Purtroppo dallo scorso anno sono rimasta senza lavoro ed ho pagato finchè ho potuto, maggio scorso

Salve, ho una carta di credito revolving di una famosa banca e finanziaria da diversi anni ed ho sempre pagato puntualmente le rate mensili. Purtroppo dallo scorso anno sono rimasta senza lavoro ed ho pagato finchè ho potuto, maggio scorso. Da allora sono iniziate le telefonate del loro call center, mediamente 5 o 6 al giorno, sempre da persone diverse, non si qualificano mai, e scortesi, alle quali ho chieto un indirizzo dove poter inviare una raccomandata per spiegare e documentare la mia attuale situazione, visto che l’unico indirizzo che forniscono è di una casella postale dove non accettano raccomandate, ma mi rispondono che non posso inviare nessuna lettera ma solo parlare al telefono.

L’ultima, stamattina, alla mia ennesima richiesta mi ha riattaccato il telefono in faccia urlandomi “peggio per lei”!!! Vorrei sapere se è normale non poter avere una comunicazione epistolare con una banca che è una delle più grandi d’Europa e soprattutto cosa dovrei fare secondo Lei? Sono stanca di dover ogni volta raccontare al telefono i fatti miei a persone sconosciute e sempre diverse! La ringrazio in anticipo.
Inutile tentare di spiegare ad operatori di un call center, interno alla “famosa” banca”, la propria situazione economica e le proprie difficoltà.

Come in ogni guerra fra poveri che si rispetti, si tratta di persone che cercano di strappare la provvigione legata all'importo che eventualmente verserai in seguito alle loro pressanti richieste. Non hanno rispetto nè sensibilità verso gli altri. Ma bisogna compatirli.

Quindi adesso ti metti tranquilla. Non spieghi più nulla a nessuno via telefono. E prima che lo facciano loro sei tu che devi chiudere la comunicazione, non prima di averli minacciati di denuncia penale per molestie.

Perchè nessuno può permettersi di trattare così un debitore in difficoltà.

Poi aspetti la prima raccomandata AR dell'ufficio legale della “famosa banca” e/o della società di recupero crediti a cui lo stesso sarà ceduto.

Allora, e solo allora, scriverai una lettera in cui spiegherai la tua situazione chiedendo un piano di rientro che sia sostenibile.

E, se vorrai, ne riparleremo.

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20 Settembre 2010 · Chiara Nicolai


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