Mutuo ipotecario e mutuo chirografario – quali sono le differenze?

Mutuo ipotecario e chirografario - quali le differenze?

Sto per stipulare un mutuo ipotecario per l'acquisto della mia prima casa e mi sono state proposte diverse possibilità, tra cui mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile.

In più, mi hanno parlato del mutuo chirografario.

Che cos'è, esattamente?

Quali sono le principali differenze tra questi tipi di mutuo?

Il mutuo è un finanziamento a medio-lungo termine. In genere la sua durata va da un minimo di 24 ad un massimo di 180 mesi.

Di solito viene richiesto per l'acquisto, la costruzione, la ristrutturazione, l'ampliamento di immobili, ovvero per l'acquisto di impianti e macchinari.

Il mutuo si chiama ipotecario perché è garantito da ipoteca su immobili di gradimento della Banca a garanzia del rimborso del finanziamento stesso.

Il cliente rimborsa il mutuo, secondo quando previsto dal contratto, con il pagamento periodico di rate, comprensive di capitale e interessi, secondo un tasso che può essere fisso o variabile.

Le rate possono essere mensili, trimestrali, semestrali.

L'erogazione della somma mutuata avviene in un'unica soluzione.

In caso di estinzione anticipata (o di rimborso parziale) del finanziamento viene richiesto un compenso
omnicomprensivo indicato in contratto.

Mutuo ipotecario - tasso fisso e tasso variabile

I principali tipi di mutuo ipotacario sono:

  • Mutuo a tasso fisso
  • Mutuo a tasso variabile

Il primo rimane fisso, per tutta la durata del mutuo, sia il tasso di interesse sia l'importo delle singole rate.

Lo svantaggio è non poter sfruttare eventuali riduzioni dei tassi di mercato.

Il tasso fisso è consigliabile a chi vuole essere certo, sin dal momento della firma del contratto, della misura del tasso, degli importi delle singole rate, e dell'ammontare complessivo del debito da restituire, indipendentemente dalle variazioni delle condizioni di mercato.

Nel mutuo a tasso variabile, invece, rispetto al tasso iniziale, il tasso di interesse può variare, con cadenze prestabilite, secondo l’andamento di uno o più parametri di indicizzazione fissati nel contratto.

Il rischio principale è l’aumento imprevedibile e consistente dell'importo o del numero delle rate.

Il tasso variabile è consigliabile a chi vuole un tasso sempre in linea con l’andamento del mercato e può
sostenere eventuali aumenti dell'importo delle rate.

Mutuo chirografario - garantito solo da firma e non da ipoteca

Altro discorso, invece, per il mutuo chirografario, che discende da un documento firmato.

In relazione ai mutui questa espressione si usa per indicare il finanziamento che non viene garantito dall'ipoteca, ma dal semplice impegno del debitore.

Insomma, il mutuo che non è ipotecario è per definizione chirografario.

Ed è quello che, se destinato a soddisfare esigenze individuali, conosciamo più comunemente come “prestito personale”.

Ad esso si ricorre quando il debito da contrarre è di modesta entità e durata.

Di solito è possibile ottenere prestiti personali per somme fino a 30.000 Euro da rimborsare in sei anni.

Situazioni che non giustificano la costosa iscrizione dell'ipoteca, salvo che il tasso applicato al mutuo ipotecario non sia così basso da recuperare la spesa e qualcosa di più.

L’altra circostanza che suggerisce l’ottenimento di un mutuo chirografario riguarda il finanziamento di opere straordinarie relative a parti comuni condominiali, su cui sarebbe impossibile disporre l’iscrizione ipotecaria.

Anche in tal caso il massimo importo concedibile risentirà della minore portata delle garanzie personali prestate dai condòmini in paragone con la solidità dell'ipoteca.

12 Febbraio 2013 · Gennaro Andele


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