Sinistro stradale con investimento » Quando il pedone non ha ragione
In un sinistro stradale, qualora venga investito un pedone, quest'ultimo, non sempre ha ragione.
Il pedone non ha sempre ragione: anche lui può avere colpa (in tutto in parte) in un incidente stradale nel quale viene investito e tutto dipende da dove e come attraversa la strada.
Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 24204/14.
Da ciò che si evince dalla pronuncia appena riportata, in un sinistro stradale con investimento, non è sempre vero che il pedone abbia ragione.
Chi è a piedi e viene investito può avere una parte, o addirittura, tutta la colpa. Va verificato il modo in cui attraversa la strada, poiché, anche al pedone, è richiesto un minimo di diligenza e accortezza. A
A parere degli Ermellini, infatti, il comportamento di chi attraversa non deve essere imprevedibile. Ad esempio, in presenza di strisce pedonali nelle vicinanze, non è accettabile attraversare la strada al di fuori di esse, senza attendere il passaggio di tutte le autovetture.
Dunque, anche se sussiste comunque una presunzione di colpa a carico del conducente, la posizione pericolosa del pedone e la sua mancata diligenza nell'evitare il rischio può costituire per lui fonte di responsabilità integrale o parziale nel sinistro.
Inoltre, la Suprema Corte ha precisato che qualora l’automobilista non riesca a fornire, durante il procedimento in Tribunale, la prova idonea a vincere la sua presunzione di responsabilità, il giudice può comunque indagare circa gli eventuali profili del concorso di colpa del pedone investito, specie quando il comportamento di quest’ultimo sia stato improntato a pericolosità e imprudenza.
Successivamente, una volta accertato il concorso di colpa tra automobilista e pedone, il magistrato potrà applicare le percentuali di rispettiva responsabilità in base al suo giudizio sul fatto concreto e su come si sono svolte le modalità concrete del sinistro.
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