Siete indebitati e le società di recupero crediti vi perseguitano? Ecco come comportarsi

Quando la finanziaria non riesce a recuperare le rate del prestito

Ci riferiremo, tanto per fissare le idee, a debiti derivanti da acquisti effettuati avvalendosi di contratti di finanziamento per il così detto credito al consumo.

La finanziaria, che non riesce a recuperare le somme erogate, non agisce direttamente contro il debitore. In genere non è organizzata, nè ha le competenze, per l’attività di esazione.

Attraverso operazioni di factoring il credito viene allora ceduto alle società di recupero crediti.

Chiameremo il nostro ipotetico debitore protagonista Pippo.

Pippo ha comprato una cucina comprensiva di macchina del gas, frigorifero e congelatore. Con ripiani in marmo. Bene. Il tutto gli è costato 10 mila euro, ma a rate, usufruendo di un finanziamento concesso per credito al consumo. Non solo. Il pagamento inizia dopo 6 mesi a tasso zero (ma questo neanche gli interessa) e quel che più importante non ha sborsato neanche un euro di anticipo.

Pippo non paga le rate alla scadenza. Neanche la prima. Dopo un annetto la finanziaria (visto che le prescritte comunicazioni con raccomandata A/R, condite con minacce di azioni legali, pignoramenti, sequestri ecc. sono anche tornate indietro per compiuta giacenza, mai ritirate) decide di vendere il credito vantato nei confronti di Pippo (ovvero il debito di Pippo).

L'iscrizione del debitore nella banca dati dei cattivi pagatori e la cessione del credito

Chiediamoci cosa farà la finanziaria creditrice: certamente iscrive Pippo ad una banca dati dei cattivi pagatori, e da quel momento, sia chiaro, Pippo non potrà più accedere ad ulteriori finanziamenti.

Subito dopo vende il credito. Lo vende ad una società, che indicheremo come società A, la quale ipotizzeremo – come quasi sempre accade nella realtà – svolge la propria attività in tre stanze relegate in una periferia cittadina. Non c’è uno studio legale associato. Non esistono strutture investigative o quanto meno impiegati esperti nelle ricerche anagrafiche e/o agenti esattoriali qualificati. La forza lavoro è costituita da impiegate con partita IVA che, dovendo scegliere fra un impiego a percentuale sugli importi recuperati o una occupazione, sempre a percentuale, in una hot line telefonica, propendono per la prima (chissà perchè poi…).

Inutile dire che la società A non è così stupida da comprare il credito vantato dalla finanziaria nei confronti di Pippo (il debito di Pippo) a 10.000 euro. Diciamo che lo acquisterà, visto che è in sofferenza da solo poco più di un anno, a 1000 euro (e sto largheggiando, badate bene).

Il recupero crediti "a strascico"

Vediamo cosa fa la società A: in gergo si dice che getta le reti o l’amo, cioè, invia comunicazioni di messa in mora diluite però da inviti amichevoli al debitore per una regolazione stragiudiziale del contenzioso. Con promessa di stralcio (sconto sul capitale iniziale dovuto) e di un piano di ammortamento (pagamento a rate) piuttosto vantaggioso.

Molti “abboccano”. Si tratta di persone che si sono trovate in situazione di temporanea difficoltà economica, ora superata (e pertanto non abituate a vivere con il fiato sul collo delle società di recupero crediti). O che, magari, hanno bisogno di ottenere un mutuo per l'acquisto di una casa o il finanziamento per l'acquisto di un’automobile, per ragioni di lavoro. E si son visti rifiutare l’accesso al credito perchè, probabilmente, avevano comprato a rate tempo fa, e non pagato (per dimenticanza …) un televisore del valore di 700 euro.

Ecco, costoro saranno ben lieti di contattare il call center della società di recupero crediti. Risponderà, nel 90% dei casi, una signora con i bigodini fra i capelli, dall'aria stanca ed assonnata, che terrà la cornetta del telefono stretta fra spalla e capo, con una mano prenderà appunti sui riferimenti della pratica e con l’altra continuerà a spennellarsi lo smalto sulle unghie dei piedi. Non sorridete. Nemmeno immaginate quanto si sia vicini alla realtà.

E Pippo? Pippo che non ha alcuna esigenza, per adesso, di contrarre un altro debito (la cucina va ancora bene e la camera da letto regge ancora le sue “galoppate notturne” con Pippa .. oops …no con Clarabella) prende la comunicazione amichevole pervenuta e, sempre amichevolmente la nella spazzatura, non dopo averla ridotta in mille pezzettini, giusto per prevenire eventuali furti di identità (anche se in teoria non potendo accedere ai finanziamenti i ladri di identità a Pippo potrebbero fargli solo, consentitemi il gioco di parole, una Pippa).

Col passare del tempo i crediti si svalutano e perdono valore

Passa qualche anno, diciamo due, e i crediti cominciano a diventare anziani e perdono valore, si svalutano, diminuiscono sempre più le possibilità che il debitori possano addivenire ad un accordo di stralcio. Si potrebbero fare investigazioni, visure catastali, e semmai procedere in via giudiziale. Ma ne vale la pena? Le investigazioni costano. Non esistono risorse investigative interne e poi la società A, non avendo una struttura legale, dovrebbe rivolgersi ad uno studio d’avvocato per procedere con decreto ingiuntivo.

Nella fattispecie del nostro protagonista, bisognerebbe arrischiare circa 3000 euro di ulteriori spese, dopo il costo di acquisizione della pratica (1000 euro) per cercare di incamerarne (forse) 10 mila più interessi fra una decina d’anni. E’ da pazzi. Meglio rivendere!.

Ed ecco che il debito di Pippo passa dalla società A in capo alla società B. Al prezzo, nientepopodimenoche, di 200 euro (valutazione sempre ottimistica).

A questo punto il lettore si starà chiedendo perché la società B compra un credito, in sofferenza da tre anni. Anche se il costo è esiguo (250 euro a fronte di 10 mila euro di capitale più eventuali interessi) si tratta quasi sicuramente di 250 euro di perdita.

Un solo debitore che paga ammortizza i costi delle pratiche di cento debitori insolventi

Proverò a spiegarlo. I contratti di factoring, vale a dire cioè quelli che regolano il passaggio del crediti in sofferenza (non onorati dai debitori) da una società di recupero all'altra, si fanno su pacchetti di pratiche, non sulla singola pratica. La società di recupero crediti acquirente gioca sulla probabilità statistica che contattando quei debitori, alcuni di essi si trovino nella condizioni già viste in precedenza. E cioè che abbiano superato oggettive difficoltà di momentanea crisi finanziaria e siano disposti, ora, a pagare. Oppure che abbiano maturato l’esigenza di dover accedere a crediti più consistenti di quelli non onorati (un mutuo per la casa o un finanziamento cospicuo) ed abbiano pertanto tutto l’interesse ad estinguere il vecchio debito.

E bastano pochi debitori che rientrano, anche solo parzialmente, delle somme per cui sono esposti per consentire il pareggio delle spese sostenute con l'acquisto pacchetto di crediti in sofferenza.. Dopodichè ogni piano di rientro concordato rappresenta un guadagno netto…

D’altra parte coloro che saldano il debito potranno ottenere dalla società B la liberatoria, ovvero un documento da presentare alla banca dati dei cattivi pagatori per chiedere la cancellazione del proprio nominativo. E quindi poter aspirare ad ottenere nuovi finanziamenti.

Cosa fa adesso Pippo? Pippo non ha alcuna necessità, per fortuna, di accedere a nuovi finanziamenti. La registrazione nei SIC non lo disturba più di tanto. Per lui vale, nè più nè meno, come una iscrizione al circolo della caccia.

Ma Pippo decide di contattare la società B. Per quale motivo?

Quando si è fortunati non bisogna sfidare troppo la sorte. La fortuna prima o poi potrebbe abbandonarti. Questa è l’idea di Pippo.

In effetti Pippo ha esaminato tutti gli scenari possibili prima di decidere di contattare la società B. Ha fatto, come si suol dire, i conti per l’andata, ma anche per il ritorno.

La società B potrebbe rivendere un pacchetto contenente la pratica di Pippo alla società C. La società C potrebbe essere una di quelle che non concedono riduzioni del capitale a debito. Al massimo rinunciano agli interessi maturati, qualora siano comprovate oggettive difficoltà nel pagamento. Nulla di più. E quindi non svendono le liberatorie. Potrebbe accadere ...

Pippo non vuole vedersi preclusa la possibilità di ottenere una liberatoria a fronte di uno stralcio e la possibilità di accedere, in futuro, ad ulteriori finanziamenti.

Recupero crediti - L'accordo a saldo stralcio

Pippo allora contatta il call center della società B. Stavolta risponde la moglie del titolare. Con una mano regge il cordless, con l’altra rigira il ragù che sta preparando per il marito. Immaginatela come la donnona della pubblicità Vigorsol ….

Pippo è pronto a blandire la preda: “Buon giorno signora, sono Pippo e chiamo per la pratica ics. Ho perso da poco il lavoro e la mia consorte è ricoverata in ospedale per una grave malattia. Mio suocero, che è un carabiniere in pensione ha aperto accidentalmente la vostra comunicazione diretta a me. E ci è rimasto male. Lui non ha mai avuto debiti Così si è offerto di aiutarmi a saldare il dovuto. Ma non può prestarmi più di 500 euro subito. Lo so che è una proposta oscena, ma io, pur essendo disponibile a mettermi in regola, non posso di più. Se serve vi invio la lettera di licenziamento del mio datore di lavoro e la cartella clinica di mia moglie. Potrei anticipare i 500 euro e completare il piano di rientro attraverso 12 rate mensili di 50 euro ciascuna. Soldi che mi fornirebbe sempre mio suocero, prelevandoli dalla sua misera pensione….”

La signora comincia a farsi i conti. La proposta non è cattiva. Entrerebbero 1100 euro a fronte di un investimento di 250. Giusto per non dare l’impressione all'interlocutore che, volendo, avrebbe potuto offrire anche di meno, la donna risponde. “Signor Pippo, mi dia il numero di telefono. Vedrò cosa si può fare. Dobbiamo chiedere l’autorizzazione alla nostra consociata a Boston. E non è cosa semplice. Ma la sua storia mi ha commosso e cercherò di ottenere il placet direttamente dall'amministratore delegato. Le farò sapere qualcosa …”

Essì, le sparano grosse anche loro, fra uno schizzo di sugo e l’altro: la consociata di Boston e l’amministratore delegato….

E Pippo: “Grazie signora, le sarei veramente molto grato. Sa, la vita non è stata generosa con me. Ed io non vorrei morire povero e impegolato di debiti. Comunque, nel caso, si ricordi di includere nella eventuale promessa di stralcio e piano di rientro rateale la clausola sull'obbligo di concedermi la liberatoria a fine pagamento. Così posso cancellare l’onta di essere iscritto negli elenchi dei cattivi pagatori… “

E la cuoca di rimando ” Ma senz’altro. Noi rilasciamo sempre la liberatoria ai nostri .. ehm … clienti”.

E’ fatta. Con 1100 euro, 500 subito 600 a rate mensili per un anno, Pippo ottiene risultati importanti:

  • cancella un debito di 10 mila euro contratto quattro anni prima e gravato da interessi legali e moratori considerevoli;
  • elimina il rischio che al prossimo passaggio si trovi a dover affrontare un contenzioso pericolosissimo con una società di recupero credit che adotta una politica non orientata ad accordi al ribasso;
  • ottiene la liberatoria con cui cancellare il proprio nominativo dagli elenchi stilati dai SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie);
    potrà adesso concedersi una nuova automobile, acquistata con un finanziamento senza anticipo, senza interessi, prima rata fra diciotto mesi ...

Ma attenzione a non confondere debiti ordinari con debiti esattoriali

Il debito di Pippo non riguardava cartelle esattoriali e dunque crediti di origine erariale (e/o amministrativa) vantati dallo Stato (o da enti locali). Pippo non aveva a che fare con Equitalia (o una delle sue partecipate) per importi iscritti a ruolo.

Pippo è stato in qualche modo baciato dalla fortuna. Il debito originario contratto con la finanziaria è stato ceduto prima alla società A e poi da questa girato alla società B, entrambe disponibili ad un accordo pur di recuperare qualcosa.

Pippo ha avuto il buon senso di capire quando interrompere il gioco. Non ha bluffato oltre misura. Il suo approccio con la società B è stato remissivo ed intelligente. Non si è posto con arroganza. Non ha minimamente fatto trasparire un messaggio del tipo “Non potete o non vi conviene procedere in via giudiziale. E dunque prendere o lasciare ...”. Cosa che potrebbe indurre una società di recupero (anche di serie B) a rimetterci finanziariamente, pur di dare una lezione di vita al debitore.

Certo, Pippo è riuscito a non pagare i debiti (ne ha pagato solo una minima parte) e, forse, continuerà pure a vivere serenamente. Ma come per ogni aspetto della vita occorrono buon senso, umiltà, intelligenza ed anche tanta, tanta, tanta fortuna …..

Non basta solo la lettura di un libro. Questo è poco, ma sicuro.

Per sgombrare poi il campo da possibili equivoci ed evitare danni al lettore poco attento diciamo subito che le tematiche debitorie, qui affrontate, non sono quelle derivanti dagli importi iscritti a ruolo e notificati tramite cartelle esattoriali.

La cartella esattoriale, come è noto, trae origine da crediti erariali (quelli contratti con il fisco per mancato pagamento di imposte, imposte evase o maggiori imposte calcolate in seguito ad accertamenti) o da infrazioni amministrative (multe).

In questi casi consigliamo di valutare, con la dovuta attenzione, l’eventuale decisione di non pagare quanto dovuto.

La gestione del recupero degli importi iscritti a ruolo e notificati al debitore tramite cartella esattoriale è affidata a Equitallia. Equitalia è una società di proprietà dell'INPS per ill 49% e dell'Agenzia delle ENTRATE per il 51%. Non si tratta dunque, come affermano alcune leggende metropolitane, di una società privata. Certo agisce come società privata per la riscossione degli importi iscritti a ruolo, ma è in realtà controllata dallo STATO. Equitalia è presente sul territorio nazionale, tranne la Sicilia, con 31 società partecipate, che svolgono il ruolo di agenti della riscossione per Stato ed enti locali.

In caso di mancato pagamento della cartella esattoriale nel termine di 60 giorni, sulle somme iscritte a ruolo sono dovuti gli interessi di mora a decorrere dalla data di notifica della cartella, nonché il compenso a favore del concessionario (Equitalia o società partecipate). Trascorso tale termine, il concessionario senza necessità di ulteriori avvisi (salvo quanto previsto dalla normativa della riscossione coattiva dei tributi iscritti a ruolo) potrà avviare le azioni e le procedure per la riscossione coattiva, dell'importo indicato nella cartella esattoriale, su tutti i beni del debitore e dei suoi coobbligati.

È bene evidenziare che il procedimento di riscossione coattiva è caratterizzato da presunzioni, restrizioni e preclusioni a carico del debitore e dei terzi che sono giustificate dal fondamentale interesse pubblico alla tempestiva riscossione dei crediti tributari iscritti a ruolo con cartella esattoriale.

In altre parole, il supremo interesse dello Stato nel recupero dei crediti vantati, ha portato alla definizione di procedure per la riscossione degli importi iscritti a ruolo con regole che sono tutte a favore di una sola delle due parti: l’erario. Poche, o nulle, le possibilità di spuntarla per il povero contribuente a meno che questi non possa permettersi, come Valentino Rossi, tributaristi di fama del calibro di Vincenzo Visco o Victor Uckmar.

Va fatta una ulteriore distinzione. Il credito “in sofferenza” può essere acquistato da società con politiche di recupero non orientate ad accordi a "saldo stralcio" (pochissime) oppure può finire nel giro di una galassia di piccole e medie strutture, a dimensione familiare o parafamiliare, che negli ultimi anni si sono dedicate, il più delle volte improvvisando, alla lucrosa attività del recupero crediti. In pratica quelle che abbiamo indicato nell’esempio come società A e società B.

Solo in un caso non sarete costretti ad onorare il vostro debito. Qualora, cioè, non risultiate proprietario di beni mobili ed immobili e la vostra attività lavorativa venga retribuita in nero. In caso contrario vi ritrovereste, in men che non si dica, con una ipoteca sull’abitazione, con il sequestro dell'automobile o con lo stipendio, pensione, o compenso professionale pignorato.

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29 Luglio 2013 · Chiara Nicolai


Commenti e domande

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82 risposte a “Siete indebitati e le società di recupero crediti vi perseguitano? Ecco come comportarsi”

  1. Tullio ha detto:

    Buongiorno ho un debito contratto con Findomestic di circa 14000 euro rate pagate circa 14 contratto nel 2022 ora mi chiama una società non dicendomi ne nome ne cognome che ho un debito e che può essere stralciato con delle cambiali altrimenti andrò in tribunale. Il quinto non me l’hanno toccato e nn voglio nemmeno accada questa ipotesi cosa devo fare? Se in questo periodo pur percependo un reddito da lavoro dipendente sto pagando delle spese legali importanti e proprio in questo periodo non riesco a far fronte a questo impegno la finanziaria può toccarmi lo stipendio? O bloccarmi il conto o mandarmi a processo o obbligarmi a pagare cambiali che in questo periodo proprio non posso? Ho letto degli articoli sul credito a stralcio? Lei pensa che possano aver contattato la mia ditta a cui nn voglio dare spiegazioni in merito? Grazie anticipatamente

    • La finanziaria creditrice può sicuramente pignorare lo stipendio, ottenendo una trattenute del 20% accreditato, al netto degli oneri fiscali, contributivi ed assicurativi: è assolutamente irrilevante che il debitore sia attualmente impegnato nel pagamento di spese legali importanti.

      Se il debitore inadempiente ha intenzione di pagare e riesce a farlo, l’obbligazione da cambiale non è discriminante: bisogna solo sapere che una cambiale non onorata, andata in protesto, consente al creditore di non dover nemmeno attendere la concessione del decreto ingiuntivo chiesto al giudice, nonché i 40 giorni successivi per l’eventuale opposizione del debitore. Il creditore può procedere al pignoramento dei beni del debitore direttamente con la cambiale protestata, che costituisce titolo esecutivo come un decreto ingiuntivo.

  2. Anonimo ha detto:

    Sono fideiussore di un debito acceso con una banca a seguito di una concessione di finanziamento al mio ormai ex marito di 35 mila euro, contratto da 10 anni o quasi. Il credito e’ staro passato a diverse società e ora mi hanno contattata come garante per la riscossione con allegato modulo per richiesta di contrattazione. E proposta di stralcio.

    Dicono che mi avevano mandato una lettera nel 2014. Non ricevuta. Non mi hanno ancora dato alcuna informazione e io non credo che il mio debito dopo tutti questi anni sia stato venduto a tale prezzo. Come mi devo comportare? Io non lavoro ho una bimba disabile e il mio ex pieno di debiti da pagare non ha nulla da parte. A fatica mi da l’assegno per la figlia.

    Io ho fatto finta di nulla e ho chiesto di inviarmi tutta la documentazione. Ma di preciso non mi hanno girato nulla se non che devo 35 mila euro. E i moduli. Devo farli contattare da un avvocato , illustrare la mia pessima situazione E proporli uno stralcio o ignorarli? Io 35 mila euro non li ho e non glieli posso dare.

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Stante la situazione da lei esposta, non riterrei utile, al momento, approfondire se il credito sia, o meno, prescritto. Mi pare anche inutile iniziare una trattativa a saldo stralcio se, come suppongo, lei non ha la possibilità di assolvere al pagamento, anche parziale, della somma pretesa.

      Non resta, quindi, per ora, che ignorare la questione: poi se un domani la sua situazione economico patrimoniale dovesse evolvere al meglio, come le auguro, si vedrà come procedere.

  3. Enrico Perulli ha detto:

    Volevo sapere se qualcuno conosce la società XXXXXXXXXXXXX c’è da fidarsi…grazie

    • Rosaria Proietti ha detto:

      Senza entrare nel merito dei servizi svolti dalla specifica azienda da lei citata (che abbiamo oscurato per evitare problemi legali – già in passato ci sono state minacce di citazione in tribunale per risarcimento danni da diffamazione) le suggerisco di lasciar perdere le agenzie che dichiarano di svolgere attività di intermediazione presso i creditori del debitore e di leggere gli articoli collezionati in questa sezione e, se ha tempo, in quest’altra (cliccare sull’ancora in neretto).

  4. Fabio Monica Alaimo ha detto:

    Salve, sono un ottimo cliente Compass ma negli ultimi mesi non lavoro non ho potuto pagare una rata di 90 euro, volevo chiedere se è normale che chiamano 2-3volte al giorno anche con minaccie e frasi del tipo non faccia il bambino e mi dia i suoi dati prima che le mando le autorità competenti a controllare se veramente non può pagare una rata così bassa.

    • Annapaola Ferri ha detto:

      Nelle migliori famiglie possono esistere elementi che si comportano in modo censurabile: pazienza per la mancanza di rispetto, per il resto si tratta di minacce risibili. Intimi al molestatore di non contattarla più, altrimenti presenterà un esposto all’Autorità giudiziaria ed alla Compass. Se lei si mostra intimidito a questa tipologia di addetti al recupero crediti, per lei è finita in quanto a tutela della privacy.

  5. Anonimo ha detto:

    quindi mi conviene contattare questo avvocato incaricato dalla sorec e sentire come si puo mediare, giusto? comunque grazie per la vostra assistenza

    • Annapaola Ferri ha detto:

      Noi possiamo solo preoccuparci che il debitore sia consapevole dei reali rischi che corre e non si illuda di essere inattaccabile se non lo è. Le decisioni da prendere, restano, com’è giusto, in capo al debitore. Il quale potrebbe pure decidere di vedere le carte, ovvero attendere le mosse del creditore: se il creditore pignora lo stipendio, il debitore ottiene comunque una rata sostenibile pari al 20% della busta paga. Il prezzo da pagare sarebbe un aggravio delle spese giudiziali che si risolverebbe in qualche mese aggiuntivo nella durata del pignoramento.

      Poi, molto dipende da una eventuale offerta di saldo stralcio avanzata dal creditore e dalla possibilità di adempiere da parte del debitore. La scelta non è semplice e le variabili in gioco sono tante per poter indicare la strada migliore in assoluto (che, spesso, nemmeno esiste): pagare o andare a fondo e capire se il pignoramento è solo un bluff, o, ancora, accettare il pignoramento per rimborsare il debito? A lei, purtroppo, l’ardua sentenza …

  6. Anonimo ha detto:

    guardi lo stipendio ha gia la trattenuta per un quinto dello stipendio, la casa e’ di mia sorella in comodato d’uso non ho automobili, nel conto corrente c’e’ giusto il versamento dello stipendio mensile come detto gia’ soggetto alla cessione del quinto.

    • Annapaola Ferri ha detto:

      Guardi che la trattenuta per cessione del quinto non è ostativa ad un pignoramento dello stipendio nella misura del 20% della busta paga, valorizzata al netto di imposte e contributi, ma al lordo della rata finalizzata a servire il prestito dietro cessione del quinto. Ne tenga conto per le sue valutazioni.

  7. Anonimo ha detto:

    ho sbagliato la cifra si parla di 7.000 euro

  8. Anonimo ha detto:

    buongiorno ho ricevuto una lettera da un avvocato, non raccomandata, per oggetto preavviso di deposito ricorso , dove mi si dice che dopo solleciti , in verita’ non avuti, si richiedera’ un decreto ingiuntivo per un debito presunto di 7 mila euro circa. Parla di pignoramento etc.. io non ho mai avuto solleciti da questa sorec srl , come devo comportarmi? grazie

    • Annapaola Ferri ha detto:

      Bisogna innanzitutto verificare se il credito è prescritto, cioè se sono passati più di dieci anni dalla data in cui le rate insolute avrebbero dovuto essere pagate. In questa ipotesi è necessario richiedere copia della ricevuta di raccomandata degli eventuali avvisi e solleciti che la società creditrice asserisce di aver inviato. Se il creditore non provvede, conviene, con l’aiuto di un avvocato, opporsi al decreto ingiuntivo, se e quando verrà notificato, per eccepire l’intervenuta prescrizione della somma pretesa a rimborso.

      Se, invece, il diritto a riscuotere il credito non è ancora prescritto, come comportarsi dipende dai beni che eventualmente lei possiede e che possono essere aggrediti tramite pignoramento (stipendio, pensione, conto corrente, immobili) sui quali, purtroppo, lei tace.

  9. Sergio DoctorGreen ha detto:

    salve,
    ho un vecchio debito che inizialmente era con compass e che dopo é passato a banca ifis.. inizialmente feci un accordo con ifis che ho onorato per circa 2 anni ma che poi per problematiche varie non ho pototo piú pagare.. ora che si sono un po aggiustate le cose ho contattato ifis chiedendo se fosse possibile trovare un nuovo accordo ma la loro risposta é stata:
    “Il suo accordo precedente é stato cancellato e ora l’unica opzione é saldare l’intero importo.”

    Non disponendo di questa cifra che tra l’altro ritengo sia alla stregua dell’usura, in quanto stiamo parlando di un prestito di 17000€ pagato con regolarità per i primi 2 anni e circa per altri 2 con ifis, ora la cifra per saldare il tutto é di circa 19000€.

    É possibile agire in qualche modo e forzare un nuovo accordo per evitare futuri pignoramenti su immobile o pensione?

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      No, non è possibile specie con IFIS banca che una volta disatteso l’accordo di rientro rateale, procede con pignoramento della pensione.

      Se vuole, può tentare di presentare al giudice un piano di rientro del consumatore con la legge 3/2012.

      Questo link consente di accedere al registro gestito dal Ministero della Giustizia dove è possibile reperire l’elenco degli organismi abilitati alla composizione della crisi da sovraindebitamento, nonché tutti i dati di contatto, per ottenere adeguata assistenza nella presentazione di un piano del consumatore presso il Tribunale territorialmente competente.

  10. Anonimo ha detto:

    Buongiorno
    Mi si è presentato un tizio alla porta dicendo di essere un intermediario di banca ifis e di dover riscuotere circa 4 mila euro per un debito verso barclays che avevano preso loro.
    Ha offerto una rateazione dell’importo ma alla mia richiesta di avere un estratto conto ha detto che non era possibile….. io senza vedere un estratto non intendo trattare…. cosa devo fare?? Non ho ancora avuto ingiunzioni scritte se non una lettera in cui barclays diceva di aver ceduto il credito a ifis (Sono disoccupato)
    Grazie

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Se è disoccupato e non ha beni mobili o immobili che possano essere pignorati da Banca IFIS non accetti altre visite domiciliari: altrimenti invii con raccomandata AR una comunicazione scritta al creditore cessionario chiedendo di conoscere come, dal credito residuo dovuto a Barclays si sia giunti a pretendere quattromila euro.

  11. Ivan Spedicato ha detto:

    Ieri mi telefonano da banca ifis di firenze dicendomi di aver acquistato un credito   nei miei confronti di 10 mila euro  risalente al 2001; io in questi anni non ho mai ricevuto nessuna comunicazione anche se loro affermano di averle mandate. Ora mi chiedono di inviare e mail e chiedere tutta la documentazione in loro possesso. Non so se scriverli possa compromettere la mia posizione. Come faccio a vedere se ci sono stati degli avvisi di messa in mora in quest’anni? Perchè se no il debito sarebbe bello che prescritto

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Fino a quando lei non riceverà una raccomandata AR di pretesa dei 10 mila euro, non deve fare nulla. Mai dire (nemmeno al telefono) o scrivere che il debito c’è, ma è prescritto. Quando e se, un domani, le inviassero una richiesta scritta con raccomandata AR, lei continuerà a negare di aver contratto il debito e chiederà ulteriore documentazione: l’attestato di cessione dell’originario contratto di prestito, l’estratto cronologico par verificare i tassi di interesse applicati nel tempo e copia degli attestati di invio delle comunicazioni interruttive dei termini di prescrizione (in pratica, copia delle ricevute di ritorno delle lettere a lei destinate in cui esigono i soldi). Inviare una e-mail spontanea, in assenza di una richiesta esplicitamente formalizzata dal creditore, per ottenere la documentazione, potrebbe essere controproducente. Al massimo riferisca via telefono, agli addetti di IFIS Banca, il suo indirizzo e-mail,, così se vogliono potranno mandare copia degli attestati che, a loro dire, hanno interrotto i termini di prescrizione.

  12. Lucav76 ha detto:

    Salve Simonetta,
    ti ringrazio molto per la tua cortese risposta, ma come posso mai dimostrare che ho provveduto alla spedizione del videofonino tramite corriere? Io non ho usufruito ne dell’offerta della 3 tantomeno del videofonino visto che ho rispedito tutto al mittente! La società di recupero crediti non gliene frega niente della documentazione che ho a disposizione, loro dicono che visto che sono stati incaricati dalla H3G per un credito, questo esiste e deve essere saldato, altrimenti provvederanno per vie legali (questo in forma intimidatoria al fine di farmi pagare quanto prima!). Io non sono intenzionato di pagare inutilmente per un servizio o telefono che non ho mai usufruito, ho disdetto subito poichè nel 2006 la tre era davvero scadente e mi sono prodigato subito nella rescissione.
    Pertanto per concludere l’unica via è quella di rivolgermi ad un autorità giudiziaria(nello specifico a chi?)?
    Non credo che con la società di recupero crediti si possa trovare un intesa, visto che i toni delle telefonate sono un poco degenerate a seguito di alcune minacce e cattive mie risposte!
    Grazie di tutto
    Luca

    • Simonetta Folliero ha detto:

      Proprio perché lei non è in grado di dimostrare l’avvenuta consegna del videofonino, ho scritto: Qualora, invece, la pretesa dovesse essere inequivocabilmente correlata alla mancata riconsegna del dispositivo mobile dopo l’avvenuta rescissione contrattuale, e solo in questo caso, può cercare un accordo con la società di recupero crediti, tenendo sempre bene e mente che la sua pratica è stata acquistata per non più di una decina di euro (volendo esagerare)..

      La pretesa della società di recupero deve essere motivata. Nulla è dovuto per la penale di estinzione anticipata, essendo stato il recesso effettuato nei termini. Invece, potrebbe essere dovuto un risarcimento per la mancata consegna del dispositivo (legga il contratto, allo scopo).

      Lei scrive sono stati incaricati dalla H3G per un credito, questo esiste e deve essere saldato, altrimenti provvederanno per vie legali . Beh, io al suo posto risponderei tranquillamente “Procedete pure … “. Le società di recupero crediti ingrassano proprio perché puntano, statisticamente, sulla possibilità di entrare in contatto con persone che prendono maledettamente sul serio le minacce di adire vie legali. Ora, mi risponda lei. A fronte di dieci euro al max spesi per la pratica, ne spenderebbe altri duecento (fra avvocato, contributo unificato e spese di notifica) per rischiare di non beccare un cent, dal momento che il debitore potrebbe essere nullatenente o lavorare in nero? E, volendo andare sul sicuro, lei butterebbe via altri cento euro per un’indagine investigativa preliminare finalizzata a sapere se il debitore può essere pignorato con successo?

      Ecco, questi sono i problemi che dovrebbero far comprendere come, a fronte di un costo sostenuto di dieci euro (al max) ed un incasso sperato di 480 euro, dietro la minaccia altrimenti provvederanno per vie legali c’è praticamente il nulla. Delle pratiche come la sua ne hanno migliaia. Ci provano e molti che prima di pagare non si documentano, li trovano di sicuro. Ammortizzando anche i dieci euro (al max) spesi per ciascuna delle tante pratiche che non chiuderanno.

      Lei chiede: l’unica via è quella di rivolgermi ad un autorità giudiziaria (nello specifico a chi?. All’Autorità giudiziaria ci si rivolge per denunciare lo stalking telefonico di chi pretende un pagamento che il debitore ritiene non dovuto. Per quanto proprio i suoi interlocutori le hanno riferito, il creditore che esige il pagamento di un credito, a fronte del rifiuto opposto dal debitore, ha una sola soluzione, quella di rivolgersi al giudice, se lo crede opportuno. Ma, non può tormentare il debitore con contatti telefonici o di qualsiasi altro tipo. Punto.

  13. Lucav76 ha detto:

    Salve a tutti,
    avrei bisogno di un consiglio sulla situazione che sto vivendo attualmente, ovvero:

    nel lontano 06/04/2006 ho stipulato un contratto con la H3G per un videofonino, il contratto prevedeva la risoluzione del contratto entro 10 gg previa penale. Il 13 aprile 2006 provvedo a mandare una raccomandata per rescindere il contratto e successivamente una seconda a compleatamento della prima raccomandata il 26 Aprile 2006, chiedendo dove riconsegnare il videofonino e con quale procedura. Non ho mai ricevuto risposta, nel frattempo la scheda sim è stata disattivata, ho provato a contattare sia via mail che per telefono il centro assistenza della 3 per chiedere come far recapitare il telefono, successivamente finalmente si degnano di rispondere alla mail, e mi dicono come spedire il videofonino. Spedisco tutto tramite corriere DHL secondo le loro indicazioni. Ora a distanza di quasi otto anni una società di recupero crediti incaricata da H3G, mi chiede di pagare 480 euro per la disattivazione anticipata del contratto, quando in realtà avevo disdetto nei termini previsti da contratto. Mi stanno chiamando quasi ogni giorno per indurmi a pagare; io ho ancora conservato sia il contratto che le ricevute della posta per le due raccomandate e la copia della raccomandata inviata. L’unica cosa che non trovo è il documento di spedizione tramite corriere DHL, e quindi non so come dimostrare l’avvenuta spedizione.
    Ma siccome pensavo di aver effettuato tutto correttamente non mi sono preoccupato di conservare tutti i documenti a distanza di oltre sette anni. Ora non so come comportarmi e mi da veramente fastidio dover regalare 500 euro per un servizio che non ho mai usufruito. Per ora non ho provveduto al pagamento e non so se sia il caso di mettere un avvocato e quanto ne valga la pena.
    Spero in un vostro consiglio e vi ringrazio per l’interessamento.
    Grazie
    Luca A.

    • Simonetta Folliero ha detto:

      Lei ha seguito le procedure previste per il recesso più che diligentemente. Cosa è accaduto allora? In uno scenario molto probabile, disegnato sulla base di esperienze simili, qualche impiegato distratto non ha “fleggato” la casellina necessaria a portare il suo contratto nello status di “rescisso”. Oppure, l’addetto avrà registrato solo la data della seconda raccomandata ed il contratto è stato automaticamente classificato come “disattivato anticipatamente”. Passato del tempo, i crediti relativi agli importi, dovuti e non pervenuti, relativi alle disattivazioni anticipate, sono stati venduti in blocco, per pochi euro ciascuno, a società di recupero crediti che vivono di questo. E’ iniziata, così, la pesca a strascico.

      Cosa fare? Se ne ha voglia, può spedire alla società che l’ha contattata copia del contratto e copia della prima ricevuta di spedizione, diffidandola a non inoltrarle ulteriori richieste di denaro. Più praticamente, può mandare al diavolo i suoi interlocutori, e, se proprio insistono, presentare un esposto all’autorità giudiziaria. Una soluzione che funziona molto bene.

      Qualora, invece, la pretesa dovesse essere inequivocabilmente correlata alla mancata riconsegna del dispositivo mobile dopo l’avvenuta rescissione contrattuale, e solo in questo caso, può cercare un accordo con la società di recupero crediti, tenendo sempre bene e mente che la sua pratica è stata acquistata per non più di una decina di euro (volendo esagerare).

  14. camerata ha detto:

    Salve a tutti,
    ho bisogno di un consiglio, vi spiego la mia situazione:
    nel 2010 ho comprato dei mobili a rate, un finanziamento di 5 anni con Fiditalia, purtroppo ho avuto problemi economici e da un anno che non pago più le rate.
    Ma proprio mentre mi stavo rimettendo in piedi e avrei potuto iniziare a pagare gli arretrati e le future rate da 55 euro, questa mattina è venuto a casa un funzionario di un agenzia di recupero crediti, mi ha detto che Fiditalia ha interrotto il finanziamento per decorrenza dei termini, e quindi devo pagare l’intero importo restante che è di circa 2.250 euro, mi ha detto che possiamo anche valutare un saldo a stralci.
    Ho chiamato Fiditalia per informazioni sulla cessione del credito a questa agenzia, ho chiesto se il credito era passato con formula pro solvente o pro soluto, ma Fiditalia mi ha risposto che i creditori sono ancora loro, l’agenzia di recupero credito che mi ha contattato fanno solo da intermediari…e che il credito è ancora di Fiditalia.
    Quello che volevo chiedervi è questo:
    considerando che a questo punto sono già stato segnalato in crif, considerando che ho un contratto a progetto e guadagno 1000 euro al mese, che vivo in affitto, che la mia compagna non lavora da più di un anno, che non possiedo nulla di mobile e immobile, e che la situazione economica dell’ultimo anno mi ha ortato a lasciare indietro tanti altri insoluti (bollette, ecc).
    Vi chiedevo, secondo voi che offerta potrei fare per chiudere il debito con un saldo a stralcio, il funzionario del recupero crediti mi ha detto che secondo lui con 1.500 euro fiditalia potrebbe chiudere, ma per me sono troppi.
    Chiedevo qualche consiglio a voi su come comportarmi, ribadisco che il debito è di 2250 euro.
    Vi ringrazio di cuore per l’interessamento.
    Aspetto una vostra risposta
    gaetano

    • Considerata la situazione, le conviene valutare la possibilità di attendere che il creditore proceda, se lo riterrà conveniente, al pignoramento dello stipendio, nella misura del 20% netto. Il rischio per il creditore è altissimo (il 20% su pochi stipendi, se va bene, potrebbe non coprire nemmeno le spese legali).

      In alternativa può proporre un saldo stralcio alle sue condizioni, però. Non certo con l’importo proposto dal funzionario esattore che le ha fatto visita, che è esorbitante nel contesto economico patrimoniale da lei descritto.

      Insomma, le condizioni può dettarle lei, se proprio intende chiudere la partita. Si tratta di uno dei pochi privilegi di cui può godere un nullatenente.

    • camerata ha detto:

      Simone, la ringrazio per la risposta è stato molto gentile.
      Ma possono pignorare anche uno stipendio da un contratto a collaborazione?
      Considerando che l’importo totale finanziato era 3.000 euro, e io ho pagato solo 800 euro, quindi restano 2200 euro, potrebbero accettare un saldo a stralcio di 900/1000 euro?

    • La possibilità di pignorare lo stipendio di un lavoratore a progetto l’ho segnalata come teoricamente possibile. Ma, come potrà ben capire, ottenuto il pignoramento il progetto potrebbe essersi concluso e il creditore resterebbe con le classiche pive nel sacco.

      Lei provi a proporre 500 euro e veda che effetto sortisce. In casi come il suo quei soldi sono grasso che cola …

  15. mauro ha detto:

    tutto vero quello che dici… il saldo e stralcio può essere vantaggioso ed è unq soluzionema una cosa la vorrei dire a chi ha scritto l’articolo…
    pippo ha contratto un debito ovvero qualcuno li ha ceduto un bene, effettuato un lavoro o un servizio per lui… non meriterebbe il suo compenso? a te piace lavorare gratis? al di la che pippo sia in buonafede o meno cosa succederebbe se tutti fossero come pippo?
    poi che ne sai che la cucina di pippo,l’auto o qualcos’altro si rompa e che pippo abbia di nuovo bisogno di un finanziamento?
    spero che ti capitino tantissimi pippo… vediamo se poi sarai cosi ironico

    • cocco bill ha detto:

      Giustissimo Mauro. Bisogna sempre tener conto di punti di vista diversi. Solo così è possibile affrontare e risolvere le contrapposizioni con equità, buon senso e rispetto reciproco.

      Se ti va vieni al trovarci nel nostro forum

  16. Blues ha detto:

    Vi sono molte inesattezze nell’articolo sopra.
    Si confonde la cessione del credito, con l’affidamento della pratica alle varie società di recupero credito.

    La cessione del credito,avviene quando la Banca/Finanziaria, è consapevole di non poter rientrare del credito vantata, è ciò, deve avvenire con comunicazione al debitore a mezzo lettera raccomandata, con tutti i riferimenti del caso.

    L’affidamento ad agenzie recupero crediti, può avvenire anche dopo una/due rate non pagate,oggi gli affidamenti sono anche per insoluti di fatture di utenze, in questo caso,queste agenzie di tirapiedi,contattano e tartassano il debitore, con i metodi conosciuti, più o meno leciti.

    • cocco bill ha detto:

      Certamente, ha ragione. Non abbiamo sufficientemente differenziato le modalità con cui una società di recupero crediti gestisce la pratica (cessione del credito o temporaneo affidamento) focalizzandoci invece sul comportamento da tenere in simili circostanze.

      Gentile Blues, ringraziandola per il suo prezioso contributo, ci farebbe comunque tanto piacere leggerla, compatibilmente con i suoi impegni prioritari sul forum ADUSBEF, nel forum di indebitati.it.

      Grazie e cordiali saluti

  17. Champion ha detto:

    ciao a tutti!

    vorrei per favore lumi sulla prescrizione dei debiti
    bancari e in articolare quelli derivanti da conto
    affidato in dare. io ho una bambina nata con problemi di salute e purtroppo a causa di ciò ed altri eventi
    a questo concatenati mi trovai oltre 10 anni anni fa
    a non poter rientrare su questo conto affidato anche
    perchè ogni sforzo da parte mia nel rientrare veniva
    puntualmente vanificato dall’applicazione di interessi anatocistici e spese ultralegali varie,la banca senza preavviso alcuno chiude il conto e mi manda la messa in mora(2000) poi a distanza di un anno (2001) gira il credito ad una soc.di rec.(non unirec), questi non fanno nulla (io purtroppo sono nullatenente a causa di questa situazione,spese mediche varie,impossibilità di lavorare per stare vicino alla bambina,no parenti a cui appoggiarsi ecc..viviamo con l’assistenza sociale)per 8 lunghi anni..oggi mi arriva una nuova messa in mora di altra soc.di rec. (non unirec anch’essa) la quale sostiene di aver acquistato in forma pro-soluto dalla banca creditrice:ma se la mia posizione
    era già stata affidata nel 2001 ad una soc.rec.
    perchè mi raccontano che l’hanno acquistata dalla banca? può essere che essendo in difetto di documentazione (dopo quasi 9 anni) stiano raccontando
    storie per farmi credere il contrario?
    questo già un primo dubbio..ma la mia domanda è:
    nonostante la regola generale dica che i debiti
    si prscrivono dopo 10 anni,siamo sicuri che quando
    nessuno si sia mai fatto vivo per reclamarti nulla
    per più di 5 anni e oltre sia sufficiente una semplice racc.ta per far ricominciare il giochino
    dall’inizio? (contro ogni normativa europea esistente!) ho sentito un amico avvocato il quale
    mi riferisce (per aver parlato con altri avvocati
    di primo piano esperti del settore) che qualsiasi tipo di debito (tutti!) se non reclamato tramite racc.o azioni legali ecc. per 3 anni (cioè silenzio assoluto)il debito al 4° anno cade in prescrizione e quindi annullato. la prima messa in mora la ricevetti
    dalla 1a soc.di rec. nel 2001 poi come detto il nulla
    assoluto per ben 9 anni prima dell’attuale nuova messa in mora da parte di altra soc.rec. …potrebbe quindi essere caduto tutto in prescrizione?
    un’altra domanda: il debito riveniente da conto affidato è da considerarsi come “finanziamento”?
    perche se fosse così sappiamo tutti che mutui
    e finanziamenti vanno in prescrizione dopo 5 anni
    e non 10.ed essendo la messa in mora ricevuta dalla prima soc. di rec.cred. datata 2001,dovrei ritenere
    anche in questo caso tutto caduto in prescrizione…
    ma mi rimetto al parere degli esperti e grazie a tutti!!

    • c0cc0bill ha detto:

      Champion, inutile insistere sui tempi di prescrizione. I crediti bancari si prescrivono in 10 anni.

      Porrei, invece, l’attenzione su una evidente e grave contraddizione da lei colta.

      Il credito veniva venduto ad una società di recupero nel 2001 come le risulta da una messa in mora. Adesso un’altra società di recupero crediti la mette in mora affermando di aver acquistato il credito dalla banca.

      Hanno perso tutta la documentazione, secondo me.

      E questa sarà la sua forza, inseme al fatto (non sempre negativo) di essere nullatenente.

      Legga attentamente l’articolo Una guida di sopravvivenza per debitori assediati

      Ed invii subito una raccomandata AR alla società di recupero che la contatta dopo nove anni per ribadire l’impossibilità da parte sua di ricostruire la filiera delle cessioni e quindi la legittima titolarità del credito vantato.

      Sarà comunque istruttivo leggere tutto quanto presente nella sezione Consigli al debitore.

      Servirà a trattare con i creditori con cognizione di causa, preparazione, conoscenza dei suoi diritti e senza alcuna sudditanza psicologica. E, soprattutto, le conoscenze che acquisirà le eviterà di andare incontro ad altre fregature, spesso offerte come soluzioni dalle società di recupero crediti.

      Infine, voglio ricordarle quello che scriveva alcuni giorni fa Eugenio Scalfari su Repubblica:

      Gli imprenditori lamentano soprattutto due cose: la mancanza d’ una riduzione fiscale tante volte promessa e mai avvenuta e il tempo maledettamente lungo impiegato dalle pubbliche amministrazioni locali e centrali per pagare i debiti contratti con le imprese.

      Una volta si trattava di 30 giorni, poi di 60; adesso ne passano mediamente 130, cinque mesi, prima di incassare qualche spicciolo. Per rimediare a questo tardivo spicciolame, cresce vertiginosamente il numero di piccole imprese che imboccano la via del concordato.

      Si parla di concordato quando un’ azienda si trovi in una situazione di pre-fallimento. Invece di fallire propone un concordato ai creditori. Un tempo il concordato si faceva intorno al 50 per cento dei crediti.

      Coi tempi che corrono è sceso vertiginosamente: siamo in media intorno al 20 con punte al ribasso che arrivano fino al 7 per cento. I creditori, anziché perder tutto, accettano.

      Scalfari parlava di concordato fra aziende e creditori. Ma non c’è alcuna differenza con le famiglie. I concordati si fanno (e si son sempre fatti) anche fra famiglie e creditori.

      Alla fine proporrà un concordato del 5% sull’importo nominale del debito. Non una lira di più.

    • Champion ha detto:

      Grazie infinite Coccobill!

      Se loro non avessero documenti (o solo parzialmente)
      potrei quindi già contestare la legittimità da parte loro di reclamare ciò che mi stanno chiedendo?(€.9,000)Quindi non avrebbero nemmeno strumenti
      legali (ammesso di avere beni/redditi da aggredire che non ho)per perseguirmi in giudizio con precetti
      e quant’altro? Infatti quella che mi è arrivata è una lettera che cita solo l’importo ma nessun accenno
      a data a cui risalirebbe il debito e a come si è formato (sarebbero obbligati a dirmi l’importo di spese e interessi..giusto?)In più sò che potrei chiedere copia della lettera con cui la presunta banca cedente/creditrice ha girato a loro la mia posizione per il recupero…e anche qui nessun accenno naturalmente!Solo per sapere se ciò
      sarebbe già un argomento forte di trattativa.

      L’importo nominale del debito sarebbe quello che la soc.di rec. attuale (questa ultima che mi ha inviato
      nuova messa in mora dopo 9 anni) sta reclamando?
      Sono €.9,000 ma il debito reclamato nel 2001 da quell’altra soc.rec.era addirittura ancora espresso in Lire (L.13,000,000) e come accennato frutto
      già quello di illegale applicazione (x 8 anni abbondanti) a tutti gli effetti di interessi anatocistici ed ultralegali da parte della banca creditrice/cedente cioè attuali €.6,500 circa…come dire che la mia idea di nominale sarebbe questa e non i 9,000 euro che quest’ultima reclama…a questo punto
      mi sembra di capire che se offrissi 1,000 euro e per
      di più a rate potrebbero accettarli ugualmente?
      (io non ho reddito/no sostanze immobiliari)
      Infatti dopo 9 anni e in seconda girata da altra soc.rec.e probabilmente senza doc.ne alcuna (o al massimo parziale) a quanto possono aver acquistato
      il credito vantato nei miei confronti? Probabilmente
      a non più di 200 euro…L’esempio di “Pippo”qui sopra
      sembra proprio calzarmi a pennello…e in più dimenticavo di dirti che fermo purtroppo lo stato di nullatenenza, sono per di più residente all’estero
      come dire che se pagassi la cifra sopra citata sarebbero per loro soldi trovati letteralmente per strada…o sbaglio? Un affettuoso ringraziamento
      Cocco e tutto il bene possibile!

    • c0cc0bill ha detto:

      Senza veder provata la legittimità della titolarità del credito, che facciamo, saldiamo il debito con il primo che bussa alla porta? Con il rischio di veder arrivare domani un altro creditore con la lettera di cessione?

      E ci vuole l’estratto conto. Mica gli interessi legali, quelli di mora, le spese di esazione si quantificano così a spanne. Come riportato nella “Guida di sopravvivenza per debitori assediati”.

      Il povero debitore deve controllare che gli interessi applicati non siano usurari, o no? Ed in tal caso non è suo dovere informare l’Autorità Giudiziaria per le indagini di rito, ed anche la Prefettura per l’eventuale ritiro della licenza per il recupero dei crediti?

      Attenzione però a procurarsi le dovute pezze di appoggio da mostrare al giudice. Le contestazioni vanno fatte con raccomandata AR.

      Anche i (presunti) creditori possono essere messi in mora … come è riportato negli articoli della sezione “Consigli al debitore”

    • Champion ha detto:

      Quindi Cocco..ciao anzi tutto!

      Tu mi stai dicendo che la prima mossa da fare
      ancor prima di iniziare una qualsiasi trattativa
      sarebbe quella di chiedere comprova della doc.ne
      che mi riguarda e il dettaglio di oneri int.e spese,
      e in più copia della lettera della banca che loro
      sostengono gli abbia girato il credito vantato nei miei confronti…corretto?

      Mi confermi quindi che se dovessi addivenire a un
      pagamento di 1,000 euro (e magari a rate) come saldo a stralcio (previa liberatoria di “nulla più devo” per loro sarebbero soldi “trovati in terra”? Il valore nominale del debito sono i €.9,000
      che mi stanno chiedendo? Tu sostieni che un concordato
      al 5% (cioè 450 euro) sarebbe già una buona offerta
      giusto? Ne offrissi 1,000 quindi ancor di più…o no?
      GRAZIE CARISSIMO!

  18. flavio ha detto:

    buongiorno volevo chiederle sono separato ma il 30 agosto del 2008 o fatto uno sbaglio tornando a casa dalla mia ex e comprai un televisore al plasma facendo dei bollettini ne o pagate quasi la meta’ ma adesso non riesco piu a far fronte ai pagamenti avevo detto alla mia ex continua tu a pagarli e il televisore resta con te lei mi a detto che non paga e il televisore resterà con lei a casa cosa posso fare

    • c0cc0bill ha detto:

      cosa vuole che le dica.

      ha solo una opzione, quella di tornare a casa della sua ex-moglie e riappropriarsi del televisore.

      in effetti non può citare in giudizio la sua ex perchè i debiti contratti da lei (ex marito) dopo la separazione, non sono ascrivibilI alla sua ex-moglie, neanche in quota del 50%, anche se si tratta di debiti contratti nell’interesse della (ex) famiglia.

  19. maria ha detto:

    vorrei consigli su come un bravo esattore inizia il dialogo per la riscossione del credito e come si pone davanti ad un debitore che non ha soldi per convincerlo ad attuare un piano di rientro fattibile

  20. pasquale ha detto:

    Sono un agente di recupero crediti stragiudiziari, vorrei sapere se con queste informazioni aiutate i debitori a continuare a sbagliare a non pagare o solo una forma seppur sbagliata di far conoscere come operano le società di recupero crediti italiane.

    Grazie e distinti saluti

    • c0cc0bill ha detto:

      Pensiamo di aiutare i debitori a difendersi dagli abusi perpetrati da alcune società di recupero crediti e da alcuni agenti esattoriali.

    • pasquale ha detto:

      Dovete sapere che per le società di recupero crediti e agenti sono finite l’ere della cuccagna dove si spaventava il debitore e lo si induceva a pagare con obbligo e paura oggi si va con i piedi di piombo per evitare denunce per violazione della privacie o comportamenti scorretti e prepotenti e poi spesso e volenieri si cerca insieme al debitore una soluzione bonaria indolore e lo si induce con gentilezza a farlo ragionare per farlo pagare e fargli cancellare le iscrizioni nelle centrali rischi, oggi siamo diventati veri e propri padri confessori cerchiamo nel nostro piccolo di ascoltare e trovare una soluzione; quindi consigliate chi ci legge a pagare perche e non a continuare a non pagare ipotesi “è un lavoratore gli si rompe la macchina è da buttare, non c’è danaro per acquistarla la macchina gli necessita per lavorare non potrà andare a fare la spesa settimanale con la mcchina con la moglie è iscritto nella centrale rischi nessuno gli concede finanziamento andrà a piedi a lvorare e a fare quello che era abituato a fare , invece non ha alcuna iscrizione centrale rischi le porte sono aperte e io continuerò ad andare a lavoro con la macchina e non sarà costretto a far girare la mente per come fare a trovare il danaro e in alcuni casi a delinquere.
      Grazie

    • c0cc0bill ha detto:

      Ne prendo atto, caro Pasquale e mi fa molto piacere apprendere che l’ambiente delle sdr è diventato finalmente quello che tu descrivi. Per un addetto al recupero crediti è indice di vera professionalità comportarsi come “un padre confessore”.

      Del resto per … ehm … par condicio, abbiamo anche una sezione interamente dedicata al recupero crediti.

      Spero tu voglia visitarla: è qui

      Questo blog è aperto ai contributi di chicchessia, quando siano espressi in termini pacati e civili. Quando vorrai potrai intervenire liberamente in questo forum per dire la tua.

  21. ciro ha detto:

    Gentile coccobill

    Ho mandato un’e-mail alla CRIF,onde capire cosa significa Eventi negativi (ossia morosità,gravi inadempimenti ,sofferenze ) non sanate-36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui e risultato mecessario l’ultimo aggiornamento(in caso di accordi successivi o altri eventi rilevanti in merito al rimborso )-

    La CRIF mi ha madato la seguente risposta :
    Gentile cliente il punto da lei citato significa che le posizioni chiuse in modo irregolare,ossia senza che i ritardi di pagamento siano stati sanati,verranno conservate per 36 mesi dalla data di chiusura del rapporto.-

    Allora perchè la CRIF,quando chiedo,del mio nome alla banca dati,risulta sempre un debito non sanato ,di cui il rapporto e terminato nel 2002, e sono trascorsi 6 anni.il doppio del previsto..

    IO la E-mail inviatomi dalla CRIF,la posso usare come prova per eventuale richiesta risarcimento del danno,per la mancata cancellazione.
    Ringrazio

    Ciro

    • c0cc0bill ha detto:

      Ciro ci vorrebbe un legale, e comunque è difficile dimostrare l’esistenza di sistemi paralleli a quelli ufficiali da cui risulti, oltre ogni ragionevole dubbio, che le informazioni rimangono nel circuito delle finanziarie anche in seguito alla cancellazione imposta dal garante dopo 36 mesi (diritto all’oblio).

      L’esperienza che noi abbiamo, ricavata da interventi di lettori come te per casi come il tuo, è che, se non si sana la posizione liberatoria, nessuno concede più i finanziamenti richiesti, anche se “ufficialmnte” non si risulta iscritti a nessun elenco di cattivi pagatori.

      Addirittura, anche pagando, talvolta si resta incagliati in queste liste, come potrai capire leggendo questo articolo pubblicato proprio ieri sul blog.

  22. Giuseppe ha detto:

    Buongiorno a tutti i lettori,
    mi e’ sembrato di capire che alla fine della storia il sig. PIPPO e’ un eroe… che al giorno d’oggi si puo’ tranquillamente truffare banche e finanziarie…Penso sarebbe opportuno da parte di chi scrive su questo sito distinguere tra chi i debiti non puo’ pagarli per difficolta’ oggettive e chi li fa certo che non li paghera’…. e ce ne sono tanti miei cari signori.
    Dare addosso ad una categoria di lavoratori (perche’ malgrado quello che si possa pensare si tratta di una categoria di professionisti), non e’ una cosa corretta. Gente preparata professionalmente, aggiornata in continuazione su tutto il mondo bancario/antiriciclaggio/privacy/ecc, che esce la mattina e rientra la sera con un bagaglio di esperienze tra la gente piu’ disparata, che si fa portavoce di molteplici problemi da riversare alle varie societa’ creditrici per trovare la soluzione (spesso in tempi brevissimi), con il rischio di esser rapinato (con il consegnente rimborso di quanto sottrattogli), ed altro che non sto qui a specificarVi. Sara’ anche vero’ che esistono anche piccole societa’ che svolgono questo tipo di attivita’, ma arrivare a raccontare di gente che si spennella le unghie o che sta preparando il ragu’ mi sembra eccessivo. Vi ricordo che l’UNIREC e’ un ente che annovera le societa’ che operano nel settore, iscrizione al momento non obbligatoria (e peraltro con costi non indifferenti di iscrizione). Parecchie societa’ non iscritte a questo ente, gestiscono i crediti quando sono ancora freschi e non ancora ceduti (prendono il mandato direttamente dalla finanziaria) quindi possono essere la prima risoluzione delle varie iscrizioni (CRIF ecc ecc) e per consentire al debitore con poche rate arretrate, di ripianare il proprio debito e far effettuare la cancellazione della segnalazione.
    Ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia ma preferisco fermarmi qui.

    Buona giornata a tutti

  23. karalis ha detto:

    Salve, volevo farvi alcune domande strane: le finanziarie che decidono comunque di concederti un prestito consapevoli di provocare un sovraindebitamento(es. ti concedono prestiti anche se sanno che ne hai altri cinque e un solo stipendio),hanno diritto alla riscossione del credito? e in che misura? non crede che abbiano delle responsabilità anche loro se un individuo non riesce più a pagare i debiti?Grazie infinite x il vostro aiuto siamo tutti un pò disperati.saluti

    Commento di EGIZIANA | Venerdì, 3 Ottobre 2008

    Sono perfettamente d’accordo.

    E profondamente convinta che, quando si concedono prestiti a chi ne ha altri quattro, le finanziarie non lo facciano per nobili scopi filantropici, bensì per pura avidità.

    E’ questa la ragione per cui non ho alcuna remora, su questo blog, a fornire indicazioni utili a chi non è più in grado di pagare.

    Molte critiche nei commenti dei lettori sono state mosse a questa scelta: è eticamente e moralmente scorretto, ci è stato scritto, incoraggiare il debitore a non pagare i propri debiti.

    E figuriamoci. Se il credito è erogato dall’amico, dal familiare, dal conoscente per consentire al debitore di risolvere problematiche importanti (lavoro, famiglia, studio, malattia, imprevisti della vita) in un contesto sociale caratterizzato da solidarietà e partecipazione (tipico di quello che oggi si definisce microcredito) sarò la prima a stigmatizzare e censurare comportamenti elusivi del debitore rispetto all’obbligo di onorare l’impegno assunto e cioè la restituzione del dovuto.

    Ma quando entro in un negozio per un acquisto e mi si dice che per ottenere uno sconto sul prezzo l’unica possibilità è quella di stipulare un contratto di prestito con una finanziaria, allora, se ancora ne avessi, cadono tutti i condizionamenti di ordine etico morale che, altrimenti, mi avrebbero impedito di scrivere ciò che ho scritto in questo blog.

  24. karalis ha detto:

    buon giorno, innanzitutto complimenti per il sito e per tutte le informazioni. ho bisogno di un consiglio …sposata con 3 figli minorenni, mio marito ed io siamo dipendenti pubblici,con un sovraindebitamento tale da fare ogni mese salti mortali. abbiamo sempre pagato a tutti regolarmente a volte ricorrendo a nuovi debiti per evitare di pagare in ritardo o di non pagare proprio. ora ci troviamo nella situazione di non poter pagare più in quanto lavoriamo tanto paghiamo a tutti, e alla fine viviamo solo con 300 euro per tutto il mese. abbiamo chiesto un consolidamento ma non è stato accettato perchè non abbiamo la casa di proprietà, i due stipendi hanno già i quinti impegnati, possediamo una sola macchina, abitiamo in affitto paghiamo tra l’altro 600 euro e per raggiungere il luogo di lavoro consumiamo circa 15 euro di benzina al giorno. cosa posso fare. grazie.

    Commento di gary | Martedì, 23 Settembre 2008

    Semplicemente scrivendo ai creditori.

    Ripetendo la descrizione qui fatta sulla vostra situazione ed annunciando una interruzione dei pagamenti.

    Se i quinti dei due stipendi sono già impegnati per finanziamenti di credito al consumo, potranno al massimo pignorarvi un altro quinto ciascuno.

    Dopodichè gli altri creditori potranno solo accodarsi.

    Se proprio volete, aggiungete che vi farete vivi per concordare un piano di rientro a saldo e stralcio se e quando la situazione economica dovesse migliorare.

    Pregando tutti di astenersi da telefonate e/o visite non concordate presso il domicilio.

    Non c’è niente altro da fare.

  25. karalis ha detto:

    una cosa che mi sono sempre chiesto è:
    A ha un debito con la finanziaria B; A non vuole/non può pagare; la finanziaria B procede legalmente contro A. le spese processuali saranno a carico di A?

    grazie per l’attenzione

    Commento di Giuliano | Domenica, 21 Settembre 2008

    Di solito è così.

    ALLORA A QUESTO PUNTO CADE TUTTO IL SIGNIFICATO DEL POST. SI ERA DETTO CHE ALLE SOCIETA’ RECUPERO CREDITI NON CONVIENE ANDARE IN FASE GIUDIZIALE PER POCHE MIGLIAIA DI EURO E QUINDI è POSSIBILE UNA TRATTATIVA. MA SE I COSTI GIUDIZIALI SONO POI A CARICO DEL DEBITORE, IL CREDITORE HA IN OGNI CASO CONVENIENZA A MUOVERE AZIONE LEGALE PER RECUPERARE IL PROPRIO CREDITO. O NO?

    Commento di Giuliano | Lunedì, 22 Settembre 2008

    Le spese sono spese e devono essere anticipate: vanno agli avvocati, ai periti, allo Stato (per quelle di giustizia solo una minima parte sono poste, alla fine del procedimento, a carico del debitore), agli impiegati che lavorano la pratica.

    Il creditore rischia già il capitale. E’ davvero così conveniente anticipare spese per perdere anche quelle se il debitore si rivela poi insolvente e non ha beni nella sua disponibilità che possano essere convenientemente aggrediti?

    Se il debitore ha da perdere, non arriva certo alla fase giudiziale (almeno se non vi è costretto dall’impossibilità materiale di onorare il debito). Ma, in questo caso parliamo di grosse cifre e di beni immobiliari, non certo di auto candidate allo scasso o di stipendiucci da fame per rapporti di lavoro che possono essere interrotti di punto in bianco (per cui si arriva al pignoramento del quinto ma il debitore non lavora più lì ed ha ritirato anche l’eventuale liquidazione).

    Comunque tue deduzioni meritano tutto il rispetto ad esse dovute. Ne prendo atto.

  26. c0cc0bill ha detto:

    una cosa che mi sono sempre chiesto è:
    A ha un debito con la finanziaria B; A non vuole/non può pagare; la finanziaria B procede legalmente contro A. le spese processuali saranno a carico di A?

    grazie per l’attenzione

    Commento di Giuliano | Domenica, 21 Settembre 2008

    Di solito è così.

  27. c0cc0bill ha detto:

    ho praticamente ripianato le spettanze col fisco,(anche quelle non dovutogli)ho la divisione dei beni con mia moglie che adesso non possiede più niente, in quanto ha venduto una attività con i soldi che gli ho prestato e che naturalmente ho preteso indietro anche se purtroppo non tutti, il fisco dopo anni sembra che mi abbia lasciato in pace mentre per mia moglie è iniziata la trafila sperando che tutto sia a posto. dovessero arrivare richieste dal fisco a cui mia moglie non può far fronte in quanto non possiede nulla se non un automobile che vale si e no 100 €. avendo la divisione dei beni, non potendo pagare cosa le richiedono cosa succede dopo tanti anni?

    Commento di valerio | Lunedì, 15 Settembre 2008

    I debiti contratti quando il regime era di condivisione dei beni restano in regime di condivisione. Cioè, per quei debiti, marito e moglie restano coobbligati.

    Ed il fisco può rivalersi su uno dei due, a propria scelta.

    Per tutti i debiti, invece, che hanno origine in epoca successiva alla data in cui è stato effettuato il cambio di regime, resterà obbligata solo tua moglie.

  28. karalis ha detto:

    Ti ringrazio per le informazioni, il fatto è che lei è capace di non aprire agli ufficiali giudiziari che verranno da lei per il pignoramento facendo finta di non essere in casa. In tal caso cosa può accadere?

    Cercherò di farla ragionare anche se mi sembra impossibile visto che l’ultima volta ci siamo insultati e non mi parla più. Grazie ancora per le informazioni

    Commento di m.l | Venerdì, 12 Settembre 2008

    Con l’ausilio della forza pubblica e di qualche artigiano le sfondano la porta.

    Comunque la procedura per il pignoramento di un immobile non è immediata.

    Tanto più che l’immobile deve essere poi venduto all’asta.

    L’iter prevede molti punti in cui volendo (ma sempre con aggravio di ulteriori spese) è possibile evitare il prosieguo della procedura.

  29. karalis ha detto:

    buonasera, inanzitutto volevo farvi i miei complimenti per il vostro sito nel quale ho trovato informazioni utilissime più volte in passato, ora vorrei porvi un problema riguardante una mia ex ragazza.
    M.J. non ha mai pagato le multe che le arrivavano e l’erario l’ha finalmente raggiunta nella sua nuova casa comperatale dal padre ma intestata a lei.
    Esiste un contratto privato tra lei e suo padre firmato davanti ad un notaio nel quale le si impedisce la vendita di tale casa fino a che il padre sarà in vita ( scusate ma non so essere più preciso a tale riguardo in quanto ho solo il racconto di tale ragazza e non ho visto il suddetto documento).
    Equitalia ha mandato più volte sollecito di pagamento proponendo tre rateizzazioni per un totale di 5000 euro circa. nell terzo avviso visto che lei non aveva ancora pagato la prima rata che risulta così già scaduta si faceva presente che avrebbero proceduto al fermo amministrativo e credo al sequestro del suo mezzo (che non valeva ormai più di 500-1000 euro e che credo essere già stato effettuato perchè non ho più visto la sua auto) al pignoramento dei suoi beni e, se non fosse stato sufficente o possibile procedere in tale senso, all’ipoteca dell’abitazione a lei intestata. Attualmente la ragazza in questione lavora part-time (in nero credo) per una società che si occupa di marketing telefonico guadagnando circa 7-800 euro al mese.
    Volevo sapere:
    a) quali sono i tempi per il tentativo di pignoramento dei beni.
    b) se la ragazza in questione rifiutasse di aprire la porta agli agenti che si occupano della riscossione, in generale di accettare il pignoramento dei propri beni, cosa accadrebbe?
    c) dopo quale periodo dal terzo avviso scatta l’ipoteca sull’immobile (il valore dell’immobile è di circa 120000 euro e non è gravato da mutuo)
    d) tale ipoteca in che modalità viene affettuata, chi ne è il beneficiario ed entro quanto tempo il propietario dell’immobile la deve estinguere prima che ci siano conseguenze, quali sono le possibili conseguenze di tale ipoteca?
    e) nonostante i pessimi rapporti che ora mi legano a lei, mi ha chiesto di aiutarla senza dirmi il motivo per cui le servivano quei soldi, io l’ho scoperto per altre vie e vorrei aiutarla evitandole l’ipoteca e successivi guai ma non rimetterci.
    Potrei subentrare ad equitalia nella riscossione del debito? in tal caso io non avrei fretta a riavere quei soldi, esisterebbe qualche scadenza oltre la quale il mio eventuale credito cesserebbe di avere valore legale? potrei subentrare eventualmente nell’ipoteca per avere una qualche copertura se lei decidesse di non restituirmi i soldi vista la situazione tra noi comunque molto tesa?

    Vi ringrazio per l’attenzione
    M.L.

    La tua ex-ragazza è messa malissimo. Fossi in lei vedrei subito come pagare il debito con il fisco.

    Le scritture private davanti al notaio obbligano lei a non vendere.

    Per il fisco quella scrittura privata è meno che carta straccia. Equitalia pignora la casa, la vende per quattro soldi giusto quelli necessari a pagare l’ipoteca e soddisfare il proprio credito comprensivo di interessi e spese. Se resta qualche spicciolo lo prende la tua ex.

    Non ho capito la cosa di volere subentrare. Basta prestare i soldi alla tua ex e subentri. Equitalia formalmente non ti conosce, nè vorrà mai farlo.

    Per il resto, opposizioni al pignoramento … lascia stare. La caricano sul cellulare (non il telefonino eh) e la portano in commissariato.

  30. karalis ha detto:

    Buonasera.
    4 anni fa chiesi un prestito per l’ acquisto di una cucina e di una cameretta e ho sempre pagato puntualmente tutte le rate, spesso anche in anticipo. Nel mese di marzo di quest’ anno, giunge una telefonata a mia figlia, intervenuta come garante, con la quale comunicano che non è loro pervenuta l’ ultima rata di contratto scadente il 15 febbraio 2008 e da me pagata molto anticipatamente. Mia figlia risponde che abbiamo il bollettino attestante il pagamento e, su loro richiesta, lo inviamo varie volte a mezzo fax ed infine anche a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. Trascorse circa due settimane veniamo ricontattate, sempre tramite mia figlia (sebbene loro abbiano anche il mio recapito) e ci chiedono di inviare copia di tutti i bollettini. Purtroppo non riesco a trovare la ricevuta di un bollettino che non è relativo alla rata da loro inizialmente contestata e, sicura di averla pagata, abbiamo richiesto copia di un estratto conto che ci è stato consegnato a mezzo fax dopo insistenze. Da questo estratto conto la rata di cui non ho la ricevuta, ma ripeto non da loro contestata, risulta pagata e non risulta quella scadente nel febbraio 2008, ma della quale, come detto, ho la ricevuta che ho loro inviato. Nonostante ciò abbiamo ricevuto ancora numerose telefonate anonime e condite di mistero dal momento che improvvisamente, sempre contattando mia figlia, non volevano più parlare con lei, ma le chiedevano di parlare esclusivamente con me. Da notare che siamo state contattate anche in orari differenti da quelli d’ ufficio e di sabato pomeriggio da una sedicente avvocato. Inoltre negli ultimi contatti telefonici, questi personaggi, improvvisamente, non sapevano più quale fosse la rata loro mancante. Infine ci è giunta comunicazione scritta (non raccomandata A.R., ma semplice posta prioritaria) da parte di una società di recupero crediti che, da quanto ho visto dall’ elenco qui gentilmente fornito, fa parte dell’ UNIREC.
    Come comportarmi?
    L’ estratto conto può avere valenza legale a dimostrazione dell’ avvenuto pagamento della rata di cui non trovo la ricevuta?
    Ringraziando per l’ attenzione prestata e per l’ eventuale risposta, auguro un buon proseguimento di serata.

    Commento di Donna arrabbiata | Domenica, 31 Agosto 2008

    No , l’estratto conto non ha alcuna valenza, potendo io prelevare una somma equivalente all’importo del bollettino da pagare senza poi effettuare il versamento.

    Qui l’errore è stato quello di fornire informazioni non dovute ad interlocutori telefonici non meglio identificati.

    L’unica cosa da fare adesso è chiedere, in occasione del prossimo contatto telefonico, di inviare una lettera raccomandata con il dettaglio degli addebiti che vengono contestati. Senza fornire, via telefono ulteriori informazioni.

    Poi si vedrà.

  31. karalis ha detto:

    Innanzi tutto vorrei ringraziarti per essere cosí disponibile ed aiutare tante persone che altrimenti non potremmo accedere ad un prezioso consiglio.
    Mi hai risposto: “Fare nulla è l’ultima cosa da fare!!!” perció ho telefonate alla societá recupero crediti ed effettivamente devo dichiararmi in colpa…successe nel 91 che comprai attraverso un credito inunnegozio uno stereo hi-fi per 1,9 milione di Lit; ho pagato 3 rate e poi sono emigrato trascurando il resto delle rate. Perció ‘mea culpa’. Adesso i 1,9 mil. (meno de 1000 Euro) sono diventati 18mila Euro… e purtroppo non avendo beni di nessun tipo, né risparmi non posso far fronte al pagamento. La societá recupero mi ha detto che un’unica soluzione di 10mila Euro andrebbe benissimo oppure un piano di rientro per 15mila Euro rateale. Ho risposto che per me é assolutamente impossibile!! Sono scesi fino agli 8000 mila ma neanche lí, realisticamente parlando, potrei far fronte. Ho detto che vedró quello che posso fare e che avrei richiamato. Purtroppo peró tutto ció che posso offrire sono 100 Euro al mese per un anno finché sono in Spagna con la borsa di studio, poi dopo ritorneró in Sudamerica e saró sicuramente senza lavoro e non so se riusciró a far fronte ai quei 100 Euro mensili e non vorrei iniziare un piano di rientro che non so se potró compiere. Lei crede che sia realistico offrire 12 rate da 100 Euro oppure mi rideranno in faccia? Nella prima comunicazione mi sono dimenticato di dirLe que la Cassa di Risparmio ha venduto la mia pratica ad una societá che la ha a sua volta venduta ad un’altra che successivamente l’ha rivenduta a quest’ultima societá che mi ha rintracciato. Mamma mia che casotto…le cose che si fanno a diciott’anni !!! Mille grazie.

    Commento di Fiona | Venerdì, 29 Agosto 2008

    Io ti consiglierei di non pagare nulla, sei sicuro di essere iscritto nella banca dati dei cattivi pagatori? nel 91′ ancora non esisteva.

    Se poi la tua pratica è di quarta mano ancora meglio, sicuramente via via…. da una cessione all’altra.. hanno smarrito parte della documentazione.

    Per poter procedere con un decreto ingiuntivo devono produrre tutti gli estratti conto ( pensare che ne siano provvisti è come credere agli asini che volano).

    Commento di Pierpaolo Guerra | Venerdì, 29 Agosto 2008

    Fiona, il consiglio del sig. Guerra è senz’altro condivisibile.

    Magari dopo aver fatto richiesta, appunto, della documentazione.

    Anche io sono sicura che non abbiano nulla.Al massimo solo un foglio con la somma dovuta. Ma senza una documentazione dettagliata e probante delle somme a capitale e degli interessi applicati (che qui sono al 99% usurari) nessun giudice concederebbe un decreto ingiuntivo.

    Questo ovvio, vale per il futuro. Nel caso in cui, con un pò di fortuna, riesci a ristabilire la tua situazione economica.

    E, giusto, difficile che nel 91 abbiano potuto iscriverti ad una banca dati di cattivi pagatori. Semmai per esserne certi potresti chiedere un accesso ai dati.

    Le informazioni necessarie sono disponibili nella sezione CATTIVI PAGATORI

  32. Pierpaolo Guerra ha detto:

    Innanzi tutto vorrei ringraziarti per essere cosí disponibile ed aiutare tante persone che altrimenti non potremmo accedere ad un prezioso consiglio.
    Mi hai risposto: “Fare nulla è l’ultima cosa da fare!!!” perció ho telefonate alla societá recupero crediti ed effettivamente devo dichiararmi in colpa…successe nel 91 che comprai attraverso un credito inunnegozio uno stereo hi-fi per 1,9 milione di Lit; ho pagato 3 rate e poi sono emigrato trascurando il resto delle rate. Perció ‘mea culpa’. Adesso i 1,9 mil. (meno de 1000 Euro) sono diventati 18mila Euro… e purtroppo non avendo beni di nessun tipo, né risparmi non posso far fronte al pagamento. La societá recupero mi ha detto che un’unica soluzione di 10mila Euro andrebbe benissimo oppure un piano di rientro per 15mila Euro rateale. Ho risposto che per me é assolutamente impossibile!! Sono scesi fino agli 8000 mila ma neanche lí, realisticamente parlando, potrei far fronte. Ho detto che vedró quello che posso fare e che avrei richiamato. Purtroppo peró tutto ció che posso offrire sono 100 Euro al mese per un anno finché sono in Spagna con la borsa di studio, poi dopo ritorneró in Sudamerica e saró sicuramente senza lavoro e non so se riusciró a far fronte ai quei 100 Euro mensili e non vorrei iniziare un piano di rientro che non so se potró compiere. Lei crede che sia realistico offrire 12 rate da 100 Euro oppure mi rideranno in faccia? Nella prima comunicazione mi sono dimenticato di dirLe que la Cassa di Risparmio ha venduto la mia pratica ad una societá che la ha a sua volta venduta ad un’altra che successivamente l’ha rivenduta a quest’ultima societá che mi ha rintracciato. Mamma mia che casotto…le cose che si fanno a diciott’anni !!! Mille grazie.

    Commento di Fiona | Venerdì, 29 Agosto 2008

    Io ti consiglierei di non pagare nulla, sei sicuro di essere iscritto nella banca dati dei cattivi pagatori? nel 91′ ancora non esisteva.

    Se poi la tua pratica è di quarta mano ancora meglio, sicuramente via via…. da una cessione all’altra.. hanno smarrito parte della documentazione.

    Per poter procedere con un decreto ingiuntivo devono produrre tutti gli estratti conto ( pensare che ne siano provvisti è come credere agli asini che volano).

  33. karalis ha detto:

    Lei crede che sia realistico offrire 12 rate da 100 Euro oppure mi rideranno in faccia? Nella prima comunicazione mi sono dimenticato di dirLe que la Cassa di Risparmio ha venduto la mia pratica ad una societá che la ha a sua volta venduta ad un’altra che successivamente l’ha rivenduta a quest’ultima societá che mi ha rintracciato. Mamma mia che casotto…le cose che si fanno a diciott’anni !!! Mille grazie.

    Per quanto siano passati 17 anni, sarebbe curioso conoscere che tipo e quali percentuali di tasso di interesse siano stati applicati. Secondo me, hanno oltrepassato, spesso e volentieri, il tasso di usura.

    Proprio per far comprendere che forse sarebbe meglio addiveneire ad un accordo equo e conveniente per entrambe le parti, io richiederei un estratto conto con documentazione dettagliata delle modalità di calcolo degli interessi.

    E’ importante conservarlo a futura memoria. Non si sa mai: le tue condizioni economiche in futuro potrebbero migliorare e questi sarebbero capaci, fra qualche anno, di presentarti una richiesta di 50 mila euro per nemmeno 1000 euro di debito del ’91.

    E’ un diritto del debitore essere messo al corrente di come si siano formati i 18 mila euro di debito. La richiesta, ovviamente, va inoltrata tramite raccomandata A.R.

    Per l’accordo va richiesto anche l’impegno a rilasciare, a pagamento concluso, la liberatoria finalizzata a poter ottenere la cancellazione dalla banca dati dei cattivi pagatori.

    Dopodichè procederei ad inviare alla società di recupero, che ha in cessione il tuo credito, una relazione scritta della situazione economica attuale. Praticamente le cose cui hai fatto riferimento in questo commento. Aggiungendo, alla fine, una proposta di saldo e stralcio per 1200 euro, con piano di rateazione di 100 euro mensili.

    A me sembra una proposta ragionevole.

    Un debito di quasi mille euro del 91, con debitore pressochè irreperibile, lo si compra a non più di 10 euro.

    Togliendo le spese per qualche raccomandata di messa in mora, una decina di minuti di ricerca anagrafica, un quarto d’ora di phone collection, l’affitto dello spazio necessario per tenere archiviato il faldone della tua pratica, restano oltre 1000 euro di guadagno netto per la società di recupero.

    Io sono convinta che accetteranno. Non immediatamente, forse, ma solo per salvare la faccia. Ma basta insistere e far capire che non c’è trippa per gatti…

  34. karalis ha detto:

    Grazie per l’attenzione e per le risposte, e se non sono invadente ne chiedo qualcun’altra:al fine unico di sottrarre,nell’eventualità che venissi rintracciato,il bene societario al pignoramento,è fattibile una scrittura privata,controfirmata dalle parti e da testimoni,in cui la cessione delle quote della società,che farei ufficialmente ad un socio,fosse in realtà ritenuta nulla o qualcosa di simile? Fermo restando la cessione delle quote per non creare ulteriori “casini”,e siccome vorrei onorare comunque il debito,se avessi uno stipendio,per quanto modesto ed in valuta locale,ha un senso proporre alla finanziaria già ora la cessione del 5° di questo stipendio,ovvero proporlo nel momento in cui fossi rintracciato dal recupero crediti?
    Ancora grazie, mi siete di grande aiuto a chiarirmi le idee.
    Gc.

    Commento di Giancarlo | Giovedì, 28 Agosto 2008

    La pubblicità dell’atto notarile serve proprio a questo: evitare la potenziale giungla di contratti privati per stabilire la proprietà di un bene.

    Ai fini di una eventuale procedura esecutiva l’unica rilevanza è data dalla scrittura pubblica.

    Dunque la tua quota societaria verrebbe comunque aggredita, con in più una eventuale azione legale e risarcitoria da parte di quelli che sarebbero i possessori delle quote in base alla scrittura privata da te sottoscritta.

    Pertanto, non credo proprio valga la pena affidarsi ad un escamotage simile.

    L’unica strada percorribile è un accordo a saldo e stralcio nel momento in cui sarai rintracciato dal creditore.

    Del resto se non risulti irreperibile, se l’AIRE dell’ultima località di residenza conosce il tuo indirizzo, la finanziaria non può dar luogo ad azioni esecutive senza prima notificartele.

    E, credimi, dinanzi alla possibilità di un accordo di compromesso, penalizzante per entrambe le parti in quanto tale, il buon senso e la convenienza economica sconsigliano sempre le azioni legali.

    Ti resta la possibilità di essere comproprietario della società senza possedere quote … ma non so quanto ti convenga.

  35. karalis ha detto:

    Salve, vorrei un consiglio se è possibile…
    nel 2006 ho ricevuto dalla società CITIFIN un prestito di
    € 3500,00. Dopo aver pagato quasi regolarmente € 115 al mese per circa 15 mesi, mi sono trovato purtroppo da circa 1 anno a non poter piu’ far fronte al pagamento mensile della rata.
    Dopo varie lettere ricevute dall’ufficio contenzioso CITICORP ad Aprile 2008 ho ricevuto una raccomandata dalla CONSULTING CREDIT invitandomi ad effettuare una offerta transitiva di € 1800,00 da versare in unica soluzione entro 30 giorni. Credendo di poter ricevere i soldi in prestito da mio nonno e valutando l’offerta positiva, ho provveduto ad effettuare la proposta per iscritto e mi è stata accettata.
    Purtroppo alla scadenza dei 30 giorn ( 30 giugno ) mio nonno non ha potuto prestarmi i soldi, e non lo potrà fare.
    Ho ricevuto dalla CONSULTING altre telefonate con preavviso di azioni di pignoramento..
    purtroppo ora sono senza lavoro ma a ottobre inizierò un partime.
    Cosa posso fare … cosa posso scrivere alle 2 società…?
    posso fare un offerta piu’ bassa e dilazionata?
    Grazie per l’attenzione
    Alessandro

    Commento di Alessandro | Mercoledì, 27 Agosto 2008

    Conviene scrivere. Parlare di quanto accaduto, ribadire la propria volontà di onorare il debito e l’impegno assunto e richiedere il ripristino dell’accordo a saldo e stralcio dei debiti pregressi allo stesso importo ma con rate di 100 euro al mese. “Senza aggravio di ulteriori interessi, perchè altrimenti il debito diverrebbe insostenibile per le mie possibilità economiche attuali e future…”

    Non credo sia percorribile l’opzione di chiedere un ulteriore sconto. Sembrerebbe un gioco al ribasso preordinato il tuo e condurrebbe, quasi sicuramente, alla bocciatura della proposta.

  36. karalis ha detto:

    La finanziaria e Santander Consume Banc loro anno ga mandao un recupero creddito solo che volevno o 17.000.00 euro in effetti bancari di 250.00 euro o pure straccio saldo co 8.500.00 euro. Io non ho accettato nessuna delle 2 possibilita’ perche’ non potevo entrane le possibilita’ allora loro anno passato la pratica a uno studio legale che si trova a Roma. L’altro giorno mi anno contattato dicendomi che loro volevano accordare per risanare il debito bancario , io dato le mie possibilita’ economiche o detto che potevo dare 100.00 euro al mese perche lavoro tramite un agenzia quindi un lavoro precario e che comunque o anche una moglie e un bimbo di non appena 15 mesi e che vivo con i miei suoceri. Loro mi anno detto di fare al momento un vaglia postale di 100.00 euro e poi mi facevano sapere se la finanziaria mi poteva accettare la mia proposta mensile.. arrivati a questo punto vorrei sapere avendo una macchina utilitaria intestata a me, potevano farmi qualcosa per bloccarmela potrei passare qualche altro guaio..In caso di protesto per quanto dura il protesto per saputo mi riferivano che da quando non pagavo il protesto mi sarebbe durato per 5 anni e che per tanto non potevo accedere in nessuna banca , ma dopo i 5 anni anche non pagando per una legge anti usura tornavo di nuovo una persona ch potevo accedere in banca.. vero o bugia ..GRAZIE Franceco.

    Commento di francesco | Mercoledì, 27 Agosto 2008 | Modifica

    Cominciamo col dire che al creditore non va corrisposto neanche 1 (uno) cent senza un accordo sottoscritto da entrambe le parti in cui si fissa l’importo a saldo e stralcio ed il piano di rientro rateale.

    Nel nuovo contratto deve essere fissata la quota capitale a saldo e stralcio di tutti i debiti pregressi ed il piano di ammortamento, vale a dire il numero di rate e l’importo di ciascuna.

    In più deve essere previsto l’obbligo di rilascaire liberatoria al debitore nel momento in cui questi corrisponde l’ultima rata del piano di rientro.

    Per debiti contratti con finanziarie e/o banche non esiste il protesto. Si diventa protestati solo se si rilascia un assegno (o cambiale) per il quale alla scadenza non risultano fondi disponibili sul conto corrente.

    Quindi a meno che tu non abbia firmato “assegni” scoperti (in “bianco” se preferisci) non sei a rischio protesto. Se non hai assegni scaduti o in scadenza con la finanziaria, ci troviamo di fronte alle solite intimidazioni di sedicenti avvocati e di agenti esattoriali senza alcuno scrupolo professionale.

    Quello che rischi: fino a quando non avrai ottenuto le liberatorie da tutti i tuoi creditori non potrai accedere a nuovi finanziamenti. La liberatoria da pretendere a fronte dell’accordo a saldo e stralcio serve appunto ad ottenere la cancellazione dalle banche dati dei cattivi pagatori a cui sei sicuramente iscritto.

    La macchina, beh se vogliono spendere 10 per ottenere 1 si accomodino pure a bloccartela!

    Ma mi raccomando, niente 100 euro anticipati per il test. Prima si sottoscrive l’accordo e poi si paga!

    E comunque, vista la tua situazione economica, 8000 euro sono troppi per il saldo e stralcio. Io proporrei 3600 euro con piano rateale di 100 euro mensili per 36 mesi. Per il Santander Consumer Banc sarebbe un ottimo affare, praticamente come trovare a terra 3600 euro andando a passeggio… Per te potrebbe, questa cifra, valere la possibilità in futuro di ottenere un prestito per far studiare il bambino.

  37. karalis ha detto:

    Buongiorno. Prima di tutto complimenti per la pagina…é davvero interessantissima. Vorrei, se possibile, ricevere un consiglio sul da farsi. Nell’anno 1991 (sí! 17 anni fa) aprii un conto in una Cassa di Risparmio. L’anno successivo mi trasferii all’estero, esattamente nel Venezuela, e da due anni, cioé Aprile 2006 in Spagna. Oggi mi é stata recapitata una raccomanadata A/R inviatami da una societá recupero crediti (non nella lista UNIREC) dove mi si richiede il bonifico di un credito richiesto di 14 milioni di lire (pressapoco 7.300 Eur) piú 11.000 Eur di interessi. Prima di tutto non ho mai richiesto un credito alla Cassa di Risparmio, e poi leggo in calce che oltre al credito mi richiedono anche lo scoperto del mio conto corrente che aprii nel 91. Effettivamente prima dell’espatrio non chiusi il conto corrente presso la Cassa; ma é possibile che dopo 17 anni mi richiedano “scoperto sul conto” e un Credito che non ho mai ricevuto? E poi possibile che le liste AIRE siano pubbliche? Cioé la Societá Crediti é riuscita ad arrivare a me attraverso le liste AIRE consolari (l’unica forma con cui possano avermi rintracciato)…e la privacy? Come devo comportarmi adesso? Devo telefonare a questa societá recupero, oppure non faccio nulla?
    Ringrazio !
    Fiona

    L’AIRE è l’unico anello di congiunzione fra ultimo comune italiano di residenza e il nuovo domicilio del debitore all’estero.

    Le società di recupero crediti, pertanto, contattano l’anagrafe della residenza registrata sui moduli di richiesta prestito.

    Risalgono via via ai comuni dove il debitore si è eventualmente trasferito nel frattempo. Giunti all’ultimo comune di residenza italiano ottengono il domicilio all’estero.

    Non esiste privacy su questi aspetti. Al costo di una marca da bollo le società di recupero crediti possono richiedere il certificato di residenza di chiunque.

    E veniamo al problema della Cassa di Risparmio. Fare nulla è l’ultima cosa da fare!!!

    Alla società di recupero crediti che ti ha contattato (quella che ha acquistato i crediti presunti vantati nei tuoi confronti dalla cassa di Risparmio), bisogna richiedere l’invio della seguente documentazione:

    1) copia del modulo di richiesta del prestito originario di 14 milioni;
    2) copia della comunicazione della Cassa di Risparmio di concessione del prestito;
    3) copia della lettera di cessione del credito da Cassa di Risparmio a società di recupero crediti;
    4) Comunicazioni di messa in mora al domicilio che avevi nel 1991, effettuate dalla Cassa di Risparmio;
    5) estratto dettagliato di importi a capitale ed importi ad interessi che ti vengono richiesti.

    Purtroppo io credo che, a differenza di quanto sembrerebbe, i tuoi debiti non siano caduti in prescrizione. Uno degli errori che spesso il debitore commette è quello di cambiare indirizzo sperando che ciò basti a far perdere le proprie tracce.

    In questo caso una raccomandata A.R. al domicilio denunciato nell’apertura del conto corrente o nel modulo di richiesta prestito vale ad interromper i tempi di prescrizione, essendo obbligo del debitore comunicare al creditore tutte le variazioni di domicilio e/o residenza.

    Ciò detto bisogna fare una ricognizione dei debiti presunti che ti vengono attribuiti. Il prestito che dici di non aver mai richiesto potrebbe essere stato erogato in seguito ad una frode creditizia, come il furto di identità. Qualcuno che sapeva che ti eri trasferita all’estero…

    Quando avremo notizie più certe sui tuoi obblighi, vedremo quali sono prescritti, quali dovuti, quelli che eventualmente derivano da frode (ed in questo caso bisognerà anche denunciare la cosa all’Autorità giudiziaria).

    Esamineremo le tue disponibilità in beni mobili, immobili e stipendi.

    E solo a questo punto sarà possibile decidere il da farsi: aprire un contenzioso su eventuali somme non dovute oppure fare un accorso a saldo e stralcio con un eventuale piano di rientro o anche comunicare la situazione economica per la quale non è possibile onorare i debiti contratti (e riconosciuti).

  38. karalis ha detto:

    Salve vorrei sapere cosa mi potrebbe succedere?Praticamente devo restituire diciassettemilaeuro solo che non lavoro. da poco lavoro con un contratto determinato da poco solo che o una famiglia e vivo con i miei suoceri o solo la macchina intestata a me , cosa mi potrebbero fare e come mi dovrei comportare… grazie aspetto una risposta per come uscirmene al piu’ meglio da questa situazione…

    Commento di francesco | Lunedì, 25 Agosto 2008

    Si esce da questa situazione solo pagando, almeno in parte, i debiti contratti.

    Per il momento rischi nulla.

    Non potrai, ovviamente accedere ad ulteriori finanziamenti.

    Per evitare continue lettere e/o telefonate da parte dei creditori consigliamo sempre di non evitarli. Anzi conviene spiegare ai funzionari di sdr e/o finanziarie la situazione com’è. Anche mettendola per iscritto e corredandola con documentazione, quando possibile. Almeno ti lasciano tranquillo per un pò.

    L’auto è pignorabile, ma per il suo valore difficilmente le società di recupero crediti procedono in via esecutiva.

    Se però i tuoi debiti sono con l’Erario, allora rischi il Fermo Amministrativo in men che non si dica.

    Anche per il pignoramento dello stipendio puoi stare tranquillo almeno fino a quando sarai un precario.

    Se dovessi ottenere un posto a tempo indeterminato, rischi di vedere il quinto del tuo stipendio pignorato dai creditori.

    Questo è quanto …

  39. karalis ha detto:

    Silvia 25 agosto 2008 at 18:56
    Salve, grazie dei preziosi consigli! Sito davvero utile se non ci si può permettere un legale….Anch’io come Monika ho sempre pagato i miei debiti ma purtroppo dal giugno del 2007 sono rimasta senza lavoro e ho difficoltà a trovarne visto che non sono più giovane, ho 48 anni! Per pagare affitto e debiti ho dato ormai fondo ai miei risparmi e da 3 mesi non ho potuto più fare fronte alle rate e all’affitto. Non ho beni, solo qualche mobile e quadro, cosa mi succederà in futuro? E se dovessi trovare un lavoro mi verrebbe decurtato il 5°dello stipendio? Grazie in anticipo del vostro aiuto.

    sicuramente verrai iscritta nella banca dati dei cattivi pagatori, non potrai più accedere a nessun tipo di finanziamento.
    Con molta probabilità nel caso riuscissi a trovare un nuovo lavoro ti verrà pignorato 1/5 dello stipendio

  40. karalis ha detto:

    Monika 25 agosto 2008 at 17:06
    Fino ora ho pagato sempre miei debiti (sono molti)ma ora non lavoro piu e non potro piu pagarli ,sono in affito ,di mio non ho niente ,come comportalmi.Grazie

    L’unico consiglio che posso darti è quello di non scappare quando vieni contattata dalle finanziarie.
    Parla col funzionario spiega la tua impossibilità economica producendo tutta la documentazione che lo attesti

  41. karalis ha detto:

    Chiedo probabilmente una cosa obsoleta:
    la riscossione tributi arriva da un ente privato che ha anticipato allo stato il denaro che la mia azienda non ha versato.
    Ma è lecito che qualcuno si prenda la briga di pagare i debiti altrui, calcolando interessi passivi oltre misura, versando allo stato somme occulte?
    Commento di om.ar | Lunedì, 25 Agosto 2008

    Ti riferisci probabilmente ad Equitalia o ad una delle sue consociate territoriali.

    Non si tratta di una società privata, ma di una società a totale partecipazione pubblica, il cui scopo è quello di effettuare la riscossione delle imposte evase o comunque non pagate dai contribuenti.

    Sono di Trieste e come tanti sposto P.I., sede legale e tutti quelli che conosco in Slovenia:
    -un’imprenditore lì vive in un paradiso fiscale (20% tassazione completa)- (inteso che non ci sono altri 200++ tributi che arrotondano la pressione fiscale ad oltre il 70%)
    -qualsiasi persona italiana può aprire p.i. o azienda in Slovenia, senza dovere affrontare particolari pratiche legali
    -in due settimane e cento euro, l’azienda-società esiste, la burocrazia è dinamica
    Commento di om.ar | Lunedì, 25 Agosto 2008

    Anche qui in Italia, con il regime fiscale detto FORFETTONE, si paga un’imposta totale del 20% sui guadagni.

    Anche qui in Italia sta partendo la riforma per l’avvio di attività in tempi minimi. Il progetto si chiama “L’impresa in un giorno”

  42. karalis ha detto:

    sat 25 agosto 2008 at 10:22
    Scusa Karalis, ma questo cosa vuol dire?

    Se Giancarlo non fa richiesta all’Ufficio Consolare per l’iscrizione all’AIRE, quando una società di recupero crediti tenta un rintraccio anagrafico presso il comune dell’ultima residenza anagrafica, non sanno dove è emigrato? E dunque risulta irreperibile?

    Ho interpretato male?

    Cioè la non iscrizione all’AIRE equivale a far perdere le proprie tracce?
    Ma l’iscrizione all’AIRE è obbligatoria?

    Lo chiedo perchè la cosa interessa anche me.

    Teoricamente si, però bisogna tener presente che si corre il rischio, in caso di accertamento da parte dell’anagrafe di residenza, di essere cancellati per irreperibilità.
    L’iscrizione AIRE è obbligatoria per i cittadini che intendono trasferire la propria residenza da un comune italiano all’estero, per un periodo superiore ad un anno.

  43. karalis ha detto:

    Giancarlo 25 agosto 2008 at 09:41
    Vi ringrazio per la risposta che ,però mi ha fatto sorgere altre domande…se posso?L’accenno che è stato fatto sull’AIRE:se per esempio non mi/ci iscrivessimo all’anagrafe dei residenti all’estero?E comunque mi sembra di capire che la finanziaria cedendo il credito mi pone,comunque,nella condizione di veder pignorata la mia quota societaria,sia di capitale che di patrimonio una volta costituito,nel caso in cui la società di recupero crediti ci si mettesse di “buzzo buono” e mi rintracciasse? Interpretazione corretta o sbagliata? Un eventuale rientro in Italia,anche solo per un periodo limitato di tempo può avere qualche conseguenza?Se per fortuna o per capacità, dopo un anno o due fossi in grado di estinguere il mio debito come mi dovrei comportare?
    Vi ringrazio ancora per la vostra disponibilità e professionalità.
    Gc

    Di prassi per l’iscrizione A.I.R.E si dovrebbe fare richiesta all’Ufficio Consolare della Circoscrizione di Emigrazione entro 90 giorni dalla data di espatrio che a sua volta trasmette il nuovo indirizzo all’ultimo comune di residenza.
    I nuovi cessionari in teoria potrebbero procedere con un decreto ingiuntivo ma le problematiche rimangono quelle che ti ho elencato nella risposta precedente.
    Nel caso ti rintracciassero, potresti sempre concordare un piano di rientro.
    Se ti ritrovassi nella possibilità di estinguere il debito ti dovresti mettere in contatto con la finanziaria originale che ti comunicherà il nome della società cui è stato ceduto il credito.

  44. karalis ha detto:

    Mio padre è pensionato dal 2005 e ha dei debiti con l’erario eb l’inps, sono arrivate cartelle di pagamento dall’esatri e visto che vive con una pensione da 750 euro e noi figli abbiamo contratti precari vorrei vedere se vi sono possibilità per “aggirare” il pagamento. Mio padre è propietario con mia madre di casa, del 50%. Vi chiedo se queste info che ho io sono esatte e se realmente possono essere usate. Se mio padre risultasse nullatenente, passasse tutto a mia madre o ad uno dei figli, cosa potrebbe fare l’inps o L’agenzia delle entrate per debiti residui? risulterebbe nulla tenente e quindi potrebbe al massimo pignorare lo stipendio?!! Il pignoramento dello stipendio è automatico o potrebbe non avvenire.?! Se mio padre intestando la propietà e risultasse nullatenente lo stato, quindi inps e agenzia entrate può rifarsi sui familiari?! Vanno in prescrizione le cartelle esattoriali dell’inps e delle entrate? Ci sono altri modi per far capire che in questo momento non ci sono possibilità di pagare e chiedere prestiti vorrebbe dire indebitarsi e far vivere male delle persone anziane!?
    Grazie di cuore se qualcuno potesse darmi delle delucidazioni.
    In fede daniele

    Commento di Daniele | Domenica, 24 Agosto 2008

    Il passaggio di proprietà andrebbe effettuato prima dell’iscrizione di eventuali ipoteche. Ad Equitalia, trattandosi di debiti erariali, sono consentite procedure molto semplici per l’iscrizione di ipoteche a garanzia dei debiti da escutere.

    Il pignoramento del quinto della pensione mi sembra quasi impossibile evitarlo. E’ una delle prime azioni esecutive a cui Equitalia si affida.

    I familiari possono rispondere dei debiti di un loro congiunto solo in seguito ad accettazione dell’eredità.

    Una delle possibili soluzioni è la rateizzazione del debito da richiedere ad Equitalia.

    Sia gli aspetti ereditari che di rateizzazione delle cartelle sono ampiamente trattati.

    Ti consiglio di accedere alle sezioni che trovi nel menù di sinistra. In particolare “cartella esattoriale” per la rateizzazione e “recupero crediti” per debiti ed eredità”

  45. karalis ha detto:

    Giancarlo 21 agosto 2008 at 10:35
    Buondì,

    sto per affrontare un trasferimento all’estero,in una nazione che ha rapporti bilaterali con il nostro Belpaese,dove assieme aa altri 2 soci abbiamo costituito una società a r.l. per svolgere attività agricola.Ho investito tutto il poco denaro che ho in questo progetto(30000 euro),ancora sto lavorando come co.co.co ed ho un finanziamento in corso di 30000 euro in 72 rate,di cui le prime 23 onorate regolarmente.Il debito fu contratto circa 2 anni fa per poter operare rapidamente la mia compagna(nullatenente e casalinga)per un grave male che l’affliggeva.La domanda diventa la seguente:tra poco più di 6 mesi io e la mia compagna ci trasferiremo nel paese di cui sopra;non avrò il denaro per chiudere il finanziamento restante;cosa potrebbe accadermi a livello della mia partecipazione societaria(19% di un capitale sociale pari a 5000 $)e ancora nessun immobile o bene strumentale? (Il terreno su cui si svolgerà l’attività è di proprietà dello Stato che lo concede in fruizione/affitto a fronte di un progetto e del relativo investimento).Sono separato,ero in separazione dei beni,e ho 2 figli minorenni;potrebbero essere chiamati loro(ex moglie e figli)a far fronte al mio debito residuo? Vi ringrazio anticipatamente per le risposte/consigli che vorrete darmi.
    P.S. Uno dei motivi che mi spinge a lasciare questo..paese..è dato dal fatto che se si vuole proteggere la salute dei propri cari, si sia costretti ad indebitarsi! Preferisco sapere che dove andrò magari potranno far poco,ma quel poco lo fanno immediatamente e con tutto il poco che hanno.

    Per procedere per un eventuale pignoramento la finanziaria dovrebbe fare una visura camerale rivolgendosi ad agenzie d’informazioni commerciali con corrispondenti nel paese dove ha trasferito la sua nuova residenza, ed eventualmente procedere con un decreto ingiuntivo con rogatoria (con costi e tempo non indifferenti.)
    Normalmente le finanziarie preferiscono procedere in tempi brevi e quindi, in casi simili, per questioni di bilancio, preferiscono cedere il credito.
    La sua ex moglie e i suoi figli non possono essere chiamati a far fronte al suo debito se non in caso di accettazione di una sua eventuale eredità.

  46. karalis ha detto:

    fabrizio 22 agosto 2008 at 16:07
    Encomiabile il sito e il lavoro che ci sta dietro, per fornire informazioni agli utenti. Le informazioni e gli spunti di riflessione sono davvero tanti e utili.

    Quella che non ne esce bene, però, è l’immagine che viene data del debitore.

    Mi spiego: l’mpostazione di fondo che viene data dall’articolo è la tutela ad oltranza del debitore insolvente, fornendo dritte e consigli su come non restituire ciò che gli è stato prestato, con il preciso scopo di danneggiare chi quelle somme gliele ha prestate.
    Il consiglio da dare, sarebbe di restituire i prestiti ricevuti, e farlo con puntualità!
    Perchè qui la conseguenza di questi consigli è di procurare un danno a terzi, presupponendo che i debitori siano i buoni e i creditori i cattivi, ai quali si può legittimamente non restituire i prestiti: questa sì mi sembra un’ottica semplicistica.
    Sta all’intelligenza e al buon senso di ciascuno non prendersi impegni più grandi di quelli che si possono rispettare, non crearsi debiti superiori alle proprie possibilità. Qui parliamo di buon senso e onestà. Concetti abbastanza semplici, non semplicistici.
    Ma che discorso è :”chiedo soldi in prestito, tanto se poi sono in difficoltà non li restituisco, e siamo tutti contenti”, “oppure restituisco un decimo di quello che dovevo, tanto il debito è stato ceduto e così ho la liberatoria e sono pronto a chiedere nuovi prestiti per dare in giro nuovi bidoni”. E’ un comportamento disonesto e vergognoso: non si scaricano “scientificamente” sugli altri le proprie mancanze e le proprie incapacità!

    E da ultimo, cosa c’entra la classe politica, come pretesto per giustificare la furbizia e la disonestà di ciascuno?

    In una società di questo tipo, in cui si incrina la fiducia, la deriva è molto pericolosa, perchè dove si troverà ancora qualcuno disposto a prestare denaro a qualcun’altro?

    E’ un ragionamento troppo semplicistico, o troppo onesto?

    E’ un ragionamento che non fa una piega il tuo, dal punto di vista del creditore.

    Per il quale c’è qui una sezione apposita, che forse non hai avuto modo di esaminare, si chiama “recupero crediti” condotta da chi nel punto di vista del creditore si immedesima.

    Consigliare in modalità “border line” il debitore nel rapporto con le società di recupero crediti?

    Incasso. Ma ribatto subito.

    A quel punto il creditore non è più quello che tu descrivi. E’ uno speculatore. Ormai non c’è più società di recupero che lavori pro solvendo, cioè recuperando a favore del creditore. Che offra, cioè, un servizio al creditore.

    Si tratta di società che acquistano stock di debiti in sofferenza e cercano di tirar dentro il massimo. Per loro, mica per il creditore. Voglio dire, il termine recupero crediti non ha più senso. Sono società di incasso debiti.

    Capisco che chi non ha lavorato nel campo, non possa avere la percezione corretta del mondo a cui mi sto riferendo.

    Ma se hai tempo e voglia, c’è una galleria di filmati di striscia su questo mondo contro il quale diamo qualche dritta al debitore. E, ti sembrerà strano, non mi sento assolutamente in colpa con la mia coscienza, per questo. Poca cosa, considerando il fatto che spesso il creditore le dritte se le fa dare da avvocati e consulenti che son fior fiore di professionisti rispetto a me. Non c’è quasi gara.

    Fiducia, ecco, appunto a quella mi riferivo. Hai centrato il problema.

    Io ho perso completamente fiducia nella classe politica. La mia personale deriva è già iniziata da un pezzo… non mi resta che ammetterlo.

  47. karalis ha detto:

    fabrizio 22 agosto 2008 at 12:04
    Trovo eticamente discutibile confondere i torti con le ragioni: giuastificare chi si fa prestare dei soldini (a volte soldoni) e poi non li restituisce. Non puoi permetterti di comprare la cucina da 10.000 euro? E allora non la compri! Stessa cosa per la TV al plasma da 50 pollici ! Perchè dobbiamo sempre essere il Paese dei disonesti? I debiti si onorano! Altrimenti non si fanno. Altr che giustificare i furbetti, consigliarli e incoraggiarli!

    Rispetto, ovviamente, il tuo punto di vista.

    L’unica critica che mi sento di fare è che, forse, hai una visione troppo semplicistica e schematica delle motivazioni per le quali si arriva a non onorare un debito.

    Un debitore inadempiente non può, io credo, essere associato, per definizione, ad un disonesto o ad un furbetto.

    L’etica la lascerei poi da parte: siamo in un paese dove la classe politica tutta, e quella al governo in primis, non può essere considerata, obiettivamente, un esempio di eticità.

  48. karalis ha detto:

    buona sera, io avrei un problema ho debiti per trenta mila euro il lavoro e calato e non riesco piu a far fronte alle rate mi stanno tenpestando di chiamate anche al lavoro. il fatto piu grave e che minacciano mio padre che mi e stato da garante ad un sequestro giudiziario. mio padre ha anche lui i suoi debiti e non potrebbe pagare anche i miei. come posso fare aiutatemi sono disperato.

    Per evitare di essere tartassati da chi spera di chiudere un piano di rientro ed incassare una buona percentuale, l’unica cosa da fare è scrivere una lettera alla società di recupero illustrando quale sia la situazione.

    Bisogna far capire che non c’è trippa per gatti. :-( Documentando il tutto, quando possibile.
    Vedrai che non ti scocceranno più.

    Attenzione: se ti hanno chiamato al lavoro, potrebbero tentare il pignoramento del quinto dello stipendio.

    Pertanto nella lettera non dimenticare di scrivere che lo stipendio è già pignorato da un’altra finanziaria.

    Inventatene una, tanto tranquillo che non vanno a controllare … ;-)

  49. karalis ha detto:

    Buonasera,
    complimenti per il sito e per tutte le informazioni utili che si possono raccogliere in questo sito, come potete immaginare non mi trovo a caso in questo sito, oggi giorno le difficoltà economiche causano sempre più spesso l’esigenza di rivolgersi alle società di credito e spesso sai quando si comincia ma mai quando finiscono.
    Ad ogni modo ho una domanda da fare, che è la seguente: in caso di decesso del debitore di una cartella esattoriale, il debito si estingue o lo stato si rivale sui figli.
    Grazie.
    Max

    Lo Stato, come qualsiasi altro creditore, cerca di rivalersi sugli eredi.

    Se ve ne sono. Qualsiasi soggetto dell’asse ereditario può infatti esercitare l’opzione di rinuncia all’eredità.

    Per questo aspetto ti consiglio di dare una lettura alla sezione “recupero crediti” ed in particolare all’articolo “debiti ed eredità”.

  50. karalis ha detto:

    Visito questo sito per la prima volta, complimenti, ci sono tante informazioni, è veramente molto ricco di contenuti. Su questa cosa specifica del recupero, temo però che si siano dette cose non del tutto esatte. Le sdr (società di recupero) agiscono per conto terzi in forza di un’autorizzazione di polizia (ex art. 115 TULPS del 1931). Chi acquista i crediti in maniera abituale e professionale (non occasionalmente, una tantum), deve invece agire ex art. 106 TULB del 1992. In soldoni, i primi posso agire in qualsiasi forma giuridica e sottostanno all’autorità di PS. I secondi possono agire solo in forma di società di capitali, con un cap. sociale minimo di 600.000 € e dal gennaio 2008 sotto l’autorità della Banca d’Italia. I secondi si avvalgono spesso dei servizi dei primi.
    Scusate se sono stato un po’ “precisino” e forse noioso, ma lavoro nell’ufficio contenzioso di una banca e ho a che fare con gli uni e gli altri soggetti. La bontà del sito mi ha indotto a credere che questo intervento potesse essere gradito.
    Cordiali saluti Marco
    PS
    Non so se lei Karalis aderisce a Unirec, ma tutta questa sicurezza nella bontà delle aziende che vi aderiscono mi lascia perplesso… Per la ns. banca utilizzo 8 service di recupero, di cui solo 3 aderenti a unirec. Le assicuro che gli altri 5 sono professionali e molto corretti.

    L’intervento è graditissimo Marco.
    La necessità di essere divulgativi si paga con qualche generalizzazione, che però non ha altri scopi.

    Devo quindi convenire che la tua precisazione è più che corretta.

    L’appartenenza ad UNIREC fornisce qualche garanzia in più per le sdr e per gli agenti esattoriali che vi lavorano (compresi gli addetti alla phone collection).

    Tuttavia, come afferma Marco, ciò non esclude che le società non iscritte ad UNIREC e le persone che vi lavorano siano caratterizzate da profili di elevata professionalità e correttezza.

    Io stessa, negli ultimi due anni. ho lavorato in una 106 non iscritta ad UNIREC.
    Grazie Marco.

  51. Riccardo Caruso ha detto:

    Posso solo direche io facendo recupero crediti mi vengono cedute pratiche proprio da chi è associato all’UNIREC! domani, vado dal notaio e posso aprire anch’io una associazione delle imprese del recupero crediti! Quante balle che leggo… poi manca da dire che se beccate le società di recupero crediti non A o B ma Z magari della provincia d Napoli, ance se non avete nulla di intestato e non è dell’Unirec vi conviene pagare e lasiare la mancia.

    Salve a tutti, vorrei raccontarvi la mia esperienza fatta col recupero crediti, anni fa ho acceso una finanziaria per l’acquisto di un’automobile, il lavoro andava alla grande e potevo tranquillamente pagare la rata mensile, ma si sa non sempre fila tutto liscio… nel giro di tre mesi la mia situazione finanziaria si è capovolta avevo già un figlio sono arrivati due gemelli e neanche a farlo apposta la ditta dove lavoravo ha chiuso di punto in bianco.
    Sono iniziati ad arrivare i primi solleciti per il pagamento delle rate, li è iniziato il mio calvario, non ritiravo più le raccomandate quasi quasi sperando che alla fine si sarebbero scordati di me….
    Devo essere sincero mi sentivo alla stregua di un bandito datosi alla macchia, ma si sa…purtroppo è la legge della sopravvivenza… l’ultima richiesta era stata di ben 20.000 euro ed io col mio nuovo misero stipendio non potevo far fronte a una cifra del genere.
    Un giorno ho ricevuto una telefonata da un recupero crediti che aveva acquistato la mia pratica, la sig.ra era molto gentile e anche molto paziente, un po’ avvilito ho spiegato qual era la mia situazione economica, ho prodotto tutta la documentazione che lo attestava (dichiarazione dei redditi, stato di famiglia, contratto d’affitto ecc…).
    Un giorno la sig.ra mi ha telefonato facendomi una proposta: 3.000 euro in un’unica soluzione e il mio debito sarebbe stato estinto per sempre.
    Sono riuscito a racimolare i soldi tramite parenti ed amici, mi è stata data la liberatoria, oggi ho più paura quando bussano alla mia porta ne quando arrivano le raccomandate.
    un consiglio, non perdete la speranza di poter saldare un debito! a volte accadono i miracoli!!!!
    Riccardo

  52. karalis ha detto:

    francesco 11 giugno 2008 at 16:41
    Buonasera,
    è la prima volta che visito il vostro sito,vedo che può esistere una speranza per sopravvivere,avrei bisogno di una più profonda consulenza ,vi prego aiutatemi a trovare una soluzione per pianificare il futuro mio e dei miei figli.
    Francesco 338-3366880 e-mail zapp.fran@libero.it
    Grazie per avermi dato una speranza Distinti saluti

    Caro Francesco i tuoi giudizi sul sito sono molto lusinghieri e ti ringrazio per questo.

    Ma, temo che tu abbia sovrastimato la mia capacità di fornire consulenza. E questo invece mi dispiace: io sono solo un semplice agente esattoriale.

    Ad ogni modo se posso esserti utile su qualche aspetto particolare e comunque ben definito e circoscritto, puoi contattarmi all’indirizzo gestcredit@gmail.com.

    Ciao

  53. karalis ha detto:

    Posso solo dire che io facendo recupero crediti mi vengono cedute pratiche proprio da chi è associato all’UNIREC! domani, vado dal notaio e posso aprire anch’io una associazione delle imprese del recupero crediti! Quante balle che leggo… poi manca da dire che se beccate le società di recupero crediti non A o B ma Z magari della provincia d Napoli, ance se non avete nulla di intestato e non è dell’Unirec vi conviene pagare e lasciare la mancia.

    Sarebbe interessante conoscere la percentuale delle pratiche passate dalle società UNIREC che riesci a chiudere.

    Per quel che riguarda le società Z della provincia di Napoli caro Pippo, qui si parlava di recupero crediti non di camorra, nè di estorsioni.

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