La rivoluzione con un pernacchio … don Maurizio Patriciello reo confesso di lesa maestà prefettizia

Leggevo l'articolo riportato da Il Fatto Quotidiano sulla penosa vicenda che ha visto protagonista  il prefetto di Napoli, offeso perché la sua collega di Caserta veniva indicata semplicemente come "Signora" e non con il titolo di "Signora Prefetto".

Mi è venuta in mente, chissà perchè, questa celeberrima  gag del grande Eduardo, tratta da  "l'oro di Napoli" .

Don Ersilio, ricorda che con "un pernnacchio" è possibile fare una rivoluzione. Bastano la mano molle, le labbra umettate,  le dita alzate, un fiato di petto ed un pizzico di concentrazione  (cervello e passione)   per impartire una lezione di umiltà a chi, immerso nell'arroganza ed intriso di presunzione, non si rende conto di essere solo " ... a schifezza, ra schiefzza, ra schiefzza, ra schifezza  ell'uommene! ".

Bisognerebbe cominciarla quanto prima, questa rivoluzione. Per spazzar via burocrati altezzosi, quanto ridicoli, come il duca Alfonso Maria di Sant'Agata dei Fornari; rigorosamente inutili se va bene, ma il più delle volte, come in questa occasione, immensamente dannosi per l'immagine dello Stato che dovrebbero rappresentare.

Anche se, ad essere onesti, non tutti i Prefetti sono così rigidi, zoticoni ed intolleranti verso chi si rivolge loro per risolvere questo o quel problema. Basterà ricordare la cortesia, la signorilità, la disponibilità del Prefetto di Milano, dott. Gian Valerio Lombardi, che non bada certo al protocollo quando si tratta di ricevere cittadini, italiani o anche extra comunitari (anche, perchè no, in odore o in contiguità con il traffico e lo spaccio di cocaina) bisognosi, per esempio, di accelerare la pratica di rinnovo di un permesso di soggiorno.

Lo so che non sembra verosimile, ma io non racconto storie. Per sincerarvene basterà ascoltare questo streaming audio. La segreteria si cura persino di riservare un posto nel parcheggio interno della Prefettura, per chiunque abbia fissato un incontro con il dott. Gian Valerio Lombardi.

La morale è una sola. Signori si nasce ed è fuori discussione che, a differenza del Prefetto di Napoli, quello di Milano "lo nacque".

20 Ottobre 2012 · Patrizio Oliva




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2 risposte a “La rivoluzione con un pernacchio … don Maurizio Patriciello reo confesso di lesa maestà prefettizia”

  1. Carla Benvenuto ha detto:

    E assieme a don Maurizio avrà chiesto scusa anche a tutti i cittadini italiani? Perché nella persona del parroco di Caivano ha umiliato tutti quanti noi, ricordandoci che siamo solo dei sudditi e che dobbiamo presentarci davanti al Potere col cappello in mano, ossequienti e deferenti e timorati, rispettando le barocche formule di genuflessione verbale che solo un Potere arrogante e sordo potrebbe ormai pensare di pretendere come una formula di “rispetto”.

  2. Carla Benvenuto ha detto:

    Ma il signor Andrea De Martino, al quale capita di essere temporaneamente un funzionario al servizio dei cittadini della Repubblica Italiana in qualità di prefetto di Napoli, avrà chiesto scusa a don Maurizio Patriciello?

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