L’invenzione del denaro: un azzardo

Quando si deve consumare per far crescere l’economia ed il denaro si mostra insufficiente alla bisogna, è necessario allora inventarlo. Se lo si inventa si può spendere. Allora si inventa l’ininventabile: tassi di interesse bassi, marchingegni di credito e il denaro corre a fiumi. Denaro meno caro, lo acquistano creditibili ed increditibili. Meglio di così!

Così farciti si acquista chessò…. un immobile. Non è male. Anche altri lo fanno. I prezzi di quelle abitazioni crescono, aumenta il PIL.

Si torna in banca, si ricontratta il mutuo in cambio dell'aumentato valore dell'immobile, si ottiene altro denaro, con quello si può tornare a spendere: riaumenta il PIL.

Nel frattempo gli istituti di finanziamento hanno bisogno di altro denaro per continuare a finanziare e rifinanziare: cartolarizzano i mutui, impacchettandoli in opacissimi strumenti, che vendono a chicchessia. Tutto bene fin quando i valori immobiliari si gonfiano come bolle di sapone.

Quando però la bolla si sgonfia, perché si sgonfia, si è nelle piste.

I debitori si ritrovano le case pignorate ma piene di merci. Solo, negli USA, 8.500 famiglie al giorno, 250 mila al mese: stanno perdendo la casa, dovranno ridurre i consumi. Le banche, invece, gonfie di case pignorate e svalutate, costrette ad ingolfare un mercato immobiliare altrettanto svalutato.

Quei debiti inesigibili, ficcati dentro i pacchetti in giro per il mondo, svalutano i possessori.

E pensare che proprio con i rifinanziamenti immobiliari si sono sostenuti i consumi, quindi l’economia USA e pure quella del mondo.

Il giocattolo va in frantumi e la mancanza di liquidità, che si è venuta a produrre, fa tremare le vene ai polsi.

Mancano i soldi ai “prestatori”? Chiedere la restituzione dei debiti: una possibilità. A chi?Ai debitori di credito, ai debitori al consumo, a chi altri sennò?

I prodromi di fallimenti individuali “very american” già si intravedono: negli ultimi 25 anni sono aumentati del 400%......brrrrrrr….. Così anche quest’altro mirabile alambicco creditizio, che ha generato negli ultimi tempi un +0,7% di PIL, mostra la corda.

Come faremo a perseguire il nostro obbligo di Consumatori?

L’invenzione del denaro che non c’è per foraggiare i consumi che foraggiano la crescita che foraggia la ricchezza mostra evidenti segnali di affaticamento.Tutto questo è sostanza economica o un bluff?

L’invenzione del denaro: un azzardo.

Il denaro vero c’è. Redistribuito, in ragione magari del contributo fornito dagli attori del mercato alla produzione, costituisce l’opportunità. Proprio quel contributo che nel lavoro di consumazione dispensiamo oltre misura per smaltire le merci e consentirne la riproduzione.

Avremo tutto da guadagnarci smontando, vivaddio, le estemporanee ed alquanto ingegnose alchimie finanziarie.

Mauro Artibani

24 Luglio 2008 · Antonio Scognamiglio




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2 risposte a “L’invenzione del denaro: un azzardo”

  1. Cesare Nistri ha detto:

    E’ un pò come in quel gioco in cui chi si fa male è colui che rimane col cerino in mano. Ed è inevitabile che chi sa meglio quanto ci si può scottare si guardi bene dal parteciapre al gicoo troppo a lungo.

    Questa volta, a dispetto di quanto di solito avviene, anche chi la sa ben lunga (forse tradito dall’ingordigia) si è fatto sorprendere. Questo rende le cose ancora più complicate, ma forse, saranno le nuvoe ricchezze della Cina, dei paesi del petrolio e di altri ancora a salvarci dalle nostre follie. Il prezzo? Metteranno il loro piedone nelle nostre sacre banche.

  2. karalis ha detto:

    … questo rende le cose ancora più complicate, ma forse, saranno le nuvoe ricchezze della Cina, dei paesi del petrolio e di altri ancora a salvarci dalle nostre follie. Il prezzo? Metteranno il loro piedone nelle nostre sacre banche.

    I consumatori cinesi, seppur ricchi, non saranno in grado di sostituire – in questo sistema basato sulla follia, sull’inutile, sul superfluo e sulla carta straccia (leggi CDO derivati da subprime)- il ruolo svolto dagli yankee nell’ultimo ventennio.

    I cinesi, i produttori di petrolio, i paesi emergenti si arricchiscono perchè gli americani consumano ciò che essi producono.

    Il sistema entra in crisi irreversibile se viene a mancare la figura centrale su cui si basa questo meccanismo diabolico, aberrante, perverso: vale a dire il consumatore a scrocco (cioè a credito).

    Più che al gioco del cerino il tutto mi fa pensare alle c.d. catene di Sant’Antonio. E la catena è prossima a spezzarsi.

    In un paese come quello americano, patria del liberismo più radicale, assistiamo ad interventi di statalismo da manuale, con i salvataggi di Fannie Mae e Freddy Mac. Operazione che avrebbe fatto impallidire il più convinto assertore del comunismo stalinista.

    Nessuno se ne è accorto?

    Siamo alla frutta caro Nistri. Fra qualche mese torneranno in voga i Monti di Pietà. Non vi porteremo lenzuola e materassi come si racconta facessero i nostri nonni. Ma senz’altro impegneremo i telefonini 3G, l’iphone, la seconda la terza e la quarta automobile di famiglia, la cintura Dolce & Gabbana e le mutande Calvin Klein ….

    O forse no. Le Calvin Klein ce le terremo. Ci serviranno a fare la nostra bella figura quando, inevitabilmente, “resteremo in mutande”!!!

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