Recupero crediti e intimazione di pagamento per prestito unicredit

Contattato da recupero crediti - cosa possono farmi?

Tre anni fa ho fatto un prestito personale di 15 mila euro con Unicredit, con rata di 285 euro al mese che ho pagato regolarmente fino a 5 mesi fa.

Adesso per gravi problemi economici non posso più pagare nemmeno un euro.

Mi ha contattato il recupero crediti per intimarmi a pagare.

Io ho solo un piccolo negozio di giocattoli e cartolibreria in affitto.

Vivo con i miei genitori e non possiedo ne case ne macchina ne altro.

Cosa possono farmi ?

Non si preoccupi del recupero crediti - Ne riparliamo quando e se le notificheranno un decreto ingiuntivo

Riscriva quando e se le notificheranno richiesta di decreto ingiuntivo. Solo per adottare qualche adeguata precauzione ...

9 Gennaio 2013 · Simone di Saintjust


Commenti e domande

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4 risposte a “Recupero crediti e intimazione di pagamento per prestito unicredit”

  1. bernardo ha detto:

    Volevo chiedere, siccome mia moglie (siamo in separazione dei beni) è proprietaria di una Fiat 16 del 2007, possono procedere al sequestro?
    E dopo quanto tempo la finanziaria può muoversi dato che ad oggi sono in pari?

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Le automobili, usate e non di pregio, di proprietà del debitore non vengono quasi mai pignorate ed espropriate dal creditore perché egli dovrebbe sostenere le spese di custodia e quelle per la vendita all’asta a fronte di un esito della procedura che non gli garantisce nemmeno il recupero di quanto anticipato.

      In ogni caso, se l’acquisto della vettura è stato effettuato in regime di separazione, il creditore non può aggredire il bene di proprietà del coniuge non debitore.

      Proprio per evitare un contenzioso legale che comporta comunque dei costi e che non garantisce mai il rimborso del debito se non in tempi lunghi (anche attraverso il pignoramento della pensione) il creditore più accorto esperisce sempre un tentativo di recupero stragiudiziale, magari accompagnandolo a proposte di soluzioni transattive a saldo stralcio.

      Per questo i tempi in cui egli potrà promuovere un’eventuale azione esecutiva, nei confronti del debitore inadempiente, non sono in alcun modo prevedibili.

  2. bernardo ha detto:

    Vivo dal 2013 in casa affitto ad euro 250,00 mensili con mia moglie che non ha alcun reddito, sono titolare di pensione dal 2009 e percepisco, al netto di cessione quinto di euro 241,00 effettuata nel giugno 2013, euro 1.000,00 assegni famigliari compresi. Non ho altri redditi ma solo debiti contratti a fine 2005 per sopravvivere e per pagamento ingenti somme di avvocati.

    La questione è questa :

    fino al 5 ottobre 2005 percepivo tra redditi di lavoro e consulenze varie circa 6.000,00 euro al mese, ero comproprietario di ben 2 appartamenti del valore complessivo di euro 650.000,00 e non avevo alcun problema economico, anzi. Improvvisamente e vigliaccamente il 10 ottobre 2005 vengo accusato di truffa, appropriazione indebita di soldi della mia clientela, che immediatamente, consigliati da chi mi aveva accusato, (direttori di banche) fanno denuncia penale ai CC. e civilmente fanno il sequestro delle case, soldi sui conti correnti. Naturalmente rimasi subito senza alcun lavoro e senza alcuna entrata quindi come un morto .

    Nel contempo però riuscii ad avere finanziamenti per circa 36 mila euro con pagamento rate mensili di euro 238,00 e 357,00. Rate sempre pagate regolarmente sia con la mia banca sia poi con bollettini postali fino ad oggi, utilizzando i pochi soldi rimastimi, quelli dei prestiti, fido banca di euro 3.000,00 conto poi chiuso nel 2013, parte della mia pensione e quanto percepito dalla cessione del quinto di cui sopra.

    Da oggi, 10.11.2015 non ho più nulla e non posso certo, anche perché non basterebbe, far fronte al pagamento di queste rate.

    Preciso che l’accusa di cui sopra è stata archiviata e quali responsabili civili dell’ammanco, sono state chiamate le Banche, ma nel frattempo le case sono state dopo il sequestro e pignoramento, aggiudicate per pochi spiccioli nel 2013, quindi io sono sul lastrico.

    Moralmente mi sento in colpa perché mai ho ritardato a saldare un debito, ma ora non ce la faccio proprio più ed essendo i prestiti assicurati in caso di morte, questa potrebbe essere l’unica soluzione.

    Cosa potete consigliarmi? Cosa posso attendermi dalle finanziarie? Cosa possono prendermi se ho solo qualche mobilio di proprietà esclusiva di mia moglie (siamo in separazione dei beni), preciso che ho solo un conto corrente dove viene versata la pensione che è sempre attivo di euro 10,00 circa? Mia moglie è anche proprietaria di una Fiat 16 del 2007.

    • Lei percepisce una pensione di 1.241 euro al lordo della cessione del quinto, di cui circa 750 impignorabili (una volta e mezzo il minimo vitale). Diciamo allora che, praticamente, la sua pensione è pignorabile, approssimativamente, per i residui 500 euro. Il che significa che il primo creditore che volesse procedere ad un pignoramento presso l’INPS dovrebbe accontentarsi del 20% della quota pignorabile, cioè intorno ai 100 euro/mese.

      Altri creditori che volessero procedere giudizialmente dovrebbero attendere, per prelievi ulteriori, il completo rimborso del debito verso il primo creditore procedente.

      Il pignoramento presso terzi è l’unica azione esecutiva seria che può attendersi nello scenario da lei descritto.

      Per quanto attiene un eventuale pignoramento del conto corrente, le somme dovute a titolo di pensione, nel caso di accredito su conto bancario o postale intestato al debitore, possono essere pignorate (a causa di crediti non rimborsati di natura ordinaria) per l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale (il triplo del minimo vitale) quando l’accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento.

      Se continuiamo a supporre l’importo mensile del minimo vitale equivalente a circa 500 euro, si tratta di circa 1500 euro che devono essere lasciati necessariamente a disposizione del debitore al quale e’ stato pignorato il conto corrente.

      Qualora, invece, l’accredito abbia luogo in coincidenza alla data del pignoramento o successivamente (in sostanza fra la data di notifica al terzo pignorato – la banca, o Poste Italiane – e quella in cui viene bloccato il conto corrente) il creditore puo’ pignorare l’intera giacenza, ma deve lasciare intatta la somma accreditata (nel suo caso, di mille euro).

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