Multe scontate del 30% » Approvazione e confusione

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Multe scontate del 30 % » Approvazione del decreto e confusione sulle tariffe

Multe scontate del 30%. La riduzione, secondo la formulazione letterale del testo approvato alla Camera non spetterà solo a chi paga entro 5 giorni, ma anche a tutti i patentati che non hanno subito tagli di punti negli ultimi 2 anni che potranno pagare comodamente entro 60 giorni. Il divieto di sosta passerà per quasi tutti da 41 a 29 euro.

Approvato il testo del Decreto del Fare, che all'articolo 20 comma 5 bis lettera a), recita: al comma 1 sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: « Tale somma è ridotta del 30 per cento se il pagamento è effettuato entro cinque giorni dalla contestazione o dalla notifica o se il trasgressore non sia in corso, per il periodo di due anni, in violazioni di norme di comportamento del presente codice da cui derivino decurtazioni del punteggio, ai sensi dell'articolo 126-bis.

La riduzione di cui al periodo precedente non si applica alle violazioni del presente codice per cui è prevista la sanzione accessoria della confisca del veicolo, ai sensi del comma 3 dell'articolo 210, e la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida ».

Sembra ci sia un errore, un terribile errore: una O al posto di una E congiunzione nel testo dell'articolo 20 comma 5 bis lettera ed ecco che il tanto sbandierato sconto del 30% non spetterà solo per le sanzioni stradali pagate cash o entro 5 giorni, ma anche tutti quelli che non hanno subito tagli di punti nel biennio.

In sostanza almeno il 95 -96% del patentati, pari a 34 milioni di titolari di licenza di guida, potrà pagare le sanzioni con lo sconto del 30% non solo se pagherà entro 5 giorni, ma anche entro 60 giorni se il corredo punti della patente è intonso.

Il problema è che non è possibile, per la polizia, sapere se nei due anni precedenti la violazione il trasgressore abbia perso punteggio oppure no.

I punti, infatti, sono materialmente decurtati dall'Anagrafe degli abilitati alla guida, l'ufficio del ministero delle Infrastrutture a ciò deputato, solo quando il procedimento è "definito", cosa che può avvenire, in caso di contestazione successiva, mesi dopo la violazione (anni in caso di contenzioso).

Insomma, c'è il rischio di fare uno sconto a chi non ne avrebbe diritto.Ma che in quel momento ha pieno titolo a ottenere perché l'ente che ha accertato la violazione (e lui stesso, in molti casi) non è in grado di sapere se è già in corso l'iter che potrebbe portare a una decurtazione.

In quel caso, ovviamente, l'ente, non esistendo il presupposto per lo sconto, che pure è stato "costretto" a fare, sarebbe poi obbligato a recuperare (come?) la somma indebitamente scontata.

Con tutti i rischi (in termini di efficacia) e i costi (in termini di tempo e spese amministrative) che un recupero comporta.

A meno che il biennio non faccia riferimento alla decurtazione materiale e non alla data a cui la decurtazione si riferisce, cioè quella in cui è stata commessa la violazione. Ciò, evidentemente, consentirebbe di distinguere immediatamente chi ne ha diritto da chi non ne ha (ma comunque con un aggravio di lavoro per il comando di polizia).

Peraltro, in casi di contestazione successiva che non prevedono perdita di punteggio, il trasgressore non è identificato e quindi la norma è di fatto inapplicabile (oppure lo sconto sarà automatico, visto che non è possibile attribuire automaticamente l'onere della clausola del punteggio al proprietario del veicolo).

A meno che non si preveda, per avere diritto allo sconto, una chiara identificazione, anche in caso di contestazione successiva e di violazione che non prevede perdita di punti.

Ne deriverà che la sburocratizzazione rimarrà nel libro dei sogni in quanto ogni comando di Polizia dello Stato o Locale dovrà munirsi di un sistema di accertamento veloce della situazione punti di ogni patentato per la verifica della accettazione dell'importo scontato, di più.

Gli incassi delle sanzioni da parte dello Stato e dei comuni saranno tagliati di cifre molto importanti.

Solo un esempio, i 40 milioni incassati in un anno dallo Stato dalle sanzioni stradali rilevate da Polizia Stradale e Carabinieri diventeranno 28, con una diminuzione di 12 milioni. Erano soldi destinati ai piani nazionali per la sicurezza stradale.

Non solo: questo terribile errore avrà ovviamente forti riflessi anche sul comportamento degli automobilisti: considerando che per un normale divieto di sosta la multa è di 41 euro e che con lo sconto si arriva a 29 euro, così si entra in concorrenza con il pedaggio orario di molti garage, senza dimenticare che è quasi impossibile prendere una multa al giorno e che così non si anticipa nulla e si paga a 60 giorni.

Risultato: sosta selvaggia perché si moltiplicheranno le vetture in divieto di sosta, con conseguenze di rischio più elevato anche per i pedoni e i ciclisti (visuale).

Non dimentichiamo però la povera gente e il fatto che il livello delle tariffe delle nostre multe è arrivato alle stelle.

Oltre i limiti della decenza e della sopportazione.

Oltre una certa soglia la multa per un divieto di sosta per un operaio o un pensionato sono un massacro, non una multa.

Per loro, ben vengano quindi questi sconti sulle multe, anzi ce ne vorrebbero ancora.

Infatti, è giusto punire, ma senza esagerare.

29 Luglio 2013 · Giuseppe Pennuto




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