Portabilità e rinegoziazione del mutuo secondo la convenzione ABI MEF del 19 giugno 2008

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Via il notaio sulla surroga - Il testo dell'accordo in tema di portabilità, dunque, è quanto mai chiaro: tutte le operazioni di rinegoziazione dei mutui e di portabilità sono esenti da imposte e tasse di qualsiasi genere. Al cliente non può essere addebitato alcun costo amministrativo, ivi incluse commissioni bancarie, conseguenti alle operazioni di rinegoziazione e per tutta la durata residua del mutuo, anche sulle eventuali rate aggiuntive finali, e neppure costi notarili. Un accordo che porta la firma dell'Abi, e che quindi dovrebbe essere applicato da tutte le banche.

Tutta l'intesa, d'altra parte, punta a garantire - finalmente - la massima informazione al cliente, non solo e non tanto sulla possibilità di aderire alla proposta di rate "calmierate" ma anche e soprattutto di scegliere le altre opzioni più convenienti. L'adesione alla convenzione non è obbligatoria, ma non c'è dubbio che la scelta di aderire non potrà che avere un ritorno d'immagine positivo. Infatti da un lato consente di offrire comunque condizioni migliori, e dall'altro offre una notevole visibilità alle banche che aderiscono, che faranno parte di un elenco consultabile on line.

Rinegoziare diventa un diritto per i clienti - Rinegoziare, infatti, diventa un diritto a tutti gli effetti e per questo le banche dovranno fornire ai clienti interessati una informativa trasparente, chiara ed esaustiva sulle varie opportunità di scelta, e cioè:
- continuare a rimborsare il mutuo secondo il piano di ammortamento in corso;
- proporre a banche e intermediari una rinegoziazione delle condizioni del mutuo in essere,
da concordare appositamente;
- avvalersi della portabilità del mutuo;
- ricorrere alla rinegoziazione dei mutui con la rata calmierata;
- usufruire anche di più di una di tali diverse opportunità, in particolare cumulando portabilità e rata calmierata.

I mutui interessati - Posto che tutti possono scegliere una delle prime tre opzioni, la convenzione prevede che il passaggio da variabile a fisso calmierato riguardi i mutui a tasso variabile stipulati fino a tutto il 28 maggio scorso, purché finalizzati all'acquisto, costruzione, ristrutturazione dell'abitazione principale. Per abitazione principale quella in cui il proprietario o il coniuge o i parenti entro il terzo grado o gli affini entro il secondo grado dimorano abitualmente. Possono usufruire della rinegoziazione anche i contratti frutto di accollato, i mutui del costruttore, e quelli cartolarizzati. Possibilità di accedere alla convenzione anche per i mutuatari inadempienti alla data del 28 maggio rispetto a rate pregresse del mutuo.

I dettagli dell'operazione - La rinegoziazione garantisce la riduzione delle rate con scadenza successiva al 1° gennaio 2009 ad un ammontare pari a quello della rata che si ottiene applicando all'importo e alla scadenza originari del mutuo il tasso di interesse come risultante dalla media aritmetica dei tassi applicati ai sensi del contratto nell'anno 2006. La differenza tra l'importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento originario e quello della rata rinegoziata è addebitata su di un conto di finanziamento accessorio. Il conto produce interessi, capitalizzabili annualmente, al tasso più favorevole per il cliente tra quello che si ottiene in base all'IRS a dieci anni, maggiorato, di uno spread di 0,50 punti percentuali e quello contrattualmente previsto, come determinati alla data di rinegoziazione. Sono anche addebitate nel conto di finanziamento accessorio le eventuali rate scadute e non pagate prima del 29 maggio 2008.

Se i tassi scendono si torna al variabile - Al termine della durata originaria del mutuo si faranno i conti: se il conto accessorio risulta a debito, l'importo è rimborsato dal cliente sulla base di rate costanti di importo uguale all'ammontare della rata risultante dalla rinegoziazione e allo stesso tasso a cui è regolato il conto accessorio. Se i invece tassi dovessero scendere e la differenza tra l'importo della rata dovuta secondo il piano originario quello della rata rata fosse positivo, la differenza andrà a ridurre l'importo del conto di finanziamento accessorio e quando qualora questo dovesse essere azzerato si riprenderà a pagare il mutuo rinegoziato con il nuovo taso variabile più favorevole.

Proposta entro tre mesi - Per far conoscere tutte le opportunità le banche dovranno inviare a tutti i sottoscrittori di mutui una proposta, scritta e datata, nella quale sono elencate in modo esplicito le diverse opportunità. La proposta riporterà poi i contenuti dell'offerta di rinegoziazione con rata calmierata, e tutti gli elementi che consentano al mutuatario di valutare gli effetti della rinegoziazione in termini di riduzione dell'importo delle rate nonché le possibili implicazioni sulla durata del mutuo in funzione dell'evoluzione dei tassi di interesse. L'accettazione della proposta assicura la riduzione dell'importo delle rate del mutuo da corrispondere a partire quanto meno dal terzo mese successivo al mese di comunicazione dell'accettazione della proposta medesima, relativamente alle rate del mutuo in scadenza successivamente al 1° gennaio 2009.
I clienti che rinegoziano riceveranno poi annualmente una comunicazione informativa, completa e chiara, sull'andamento della loro posizione, e sull'esposizione complessivamente derivante dall'operazione di rinegoziazione in termini di debito residuo e saldo del conto di finanziamento accessorio.

Tutte le banche on line - L'elenco delle banche che aderiscono alla convenzione sarà pubblicato sui siti dell'Abi e del ministero, dove si potranno trovare anche le condizioni, anche migliorative, offerte in via generalizzata alla clientela. Sull'operazione vigilerà poi un Osservatorio permanente costituto da rappresentanti delle banche, del ministero e delle associazioni dei consumatori.

25 Giugno 2008 · Piero Ciottoli


Commenti e domande

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26 risposte a “Portabilità e rinegoziazione del mutuo secondo la convenzione ABI MEF del 19 giugno 2008”

  1. Giacomo ha detto:

    Completamente preso in giro dal MPS: mi fanno credere per tre mesi che i mutui modulari rientrano nel decreto, mi metto tranquillo pensando di ritornare a pagare una rata simile a quella del 2006, poi a settembre mi gelano dicendo che i modulari non rientrano nel decreto. Chi conosce banche che hanno fatto rientrare i modulari nel decreto? Sto pensando di fare esposto e ricorrere al Giuri Bancario, vi ringrazio per ogni informazione possiate darmi al proposito

  2. Enrico ha detto:

    Grazie delle risposte..
    L’attuale banca dove ho il mutuo mi propone di rinegoziare il mutuo accorpando altre posizioni debitorie in modo da avere un’unica rata che sarebbe più bassa dell’attuale rata del solo mutuo che sto pagando adesso.. e fin qui non sembrerebbe male, ma è da verificare se mi accettano di rifare questo nuovo mutuo, dato che la mia capacità di rimborso attualmente è inferiore rispetto hai parametri della rata di questo nuovo mutuo.. che comunque sia sarebbe inferiore a quello che sto pagando adesso..
    Oggi ho provato a proporre di trasportare almeno il solo mutuo alle poste, solo che con tutta la buona volontà, la risposta è stata che la mia capacità di rimborso è inferiore alla rata che posso sostenere.. oltretutto mi hanno detto che le spese notarili sono a carico mio, mentre mi sembra di aver letto anche su questo stesso sito che con la trasportabilità non dovrebbe comportare spese notarili..
    Enrico

  3. PromotoreMutui ha detto:

    Una domanda.. Vorrei usufruire della legge Tremonti per poter riportare la rata del mutuo alla media del 2006, causa, acqua alla gola.. non dico altro..
    Il problema è che la banca mi ha detto NO! proponendomi altre alternative che sembrano più che altro FREGATURE A TASSO FISSO MA HAI TASSI ATTUALI perché il mio mutuo non è a tasso variabile ma è a tasso MODULARE.
    Dico io, ma stiamo scherzando? Ma se il mio mutuo non è a tasso variabile perché sto pagando circa 300 euro in più rispetto al 2006?
    La mia domanda è questa, i mutui a tasso MODULARE possono essere considerati come i mutui a tasso variabile oppure no? (sembra che i funzionari della banca abbiano i paraocchi, ne fanno una questione di nome)

    Grazie a chi mi aiuta..
    Enrico

    Commento di Enrico | Lunedì, 8 Settembre 2008

    Se finora, nonostante l’acqua alla gola, hai pagato regolarmente (senza MAI ritardi) tutte le rate, più conveniente della rinegoziazione con la tua banca è la portabilità del mutuo presso un’altra.
    Rivolgiti ad altri istituti di credito e chiedi di surrogare o sostituire il tuo mutuo.
    In ogni caso alcune banche hanno esteso la possibilità di rinegoziare “secondo Tremonti” anche i mutui a tasso “misto” (modulare o opzionale).

  4. karalis ha detto:

    Una domanda.. Vorrei usufruire della legge Tremonti per poter riportare la rata del mutuo alla media del 2006, causa, acqua alla gola.. non dico altro..
    Il problema è che la banca mi ha detto NO! proponendomi altre alternative che sembrano più che altro FREGATURE A TASSO FISSO MA HAI TASSI ATTUALI perché il mio mutuo non è a tasso variabile ma è a tasso MODULARE.
    Dico io, ma stiamo scherzando? Ma se il mio mutuo non è a tasso variabile perché sto pagando circa 300 euro in più rispetto al 2006?
    La mia domanda è questa, i mutui a tasso MODULARE possono essere considerati come i mutui a tasso variabile oppure no? (sembra che i funzionari della banca abbiano i paraocchi, ne fanno una questione di nome)

    Grazie a chi mi aiuta..
    Enrico

    Commento di Enrico | Lunedì, 8 Settembre 2008

    Pare che la tipologia del tuo mutuo sia una di quelle escluse dalla Convenzione ABI-MEF, o, meglio, dall’interpretazione che ABI fa di tale accordo.

    L’elenco dei tipi di mutuo a cui sembrerebbe non si applichi la possibilità di fruire dell’accordo ABI-MEF puoi trovarlo qui.

  5. Enrico ha detto:

    Una domanda.. Vorrei usufruire della legge Tremonti per poter riportare la rata del mutuo alla media del 2006, causa, acqua alla gola.. non dico altro..
    Il problema è che la banca mi ha detto NO! proponendomi altre alternative che sembrano più che altro FREGATURE A TASSO FISSO MA HAI TASSI ATTUALI perché il mio mutuo non è a tasso variabile ma è a tasso MODULARE.
    Dico io, ma stiamo scherzando? Ma se il mio mutuo non è a tasso variabile perché sto pagando circa 300 euro in più rispetto al 2006?
    La mia domanda è questa, i mutui a tasso MODULARE possono essere considerati come i mutui a tasso variabile oppure no? (sembra che i funzionari della banca abbiano i paraocchi, ne fanno una questione di nome)

    Grazie a chi mi aiuta..
    Enrico

  6. Agenzia Entrate ha detto:

    Portabilità più facile anche per i mutui frazionati. Con la circolare n. 5/T del 28 luglio, l’agenzia del Territorio chiarisce che anche l’annotazione di surrogazione in quota di un debito già oggetto di frazionamento deve essere effettuata d’ufficio dal conservatore in base alla presentazione del titolo e di una semplice richiesta scritta da parte dell’interessato.

    Questa possibilità discende da un’interpretazione estensiva delle disposizioni introdotte dal decreto “Bersani-bis” (Dl 7/2007), che ha incentivato l’esercizio del diritto di subingresso nei prestiti immobiliari, riconoscendo un regime di favore, sia in termini di adempimenti che sul piano tributario, a quanti sostituiscono un vecchio mutuo con uno più vantaggioso. Dando seguito a queste norme, nel giugno dell’anno scorso i tecnici del Territorio erano intervenuti con la circolare n. 9/T, che ribadiva l’assenza di oneri particolari a carico dei cittadini che decidano di trasferire volontariamente il mutuo da una banca all’altra. In particolare, già in quell’occasione si precisava che l’annotazione della surroga per volontà del debitore doveva essere predisposta d’ufficio dal conservatore, senza adempimenti specifici per il contribuente, chiamato a versare la sola tassa ipotecaria, ma non le imposte sostitutiva, ipotecaria e di bollo.

    Ora, con la circolare 5/2008, il Territorio ritorna sull’argomento, soffermandosi sull’ammissibilità delle annotazioni di surrogazione relative a ipoteche frazionate. Un problema che riguarda sia la surroga voluta dal debitore, detta surroga per imprestito, sia quelle che avvengono per volontà del creditore (surroga per quietanza) o perché espressamente previste dalla legge (surroga legale). In tutti i casi, la trasmissione dell’ipoteca deve essere annotata a margine dell’ipoteca stessa, trattandosi di un elemento indispensabile perché il trasferimento della garanzia ipotecaria a favore del terzo surrogato sia pienamente efficace.

    Inoltre, se l’ipoteca è stata oggetto di frazionamento, al subingresso del nuovo creditore in una singola quota dell’originario credito frazionato seguirà il diritto alla surrogazione anche nella relativa quota di ipoteca. A questo proposito, il documento di prassi sottolinea che la suddivisione dell’ipoteca non comporta una surroga parziale, ma una surroga totale nella specifica quota di ipoteca individuabile in base all’annotazione di frazionamento. In sostanza, in presenza di una successione nei diritti del creditore su una quota del credito frazionato, non si può negare il diritto di quest’ultimo a subentrare nelle garanzie reali che assistevano il creditore iniziale di quella stessa quota.

    Per quanto riguarda l’attuazione della pubblicità immobiliare, la circolare ribadisce che l’esercizio nel subingresso è subordinato alla relativa annotazione, che deve essere effettuata indicando esplicitamente il nomen iuris: “Surrogazione in quota di mutuo frazionato”. Nel quadro B della domanda di annotazione vanno segnalati gli immobili a cui la quota si riferisce e nel quadro D i dati che consentono di individuare correttamente la quota e che risultano desumibili dall’atto di frazionamento, in primis l’importo della quota di capitale e quello della relativa ipoteca. Il quadro D conterrà inoltre le generalità del debitore che si accolla il mutuo, mentre il quadro C va completato con i nomi dei soggetti presenti nell’originaria formalità ipotecaria.

    Come previsto dal decreto Bersani-bis, l’annotazione di surrogazione può essere richiesta al conservatore senza alcuna formalità, allegando una copia autentica del documento di surrogazione stipulato con atto pubblico o scrittura privata. Un principio valido anche nella specifica ipotesi di surroga in quota di un mutuo frazionato. Per ottenere la relativa annotazione, che deve essere eseguita d’ufficio dal conservatore, basta presentare il titolo e una semplice richiesta in forma scritta.

    A margine di questo ragionamento, il documento di prassi emanato ieri dal Territorio ricorda infine che, in caso di surroga per volontà del debitore, anche quando il credito del creditore originario si considera estinto in seguito all’avvenuto pagamento, le eventuali comunicazioni di estinzione non comportano la cancellazione d’ufficio dell’ipoteca. In questa circostanza, infatti, al pagamento non segue automaticamente l’estinzione delle garanzie ipotecarie a sostegno del credito.

  7. karalis ha detto:

    La portabilità dei mutui diventa gratuita dal notaio. È il risultato della bozza d’intesa sottoscritta tra il Consiglio nazionale del notariato e il ministero dell’Economia e che fa seguito al protocollo firmato tra Abi e Via XX Settembre sulla rinegoziazione obbligatoria dei mutui. L’accordo formalizza la disponibilità dei notai a effettuare, a costo zero, la portabilità dei mutui con il solo rimborso delle spese. La procedura gratuita si riferisce a tutti coloro che hanno sottoscritto prestiti – accesi per acquisto, ristrutturazione e costruzione dell’abitazione principale purché contratti entro il 30 giugno 2008 – per i quali è prevista la rinegoziazione obbligatoria.

    “Per il senso di responsabilita’ che ci deriva dall’essere parte del sistema giustizia, delegati dallo Stato al controllo di legalita’, e su indicazioni che gia’ a suo tempo l’Antitrust aveva evidenziato”, sottolinea Paolo Piccoli, presidente del Cnn, “il notariato si fa carico della situazione di emergenza sociale causata dall’aumento dei mutui e si adoperera’ a favore delle persone e famiglie in difficolta’”.

    La procedura per le surroghe a costo zero e’ stata predisposta dieci giorni fa. Tuttavia, ricorda una nota, l’impegno del notariato sulla portabilita’ dei mutui “risale al 2007 quando in occasione dell’audizione in commissione Finanze della Camera aveva gia’ predisposto una bozza di surroga semplificata per favorirne la diffusione. Impegno testimoniato anche dal lavoro con 11 associazioni dei consumatori concluso a maggio con la pubblicazione di una guida per i cittadini che spiega tutti gli strumenti a disposizione dei mutuatari”.

  8. karalis ha detto:

    Forse Ivano aspetti il decreto Tremonti, che proprio oggi è divenuto legge.

    Auguri …

  9. ivano ha detto:

    per colpa di u banchiere poco serio mi ritrovo un mutuo con tasso modulare e pago 300 euro al mese in più,ora per via di alcuni prestiti che avevo preso prima di ritrovarmi con questa rata,ora ho un reddito 1800 euro al mese e uscite di euro 1600,se non fosse per il doppio lavoro mi sarei dovuto impiccare,perchè la banca mi ha risposto che non mi può fare nulla,ora aspetto questo decreto bersani e prego!

  10. karalis ha detto:

    Nell’aula del Senato, in occasione della discussione del decreto legge per la salvaguardia del potere di acquisto delle famiglie, è stato approvato un ordine del giorno del senatore leghista Piergiorgio Stiffoni in materia di portabilità dei mutui. “Fino ad oggi – commenta Stiffoni – i cittadini che hanno stipulato un mutuo e vogliono passare ad altra banca nel caso quest’ultima applichi loro condizioni più vantaggiose, sono stati restii a farlo a causa degli alti onorari notarili per lo svolgimento delle relative pratiche. Se il governo tradurrà in norma il nostro invito, anche altri soggetti, ad esempio gli avvocati, potranno autenticare le firme in caso di trasferimento del mutuo da banca a banca a costi molto inferiori. Questo renderà – conclude Stiffoni – più ampia la concorrenza tra i diversi professionisti che si tradurrà in un vantaggio in termini economici per i consumatori”.

  11. Antonio Catricalà ha detto:

    Sono 530 mila le famiglie italiane che si trovano in difficoltà nel pagare la rata del mutuo secondo le stime presentate dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà. «Sono in difficoltà 420 mila famiglie per l’aumento del costo della rata – spiega Catricalà – a queste se ne aggiungono 110 mila per le quali esistono problemi di possibile insolvenza ». Una situazione causata perché, sottolinea il presidente dell’Antitrust, «nelle famiglie a reddito fisso, se aumenta la rata a tasso variabile è chiaro che si va in sofferenza».

    Per Catricalà la legge sulla portabilità dei mutui «è chiara e non prevede oneri a carico del consumatore. Sarò un vantaggio per i consumatori e creerà una maggiore mobilità tra le banche italiane». La portabilità, infatti, permette di adeguare il mutuo alle nuove esigenze, tempi e rate, di chi lo ha sottoscritto.

  12. karalis ha detto:

    Ho un mutuo con tasso misto: ogni 3 anni ho la possibilità di scegliere un tasso fisso per i 3 anni successivi oppure il tasso variabile, che però mi rimane fino alla fine togliendomi la possibilità di scegliere ogni 3 anni. Attualmente ho scelto il fisso per i prossimi 3 anni.
    Nel decreto legge e nella convenzione si parla sempre di mutui a tasso variabile, ma non dei misti. Sono comunque compresi anche questi, oppure no?

    Infatti, non c’è alcun riferimento ai tassi misti.
    Bisognerà vedere innanzitutto se la tua banca aderirà alla convenzione ABI MEF.

    In caso affermativo non credo che avranno alcuna difficoltà a considerare il tuo come un mutuo a tasso variabile. Anche perchè il tasso fisso, che puoi scegliere ogni tre anni, è comunque vincolato ai tassi variabili correnti.

    E poi, a rigore, il tuo mutuo non è un mutuo a tasso fisso. Ma variabile. Anche se il tasso di interesse è costante in finestre temporali triennali.

    In conclusione Elena, per me il tuo è un mutuo a tasso variabile. Non è certamente un mutuo a tasso fisso il che presupporrebbe una rata costante in TUTTO il periodo di ammortamento del mutuo.

  13. Elena ha detto:

    Ho un mutuo con tasso misto: ogni 3 anni ho la possibilità di scegliere un tasso fisso per i 3 anni successivi oppure il tasso variabile, che però mi rimane fino alla fine togliendomi la possibilità di scegliere ogni 3 anni. Attualmente ho scelto il fisso per i prossimi 3 anni.
    Nel decreto legge e nella convenzione si parla sempre di mutui a tasso variabile, ma non dei misti. Sono comunque compresi anche questi, oppure no?

  14. karalis ha detto:

    Per quanto riguarda la surroga, le banche richiedono comunque una serie di documenti tra i quali anche il 730 o cud.

    Il mio reddito risulta inferiore a quello che avevo quando ho acquistato casa pertanto le banche hanno difficoltà a concedermi il mutuo.

    trovandomi in questa situazione, ho difficoltà ad usifruire della surroga rimane comunque il fatto che il mutuo continuo a pagarlo regolarmente, con molta fatica con un aumento di 200 al mese.
    in questo caso quale sarà la manovrà che potrò attuare?
    E se la mia banca non aderirà alla rinegoziazione?

    Caro Emanuele, mi rendo conto della questione da te posta.

    Se la banca non aderisce alla rinegoziazione c’è sempre la possibilità di optare per la surroga.

    Ma se, come nel tuo caso, di fronte ad una abbassamento del livello di reddito, non si trova nessuna nuova banca disposta ad accollarsi il rischio di prendere in carico il tuo mutuo, il problema si pone.

    Per ora direi di attendere ottobre per verificare se la tua attuale banca aderisce alla convenzione. Inutile mettere il carro davanti ai buoi.

    Poi vedremo. In caso negativo, troveremo comunque una soluzione al tuo problema (che, per inciso, credo sia comune a molti).

  15. Emanuele ha detto:

    Per quanto riguarda la surroga, le banche richiedono comunque una serie di documenti tra i quali anche il 730 o cud.

    Il mio reddito risulta inferiore a quello che avevo quando ho acquistato casa pertanto le banche hanno difficoltà a concedermi il mutuo.

    trovandomi in questa situazione, ho difficoltà ad usifruire della surroga rimane comunque il fatto che il mutuo continuo a pagarlo regolarmente, con molta fatica con un aumento di 200 al mese.
    in questo caso quale sarà la manovrà che potrò attuare?
    E se la mia banca non aderirà alla rinegoziazione?

  16. karalis ha detto:

    Ho provato ad avvalermi della portabilità del mutuo presso altra banca (dove tra l’altro ho il conto corrente da quasi 10 anni e quindi dovrebbero conoscermi meglio di altre banche) ma la mia richiesta non è stata accettata.
    ad oggi pago quasi 200 euro in più al mese di mutuo.

    Proverei allora a chiudere il conto e ad aprirlo laddove accettano conto e mutuo.

    A meno che tu non risulti iscritto a qualche elenco di cattivi pagatori, una banca che vuol essere concorrenziale (e ce ne sono) si trova. Anche se lo spread deve essere ovviamente inferiore rispetto al mutuo che già hai, per loro si tratta comunque di un guadagno.

    E se non aderirà alla rinegoziazione saremo spacciati!!!
    Questo aspetto è stato valutato?

    Secondo me aderiranno tutte. E’ una questione di immagine.

  17. emanuele ha detto:

    Quando ho acquistato casa il nostro reddito era più alto di quello attuale.

    Ho provato ad avvalermi della portabilità del mutuo presso altra banca (dove tra l’altro ho il conto corrente da quasi 10 anni e quindi dovrebbero conoscermi meglio di altre banche) ma la mia richiesta non è stata accettata.
    ad oggi pago quasi 200 euro in più al mese di mutuo.

    Con questo significa che non posso scollarmi di dosso la banca attuale?

    E se non aderirà alla rinegoziazione saremo spacciati!!!
    Questo aspetto è stato valutato?

  18. CGIL ha detto:

    L’impatto dell’accordo sulla rinegoziazione dei mutui tra governo e Abi, contenuto nel dl fiscale, può costare ad una famiglia alla scadenza del contratto ben oltre 7mila euro in più rispetto all’importo del mutuo. Ad affermarlo la Cgil in un documento che boccia le misure economiche del governo Berlusconi. Secondo il leader del sindacato di Corso Italia, Guglielmo Epifani, l’accordo “non porta vantaggi reali, allunga solamente i tempi di estinzione del debito facendone aumentare il costo”.

    La Cgil ha fatto un ipotesi di una famiglia residente a Roma con un mutuo di 100mila euro per 20 anni acceso nel 2003 (abitazione A/3 di 80 mq in zona semiperiferica). Cosa succede, si legge nel documento, a questa famiglia alla scadenza del contratto? Calcolando i diversi elementi in gioco, la famiglia tipo si trova a fine mutuo a dover pagare 7.626 euro in più, se rinegozia il proprio contratto.

    In base ai calcoli della Cgil infatti l costo complessivo del mutuo prima della riforma sarebbe di 171.840; mentre il costo complessivo del mutuo dopo la riforma sarebbe di 179.466 euro, con una differenza complessiva a fine mutuo per l’accordo ‘Tremonti’ di 7.626 euro in più che pesano sul budget familiare.

  19. Maximilian Cellino ha detto:

    Alcune variazioni a tutela dei risparmiatori e un esplicito rinvio alle norme della portabilità contenute nel decreto Bersani approvato lo scorso anno. Il testo licenziato ieri alla Camera lascia sostanzialmente invariato l’impianto della Convenzione Abi-Governo per la rinegoziazione dei mutui prima casa a tasso variabile, ma rispetto al decreto originario introduce espressamente nel primo comma la possibilità che «le singole banche aderenti adottino, dandone puntuale informazione ai clienti, eventuali condizioni migliorative» rispetto ai termini di base della rinegoziazione. Un intento, quello di andare incontro alle famiglie italiane in difficoltà, ribadito esplicitamente nel comma 8-bis introdotto alla Camera: «Le disposizioni del presente articolo sono derogabili solo in senso più favorevole al mutuatario».

    L’accordo, che prevede di riportare l’importo della rata al livello medio del 2006, potrà essere modificato «al fine di favorire una maggiore concorrenza nel mercato a vantaggio dei mutuatari». In tal modo il Parlamento si è mosso anche nella direzione di esaudire le richieste del presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, che all’indomani dell’accordo Abi-ministero dell’Economia aveva auspicato condizioni migliori di quelle minime previste dalla legge da parte delle banche.

    La differenza tra l’importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento previsto e quello risultante dall’atto di rinegoziazione sarà addebitata su un conto di finanziamento accessorio regolato al tasso Irs a dieci anni «maggiorabile fino a un massimo di uno spread dello 0,50% annuo». Una precisazione, quest’ultima, che rende opzionale e non fissa come in precedenza l’applicazione di un sovrapprezzo rispetto al tasso base (ieri al 5,04%).
    L’esplicitoriferimento all’opzione di portabilità del mutuo introdotta con il decreto Bersani, contenuta in un emendamento al primo comma, chiarisce invece una volta per tutte che nell’intento di Abi e Governo le diverse forme di sostegno ai mutuatari – rinegoziazione secondo la Convenzione e appunto portabilità, intesa come surroga – sono destinate a viaggiare in parallelo e non si escludono a vicenda.

    In base alla Convenzione saranno le banche aderenti a inviare entro il 29 agosto ai clienti interessati una proposta di rinegoziazione con i termini dell’offerta. Nei tre mesi successivi al ricevimento, ciascun mutuatario potrà decidere di aderire o meno all’accordo: in caso favorevole, a partire dalla prima scadenza del 2009 le rate saranno ricalcolate sulla base dei tassi medi registrati nel 2006.

  20. PDL ha detto:

    Bersani aveva affrontato l’emergenza caro-mutui con il decreto centrato su rinegoziazione, surroga e trasferimento, con abolizione della clausola della penale. Una via d’uscita come un’altra, che riguarda e tocca soprattutto quelle famiglie la cui rata, pur salita, risulta ancora sopportabile. I vantaggi spesso minimi e il percorso a ostacoli che il cliente deve intraprendere per farsi riconoscere dalle banche un diritto non hanno mai spinto l’opposizione, oggi maggioranza, ad usare toni sprezzanti verso quel provvedimento di legge.

    Ben altro trattamento riserva invece il centrosinistra all’intervento di Tremonti, che si è concretizzato tre giorni fa nella firma di una convenzione tra Abi e ministero dell’Economia. Se va bene parlano di accordo “inutile o di “bluff”, ma la dizione preferita è “provvedimento-truffa”. Giudizi che non hanno fondamento se non nella volontà di fare un’opposizione preconcetta a qualsivoglia atto del governo.
    Con questo accordo, che consente una rinegoziazione dei mutui a tasso variabile e di riportare la rata ai livelli di due anni fa, Tremonti è andato incontro alle esigenze delle famiglie più in difficoltà, quelle i cui bilanci familiari non reggono più un esborso mensile, che non arrivano a fine mese, che sono costrette a tagliare perfino le spese alimentari e di prima necessità.

    Il decreto Bersani era ed è rivolto a quanti hanno conservato qualche margine di bilancio nonostante il caro-rata; l’accordo voluto da Tremonti riguarda chi sta peggio, offrendo una via d’uscita anche alle famiglie con l’acqua alla gola e, se per la sinistra significa ancora qualcosa, meno abbienti. Certamente non è la bacchetta magica, certamente la rinegoziazione significa un allungamento temporale del mutuo, ma non c’è dubbio che costituisce una boccata di ossigeno salutare per quanti, e sono tanti, si trovano ai limiti della disperazione. Che alla sinistra questo non vada bene, fa soltanto male alla sinistra. Gli italiani sanno giudicare.

  21. Paolo Piccoli ha detto:

    I notai italiani sono pronti ad affrontare la questione della portabilita’ dei mutui bancari ”senza nessuna pregiudiziale su questo tema’.

    Di recente il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si era rivolto ai notai italiani chiedendo ”un sacrificio” per garantire la portabilita’ dei mutui senza alcuna spesa a carico dell’utente. La questione,prevede l’intervento del notaio. Ma ho gia’ scritto al ministro Tremonti dando la nostra disponibilita’ a confrontarci senza nessuna pregiudiziale su questo tema”. I notai italiani, sono consapevoli che esiste un’emergenza sociale. E questa emergenza richiede il nostro aiuto. Siamo assolutamente disponibili a partecipare a questo sforzo di aiuto.

    Paolo Piccoli è presidente del Consiglio nazionale del Notariato (ndr).

  22. Maxmilian Cellino ha detto:

    Con la firma della convenzione fra Abi e ministero dell’Economia di due giorni fa si è definitivamente avviato l’iter che darà a quanti hanno contratto un mutuo per la prima casa a tasso variabile la possibilità di riportare l’importo della rata sui livelli del 2006. Il testimone passa adesso nelle mani delle famiglie italiane, che dovranno valutare con attenzione i pro e i contro dei termini della Convenzione prima di procedere all’adesione.

    Gli effetti della convenzione
    Alla rinegoziazione potranno accedere tutti i risparmiatori che hanno contratto un mutuo a tasso variabile prima del 29 maggio 2008, anche quelli che sono rimasti indietro con il pagamento delle rate (purché non sia nel frattempo intervenuta la risoluzione del contratto). Saranno le banche a inviare ai clienti interessati entro il prossimo 29 agosto la proposta di rinegoziazione con i termini dell’offerta. Successivamente, entro tre mesi dal ricevimento, ciascun mutuatario potrà optare o meno per l’adesione: in caso favorevole, a partire dalla prima scadenza del 2009 le rate verranno ricalcolate sulla base dei tassi medi registrati nel 2006.
    Ricorrendo alla convenzione, tanto per fare un esempio, una famiglia che ha contratto un mutuo ventennale da 100mila euro nel settembre 2005 (alla vigilia, cioè, del ciclo di rialzi del costo del denaro operati dalla Banca centrale europea) potrà abbassare l’esborso mensile di quasi il 13% scendendo da 706 a 616 euro (vedi l’esempio sopra). La differenza fra l’importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento originariamente previsto e quello risultante dall’atto di rinegoziazione sarà però addebitato su un conto di finanziamento accessorio regolato al tasso che si ottiene dall’Irs a 10 anni, alla data di rinegoziazione, maggiorato di uno spread dello 0,5% (a meno che le banche non optino per un trattamento più favorevole).

    Il nodo della durata
    In altre parole, ciò che non viene versato al momento si accumulerà su un nuovo conto (sul quale graverà un interesse pari al 5,48%, in base agli attuali valori di mercato) e difficilmente verrà smaltito nel corso del piano di ammortamento, con il rischio più che mai concreto che la durata originaria del mutuo si possa prolungare. L’eventuale debito risultante dal conto accessorio sarà infatti rimborsato dal cliente al termine del piano originario con rate costanti dello stesso importo “convenzionato”.
    La durata dell’allungamento dipenderà soprattutto dall’andamento futuro dei tassi di interesse. Qualora questi rimanessero sui livelli attuali fino alla scadenza del finanziamento, il mutuo preso come esempio genererebbe un residuo da versare pari a 29.389 euro che sarebbe smaltito in 53 rate mensili. Nell’ipotesi (più realistica, e anche più favorevole per il mutuatario) in cui i tassi seguissero un andamento ciclico ripetendo quanto successo negli ultimi anni, al debitore resterebbero da pagare “soltanto” 9.743 euro e il mutuo si allungherebbe di 17 mesi.

    Il confronto con la portabilità
    In fondo, il nodo della scelta per il risparmiatore italiano è tutto qui: abbassando la rata attuale si corre il rischio di dover pagare di più e soprattutto più a lungo.
    Per le famiglie più in difficoltà l’adesione alla convenzione sarà probabilmente obbligata, per chi invece conserva ancora qualche margine nonostante il caro-rata degli ultimi mesi, la decisione dovrà essere ben ponderata. Anche perché parallelamente alla convenzione Abi-Governo restano praticabili le vie d’uscita (rinegoziazione-surroga-trasferimento) proposte dal Decreto Bersani. Soluzioni, quest’ultime, che in molti casi appaiono più favorevoli per il risparmiatore, ma che non sempre risultano altrettanto facilmente ottenibili, come dimostra la recente esperienza di molte famiglie italiane.

  23. Help Consumatori & Mario Ugolini ha detto:

    Oggi Help Consumatori ha intervistato Mauro Ugolini (responsabile rapporti con le associazioni dei consumatori di Banca Intesa Sanpaolo).

    Secondo Lei, la proposta Tremonti ammazza o favorisce la concorrenza?
    In generale credo che qualsiasi provvedimento indirizzato a facilitare alcuni clienti del gruppo bancario di cui faccio parte come di altri non può che essere salutato con favore. Quello che stiamo attraversando è certamente un periodo non facile caratterizzato da un continuo rialzo dei tassi di interesse come non avveniva da tempo. Sono non pochi i clienti che si sono trovati ad affrontare una situazione nuova con rate che aumentavano di mese in mese. Dunque la proposta Tremonti è certamente andata in contro a questi clienti rendendoli più sereni nell’adempimento dei propri impegni.

    Come ha reagito il gruppo Banca Intesa Sanpaolo e che tipo di prodotti ha offerto ai clienti?
    Le associazioni a tutela dei consumatori con le quali abbiamo un rapporto proficuo che dura da anni offrono segnali importanti: sanno interpretare la realtà e ci hanno dato elementi utili per cercare una soluzione al problema prima che diventasse tardi. Siamo stati i primi a sollecitare ai nostri clienti – che vedevamo in difficoltà con il pagamento delle rate – strumenti di rinegoziazione per alleggerire il peso dell’esborso mensile.

    Ha dati relativi al numero di surroghe e rinegoziazioni stipulate dalle banche del Gruppo nell’ultimo anno?
    Non so quantificare il numero di contratti. Tuttavia so che il Gruppo Intesa Sanpaolo ha inteso il provvedimento Bersani come un’occasione di rilancio. Mi spiego. La possibilità prevista dal pacchetto Bersani – la possibilità per il mutuatario di accordarsi con una nuova banca per avere un altro mutuo con cui estinguere quello con la banca originaria che non può opporsi – ha innescato un meccanismo concorrenziale tra gli istituti bancari. Quello di cui faccio parte già dal 18 febbraio scorso offre ai consumatori titolari di mutui accesi presso altre banche la possibilità di trasferire il proprio mutuo in una qualsiasi filiale Intesa Sanpaolo, grazie ad un’operazione di surroga completamente gratuita. Tutti i costi dell’operazione, infatti, compresi quelli notarili e dell’ eventuale nuova perizia sono interamente a carico della Banca.

  24. redazione Il Sole24ORE ha detto:

    La proposta di rinegoziazione dei mutui da parte delle banche arriverà ai clienti interessati entro il 29 agosto 2008. Da quella data sarà possibile trasformare i propri mutui a tasso variabile in mutui a tasso fisso, prolungando la vita del contratto. Lo stabilisce la convenzione firmata dal ministero dell’Economia e dall’Abi, con riferimento ai mutui sull’abitazione principale. La possibilità sarà estesa anche ai morosi che non hanno versato quanto dovuto entro lo scorso 28 maggio, a meno che nel frattempo il contratto non sia stato risolto.

    Ecco le novità contenute nell’accordo.

    Rate più leggere dal 2009. La rinegoziazione dei mutui da tasso variabile a tasso fisso, che avverrà sulla media dei tassi del 2006, sarà possibile per i contratti stipulati prima del 29 maggio scorso (data di entrata il vigore del decreto legge). Le nuove rate entreranno in scena a partire dal 2009: ai tre mesi previsti perchè le banche presentino la propria proposta, che finiscono il 29 agosto, vanno infatti aggiunti almeno altri tre mesi perchè, una volta accettata la proposta, la rata più leggera possa iniziare ad essere corrisposta.

    Spread migliore. Lo spread applicato sul conto accessorio sarà «fino» allo 0,5% e non più fisso allo 0,5%. Si potranno quindi prevedere condizioni migliori. Sul conto accessorio sarà addebitata la differenza tra l’importo della rata dovuta secondo il piano di ammortamento originario e l’importo risultante dall’atto di rinegoziazione. Se la differenza genera invece un saldo a favore del mutuatario, la differenza va a credito sul conto accessorio e produce interessi, capitalizzabili annualmente al tasso annuo più favorevole per il cliente tra quello che si ottiene in base all’Irs (Internation rate swap) a dieci anni maggiorato dello 0,50% e quello contrattualmente previsto, come determinati alla data di rinegoziazione. Sono anche addebitate sul conto di finanziamento accessorio le rate scadute e non pagate prima del 29 maggio 2008.

    Inadempienti. Della rinegoziazione possono usufruire anche i mutuatari inadempienti alla data del 28 maggio 2008, precisa l’accordo, «rispetto a rate pregresse del mutuo originariamente contratto, purchè non sia intervenuta a tale data la risoluzione del contratto medesimo».

    Nessuna penale e costi aggiuntivi.L’estinzione anticipata del mutuo rinegoziato non comporta alcuna penale. Allo stesso tempo, le operazioni di rinegoziazione dei mutui e di portabilità sono esenti da imposte e tasse di qualsiasi genere. Non è previsto nemmeno alcun costo notarile.

    Arriva l’Osservatorio. La verifica della piena attuazione legislativa e la risoluzione di eventuali questioni, oltre alla verifica dell’andamento dell’operazione e di una relazione annuale, faranno capo ad un Osservatorio permanente costituito presso il ministero dell’Economia e delle Finanze.

    Risparmi per 850 euro l’anno. Secondo l’Abi la rinegoziazione potrebbe riguardare circa 1,25 milioni di nuclei familiari. Considerando un mutuo ventennale da 80mila euro, avranno un minor esborso di circa 850 euro l’anno.

  25. karalis ha detto:

    E se la Banca presso la quale hai a suo tempo contratto il mutuo non aderisce alla convenzione,sarai condannato a sopportare senza rimedio i disagi delle rate nel frattempo spropositamente lievitate per effetto degli umori e timori della BCE?

    Se la tua banca non aderisce alla convenzione ABI MEF del 19 giugno, utilizzi prima la portabilità verso una banca che aderisce alla rinegoziazione.

    Poi effettui la rinegoziazione del mutuo in base all’accordo ABI MEF.

    La tua attuale banca può non aderire all’accordo ABI MEF del 19 giugno. Ma la portabilità è una legge e non può non applicarla.

    Per quanto riguarda la portabilità del mutuo l’accordo ABI MEF del 19 giugno si limita a ribadire quel che doveva essere da tempo: e cioè che le procedure interbancarie sono state completate e quindi si può adesso applicare la legge.

    Mi rendo conto che c’è qualche passo in più, ma comunque il tutto è a costo zero (meno il costo del tuo tempo, ovviamente …)

  26. Paolo Italiano ha detto:

    E se la Banca presso la quale hai a suo tempo contratto il mutuo non aderisce alla convenzione,sarai condannato a sopportare senza rimedio i disagi delle rate nel frattempo spropositamente lievitate per effetto degli umori e timori della BCE?

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