Mutuo con banca con ipoteca di primo grado rimasto impagato

Mutuo non pagato e vendita all'asta del bene

Ho un fatto un mutuo con una banca con ipoteca di 1° grado su terreni, che purtroppo non sono riuscito a pagare.

Si effettuerà l'asta del bene, Se il ricavato dalla vendita all'asta non riesce a coprire il debito, a banca potrà continuare a cercare altri beni sino al completo soddisfacimento del debito?

Se il ricavato dalla vendita all'asta del terreno non riesce a coprire il debito, lei resta debitore

Dopo la vendita all'asta dei terreni lei rimane comunque debitore della banca per l'importo risultante dalla differenza del credito (capitale, interessi e spese d'asta) e l'importo ricavato dalla vendita.

16 Novembre 2012 · Simone di Saintjust




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2 risposte a “Mutuo con banca con ipoteca di primo grado rimasto impagato”

  1. Anonimo ha detto:

    Non posso pagare un mutuo ipotecario di primo grado costituito da rate di soli interessi il cui capitale è stato ripagato per il 54,5%. L’immobile (prima casa) il cui valore è superiore al residuo capitale può andare all’asta probabilmente. Sono separato dalla moglie con 3 figli con lei nella casa il cui più piccolo di 11 anni. Ho altri immobili che forniscono gli unici redditi con i quali pago gli alimenti. Possono essere attaccati anche questi immobili?

    • Annapaola Ferri ha detto:

      Se la debitrice fosse la moglie separata, il creditore della moglie separata non potrebbe pignorare i crediti alimentari a questa spettanti, dovuti dal marito obbligato, trattandosi di cosiddetti crediti alimentari. Nel caso descritto, invece, si tratta di debiti del marito che percepisce redditi immobiliari con i quali (indirettamente) paga alla moglie gli alimenti. Che i redditi percepiti dal marito debitore siano poi finalizzati a soddisfare i crediti alimentari vantati dalla moglie separata, è un fatto non rilevante nel contesto descritto. Il denaro contante è un bene fungibile, nel senso che, una volta che il reddito immobiliare si sia trasformato in denaro contante non è più possibile stabilire quale sia la provenienza.

      Per evitare che terzi creditori possano pignorare ed espropriare i beni immobiliari di proprietà del debitore, che generano reddito che quest’ultimo finalizza per adempiere agli obblighi alimentari, sarebbe necessario che il beneficiario degli alimenti (la moglie separata) pignorasse quegli stessi immobili a fronte dell’inadempimento dell’obbligato (il marito debitore), prima che un terzo creditore avvi azioni di riscossione coattiva giudiziale nei confronti del marito.

      Il problema sollevato potrebbe trovare soluzione attraverso la liquidazione volontaria dell’immobile gravato da mutuo ipotecario (per il quale il mutuatario non riesce a pagare le rate) ex legge 3/2012 per la composizione delle crisi da sovraindebitamento. In questo modo, infatti, si eviterebbe la vendita all’asta ad un prezzo vile dell’immobile (il cui valore è superiore al residuo capitale), si soddisfarebbe il creditore procedente con un probabile attivo a favore del debitore e si escluderebbe, così, l’esigenza eventuale del pignoramento di altri immobili di proprietà del debitore da parte del creditore terzo per la copertura del debito che potrebbe residuare dopo la prima vendita all’asta.

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