Prestito della speranza » L’ idea di microcredito della Cei

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

Il prestito della speranza - la visione del microcredito della Conferenza Episcopale Italiana

I troppi debiti sono spesso causati dalle scelte sbagliate e dai troppi finanziamenti aperti, pur di acquistare beni. Le famiglie che hanno accantonato un'infinità di rate mensili sono diverse e ora fanno fatica a gestirle, anche perché a queste bisogna sempre aggiungere le spese fisse, come le bollette, e il più delle volte il mutuo. In loro aiuto è bene segnalare una nuova proposta per il microcredito, che arriva direttamente dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana), con un progetto, quello del prestito della speranza, che vede l'Ufficio Caritas come l'organismo gestore locale di tutte le attività del prestito.

Il Prestito della speranza, come abbiamo accennato, è un'iniziativa dell'Associazione bancaria italiana e della Conferenza episcopale italiana, avviata nel maggio 2009, per l'erogazione di finanziamenti a tasso agevolato, concessi dalle banche aderenti all'accordo e garantiti da un fondo straordinario specificatamente costituito.

Vediamo ora i requisiti richiesti e gli aspetti tecnici del Prestito della Speranza, che potrebbe consentire a molte famiglie di sanare la propria situazione debitoria divenuta insostenibile.

Il prestito della speranza » Come funziona

L'accesso al credito è possibile per tutte quelle famiglie borderline che versano in seria vulnerabilità economica e sociale, la Cei ha posto delle condizioni, che identificano i criteri di selezione, attraverso cui è possibile accedere.

Il nuovo accordo ABI - Cei siglato il 23 dicembre 2010, in coerenza con la normativa in materia (articolo 111 dlgs 141/2010), prevede due forme di finanziamento:

  • il microcredito sociale di importo non superiore a 6 mila euro per famiglie in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale;
  • il microcredito di impresa di importo non superiore a 25 mila euro destinato a persone fisiche, società di persone o società cooperative, per l'avvio o lo sviluppo di un'attività di lavoro autonomo o di microimpresa.

Il tasso annuo effettivo globale (Taeg) applicato ai finanziamenti "credito sociale" non potrà essere superiore al 4,00 per cento; il tasso del microcredito all'impresa sarà equivalente al Taeg medio della categoria pubblicato da Bankitalia scontato del min. 30%.

Il piano di rimborso, per ciascun finanziamento deliberato, decorrerà trascorsi 12 mesi dalla delibera e con durata non superiore ai 5 anni.

Il Fondo risponde per il 75% del singolo finanziamento sui crediti sociali, e al 50% sui microcrediti all'impresa.

L'ufficio diocesano verifica la presenza del requisito soggettivo e procede ad una valutazione-approvazione del merito personale e sociale del richiedente, ed entro 15 giorni lavorativi dal primo inserimento della pratica trasferisce alla banca quelle ritenute idonee tramite l'applicativo informatico messo a disposizione dal gestore.

La Banca riceve la richiesta di finanziamento accompagnata dalla valutazione dell'Ufficio diocesano e non deve sindacare la sussistenza del requisito soggettivo essendo il relativo accertamento riservato in via esclusiva all'Ufficio pastorale proponente, ma a sua volta verifica il merito creditizio e di solvibilità del richiedente.

Entro 15 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda alla banca, se ritenuta idonea, invia al gestore la richiesta dell'attivazione della garanzia del Fondo.

2 Settembre 2013 · Gennaro Andele


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