Tesoro, mi si sono ristretti i lettori del Postamat!

postamatGli ATM (Automated Teller Machine) di nuova generazione installati da Poste Italiane, meglio conosciuti come POSTAMAT, leggono dal microchip delle carta BancoPosta a doppia funzione (banda magnetica e microchip) le informazioni (numero cliente e numero di conto corrente) necessarie ad autorizzare l'erogazione delle banconote.

In pratica, i dati vengono acquisiti direttamente dal microchip, eliminando il rischio di intercettazione delle informazioni memorizzate nella banda magnetica e la conseguente possibilità di clonazione della carta BancoPosta.

Dunque, la banda magnetica di cui è dotata la carta BancoPosta dotata di microchip (che essenzialmente serve a mantenere la compatibilità con gli ATM di vecchia generazione) una volta inserita in un Postamat di nuova generazione, perde la sua funzione primaria di supporto per i dati indispensabili all'erogazione delle banconote. Ma conserva una funzionalità secondaria, quella di abilitare la completa introduzione della carta all'interno del lettore (card reader) con l'obiettivo di evitare l'inserimento nel dispositivo di una "schifezza" qualsiasi dalle stesse dimensioni del BancoPosta, che possa compromettere il normale funzionamento del Postamat. In pratica, una ulteriore misura di protezione fisica.

Il PAN (Primary Account Number) è il numero identificativo della carta BancoPosta che, registrato sulla porzione di banda magnetica posizionata sul bordo che per primo viene introdotto nel lettore del Postamat, viene acquisito dal dispositivo e trasmesso al sistema di controllo per verificare la validità della carta e consentirne, a verifica effettuata, il completo inserimento.

Tuttavia, qualcosa deve esser andato storto nella produzione e distribuzione ai clienti dell'ultimo stock di carte BancoPosta se è vero, come è vero, che dopo pochi utilizzi il PAM si dissolve e la carta non viene più abilitata al completo inserimento nel card reader, dando l'impressione che il supporto in plastica si sia dilatato o, fa lo stesso, che il lettore si sia ristretto in modo tale da non consentire l'introduzione della carta.

Grande il disagio di tanti possessori di carta BancoPosta che non riescono più a prelevare banconote dai Postamat, almeno a giudicare dalle numerose segnalazioni che ci pervengono da ogni parte d'Italia e dall'assordante silenzio che Poste Italiane oppone, sui siti ufficiali e non, a quanti chiedono spiegazioni sulle cause di quanto sta accadendo e come poter risolvere il problema.

Anche se, va aggiunto, la carta BancoPosta, inutilizzabile con il Postamat, continua a svolgere il proprio lavoro con i POS (Point Of Sales), quelle macchinette cioe' che permettono i pagamenti elettronici nei supermercati, nei ristoranti e nei negozi e che non hanno necessità del PAM per l'inserimento della carta BancoPosta nell'alloggiamento del lettore di microchip.

21 Dicembre 2014 · Ornella De Bellis




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Una risposta a “Tesoro, mi si sono ristretti i lettori del Postamat!”

  1. Andrea D'Ambra ha detto:

    Se avete un conto Bancoposta fareste bene a non partire all’estero se non volete correre il rischio di ritrovarvi con il conto “sequestrato” dalle Poste.

    Parlo per esperienza diretta, trovandomi fuori dai nostri confini per qualche mese, ad inizio novembre mi sono accorto della presenza di strani addebiti sul mio conto. Dopo aver immediatamente segnalato il disconoscimento di tali operazioni a Poste Italiane e provveduto a far bloccare la carta mi viene detto che mi sarà “prontamente” emessa una nuova carta e che il rimborso delle somme avverrà “al più presto”.

    Ma qui si manifesta il primo problema: la carta verrà inviata – mi dicono – presso l’ufficio postale di radicamento del conto (in Italia quindi). L’eventualità che un correntista Bancoposta possa trovarsi per più di qualche giorno fuori dai confini nazionali non è neanche contemplata al punto da non prevedere alternative (quali l’invio all’estero per posta assicurata o presso un istituto di credito partner ad esempio.)

    Quando penso di aver sormontato questa difficoltà con la delega ad una persona di fiducia per il ritiro della carta e l’invio all’estero mi rendo conto di non poter più effettuare alcuna operazione sul mio conto, neanche online, in quanto per questo è indispensabile il possesso della carta.

    Mi dico che con un po’ di pazienza dopo una, massimo due settimane la nuova carta sarà finalmente disponibile presso l’ufficio postale ma nonostante le promesse e rassicurazioni passano i giorni, le settimane e dopo quasi due mesi del nuovo bancomat neanche l’ombra, come finito in un buco nero.

    Così mi ritrovo all’estero nella frustrante condizione di vedere il mio conto “in ostaggio” di Poste Italiane senza potervi effettuare operazioni e/o accedere ai miei averi ma con l’unica possibilità di controllare l’estratto conto.

    Certo, la direttiva europea sui servizi di pagamento (2007/64/Ce) prevede il rimborso “senza indugio” delle somme contestate e che l’istituto di credito “riporti il conto di pagamento addebitato nello stato in cui si sarebbe trovato se l’operazione di pagamento non autorizzata non avesse avuto luogo” ma sembra che pretendere il rispetto delle regole nel nostro paese sia “eversivo”.

    Quello che è certo è che la mia esperienza con Bancoposta e Poste Italiane terminerà al mio rientro in Italia.

    Certo, non sarà facile scegliere un’alternativa in questo mare di squali ma mi auguro che ci siano ancora professionisti che facciano il loro lavoro avendo rispetto delle regole e dei loro clienti.

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