L’invito alla verifica di conformità fiscale – La comunicazione dell’Agenzia delle entrate che toglie il sonno a molti cittadini

L'invito alla verifica di conformità (compliance) fiscale - Di cosa si tratta

Per favorire una proficua collaborazione con il contribuente e promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari (la cosiddetta tax compliance), l’Agenzia delle Entrate ha deciso di inviare alle persone fisiche una comunicazioni per segnalare che non sarebbe stato dichiarato, o lo sarebbe stato in modo parziale, un reddito derivante da un contratto di locazione di un immobile, un reddito da lavoro dipendente, una plusvalenza, un reddito di partecipazione in società, eccetera.

In questo modo, prima che l’Agenzia notifichi un avviso di accertamento, il destinatario della comunicazione potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso. Se, invece, il contribuente ritiene corretti i dati che ha indicato nella sua dichiarazione dei redditi, basterà che lo comunichi, indicando eventuali elementi, fatti e circostanze non conosciuti dall'Agenzia.

La lettera inviata dall'Agenzia delle Entrate non è un avviso di accertamento: si tratta di un invito a verificare la propria posizione fiscale ed eventualmente mettersi in regola con il pagamento delle imposte. E' recapitata agli interessati per posta ordinaria o per posta elettronica certificata (PEC), per i contribuenti che l’hanno attivata.

A chi viene inviata la comunicazione di invito alla verifica della compliance fiscale

Le comunicazioni di invito alla verifica della compliance fiscale sono inviate ai contribuenti che, sulla base dei dati in possesso dell’Agenzia,
non hanno compilato correttamente la dichiarazione dei redditi.

In particolare, si tratta di contribuenti che sembrerebbero aver percepito e non dichiarato (o dichiarato solo in parte) una delle seguenti tipologie di reddito:

  • redditi dei fabbricati derivanti da contratti di locazione di immobili (compresi quelli per i
    quali si è scelto il regime della “cedolare secca”);
  • redditi di lavoro dipendente o di pensione;
  • assegni periodici corrisposti dal coniuge, a seguito di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio;
  • redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese familiari, aziende coniugali;
  • redditi di capitale relativi agli utili e agli altri proventi equiparati corrisposti da società di capitale o enti commerciali;
  • altri redditi (redditi di lavoro autonomo non derivanti da attività professionali, redditi diversi);
  • redditi d’impresa derivanti da plusvalenze e sopravvenienze attive.

Le possibili irregolarità sono state riscontrate dall’Agenzia delle Entrate attraverso il confronto dei dati in suo possesso con quelli dichiarati dai contribuenti nel modello 730 o in quello Unico.

Alla comunicazione sono allegate le istruzioni sull'utilizzo delle applicazioni Cassetto fiscale e CIVIS, attraverso cui il destinatario potrà interagire con l’Agenzia delle Entrate. Nel Cassetto fiscale, al quale possono accedere direttamente i contribuenti registrati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate o un intermediario delegato, il destinatario della comunicazione può trovare la lettera già ricevuta e consultare un prospetto informativo in cui è presente il dettaglio delle anomalie riscontrate nella dichiarazione dei redditi. La lettera e il prospetto informativo sono presenti nella nuova sezione L’Agenzia scrive del Cassetto fiscale, dedicata alla consultazione delle varie comunicazioni inviate dall'Agenzia per favorire l’adempimento spontaneo.

Cosa fare quando si riceve la comunicazione di invito alla verifica della compliance fiscale

Chi riceve la lettera dell’Agenzia deve attivarsi per evitare che le irregolarità riscontrate nella dichiarazione dei redditi diventino, successivamente, il motivo dell'emissione di un avviso di accertamento. La prima cosa da fare quando arriva la lettera è quella di verificare che i rilievi fatti dall'Agenzia siano corretti. Dopo questa verifica, il contribuente potrà fornire elementi utili a giustificare, in tutto o in parte, l’anomalia riscontrata ovvero presentare una dichiarazione integrativa nella quale indicare i redditi non dichiarati per correggere le irregolarità evidenziate nella comunicazione.

Qualora si abbia la necessità di richiedere ulteriori informazioni in merito al contenuto della comunicazione ricevuta è possibile rivolgersi a un Centro di Assistenza Multicanale (CAM) Sono disponibili i numeri 848.800.444, da telefono fisso (tariffa urbana a tempo), e 06.96668907, da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal proprio gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. In entrambi i casi occorre selezionare l’opzione servizi con operatore> comunicazione accertamento

Ci si può anche rivolgere ad un ufficio territoriale della Direzione provinciale dell’Agenzia: i funzionari dell’Agenzia forniranno l’assistenza necessaria, spiegando ai contribuenti i motivi per i quali è stata inviata la comunicazione.

Infine, è possibile segnalare all'Agenzia delle Entrate, anche mediante un intermediario abilitato alla trasmissione telematica delle dichiarazioni, fatti, elementi e circostanze dalla stessa non conosciuti.

La comunicazione di invito alla verifica della compliance fiscale - Mettersi in regola con il ravvedimento operoso

Dopo aver verificato i dati contenuti nella lettera, se si riconosce di aver commesso gli errori segnalati dall'Agenzia delle Entrate, è possibile correggerli mediante ravvedimento operoso. In pratica, ci si può mettere in regola ed evitare successivi avvisi di accertamento presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute, gli interessi e le sanzioni (previste per l’infedele dichiarazione) in misura ridotta.

Nella dichiarazione integrativa, da presentare esclusivamente per via telematica (direttamente o tramite intermediario abilitato), devono essere indicati: i redditi non dichiarati, come segnalato nella lettera ricevuta e tutti gli altri dati relativi a redditi, oneri e crediti che già erano stati esposti nella dichiarazione originaria e che non richiedono alcuna modifica. In sostanza, la dichiarazione integrativa deve contenere tutti i dati dichiarati e non soltanto quelli che sono stati aggiunti o modificati.

La sanzione da versare con il ravvedimento è ridotta a 1/6 della misura minima. Pertanto, nei casi di dichiarazione infedele, sarà pari al 15% della maggiore imposta che risulta dalla dichiarazione integrativa (la sanzione ordinaria, infatti, va da un minimo del 90% a un
massimo del 180% delle maggiori imposte dovute).

Gli interessi da versare vanno calcolati, invece, al tasso legale annuo vigente, rapportato ai giorni di ritardo. Per il biennnio 2012-2013 il tasso di interesse legale è stato del 2,5%. E' sceso all'1% nel 2014 ed allo 0,5% nel 2015. Attualmente (2016) è dello 0,2%.

20 Novembre 2016 · Giorgio Valli


Commenti e domande

Per porre una domanda sul tema trattato nell'articolo (o commentarlo) utilizza il form che trovi più in basso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Se il post è stato interessante, condividilo con il tuo account Facebook

condividi su FB

    

Seguici su Facebook

seguici accedendo alla pagina Facebook di indebitati.it

Seguici iscrivendoti alla newsletter

iscriviti alla newsletter del sito indebitati.it




Fai in modo che lo staff possa continuare ad offrire consulenze gratuite. Dona!