Separazione » I creditori possono effettuare il pignoramento della casa assegnata ad un ex coniuge?

Separazione » I creditori possono effettuare il pignoramento della casa assegnata ad un ex coniuge?

Giurisprudenza consolidata ritiene che la casa vada affidata al coniuge presso cui vengono collocati i figli minori o maggiorenni non autonomi economicamente.

Ma che cosa accade nell'eventualità che l'immobile venga pignorato dai creditori?

Il diritto di assegnazione della casa, ottenuto in sede di separazione, può essere opponibile nei confronti dei creditori?

Vediamolo nel prosieguo dell'articolo.

Separazione e opponibilità dell'assegnazione della casa nei confronti dei creditori

Dopo la separazione, l’unica possibilità per opporre l'assegnazione della casa coniugale al creditore che procede con pignoramento, è di aver trascritto nei pubblici registri immobiliari il provvedimento di assegnazione della casa prima della trascrizione del pignoramento.

Ciò è quanto si evince dalla sentenza 12466/2012 della Corte di Cassazione.

In parole povere, ciò vuol dire che il coniuge separato, il quale abbia ottenuto l'assegnazione della casa familiare, per poter opporre il proprio diritto di abitazione (e quello della prole) al nuovo proprietario deve trascrivere il provvedimento di assegnazione della casa familiare presso la Conservatoria del Registro Immobiliare del Comune in cui si trova l’immobile.

Che cos'è la trascrizione del provvedimento di assegnazione della casa familiare?

Per trascrizione si intende un mezzo di pubblicità dichiarativa relativo agli immobili ed ai beni mobili registrati.

Praticamente, grazie alla trascrizione, viene assicurata la conoscibilità delle vicende relative ai beni pubblicizzati presso tutta la collettività.

Questo significa che, l'eventuale creditore, il quale può anche mettere in vendita o richiedere l’assegnazione dell'appartamento, non potrà mai chiedere alla moglie assegnataria di lasciare libero l’immobile.

In concreto, l’assegnatario della casa coniugale, ottenuta dopo la separazione, che effettua la trascrizione dell'immobile non può essere, mai, sbattuto fuori. Ne conviene che il creditore può vendere l’immobile ma con un valore ed una commerciabilità ridotta. Ciò, perché chi compra sa già di acquistare una casa occupata da altre persone che non potrà mandare via.

Perciò, stampatelo bene in testa: Il provvedimento di assegnazione, se trascritto in tempo, cioè prima che inizi la procedura di esecuzione forzata, consente al coniuge separato cui è stata assegnata la casa di rimanere nell'immobile. Il termine è di nove anni, come chiarito dagli Ermellini.

22 Aprile 2014 · Gennaro Andele


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