichevolmente la nella spazzatura, non dopo averla ridotta in mille pezzettini, giusto per prevenire eventuali furti di identità (anche se in teoria non potendo accedere ai finanziamenti i ladri di identità a Pippo potrebbero fargli solo, consentitemi il gioco di parole, una Pippa).
Col passare del tempo i crediti si svalutano e perdono valore
Passa qualche anno, diciamo due, e i crediti cominciano a diventare anziani e perdono valore, si svalutano, diminuiscono sempre più le possibilità che il debitori possano addivenire ad un accordo di stralcio. Si potrebbero fare investigazioni, visure catastali, e semmai procedere in via giudiziale. Ma ne vale la pena? Le investigazioni costano. Non esistono risorse investigative interne e poi la società A, non avendo una struttura legale, dovrebbe rivolgersi ad uno studio d’avvocato per procedere con decreto ingiuntivo.
Nella fattispecie del nostro protagonista, bisognerebbe arrischiare circa 3000 euro di ulteriori spese, dopo il costo di acquisizione della pratica (1000 euro) per cercare di incamerarne (forse) 10 mila più interessi fra una decina d’anni. E’ da pazzi. Meglio rivendere!.
Ed ecco che il debito di Pippo passa dalla società A in capo alla società B. Al prezzo, nientepopodimenoche, di 200 euro (valutazione sempre ottimistica).
A questo punto il lettore si starà chiedendo perché la società B compra un credito, in sofferenza da tre anni. Anche se il costo è esiguo (250 euro a fronte di 10 mila euro di capitale più eventuali interessi) si tratta quasi sicuramente di 250 euro di perdita.
Un solo debitore che paga ammortizza i costi delle pratiche di cento debitori insolventi
Proverò a spiegarlo. I contratti di factoring, vale a dire cioè quelli che regolano il passaggio del crediti in sofferenza (non onorati dai debitori) da una società di recupero all'altra, si fanno su pacchetti di pratiche, non sulla singola pratica. La società di recupero crediti acquirente gioca sulla probabilità statistica che contattando quei debitori, alcuni di essi si trovino nella condizioni già viste in precedenza. E cioè che abbiano superato oggettive difficoltà di momentanea crisi finanziaria e siano disposti, ora, a pagare. Oppure che abbiano maturato l’esigenza di dover accedere a crediti più consistenti di quelli non onorati (un mutuo per la casa o un finanziamento cospicuo) ed abbiano pertanto tutto l’interesse ad estinguere il vecchio debito.
E bastano pochi debitori che rientrano, anche solo parzialmente, delle somme per cui sono esposti per consentire il pareggio delle spese sostenute con l'acquisto pacchetto di crediti in sofferenza.. Dopodichè ogni piano di rientro concordato rappresenta un guadagno netto…
D’altra parte coloro che saldano il debito potranno ottenere dalla società B la liberatoria, ovvero un documento da presentare alla banca dati dei cattivi pagatori per chiedere la cancellazione del proprio nominativo. E quindi poter aspirare ad ottenere nuovi finanziamenti.
Cosa fa adesso Pippo? Pippo non ha alcuna necessità, per fortuna, di accedere a nuovi finanziamenti. La registrazione nei SIC non lo disturba più di tanto. Per lui vale, nè più nè meno, come una iscrizione al circolo della caccia.
Ma Pippo decide di contattare la società B. Per quale motivo?
Quando si è fortunati non bisogna sfidare troppo la sorte. La fortuna prima o poi potrebbe abbandonarti. Questa è l’idea di Pippo.
In effetti Pippo ha esaminato tutti gli scenari possibili prima di decidere di contattare la società B. Ha fatto, come si suol dire, i conti per l’andata, ma anche per il ritorno.
La società B potrebbe rivendere un pacchetto contenente la pratica di Pippo alla società C. La società C potrebbe essere una di quelle che non concedono riduzioni del capitale a debito. Al massimo rinunciano agli interessi maturati, qualora siano comprovate oggettive difficoltà nel pagamento. Nulla di più. E quindi non svendono le liberatorie. Potrebbe accadere ...
Pippo non vuole vedersi preclusa la possibilità di ottenere una liberatoria a fronte di uno stralcio e la possibilità di accedere, in futuro, ad ulteriori finanziamenti.
Recupero crediti - L'accordo a saldo stralcio
Pippo allora contatta il call center della società B. Stavolta risponde la moglie del titolare. Con una mano regge il cordless, con l’altra rigira il ragù che sta preparando per il marito. Immaginatela come la donnona della pubblicità Vigorsol ….
Pippo è pronto a blandire la preda: “Buon giorno signora, sono Pippo e chiamo per la pratica ics. Ho perso da poco il lavoro e la mia consorte è ricoverata in ospedale per una grave malattia. Mio suocero, che è un carabiniere in pensione ha aperto accidentalmente la vostra comunicazione diretta a me. E ci è rimasto male. Lui non ha mai avuto debiti Così si è offerto di aiutarmi a saldare il dovuto. Ma non può prestarmi più di 500 euro subito. Lo so che è una proposta oscena, ma io, pur essendo disponibile a mettermi in regola, non posso di più. Se serve vi invio la lettera di licenziamento del mio datore di lavoro e la cartella clinica di mia moglie. Potrei anticipare i 500 euro e completare il piano di rientro attraverso 12 rate mensili di 50 euro ciascuna. Soldi che mi fornirebbe sempre mio suocero, prelevandoli dalla sua misera pensione….”
La signora comincia a farsi i conti. La proposta non è cattiva. Entrerebbero 1100 euro a fronte di un investimento di 250. Giusto per non dare l’impressione all'interlocutore che, volendo, avrebbe potuto offrire anche di meno, la donna risponde. “Signor Pippo, mi dia il numero di telefono. Vedrò cosa si può fare. Dobbiamo chiedere l’autorizzazione alla nostra consociata a Boston. E non è cosa semplice. Ma la sua storia mi ha commosso e cercherò di ottenere il placet direttamente dall'amministratore delegato. Le farò sapere qualcosa …”
Essì, le sparano grosse anche loro, fra uno schizzo di sugo e l’altro: la consociata di Boston e l’amministratore delegato….
E Pippo: “Grazie signora, le sarei veramente molto grato. Sa, la vita non è stata generosa con me. Ed io non vorrei morire povero e impegolato di debiti. Comunque, nel caso, si ricordi di includere nella eventuale promessa di stralcio e piano di rientro rateale la clausola sull'obbligo di concedermi la liberatoria a fine pagamento. Così posso cancellare l’onta di essere iscritto negli elenchi dei cattivi pagatori… “
E la cuoca di rimando ” Ma senz’altro. Noi rilasciamo sempre la liberatoria ai nostri .. ehm … clienti”.
E’ fatta. Con 1100 euro, 500 subito 600 a rate mensili per un anno, Pippo ottiene risultati importanti:
- cancella un debito di 10 mila euro contratto quattro anni prima e gravato da interessi legali e moratori considerevoli;
- elimina il rischio che al prossimo passaggio si trovi a dover affrontare un contenzioso pericolosissimo con una società di recupero credit che adotta una politica non orientata ad accordi al ribasso;
- ottiene la liberatoria con cui cancellare il proprio nominativo dagli elenchi stilati dai SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie);
potrà adesso concedersi una nuova automobile, acquistata con un finanziamento senza anticipo, senza interessi, prima rata fra diciotto mesi ...
Ma attenzione a non confondere debiti ordinari con debiti esattoriali
Il debito di Pippo non riguardava cartelle esattoriali e dunque crediti di origine erariale (e/o amministrativa) vantati dallo Stato (o da enti locali). Pippo non aveva a che fare con Equitalia (o una delle sue partecipate) per importi iscritti a ruolo.
Pippo è stato in qualche modo baciato dalla fortuna. Il debito originario contratto con la finanziaria è stato ceduto prima alla società A e poi da questa girato alla società B, entrambe disponibili ad un accordo pur di recuperare qualcosa.
Pippo ha avuto il buon senso di capire quando interrompere il gioco. Non ha bluffato oltre misura. Il suo approccio con la società B è stato remissivo ed intelligente. Non si è posto con arroganza. Non ha minimamente fatto trasparire un messaggio del tipo “Non potete o non vi conviene procedere in via giudiziale. E dunque prendere o lasciare ...”. Cosa che potrebbe indurre una società di recupero (anche di serie B) a rimetterci finanziariamente, pur di dare una lezione di vita al debitore.
Certo, Pippo è riuscito a non pagare i debiti (ne ha pagato solo una minima parte) e, forse, continuerà pure a vivere serenamente. Ma come per ogni aspetto della vita occorrono buon senso, umiltà, intelligenza ed anche tanta, tanta, tanta fortuna …..
Non basta solo la lettura di un libro. Questo è poco, ma sicuro.
Per sgombrare poi il campo da possibili equivoci ed evitare danni al lettore poco attento diciamo subito che le tematiche debitorie, qui affrontate, non sono quelle derivanti dagli importi iscritti a ruolo e notificati tramite cartelle esattoriali.
La cartella esattoriale, come è noto, trae origine da crediti erariali (quelli contratti con il fisco per mancato pagamento di imposte, imposte evase o maggiori imposte calcolate in seguito ad accertamenti) o da infrazioni amministrative (multe).
In questi casi consigliamo di valutare, con la dovuta attenzione, l’eventuale decisione di non pagare quanto dovuto.
La gestione del recupero degli importi iscritti a ruolo e notificati al debitore tramite cartella esattoriale è affidata a Equitallia. Equitalia è una società di proprietà dell'INPS per ill 49% e dell'Agenzia delle ENTRATE per il 51%. Non si tratta dunque, come affermano alcune leggende metropolitane, di una società privata. Certo agisce come società privata per la riscossione degli importi iscritti a ruolo, ma è in realtà controllata dallo STATO. Equitalia è presente sul territorio nazionale, tranne la Sicilia, con 31 società partecipate, che svolgono il ruolo di agenti della riscossione per Stato ed enti locali.
In caso di mancato pagamento della cartella esattoriale nel termine di 60 giorni, sulle somme iscritte a ruolo sono dovuti gli interessi di mora a decorrere dalla data di notifica della cartella, nonché il compenso a favore del concessionario (Equitalia o società partecipate). Trascorso tale termine, il concessionario senza necessità di ulteriori avvisi (salvo quanto previsto dalla normativa della riscossione coattiva dei tributi iscritti a ruolo) potrà avviare le azioni e le procedure per la riscossione coattiva, dell'importo indicato nella cartella esattoriale, su tutti i beni del debitore e dei suoi coobbligati.
È bene evidenziare che il procedimento di riscossione coattiva è caratterizzato da presunzioni, restrizioni e preclusioni a carico del debitore e dei terzi che sono giustificate dal fondamentale interesse pubblico alla tempestiva riscossione dei crediti tributari iscritti a ruolo con cartella esattoriale.
In altre parole, il supremo interesse dello Stato nel recupero dei crediti vantati, ha portato alla definizione di procedure per la riscossione degli importi iscritti a ruolo con regole che sono tutte a favore di una sola delle due parti: l’erario. Poche, o nulle, le possibilità di spuntarla per il povero contribuente a meno che questi non possa permettersi, come Valentino Rossi, tributaristi di fama del calibro di Vincenzo Visco o Victor Uckmar.
Va fatta una ulteriore distinzione. Il credito “in sofferenza” può essere acquistato da società con politiche di recupero non orientate ad accordi a "saldo stralcio" (pochissime) oppure può finire nel giro di una galassia di piccole e medie strutture, a dimensione familiare o parafamiliare, che negli ultimi anni si sono dedicate, il più delle volte improvvisando, alla lucrosa attività del recupero crediti. In pratica quelle che abbiamo indicato nell’esempio come società A e società B.
Solo in un caso non sarete costretti ad onorare il vostro debito. Qualora, cioè, non risultiate proprietario di beni mobili ed immobili e la vostra attività lavorativa venga retribuita in nero. In caso contrario vi ritrovereste, in men che non si dica, con una ipoteca sull’abitazione, con il sequestro dell'automobile o con lo stipendio, pensione, o compenso professionale pignorato.
Buongiorno ho un debito contratto con Findomestic di circa 14000 euro rate pagate circa 14 contratto nel 2022 ora mi chiama una società non dicendomi ne nome ne cognome che ho un debito e che può essere stralciato con delle cambiali altrimenti andrò in tribunale. Il quinto non me l’hanno toccato e nn voglio nemmeno accada questa ipotesi cosa devo fare? Se in questo periodo pur percependo un reddito da lavoro dipendente sto pagando delle spese legali importanti e proprio in questo periodo non riesco a far fronte a questo impegno la finanziaria può toccarmi lo stipendio? O bloccarmi il conto o mandarmi a processo o obbligarmi a pagare cambiali che in questo periodo proprio non posso? Ho letto degli articoli sul credito a stralcio? Lei pensa che possano aver contattato la mia ditta a cui nn voglio dare spiegazioni in merito? Grazie anticipatamente
La finanziaria creditrice può sicuramente pignorare lo stipendio, ottenendo una trattenute del 20% accreditato, al netto degli oneri fiscali, contributivi ed assicurativi: è assolutamente irrilevante che il debitore sia attualmente impegnato nel pagamento di spese legali importanti.
Se il debitore inadempiente ha intenzione di pagare e riesce a farlo, l’obbligazione da cambiale non è discriminante: bisogna solo sapere che una cambiale non onorata, andata in protesto, consente al creditore di non dover nemmeno attendere la concessione del decreto ingiuntivo chiesto al giudice, nonché i 40 giorni successivi per l’eventuale opposizione del debitore. Il creditore può procedere al pignoramento dei beni del debitore direttamente con la cambiale protestata, che costituisce titolo esecutivo come un decreto ingiuntivo.
Sono fideiussore di un debito acceso con una banca a seguito di una concessione di finanziamento al mio ormai ex marito di 35 mila euro, contratto da 10 anni o quasi. Il credito e’ staro passato a diverse società e ora mi hanno contattata come garante per la riscossione con allegato modulo per richiesta di contrattazione. E proposta di stralcio.
Dicono che mi avevano mandato una lettera nel 2014. Non ricevuta. Non mi hanno ancora dato alcuna informazione e io non credo che il mio debito dopo tutti questi anni sia stato venduto a tale prezzo. Come mi devo comportare? Io non lavoro ho una bimba disabile e il mio ex pieno di debiti da pagare non ha nulla da parte. A fatica mi da l’assegno per la figlia.
Io ho fatto finta di nulla e ho chiesto di inviarmi tutta la documentazione. Ma di preciso non mi hanno girato nulla se non che devo 35 mila euro. E i moduli. Devo farli contattare da un avvocato , illustrare la mia pessima situazione E proporli uno stralcio o ignorarli? Io 35 mila euro non li ho e non glieli posso dare.
Stante la situazione da lei esposta, non riterrei utile, al momento, approfondire se il credito sia, o meno, prescritto. Mi pare anche inutile iniziare una trattativa a saldo stralcio se, come suppongo, lei non ha la possibilità di assolvere al pagamento, anche parziale, della somma pretesa.
Non resta, quindi, per ora, che ignorare la questione: poi se un domani la sua situazione economico patrimoniale dovesse evolvere al meglio, come le auguro, si vedrà come procedere.
Volevo sapere se qualcuno conosce la società XXXXXXXXXXXXX c’è da fidarsi…grazie
Senza entrare nel merito dei servizi svolti dalla specifica azienda da lei citata (che abbiamo oscurato per evitare problemi legali – già in passato ci sono state minacce di citazione in tribunale per risarcimento danni da diffamazione) le suggerisco di lasciar perdere le agenzie che dichiarano di svolgere attività di intermediazione presso i creditori del debitore e di leggere gli articoli collezionati in questa sezione e, se ha tempo, in quest’altra (cliccare sull’ancora in neretto).
Salve, sono un ottimo cliente Compass ma negli ultimi mesi non lavoro non ho potuto pagare una rata di 90 euro, volevo chiedere se è normale che chiamano 2-3volte al giorno anche con minaccie e frasi del tipo non faccia il bambino e mi dia i suoi dati prima che le mando le autorità competenti a controllare se veramente non può pagare una rata così bassa.
Nelle migliori famiglie possono esistere elementi che si comportano in modo censurabile: pazienza per la mancanza di rispetto, per il resto si tratta di minacce risibili. Intimi al molestatore di non contattarla più, altrimenti presenterà un esposto all’Autorità giudiziaria ed alla Compass. Se lei si mostra intimidito a questa tipologia di addetti al recupero crediti, per lei è finita in quanto a tutela della privacy.
quindi mi conviene contattare questo avvocato incaricato dalla sorec e sentire come si puo mediare, giusto? comunque grazie per la vostra assistenza
Noi possiamo solo preoccuparci che il debitore sia consapevole dei reali rischi che corre e non si illuda di essere inattaccabile se non lo è. Le decisioni da prendere, restano, com’è giusto, in capo al debitore. Il quale potrebbe pure decidere di vedere le carte, ovvero attendere le mosse del creditore: se il creditore pignora lo stipendio, il debitore ottiene comunque una rata sostenibile pari al 20% della busta paga. Il prezzo da pagare sarebbe un aggravio delle spese giudiziali che si risolverebbe in qualche mese aggiuntivo nella durata del pignoramento.
Poi, molto dipende da una eventuale offerta di saldo stralcio avanzata dal creditore e dalla possibilità di adempiere da parte del debitore. La scelta non è semplice e le variabili in gioco sono tante per poter indicare la strada migliore in assoluto (che, spesso, nemmeno esiste): pagare o andare a fondo e capire se il pignoramento è solo un bluff, o, ancora, accettare il pignoramento per rimborsare il debito? A lei, purtroppo, l’ardua sentenza …
guardi lo stipendio ha gia la trattenuta per un quinto dello stipendio, la casa e’ di mia sorella in comodato d’uso non ho automobili, nel conto corrente c’e’ giusto il versamento dello stipendio mensile come detto gia’ soggetto alla cessione del quinto.
Guardi che la trattenuta per cessione del quinto non è ostativa ad un pignoramento dello stipendio nella misura del 20% della busta paga, valorizzata al netto di imposte e contributi, ma al lordo della rata finalizzata a servire il prestito dietro cessione del quinto. Ne tenga conto per le sue valutazioni.
ho sbagliato la cifra si parla di 7.000 euro
Ok, abbiamo corretto.
buongiorno ho ricevuto una lettera da un avvocato, non raccomandata, per oggetto preavviso di deposito ricorso , dove mi si dice che dopo solleciti , in verita’ non avuti, si richiedera’ un decreto ingiuntivo per un debito presunto di 7 mila euro circa. Parla di pignoramento etc.. io non ho mai avuto solleciti da questa sorec srl , come devo comportarmi? grazie
Bisogna innanzitutto verificare se il credito è prescritto, cioè se sono passati più di dieci anni dalla data in cui le rate insolute avrebbero dovuto essere pagate. In questa ipotesi è necessario richiedere copia della ricevuta di raccomandata degli eventuali avvisi e solleciti che la società creditrice asserisce di aver inviato. Se il creditore non provvede, conviene, con l’aiuto di un avvocato, opporsi al decreto ingiuntivo, se e quando verrà notificato, per eccepire l’intervenuta prescrizione della somma pretesa a rimborso.
Se, invece, il diritto a riscuotere il credito non è ancora prescritto, come comportarsi dipende dai beni che eventualmente lei possiede e che possono essere aggrediti tramite pignoramento (stipendio, pensione, conto corrente, immobili) sui quali, purtroppo, lei tace.
salve,
ho un vecchio debito che inizialmente era con compass e che dopo é passato a banca ifis.. inizialmente feci un accordo con ifis che ho onorato per circa 2 anni ma che poi per problematiche varie non ho pototo piú pagare.. ora che si sono un po aggiustate le cose ho contattato ifis chiedendo se fosse possibile trovare un nuovo accordo ma la loro risposta é stata:
“Il suo accordo precedente é stato cancellato e ora l’unica opzione é saldare l’intero importo.”
Non disponendo di questa cifra che tra l’altro ritengo sia alla stregua dell’usura, in quanto stiamo parlando di un prestito di 17000€ pagato con regolarità per i primi 2 anni e circa per altri 2 con ifis, ora la cifra per saldare il tutto é di circa 19000€.
É possibile agire in qualche modo e forzare un nuovo accordo per evitare futuri pignoramenti su immobile o pensione?
No, non è possibile specie con IFIS banca che una volta disatteso l’accordo di rientro rateale, procede con pignoramento della pensione.
Se vuole, può tentare di presentare al giudice un piano di rientro del consumatore con la legge 3/2012.
Questo link consente di accedere al registro gestito dal Ministero della Giustizia dove è possibile reperire l’elenco degli organismi abilitati alla composizione della crisi da sovraindebitamento, nonché tutti i dati di contatto, per ottenere adeguata assistenza nella presentazione di un piano del consumatore presso il Tribunale territorialmente competente.
Buongiorno
Mi si è presentato un tizio alla porta dicendo di essere un intermediario di banca ifis e di dover riscuotere circa 4 mila euro per un debito verso barclays che avevano preso loro.
Ha offerto una rateazione dell’importo ma alla mia richiesta di avere un estratto conto ha detto che non era possibile….. io senza vedere un estratto non intendo trattare…. cosa devo fare?? Non ho ancora avuto ingiunzioni scritte se non una lettera in cui barclays diceva di aver ceduto il credito a ifis (Sono disoccupato)
Grazie
Se è disoccupato e non ha beni mobili o immobili che possano essere pignorati da Banca IFIS non accetti altre visite domiciliari: altrimenti invii con raccomandata AR una comunicazione scritta al creditore cessionario chiedendo di conoscere come, dal credito residuo dovuto a Barclays si sia giunti a pretendere quattromila euro.
Ieri mi telefonano da banca ifis di firenze dicendomi di aver acquistato un credito nei miei confronti di 10 mila euro risalente al 2001; io in questi anni non ho mai ricevuto nessuna comunicazione anche se loro affermano di averle mandate. Ora mi chiedono di inviare e mail e chiedere tutta la documentazione in loro possesso. Non so se scriverli possa compromettere la mia posizione. Come faccio a vedere se ci sono stati degli avvisi di messa in mora in quest’anni? Perchè se no il debito sarebbe bello che prescritto
Fino a quando lei non riceverà una raccomandata AR di pretesa dei 10 mila euro, non deve fare nulla. Mai dire (nemmeno al telefono) o scrivere che il debito c’è, ma è prescritto. Quando e se, un domani, le inviassero una richiesta scritta con raccomandata AR, lei continuerà a negare di aver contratto il debito e chiederà ulteriore documentazione: l’attestato di cessione dell’originario contratto di prestito, l’estratto cronologico par verificare i tassi di interesse applicati nel tempo e copia degli attestati di invio delle comunicazioni interruttive dei termini di prescrizione (in pratica, copia delle ricevute di ritorno delle lettere a lei destinate in cui esigono i soldi). Inviare una e-mail spontanea, in assenza di una richiesta esplicitamente formalizzata dal creditore, per ottenere la documentazione, potrebbe essere controproducente. Al massimo riferisca via telefono, agli addetti di IFIS Banca, il suo indirizzo e-mail,, così se vogliono potranno mandare copia degli attestati che, a loro dire, hanno interrotto i termini di prescrizione.
Salve Simonetta,
ti ringrazio molto per la tua cortese risposta, ma come posso mai dimostrare che ho provveduto alla spedizione del videofonino tramite corriere? Io non ho usufruito ne dell’offerta della 3 tantomeno del videofonino visto che ho rispedito tutto al mittente! La società di recupero crediti non gliene frega niente della documentazione che ho a disposizione, loro dicono che visto che sono stati incaricati dalla H3G per un credito, questo esiste e deve essere saldato, altrimenti provvederanno per vie legali (questo in forma intimidatoria al fine di farmi pagare quanto prima!). Io non sono intenzionato di pagare inutilmente per un servizio o telefono che non ho mai usufruito, ho disdetto subito poichè nel 2006 la tre era davvero scadente e mi sono prodigato subito nella rescissione.
Pertanto per concludere l’unica via è quella di rivolgermi ad un autorità giudiziaria(nello specifico a chi?)?
Non credo che con la società di recupero crediti si possa trovare un intesa, visto che i toni delle telefonate sono un poco degenerate a seguito di alcune minacce e cattive mie risposte!
Grazie di tutto
Luca
Proprio perché lei non è in grado di dimostrare l’avvenuta consegna del videofonino, ho scritto: Qualora, invece, la pretesa dovesse essere inequivocabilmente correlata alla mancata riconsegna del dispositivo mobile dopo l’avvenuta rescissione contrattuale, e solo in questo caso, può cercare un accordo con la società di recupero crediti, tenendo sempre bene e mente che la sua pratica è stata acquistata per non più di una decina di euro (volendo esagerare)..
La pretesa della società di recupero deve essere motivata. Nulla è dovuto per la penale di estinzione anticipata, essendo stato il recesso effettuato nei termini. Invece, potrebbe essere dovuto un risarcimento per la mancata consegna del dispositivo (legga il contratto, allo scopo).
Lei scrive sono stati incaricati dalla H3G per un credito, questo esiste e deve essere saldato, altrimenti provvederanno per vie legali . Beh, io al suo posto risponderei tranquillamente “Procedete pure … “. Le società di recupero crediti ingrassano proprio perché puntano, statisticamente, sulla possibilità di entrare in contatto con persone che prendono maledettamente sul serio le minacce di adire vie legali. Ora, mi risponda lei. A fronte di dieci euro al max spesi per la pratica, ne spenderebbe altri duecento (fra avvocato, contributo unificato e spese di notifica) per rischiare di non beccare un cent, dal momento che il debitore potrebbe essere nullatenente o lavorare in nero? E, volendo andare sul sicuro, lei butterebbe via altri cento euro per un’indagine investigativa preliminare finalizzata a sapere se il debitore può essere pignorato con successo?
Ecco, questi sono i problemi che dovrebbero far comprendere come, a fronte di un costo sostenuto di dieci euro (al max) ed un incasso sperato di 480 euro, dietro la minaccia altrimenti provvederanno per vie legali c’è praticamente il nulla. Delle pratiche come la sua ne hanno migliaia. Ci provano e molti che prima di pagare non si documentano, li trovano di sicuro. Ammortizzando anche i dieci euro (al max) spesi per ciascuna delle tante pratiche che non chiuderanno.
Lei chiede: l’unica via è quella di rivolgermi ad un autorità giudiziaria (nello specifico a chi?. All’Autorità giudiziaria ci si rivolge per denunciare lo stalking telefonico di chi pretende un pagamento che il debitore ritiene non dovuto. Per quanto proprio i suoi interlocutori le hanno riferito, il creditore che esige il pagamento di un credito, a fronte del rifiuto opposto dal debitore, ha una sola soluzione, quella di rivolgersi al giudice, se lo crede opportuno. Ma, non può tormentare il debitore con contatti telefonici o di qualsiasi altro tipo. Punto.
Salve a tutti,
avrei bisogno di un consiglio sulla situazione che sto vivendo attualmente, ovvero:
nel lontano 06/04/2006 ho stipulato un contratto con la H3G per un videofonino, il contratto prevedeva la risoluzione del contratto entro 10 gg previa penale. Il 13 aprile 2006 provvedo a mandare una raccomandata per rescindere il contratto e successivamente una seconda a compleatamento della prima raccomandata il 26 Aprile 2006, chiedendo dove riconsegnare il videofonino e con quale procedura. Non ho mai ricevuto risposta, nel frattempo la scheda sim è stata disattivata, ho provato a contattare sia via mail che per telefono il centro assistenza della 3 per chiedere come far recapitare il telefono, successivamente finalmente si degnano di rispondere alla mail, e mi dicono come spedire il videofonino. Spedisco tutto tramite corriere DHL secondo le loro indicazioni. Ora a distanza di quasi otto anni una società di recupero crediti incaricata da H3G, mi chiede di pagare 480 euro per la disattivazione anticipata del contratto, quando in realtà avevo disdetto nei termini previsti da contratto. Mi stanno chiamando quasi ogni giorno per indurmi a pagare; io ho ancora conservato sia il contratto che le ricevute della posta per le due raccomandate e la copia della raccomandata inviata. L’unica cosa che non trovo è il documento di spedizione tramite corriere DHL, e quindi non so come dimostrare l’avvenuta spedizione.
Ma siccome pensavo di aver effettuato tutto correttamente non mi sono preoccupato di conservare tutti i documenti a distanza di oltre sette anni. Ora non so come comportarmi e mi da veramente fastidio dover regalare 500 euro per un servizio che non ho mai usufruito. Per ora non ho provveduto al pagamento e non so se sia il caso di mettere un avvocato e quanto ne valga la pena.
Spero in un vostro consiglio e vi ringrazio per l’interessamento.
Grazie
Luca A.
Lei ha seguito le procedure previste per il recesso più che diligentemente. Cosa è accaduto allora? In uno scenario molto probabile, disegnato sulla base di esperienze simili, qualche impiegato distratto non ha “fleggato” la casellina necessaria a portare il suo contratto nello status di “rescisso”. Oppure, l’addetto avrà registrato solo la data della seconda raccomandata ed il contratto è stato automaticamente classificato come “disattivato anticipatamente”. Passato del tempo, i crediti relativi agli importi, dovuti e non pervenuti, relativi alle disattivazioni anticipate, sono stati venduti in blocco, per pochi euro ciascuno, a società di recupero crediti che vivono di questo. E’ iniziata, così, la pesca a strascico.
Cosa fare? Se ne ha voglia, può spedire alla società che l’ha contattata copia del contratto e copia della prima ricevuta di spedizione, diffidandola a non inoltrarle ulteriori richieste di denaro. Più praticamente, può mandare al diavolo i suoi interlocutori, e, se proprio insistono, presentare un esposto all’autorità giudiziaria. Una soluzione che funziona molto bene.
Qualora, invece, la pretesa dovesse essere inequivocabilmente correlata alla mancata riconsegna del dispositivo mobile dopo l’avvenuta rescissione contrattuale, e solo in questo caso, può cercare un accordo con la società di recupero crediti, tenendo sempre bene e mente che la sua pratica è stata acquistata per non più di una decina di euro (volendo esagerare).
Salve a tutti,
ho bisogno di un consiglio, vi spiego la mia situazione:
nel 2010 ho comprato dei mobili a rate, un finanziamento di 5 anni con Fiditalia, purtroppo ho avuto problemi economici e da un anno che non pago più le rate.
Ma proprio mentre mi stavo rimettendo in piedi e avrei potuto iniziare a pagare gli arretrati e le future rate da 55 euro, questa mattina è venuto a casa un funzionario di un agenzia di recupero crediti, mi ha detto che Fiditalia ha interrotto il finanziamento per decorrenza dei termini, e quindi devo pagare l’intero importo restante che è di circa 2.250 euro, mi ha detto che possiamo anche valutare un saldo a stralci.
Ho chiamato Fiditalia per informazioni sulla cessione del credito a questa agenzia, ho chiesto se il credito era passato con formula pro solvente o pro soluto, ma Fiditalia mi ha risposto che i creditori sono ancora loro, l’agenzia di recupero credito che mi ha contattato fanno solo da intermediari…e che il credito è ancora di Fiditalia.
Quello che volevo chiedervi è questo:
considerando che a questo punto sono già stato segnalato in crif, considerando che ho un contratto a progetto e guadagno 1000 euro al mese, che vivo in affitto, che la mia compagna non lavora da più di un anno, che non possiedo nulla di mobile e immobile, e che la situazione economica dell’ultimo anno mi ha ortato a lasciare indietro tanti altri insoluti (bollette, ecc).
Vi chiedevo, secondo voi che offerta potrei fare per chiudere il debito con un saldo a stralcio, il funzionario del recupero crediti mi ha detto che secondo lui con 1.500 euro fiditalia potrebbe chiudere, ma per me sono troppi.
Chiedevo qualche consiglio a voi su come comportarmi, ribadisco che il debito è di 2250 euro.
Vi ringrazio di cuore per l’interessamento.
Aspetto una vostra risposta
gaetano
Considerata la situazione, le conviene valutare la possibilità di attendere che il creditore proceda, se lo riterrà conveniente, al pignoramento dello stipendio, nella misura del 20% netto. Il rischio per il creditore è altissimo (il 20% su pochi stipendi, se va bene, potrebbe non coprire nemmeno le spese legali).
In alternativa può proporre un saldo stralcio alle sue condizioni, però. Non certo con l’importo proposto dal funzionario esattore che le ha fatto visita, che è esorbitante nel contesto economico patrimoniale da lei descritto.
Insomma, le condizioni può dettarle lei, se proprio intende chiudere la partita. Si tratta di uno dei pochi privilegi di cui può godere un nullatenente.
Simone, la ringrazio per la risposta è stato molto gentile.
Ma possono pignorare anche uno stipendio da un contratto a collaborazione?
Considerando che l’importo totale finanziato era 3.000 euro, e io ho pagato solo 800 euro, quindi restano 2200 euro, potrebbero accettare un saldo a stralcio di 900/1000 euro?
La possibilità di pignorare lo stipendio di un lavoratore a progetto l’ho segnalata come teoricamente possibile. Ma, come potrà ben capire, ottenuto il pignoramento il progetto potrebbe essersi concluso e il creditore resterebbe con le classiche pive nel sacco.
Lei provi a proporre 500 euro e veda che effetto sortisce. In casi come il suo quei soldi sono grasso che cola …
tutto vero quello che dici… il saldo e stralcio può essere vantaggioso ed è unq soluzionema una cosa la vorrei dire a chi ha scritto l’articolo…
pippo ha contratto un debito ovvero qualcuno li ha ceduto un bene, effettuato un lavoro o un servizio per lui… non meriterebbe il suo compenso? a te piace lavorare gratis? al di la che pippo sia in buonafede o meno cosa succederebbe se tutti fossero come pippo?
poi che ne sai che la cucina di pippo,l’auto o qualcos’altro si rompa e che pippo abbia di nuovo bisogno di un finanziamento?
spero che ti capitino tantissimi pippo… vediamo se poi sarai cosi ironico
Giustissimo Mauro. Bisogna sempre tener conto di punti di vista diversi. Solo così è possibile affrontare e risolvere le contrapposizioni con equità, buon senso e rispetto reciproco.
Se ti va vieni al trovarci nel nostro forum
Vi sono molte inesattezze nell’articolo sopra.
Si confonde la cessione del credito, con l’affidamento della pratica alle varie società di recupero credito.
La cessione del credito,avviene quando la Banca/Finanziaria, è consapevole di non poter rientrare del credito vantata, è ciò, deve avvenire con comunicazione al debitore a mezzo lettera raccomandata, con tutti i riferimenti del caso.
L’affidamento ad agenzie recupero crediti, può avvenire anche dopo una/due rate non pagate,oggi gli affidamenti sono anche per insoluti di fatture di utenze, in questo caso,queste agenzie di tirapiedi,contattano e tartassano il debitore, con i metodi conosciuti, più o meno leciti.
Certamente, ha ragione. Non abbiamo sufficientemente differenziato le modalità con cui una società di recupero crediti gestisce la pratica (cessione del credito o temporaneo affidamento) focalizzandoci invece sul comportamento da tenere in simili circostanze.
Gentile Blues, ringraziandola per il suo prezioso contributo, ci farebbe comunque tanto piacere leggerla, compatibilmente con i suoi impegni prioritari sul forum ADUSBEF, nel forum di indebitati.it.
Grazie e cordiali saluti
ciao a tutti!
vorrei per favore lumi sulla prescrizione dei debiti
bancari e in articolare quelli derivanti da conto
affidato in dare. io ho una bambina nata con problemi di salute e purtroppo a causa di ciò ed altri eventi
a questo concatenati mi trovai oltre 10 anni anni fa
a non poter rientrare su questo conto affidato anche
perchè ogni sforzo da parte mia nel rientrare veniva
puntualmente vanificato dall’applicazione di interessi anatocistici e spese ultralegali varie,la banca senza preavviso alcuno chiude il conto e mi manda la messa in mora(2000) poi a distanza di un anno (2001) gira il credito ad una soc.di rec.(non unirec), questi non fanno nulla (io purtroppo sono nullatenente a causa di questa situazione,spese mediche varie,impossibilità di lavorare per stare vicino alla bambina,no parenti a cui appoggiarsi ecc..viviamo con l’assistenza sociale)per 8 lunghi anni..oggi mi arriva una nuova messa in mora di altra soc.di rec. (non unirec anch’essa) la quale sostiene di aver acquistato in forma pro-soluto dalla banca creditrice:ma se la mia posizione
era già stata affidata nel 2001 ad una soc.rec.
perchè mi raccontano che l’hanno acquistata dalla banca? può essere che essendo in difetto di documentazione (dopo quasi 9 anni) stiano raccontando
storie per farmi credere il contrario?
questo già un primo dubbio..ma la mia domanda è:
nonostante la regola generale dica che i debiti
si prscrivono dopo 10 anni,siamo sicuri che quando
nessuno si sia mai fatto vivo per reclamarti nulla
per più di 5 anni e oltre sia sufficiente una semplice racc.ta per far ricominciare il giochino
dall’inizio? (contro ogni normativa europea esistente!) ho sentito un amico avvocato il quale
mi riferisce (per aver parlato con altri avvocati
di primo piano esperti del settore) che qualsiasi tipo di debito (tutti!) se non reclamato tramite racc.o azioni legali ecc. per 3 anni (cioè silenzio assoluto)il debito al 4° anno cade in prescrizione e quindi annullato. la prima messa in mora la ricevetti
dalla 1a soc.di rec. nel 2001 poi come detto il nulla
assoluto per ben 9 anni prima dell’attuale nuova messa in mora da parte di altra soc.rec. …potrebbe quindi essere caduto tutto in prescrizione?
un’altra domanda: il debito riveniente da conto affidato è da considerarsi come “finanziamento”?
perche se fosse così sappiamo tutti che mutui
e finanziamenti vanno in prescrizione dopo 5 anni
e non 10.ed essendo la messa in mora ricevuta dalla prima soc. di rec.cred. datata 2001,dovrei ritenere
anche in questo caso tutto caduto in prescrizione…
ma mi rimetto al parere degli esperti e grazie a tutti!!
Champion, inutile insistere sui tempi di prescrizione. I crediti bancari si prescrivono in 10 anni.
Porrei, invece, l’attenzione su una evidente e grave contraddizione da lei colta.
Il credito veniva venduto ad una società di recupero nel 2001 come le risulta da una messa in mora. Adesso un’altra società di recupero crediti la mette in mora affermando di aver acquistato il credito dalla banca.
Hanno perso tutta la documentazione, secondo me.
E questa sarà la sua forza, inseme al fatto (non sempre negativo) di essere nullatenente.
Legga attentamente l’articolo Una guida di sopravvivenza per debitori assediati
Ed invii subito una raccomandata AR alla società di recupero che la contatta dopo nove anni per ribadire l’impossibilità da parte sua di ricostruire la filiera delle cessioni e quindi la legittima titolarità del credito vantato.
Sarà comunque istruttivo leggere tutto quanto presente nella sezione Consigli al debitore.
Servirà a trattare con i creditori con cognizione di causa, preparazione, conoscenza dei suoi diritti e senza alcuna sudditanza psicologica. E, soprattutto, le conoscenze che acquisirà le eviterà di andare incontro ad altre fregature, spesso offerte come soluzioni dalle società di recupero crediti.
Infine, voglio ricordarle quello che scriveva alcuni giorni fa Eugenio Scalfari su Repubblica:
Scalfari parlava di concordato fra aziende e creditori. Ma non c’è alcuna differenza con le famiglie. I concordati si fanno (e si son sempre fatti) anche fra famiglie e creditori.
Alla fine proporrà un concordato del 5% sull’importo nominale del debito. Non una lira di più.
Grazie infinite Coccobill!
Se loro non avessero documenti (o solo parzialmente)
potrei quindi già contestare la legittimità da parte loro di reclamare ciò che mi stanno chiedendo?(€.9,000)Quindi non avrebbero nemmeno strumenti
legali (ammesso di avere beni/redditi da aggredire che non ho)per perseguirmi in giudizio con precetti
e quant’altro? Infatti quella che mi è arrivata è una lettera che cita solo l’importo ma nessun accenno
a data a cui risalirebbe il debito e a come si è formato (sarebbero obbligati a dirmi l’importo di spese e interessi..giusto?)In più sò che potrei chiedere copia della lettera con cui la presunta banca cedente/creditrice ha girato a loro la mia posizione per il recupero…e anche qui nessun accenno naturalmente!Solo per sapere se ciò
sarebbe già un argomento forte di trattativa.
L’importo nominale del debito sarebbe quello che la soc.di rec. attuale (questa ultima che mi ha inviato
nuova messa in mora dopo 9 anni) sta reclamando?
Sono €.9,000 ma il debito reclamato nel 2001 da quell’altra soc.rec.era addirittura ancora espresso in Lire (L.13,000,000) e come accennato frutto
già quello di illegale applicazione (x 8 anni abbondanti) a tutti gli effetti di interessi anatocistici ed ultralegali da parte della banca creditrice/cedente cioè attuali €.6,500 circa…come dire che la mia idea di nominale sarebbe questa e non i 9,000 euro che quest’ultima reclama…a questo punto
mi sembra di capire che se offrissi 1,000 euro e per
di più a rate potrebbero accettarli ugualmente?
(io non ho reddito/no sostanze immobiliari)
Infatti dopo 9 anni e in seconda girata da altra soc.rec.e probabilmente senza doc.ne alcuna (o al massimo parziale) a quanto possono aver acquistato
il credito vantato nei miei confronti? Probabilmente
a non più di 200 euro…L’esempio di “Pippo”qui sopra
sembra proprio calzarmi a pennello…e in più dimenticavo di dirti che fermo purtroppo lo stato di nullatenenza, sono per di più residente all’estero
come dire che se pagassi la cifra sopra citata sarebbero per loro soldi trovati letteralmente per strada…o sbaglio? Un affettuoso ringraziamento
Cocco e tutto il bene possibile!
Senza veder provata la legittimità della titolarità del credito, che facciamo, saldiamo il debito con il primo che bussa alla porta? Con il rischio di veder arrivare domani un altro creditore con la lettera di cessione?
E ci vuole l’estratto conto. Mica gli interessi legali, quelli di mora, le spese di esazione si quantificano così a spanne. Come riportato nella “Guida di sopravvivenza per debitori assediati”.
Il povero debitore deve controllare che gli interessi applicati non siano usurari, o no? Ed in tal caso non è suo dovere informare l’Autorità Giudiziaria per le indagini di rito, ed anche la Prefettura per l’eventuale ritiro della licenza per il recupero dei crediti?
Attenzione però a procurarsi le dovute pezze di appoggio da mostrare al giudice. Le contestazioni vanno fatte con raccomandata AR.
Anche i (presunti) creditori possono essere messi in mora … come è riportato negli articoli della sezione “Consigli al debitore”
Quindi Cocco..ciao anzi tutto!
Tu mi stai dicendo che la prima mossa da fare
ancor prima di iniziare una qualsiasi trattativa
sarebbe quella di chiedere comprova della doc.ne
che mi riguarda e il dettaglio di oneri int.e spese,
e in più copia della lettera della banca che loro
sostengono gli abbia girato il credito vantato nei miei confronti…corretto?
Mi confermi quindi che se dovessi addivenire a un
pagamento di 1,000 euro (e magari a rate) come saldo a stralcio (previa liberatoria di “nulla più devo” per loro sarebbero soldi “trovati in terra”? Il valore nominale del debito sono i €.9,000
che mi stanno chiedendo? Tu sostieni che un concordato
al 5% (cioè 450 euro) sarebbe già una buona offerta
giusto? Ne offrissi 1,000 quindi ancor di più…o no?
GRAZIE CARISSIMO!
buongiorno volevo chiederle sono separato ma il 30 agosto del 2008 o fatto uno sbaglio tornando a casa dalla mia ex e comprai un televisore al plasma facendo dei bollettini ne o pagate quasi la meta’ ma adesso non riesco piu a far fronte ai pagamenti avevo detto alla mia ex continua tu a pagarli e il televisore resta con te lei mi a detto che non paga e il televisore resterà con lei a casa cosa posso fare
cosa vuole che le dica.
ha solo una opzione, quella di tornare a casa della sua ex-moglie e riappropriarsi del televisore.
in effetti non può citare in giudizio la sua ex perchè i debiti contratti da lei (ex marito) dopo la separazione, non sono ascrivibilI alla sua ex-moglie, neanche in quota del 50%, anche se si tratta di debiti contratti nell’interesse della (ex) famiglia.
vorrei consigli su come un bravo esattore inizia il dialogo per la riscossione del credito e come si pone davanti ad un debitore che non ha soldi per convincerlo ad attuare un piano di rientro fattibile
Forse si fa prima ad indicare come non comportarsi con il debitore.
A tale scopo può essere istruttivo leggere questo articolo:
Samantha, agente precario di recupero crediti contro Pippo debitore per forza – Una guerra fra poveri
e comunque tutti quelli presenti nella sezione “Consigli al debitore” e “Recupero crediti”.
Sono un agente di recupero crediti stragiudiziari, vorrei sapere se con queste informazioni aiutate i debitori a continuare a sbagliare a non pagare o solo una forma seppur sbagliata di far conoscere come operano le società di recupero crediti italiane.
Grazie e distinti saluti
Pensiamo di aiutare i debitori a difendersi dagli abusi perpetrati da alcune società di recupero crediti e da alcuni agenti esattoriali.
Dovete sapere che per le società di recupero crediti e agenti sono finite l’ere della cuccagna dove si spaventava il debitore e lo si induceva a pagare con obbligo e paura oggi si va con i piedi di piombo per evitare denunce per violazione della privacie o comportamenti scorretti e prepotenti e poi spesso e volenieri si cerca insieme al debitore una soluzione bonaria indolore e lo si induce con gentilezza a farlo ragionare per farlo pagare e fargli cancellare le iscrizioni nelle centrali rischi, oggi siamo diventati veri e propri padri confessori cerchiamo nel nostro piccolo di ascoltare e trovare una soluzione; quindi consigliate chi ci legge a pagare perche e non a continuare a non pagare ipotesi “è un lavoratore gli si rompe la macchina è da buttare, non c’è danaro per acquistarla la macchina gli necessita per lavorare non potrà andare a fare la spesa settimanale con la mcchina con la moglie è iscritto nella centrale rischi nessuno gli concede finanziamento andrà a piedi a lvorare e a fare quello che era abituato a fare , invece non ha alcuna iscrizione centrale rischi le porte sono aperte e io continuerò ad andare a lavoro con la macchina e non sarà costretto a far girare la mente per come fare a trovare il danaro e in alcuni casi a delinquere.
Grazie
Ne prendo atto, caro Pasquale e mi fa molto piacere apprendere che l’ambiente delle sdr è diventato finalmente quello che tu descrivi. Per un addetto al recupero crediti è indice di vera professionalità comportarsi come “un padre confessore”.
Del resto per … ehm … par condicio, abbiamo anche una sezione interamente dedicata al recupero crediti.
Spero tu voglia visitarla: è qui
Questo blog è aperto ai contributi di chicchessia, quando siano espressi in termini pacati e civili. Quando vorrai potrai intervenire liberamente in questo forum per dire la tua.
Gentile coccobill
Ho mandato un’e-mail alla CRIF,onde capire cosa significa Eventi negativi (ossia morosità,gravi inadempimenti ,sofferenze ) non sanate-36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui e risultato mecessario l’ultimo aggiornamento(in caso di accordi successivi o altri eventi rilevanti in merito al rimborso )-
La CRIF mi ha madato la seguente risposta :
Gentile cliente il punto da lei citato significa che le posizioni chiuse in modo irregolare,ossia senza che i ritardi di pagamento siano stati sanati,verranno conservate per 36 mesi dalla data di chiusura del rapporto.-
Allora perchè la CRIF,quando chiedo,del mio nome alla banca dati,risulta sempre un debito non sanato ,di cui il rapporto e terminato nel 2002, e sono trascorsi 6 anni.il doppio del previsto..
IO la E-mail inviatomi dalla CRIF,la posso usare come prova per eventuale richiesta risarcimento del danno,per la mancata cancellazione.
Ringrazio
Ciro
Ciro ci vorrebbe un legale, e comunque è difficile dimostrare l’esistenza di sistemi paralleli a quelli ufficiali da cui risulti, oltre ogni ragionevole dubbio, che le informazioni rimangono nel circuito delle finanziarie anche in seguito alla cancellazione imposta dal garante dopo 36 mesi (diritto all’oblio).
L’esperienza che noi abbiamo, ricavata da interventi di lettori come te per casi come il tuo, è che, se non si sana la posizione liberatoria, nessuno concede più i finanziamenti richiesti, anche se “ufficialmnte” non si risulta iscritti a nessun elenco di cattivi pagatori.
Addirittura, anche pagando, talvolta si resta incagliati in queste liste, come potrai capire leggendo questo articolo pubblicato (ma potrebbe essere utile per soddisfare eventuali esigenze di contatto) proprio ieri sul blog.
Buongiorno a tutti i lettori,
mi e’ sembrato di capire che alla fine della storia il sig. PIPPO e’ un eroe… che al giorno d’oggi si puo’ tranquillamente truffare banche e finanziarie…Penso sarebbe opportuno da parte di chi scrive su questo sito distinguere tra chi i debiti non puo’ pagarli per difficolta’ oggettive e chi li fa certo che non li paghera’…. e ce ne sono tanti miei cari signori.
Dare addosso ad una categoria di lavoratori (perche’ malgrado quello che si possa pensare si tratta di una categoria di professionisti), non e’ una cosa corretta. Gente preparata professionalmente, aggiornata in continuazione su tutto il mondo bancario/antiriciclaggio/privacy/ecc, che esce la mattina e rientra la sera con un bagaglio di esperienze tra la gente piu’ disparata, che si fa portavoce di molteplici problemi da riversare alle varie societa’ creditrici per trovare la soluzione (spesso in tempi brevissimi), con il rischio di esser rapinato (con il consegnente rimborso di quanto sottrattogli), ed altro che non sto qui a specificarVi. Sara’ anche vero’ che esistono anche piccole societa’ che svolgono questo tipo di attivita’, ma arrivare a raccontare di gente che si spennella le unghie o che sta preparando il ragu’ mi sembra eccessivo. Vi ricordo che l’UNIREC e’ un ente che annovera le societa’ che operano nel settore, iscrizione al momento non obbligatoria (e peraltro con costi non indifferenti di iscrizione). Parecchie societa’ non iscritte a questo ente, gestiscono i crediti quando sono ancora freschi e non ancora ceduti (prendono il mandato direttamente dalla finanziaria) quindi possono essere la prima risoluzione delle varie iscrizioni (CRIF ecc ecc) e per consentire al debitore con poche rate arretrate, di ripianare il proprio debito e far effettuare la cancellazione della segnalazione.
Ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia ma preferisco fermarmi qui.
Buona giornata a tutti
Mi hai commosso.
Sono perfettamente d’accordo.
E profondamente convinta che, quando si concedono prestiti a chi ne ha altri quattro, le finanziarie non lo facciano per nobili scopi filantropici, bensì per pura avidità.
E’ questa la ragione per cui non ho alcuna remora, su questo blog, a fornire indicazioni utili a chi non è più in grado di pagare.
Molte critiche nei commenti dei lettori sono state mosse a questa scelta: è eticamente e moralmente scorretto, ci è stato scritto, incoraggiare il debitore a non pagare i propri debiti.
E figuriamoci. Se il credito è erogato dall’amico, dal familiare, dal conoscente per consentire al debitore di risolvere problematiche importanti (lavoro, famiglia, studio, malattia, imprevisti della vita) in un contesto sociale caratterizzato da solidarietà e partecipazione (tipico di quello che oggi si definisce microcredito) sarò la prima a stigmatizzare e censurare comportamenti elusivi del debitore rispetto all’obbligo di onorare l’impegno assunto e cioè la restituzione del dovuto.
Ma quando entro in un negozio per un acquisto e mi si dice che per ottenere uno sconto sul prezzo l’unica possibilità è quella di stipulare un contratto di prestito con una finanziaria, allora, se ancora ne avessi, cadono tutti i condizionamenti di ordine etico morale che, altrimenti, mi avrebbero impedito di scrivere ciò che ho scritto in questo blog.
Semplicemente scrivendo ai creditori.
Ripetendo la descrizione qui fatta sulla vostra situazione ed annunciando una interruzione dei pagamenti.
Se i quinti dei due stipendi sono già impegnati per finanziamenti di credito al consumo, potranno al massimo pignorarvi un altro quinto ciascuno.
Dopodichè gli altri creditori potranno solo accodarsi.
Se proprio volete, aggiungete che vi farete vivi per concordare un piano di rientro a saldo e stralcio se e quando la situazione economica dovesse migliorare.
Pregando tutti di astenersi da telefonate e/o visite non concordate presso il domicilio.
Non c’è niente altro da fare.
Le spese sono spese e devono essere anticipate: vanno agli avvocati, ai periti, allo Stato (per quelle di giustizia solo una minima parte sono poste, alla fine del procedimento, a carico del debitore), agli impiegati che lavorano la pratica.
Il creditore rischia già il capitale. E’ davvero così conveniente anticipare spese per perdere anche quelle se il debitore si rivela poi insolvente e non ha beni nella sua disponibilità che possano essere convenientemente aggrediti?
Se il debitore ha da perdere, non arriva certo alla fase giudiziale (almeno se non vi è costretto dall’impossibilità materiale di onorare il debito). Ma, in questo caso parliamo di grosse cifre e di beni immobiliari, non certo di auto candidate allo scasso o di stipendiucci da fame per rapporti di lavoro che possono essere interrotti di punto in bianco (per cui si arriva al pignoramento del quinto ma il debitore non lavora più lì ed ha ritirato anche l’eventuale liquidazione).
Comunque tue deduzioni meritano tutto il rispetto ad esse dovute. Ne prendo atto.
Di solito è così.
I debiti contratti quando il regime era di condivisione dei beni restano in regime di condivisione. Cioè, per quei debiti, marito e moglie restano coobbligati.
Ed il fisco può rivalersi su uno dei due, a propria scelta.
Per tutti i debiti, invece, che hanno origine in epoca successiva alla data in cui è stato effettuato il cambio di regime, resterà obbligata solo tua moglie.
Con l’ausilio della forza pubblica e di qualche artigiano le sfondano la porta.
Comunque la procedura per il pignoramento di un immobile non è immediata.
Tanto più che l’immobile deve essere poi venduto all’asta.
L’iter prevede molti punti in cui volendo (ma sempre con aggravio di ulteriori spese) è possibile evitare il prosieguo della procedura.
La tua ex-ragazza è messa malissimo. Fossi in lei vedrei subito come pagare il debito con il fisco.
Le scritture private davanti al notaio obbligano lei a non vendere.
Per il fisco quella scrittura privata è meno che carta straccia. Equitalia pignora la casa, la vende per quattro soldi giusto quelli necessari a pagare l’ipoteca e soddisfare il proprio credito comprensivo di interessi e spese. Se resta qualche spicciolo lo prende la tua ex.
Non ho capito la cosa di volere subentrare. Basta prestare i soldi alla tua ex e subentri. Equitalia formalmente non ti conosce, nè vorrà mai farlo.
Per il resto, opposizioni al pignoramento … lascia stare. La caricano sul cellulare (non il telefonino eh) e la portano in commissariato.
No , l’estratto conto non ha alcuna valenza, potendo io prelevare una somma equivalente all’importo del bollettino da pagare senza poi effettuare il versamento.
Qui l’errore è stato quello di fornire informazioni non dovute ad interlocutori telefonici non meglio identificati.
L’unica cosa da fare adesso è chiedere, in occasione del prossimo contatto telefonico, di inviare una lettera raccomandata con il dettaglio degli addebiti che vengono contestati. Senza fornire, via telefono ulteriori informazioni.
Poi si vedrà.
Fiona, il consiglio del sig. Guerra è senz’altro condivisibile.
Magari dopo aver fatto richiesta, appunto, della documentazione.
Anche io sono sicura che non abbiano nulla.Al massimo solo un foglio con la somma dovuta. Ma senza una documentazione dettagliata e probante delle somme a capitale e degli interessi applicati (che qui sono al 99% usurari) nessun giudice concederebbe un decreto ingiuntivo.
Questo ovvio, vale per il futuro. Nel caso in cui, con un pò di fortuna, riesci a ristabilire la tua situazione economica.
E, giusto, difficile che nel 91 abbiano potuto iscriverti ad una banca dati di cattivi pagatori. Semmai per esserne certi potresti chiedere un accesso ai dati.
Le informazioni necessarie sono disponibili nella sezione CATTIVI PAGATORI
Io ti consiglierei di non pagare nulla, sei sicuro di essere iscritto nella banca dati dei cattivi pagatori? nel 91′ ancora non esisteva.
Se poi la tua pratica è di quarta mano ancora meglio, sicuramente via via…. da una cessione all’altra.. hanno smarrito parte della documentazione.
Per poter procedere con un decreto ingiuntivo devono produrre tutti gli estratti conto ( pensare che ne siano provvisti è come credere agli asini che volano).
Per quanto siano passati 17 anni, sarebbe curioso conoscere che tipo e quali percentuali di tasso di interesse siano stati applicati. Secondo me, hanno oltrepassato, spesso e volentieri, il tasso di usura.
Proprio per far comprendere che forse sarebbe meglio addiveneire ad un accordo equo e conveniente per entrambe le parti, io richiederei un estratto conto con documentazione dettagliata delle modalità di calcolo degli interessi.
E’ importante conservarlo a futura memoria. Non si sa mai: le tue condizioni economiche in futuro potrebbero migliorare e questi sarebbero capaci, fra qualche anno, di presentarti una richiesta di 50 mila euro per nemmeno 1000 euro di debito del ’91.
E’ un diritto del debitore essere messo al corrente di come si siano formati i 18 mila euro di debito. La richiesta, ovviamente, va inoltrata tramite raccomandata A.R.
Per l’accordo va richiesto anche l’impegno a rilasciare, a pagamento concluso, la liberatoria finalizzata a poter ottenere la cancellazione dalla banca dati dei cattivi pagatori.
Dopodichè procederei ad inviare alla società di recupero, che ha in cessione il tuo credito, una relazione scritta della situazione economica attuale. Praticamente le cose cui hai fatto riferimento in questo commento. Aggiungendo, alla fine, una proposta di saldo e stralcio per 1200 euro, con piano di rateazione di 100 euro mensili.
A me sembra una proposta ragionevole.
Un debito di quasi mille euro del 91, con debitore pressochè irreperibile, lo si compra a non più di 10 euro.
Togliendo le spese per qualche raccomandata di messa in mora, una decina di minuti di ricerca anagrafica, un quarto d’ora di phone collection, l’affitto dello spazio necessario per tenere archiviato il faldone della tua pratica, restano oltre 1000 euro di guadagno netto per la società di recupero.
Io sono convinta che accetteranno. Non immediatamente, forse, ma solo per salvare la faccia. Ma basta insistere e far capire che non c’è trippa per gatti…
La pubblicità dell’atto notarile serve proprio a questo: evitare la potenziale giungla di contratti privati per stabilire la proprietà di un bene.
Ai fini di una eventuale procedura esecutiva l’unica rilevanza è data dalla scrittura pubblica.
Dunque la tua quota societaria verrebbe comunque aggredita, con in più una eventuale azione legale e risarcitoria da parte di quelli che sarebbero i possessori delle quote in base alla scrittura privata da te sottoscritta.
Pertanto, non credo proprio valga la pena affidarsi ad un escamotage simile.
L’unica strada percorribile è un accordo a saldo e stralcio nel momento in cui sarai rintracciato dal creditore.
Del resto se non risulti irreperibile, se l’AIRE dell’ultima località di residenza conosce il tuo indirizzo, la finanziaria non può dar luogo ad azioni esecutive senza prima notificartele.
E, credimi, dinanzi alla possibilità di un accordo di compromesso, penalizzante per entrambe le parti in quanto tale, il buon senso e la convenienza economica sconsigliano sempre le azioni legali.
Ti resta la possibilità di essere comproprietario della società senza possedere quote … ma non so quanto ti convenga.
Conviene scrivere. Parlare di quanto accaduto, ribadire la propria volontà di onorare il debito e l’impegno assunto e richiedere il ripristino dell’accordo a saldo e stralcio dei debiti pregressi allo stesso importo ma con rate di 100 euro al mese. “Senza aggravio di ulteriori interessi, perchè altrimenti il debito diverrebbe insostenibile per le mie possibilità economiche attuali e future…”
Non credo sia percorribile l’opzione di chiedere un ulteriore sconto. Sembrerebbe un gioco al ribasso preordinato il tuo e condurrebbe, quasi sicuramente, alla bocciatura della proposta.
L’AIRE è l’unico anello di congiunzione fra ultimo comune italiano di residenza e il nuovo domicilio del debitore all’estero.
Le società di recupero crediti, pertanto, contattano l’anagrafe della residenza registrata sui moduli di richiesta prestito.
Risalgono via via ai comuni dove il debitore si è eventualmente trasferito nel frattempo. Giunti all’ultimo comune di residenza italiano ottengono il domicilio all’estero.
Non esiste privacy su questi aspetti. Al costo di una marca da bollo le società di recupero crediti possono richiedere il certificato di residenza di chiunque.
E veniamo al problema della Cassa di Risparmio. Fare nulla è l’ultima cosa da fare!!!
Alla società di recupero crediti che ti ha contattato (quella che ha acquistato i crediti presunti vantati nei tuoi confronti dalla cassa di Risparmio), bisogna richiedere l’invio della seguente documentazione:
1) copia del modulo di richiesta del prestito originario di 14 milioni;
2) copia della comunicazione della Cassa di Risparmio di concessione del prestito;
3) copia della lettera di cessione del credito da Cassa di Risparmio a società di recupero crediti;
4) Comunicazioni di messa in mora al domicilio che avevi nel 1991, effettuate dalla Cassa di Risparmio;
5) estratto dettagliato di importi a capitale ed importi ad interessi che ti vengono richiesti.
Purtroppo io credo che, a differenza di quanto sembrerebbe, i tuoi debiti non siano caduti in prescrizione. Uno degli errori che spesso il debitore commette è quello di cambiare indirizzo sperando che ciò basti a far perdere le proprie tracce.
In questo caso una raccomandata A.R. al domicilio denunciato nell’apertura del conto corrente o nel modulo di richiesta prestito vale ad interromper i tempi di prescrizione, essendo obbligo del debitore comunicare al creditore tutte le variazioni di domicilio e/o residenza.
Ciò detto bisogna fare una ricognizione dei debiti presunti che ti vengono attribuiti. Il prestito che dici di non aver mai richiesto potrebbe essere stato erogato in seguito ad una frode creditizia, come il furto di identità. Qualcuno che sapeva che ti eri trasferita all’estero…
Quando avremo notizie più certe sui tuoi obblighi, vedremo quali sono prescritti, quali dovuti, quelli che eventualmente derivano da frode (ed in questo caso bisognerà anche denunciare la cosa all’Autorità giudiziaria).
Esamineremo le tue disponibilità in beni mobili, immobili e stipendi.
E solo a questo punto sarà possibile decidere il da farsi: aprire un contenzioso su eventuali somme non dovute oppure fare un accorso a saldo e stralcio con un eventuale piano di rientro o anche comunicare la situazione economica per la quale non è possibile onorare i debiti contratti (e riconosciuti).
Si esce da questa situazione solo pagando, almeno in parte, i debiti contratti.
Per il momento rischi nulla.
Non potrai, ovviamente accedere ad ulteriori finanziamenti.
Per evitare continue lettere e/o telefonate da parte dei creditori consigliamo sempre di non evitarli. Anzi conviene spiegare ai funzionari di sdr e/o finanziarie la situazione com’è. Anche mettendola per iscritto e corredandola con documentazione, quando possibile. Almeno ti lasciano tranquillo per un pò.
L’auto è pignorabile, ma per il suo valore difficilmente le società di recupero crediti procedono in via esecutiva.
Se però i tuoi debiti sono con l’Erario, allora rischi il Fermo Amministrativo in men che non si dica.
Anche per il pignoramento dello stipendio puoi stare tranquillo almeno fino a quando sarai un precario.
Se dovessi ottenere un posto a tempo indeterminato, rischi di vedere il quinto del tuo stipendio pignorato dai creditori.
Questo è quanto …
sicuramente verrai iscritta nella banca dati dei cattivi pagatori, non potrai più accedere a nessun tipo di finanziamento.
Con molta probabilità nel caso riuscissi a trovare un nuovo lavoro ti verrà pignorato 1/5 dello stipendio
L’unico consiglio che posso darti è quello di non scappare quando vieni contattata dalle finanziarie.
Parla col funzionario spiega la tua impossibilità economica producendo tutta la documentazione che lo attesti
Ti riferisci probabilmente ad Equitalia o ad una delle sue consociate territoriali.
Non si tratta di una società privata, ma di una società a totale partecipazione pubblica, il cui scopo è quello di effettuare la riscossione delle imposte evase o comunque non pagate dai contribuenti.
Anche qui in Italia, con il regime fiscale detto FORFETTONE, si paga un’imposta totale del 20% sui guadagni.
Anche qui in Italia sta partendo la riforma per l’avvio di attività in tempi minimi. Il progetto si chiama “L’impresa in un giorno”
Teoricamente si, però bisogna tener presente che si corre il rischio, in caso di accertamento da parte dell’anagrafe di residenza, di essere cancellati per irreperibilità.
L’iscrizione AIRE è obbligatoria per i cittadini che intendono trasferire la propria residenza da un comune italiano all’estero, per un periodo superiore ad un anno.
Di prassi per l’iscrizione A.I.R.E si dovrebbe fare richiesta all’Ufficio Consolare della Circoscrizione di Emigrazione entro 90 giorni dalla data di espatrio che a sua volta trasmette il nuovo indirizzo all’ultimo comune di residenza.
I nuovi cessionari in teoria potrebbero procedere con un decreto ingiuntivo ma le problematiche rimangono quelle che ti ho elencato nella risposta precedente.
Nel caso ti rintracciassero, potresti sempre concordare un piano di rientro.
Se ti ritrovassi nella possibilità di estinguere il debito ti dovresti mettere in contatto con la finanziaria originale che ti comunicherà il nome della società cui è stato ceduto il credito.
Il passaggio di proprietà andrebbe effettuato prima dell’iscrizione di eventuali ipoteche. Ad Equitalia, trattandosi di debiti erariali, sono consentite procedure molto semplici per l’iscrizione di ipoteche a garanzia dei debiti da escutere.
Il pignoramento del quinto della pensione mi sembra quasi impossibile evitarlo. E’ una delle prime azioni esecutive a cui Equitalia si affida.
I familiari possono rispondere dei debiti di un loro congiunto solo in seguito ad accettazione dell’eredità.
Una delle possibili soluzioni è la rateizzazione del debito da richiedere ad Equitalia.
Sia gli aspetti ereditari che di rateizzazione delle cartelle sono ampiamente trattati.
Ti consiglio di accedere alle sezioni che trovi nel menù di sinistra. In particolare “cartella esattoriale” per la rateizzazione e “recupero crediti” per debiti ed eredità”
Per procedere per un eventuale pignoramento la finanziaria dovrebbe fare una visura camerale rivolgendosi ad agenzie d’informazioni commerciali con corrispondenti nel paese dove ha trasferito la sua nuova residenza, ed eventualmente procedere con un decreto ingiuntivo con rogatoria (con costi e tempo non indifferenti.)
Normalmente le finanziarie preferiscono procedere in tempi brevi e quindi, in casi simili, per questioni di bilancio, preferiscono cedere il credito.
La sua ex moglie e i suoi figli non possono essere chiamati a far fronte al suo debito se non in caso di accettazione di una sua eventuale eredità.
E’ un ragionamento che non fa una piega il tuo, dal punto di vista del creditore.
Per il quale c’è qui una sezione apposita, che forse non hai avuto modo di esaminare, si chiama “recupero crediti” condotta da chi nel punto di vista del creditore si immedesima.
Consigliare in modalità “border line” il debitore nel rapporto con le società di recupero crediti?
Incasso. Ma ribatto subito.
A quel punto il creditore non è più quello che tu descrivi. E’ uno speculatore. Ormai non c’è più società di recupero che lavori pro solvendo, cioè recuperando a favore del creditore. Che offra, cioè, un servizio al creditore.
Si tratta di società che acquistano stock di debiti in sofferenza e cercano di tirar dentro il massimo. Per loro, mica per il creditore. Voglio dire, il termine recupero crediti non ha più senso. Sono società di incasso debiti.
Capisco che chi non ha lavorato nel campo, non possa avere la percezione corretta del mondo a cui mi sto riferendo.
Ma se hai tempo e voglia, c’è una galleria di filmati di striscia su questo mondo contro il quale diamo qualche dritta al debitore. E, ti sembrerà strano, non mi sento assolutamente in colpa con la mia coscienza, per questo. Poca cosa, considerando il fatto che spesso il creditore le dritte se le fa dare da avvocati e consulenti che son fior fiore di professionisti rispetto a me. Non c’è quasi gara.
Fiducia, ecco, appunto a quella mi riferivo. Hai centrato il problema.
Io ho perso completamente fiducia nella classe politica. La mia personale deriva è già iniziata da un pezzo… non mi resta che ammetterlo.
Rispetto, ovviamente, il tuo punto di vista.
L’unica critica che mi sento di fare è che, forse, hai una visione troppo semplicistica e schematica delle motivazioni per le quali si arriva a non onorare un debito.
Un debitore inadempiente non può, io credo, essere associato, per definizione, ad un disonesto o ad un furbetto.
L’etica la lascerei poi da parte: siamo in un paese dove la classe politica tutta, e quella al governo in primis, non può essere considerata, obiettivamente, un esempio di eticità.
Per evitare di essere tartassati da chi spera di chiudere un piano di rientro ed incassare una buona percentuale, l’unica cosa da fare è scrivere una lettera alla società di recupero illustrando quale sia la situazione.
Bisogna far capire che non c’è trippa per gatti. :-( Documentando il tutto, quando possibile.
Vedrai che non ti scocceranno più.
Attenzione: se ti hanno chiamato al lavoro, potrebbero tentare il pignoramento del quinto dello stipendio.
Pertanto nella lettera non dimenticare di scrivere che lo stipendio è già pignorato da un’altra finanziaria.
Inventatene una, tanto tranquillo che non vanno a controllare … ;-)
Lo Stato, come qualsiasi altro creditore, cerca di rivalersi sugli eredi.
Se ve ne sono. Qualsiasi soggetto dell’asse ereditario può infatti esercitare l’opzione di rinuncia all’eredità.
Per questo aspetto ti consiglio di dare una lettura alla sezione “recupero crediti” ed in particolare all’articolo “debiti ed eredità”.
L’intervento è graditissimo Marco.
La necessità di essere divulgativi si paga con qualche generalizzazione, che però non ha altri scopi.
Devo quindi convenire che la tua precisazione è più che corretta.
L’appartenenza ad UNIREC fornisce qualche garanzia in più per le sdr e per gli agenti esattoriali che vi lavorano (compresi gli addetti alla phone collection).
Tuttavia, come afferma Marco, ciò non esclude che le società non iscritte ad UNIREC e le persone che vi lavorano siano caratterizzate da profili di elevata professionalità e correttezza.
Io stessa, negli ultimi due anni. ho lavorato in una 106 non iscritta ad UNIREC.
Grazie Marco.
Salve a tutti, vorrei raccontarvi la mia esperienza fatta col recupero crediti, anni fa ho acceso una finanziaria per l’acquisto di un’automobile, il lavoro andava alla grande e potevo tranquillamente pagare la rata mensile, ma si sa non sempre fila tutto liscio… nel giro di tre mesi la mia situazione finanziaria si è capovolta avevo già un figlio sono arrivati due gemelli e neanche a farlo apposta la ditta dove lavoravo ha chiuso di punto in bianco.
Sono iniziati ad arrivare i primi solleciti per il pagamento delle rate, li è iniziato il mio calvario, non ritiravo più le raccomandate quasi quasi sperando che alla fine si sarebbero scordati di me….
Devo essere sincero mi sentivo alla stregua di un bandito datosi alla macchia, ma si sa…purtroppo è la legge della sopravvivenza… l’ultima richiesta era stata di ben 20.000 euro ed io col mio nuovo misero stipendio non potevo far fronte a una cifra del genere.
Un giorno ho ricevuto una telefonata da un recupero crediti che aveva acquistato la mia pratica, la sig.ra era molto gentile e anche molto paziente, un po’ avvilito ho spiegato qual era la mia situazione economica, ho prodotto tutta la documentazione che lo attestava (dichiarazione dei redditi, stato di famiglia, contratto d’affitto ecc…).
Un giorno la sig.ra mi ha telefonato facendomi una proposta: 3.000 euro in un’unica soluzione e il mio debito sarebbe stato estinto per sempre.
Sono riuscito a racimolare i soldi tramite parenti ed amici, mi è stata data la liberatoria, oggi ho più paura quando bussano alla mia porta ne quando arrivano le raccomandate.
un consiglio, non perdete la speranza di poter saldare un debito! a volte accadono i miracoli!!!!
Riccardo
Caro Francesco i tuoi giudizi sul sito sono molto lusinghieri e ti ringrazio per questo.
Ma, temo che tu abbia sovrastimato la mia capacità di fornire consulenza. E questo invece mi dispiace: io sono solo un semplice agente esattoriale.
Ad ogni modo se posso esserti utile su qualche aspetto particolare e comunque ben definito e circoscritto, puoi contattarmi all’indirizzo gestcredit@gmail.com.
Ciao
Sarebbe interessante conoscere la percentuale delle pratiche passate dalle società UNIREC che riesci a chiudere.
Per quel che riguarda le società Z della provincia di Napoli caro Pippo, qui si parlava di recupero crediti non di camorra, nè di estorsioni.