Multe con auto aziendale elevata a dipendente » Spetta al datore di lavoro comunicare i dati del conducente

Quando la multa viene elevata all'automobile aziendale

In caso di una o più multe elevate ad un dipendente, senza contestazione immediata, mentre risulta alla guida di un'autovettura aziendale, spetta al datore di lavoro l'obbligo della comunicazione dei dati del conducente.

Risponde il datore di lavoro della mancata comunicazione dei dati del conducente se l’infrazione stradale è stata commessa alla guida di un’auto aziendale.

Inutile, pertanto, contestare l’impossibilità di individuare l’automobilista in considerazione del tempo trascorso dall'illecito.

Questo l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 1341/14.

Come noto, alla notifica di una contravvenzione, il proprietario dell'autovettura deve comunicare all'autorità competente il nome di chi ha effettivamente commesso l’infrazione.

L'onere è finalizzato a favorire la decurtazione dei punti dalla patente e la mancata comunicazione dei dati determina l’applicazione di sanzioni elevate.

Ebbene, a parere degli Ermellini, a questo obbligo non deve sottrarsi nemmeno l’imprenditore, o il titolare dell'associazione professionale che risulta proprietario di un’auto aziendale con la quale è stato violato il codice della strada.

Infatti, da ciò che si evince in sentenza, i proprietari di un'azienda sono tenuti a conoscere e a verificare in ogni momento chi guida le proprie vetture.

Pertanto, alla mancata comunicazione dei dati, l’autorità competente deve elevare un’ulteriore contravvenzione nei confronti del datore di lavoro o comunque di chi ne risulta titolare.

Ciò perché si presume che chi gestisce un'organizzazione economica pianifichi l’attività su turni di servizio, la cui consultazione consente, anche a distanza di tempo, di risalire al conducente del veicolo di ogni ora o giorno passato.

Da qui l’impossibilità di chiedere ed ottenere l’annullamento della multa sostenendo che l’automezzo è utilizzato in modo indiscriminato da più persone e che il tempo trascorso rende oggettivamente impossibile individuarne il trasgressore.

Altre problematiche relative alle multe elevate ad autovetture aziendali

In tema di multe per violazione del codice della strada, decurtazione dei punti dalla patente, comunicazione dell'effettivo conducente e ricorso al giudice di pace, esistono altre problematiche, spesso affrontate, circa la responsabilità o meno relativa a chi guida un'auto aziendale.

Sovente capita che chi guida un’auto aziendale, per forza di cose, si veda elevare numerose multe.

Le stesse vengono, successivamente, notificate alla società che poi detrae al dipendente la sanzione dallo stipendio.

In questo caso, qualora il dipendente voglia impugnare il verbale autonomamente, ciò è possibile anche senza aspettare la notifica dall'ente accertatore.

È necessario, però, che l’azienda, responsabile in solido, trasmetta, anche con comunicazione interna, il verbale al conducente, il quale deve autodenunciarsi, dichiarando di aver preso visione del verbale e di essere l’effettivo responsabile, pena l’inammissibilità del ricorso.

Dal momento della comunicazione interna decorrono per lui i termini per impugnare il verbale.

Se il titolare della società, invece, trasmette il verbale di multa preso durante la guida dell'auto aziendale quando ormai sono decorsi i tempi per proporre ricorso, è bene sapere che gli stessi decorrono dalla data in cui al conducente viene trasmesso o notificato il verbale.

Le stesse considerazioni valgono nel caso di veicoli in leasing o in car sharing.

Se il proprietario, responsabile in solido, paga la sanzione pecuniaria, il conducente potrà comunque impugnare il verbale per vedersi annullare la sanzione accessoria della decurtazione dei punti della patente.

24 Luglio 2014 · Giuseppe Pennuto


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