Consum’attori, non semplici consumatori

Tutti, persone e istituzioni, consumiamo quotidianamente beni e servizi. Tutti, individualmente o collettivamente, beneficiamo e alimentiamo i flussi della società del consumo. Giorno dopo giorno scambi commerciali di ogni genere fanno "muovere" l'economia. Ogni consumatore partecipa, più o meno consapevolmente, a questi movimenti che si articolano dal locale al globale.

Il banale gesto di acquisto, se analizzato con l'occhio della sostenibilità, mostra implicazioni a volte insospettabili.

Le nostre scelte di consumatori possono generare circoli virtuosi oppure circoli viziosi.

Le scelte di un singolo consumatore non modificano i modi di produzione, le strategie di trasporto o la natura dei servizi. L'insieme degli individui, invece, come le tante gocce che compongono il mare, possono avere effetti importanti sul funzionamento del sistema e modificare i suoi impatti sulla società, sull'ambiente e sull'economia.

Nella giungla di marchi e strategie di promozione non sempre è facile districarsi: mancano competenze, tempo, informazioni, possibilità e forse anche la voglia di approfondire. Questa sezione vuole fornire spunti concreti per riflettere sulla sostenibilità del nostro agire di consumatori.

Le prime e più semplici forme di comunità umane, quelle dei cacciatori-raccoglitori, si procuravano il cibo e di che coprirsi, curarsi, produrre utensili e costruire capanne con quanto il loro territorio era in grado di offrire. In sostanza erano dei consumatori come lo siamo noi, ma che a differenza di noi molto avvedutamente mantenevano un costante controllo sulle risorse disponibili, limitando all'indispensabile le loro esigenze in modo da poter assicurare negli anni e nei secoli il sostentamento di tutti i loro membri e della loro progenie.

Nell'attuale complessa e interconnessa società globalizzata il rispetto di questi saggi principi diventa pura utopia. E' infatti praticamente impossibile valutare nel loro insieme gli effetti e le conseguenze dei nostri consumi per poter agire di conseguenza. A complicare ulteriormente le cose vi è poi il fatto che nelle nostre scelte siamo inconsapevolmente guidati e talvolta fuorviati da un marketing estremamente efficace e da un potentissimo e onnipresente apparato pubblicitario.

Ma proprio per queste ragioni è indispensabile che nei nostri acquisti adottiamo e seguiamo alcune semplici direttrici di valenza generale per poterli ottimizzare da ogni punto di vista. L'inquinamento, ['esaurimento planetario delle risorse, lo sfruttamento dei diseredati, la fame sono realtà la cui importanza e gravità dovrebbe indurci tutti a correggere con fermezza la rotta per tentare, agendo numerosi sui meccanismi del mercato, di attenuarne o addirittura azzerarne i risvolti più perversi.

I nostri gesti quotidiani non sono così innocenti e nell'ambito di un mondo globalizzato, il ruolo del consumatore diventa una cittadinanza attiva, responsabile e partecipativa agli equilibri sociali, economici ed ambientali a livello planetario. Il nostro impegno dovrebbe andare nella direzione della creazione di legami sociali, di relazioni eque e di una produzione sostenibile per l'umanità: il commercio equo e solidale.E invece, quanto ci soffermiamo sul succo d'arancio brasiliano bevuto alla mattina, sulla camicia di cotone bengalese che indossiamo, sul computer indiano che utilizziamo in ufficio, sulla rosa keniana ricevuta in dono?

L'umanità si trova ad un punto di svolta della sua storia: il crescente squilibrio tra Nord e Sud, la perdita della biodiversità, gli effetti negativi del cambiamento climatico, la diminuzione delle risorse naturali, la sovrapproduzione di rifiuti, l'inquinamento dell'acqua e del suolo rendono necessaria un'immediata presa di coscienza sull'attuale modo di sviluppo del nostro mondo, non più sostenibile a lungo termine.

Dobbiamo allora proiettarci verso uno sviluppo sostenibile, "quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro."

Queste pagine vogliono appunto sollecitare il lettore a prendere coscienza della complessità e della globalità dei problemi descritti. Come sottolinea il Rapporto del Vertice mondiate sullo sviluppo sostenibile svoltosi a Johannesburg nel 2002: "Per realizzare uno sviluppo sostenibile su scala mondiale è indispensabile realizzare dei cambiamenti importanti nel modo di produrre e di consumare delle società."

L'augurio è che queste pagine, innescando il virtuoso "passa parola" caratteristico del WEB, possano motivare cittadini, giovani e anziani, politici, imprenditori e associazioni ad agire concretamente per una società più equa, un'economia più efficiente e un ambiente meglio preservato e valorizzato.

Le indicazioni pratiche, che qui sono fornite, vanno proprio in questa direzione e rappresentano pertanto un validissimo strumento d'azione individuale affinché i consumi, oltre a soddisfare i nostri bisogni vitali e le nostre legittime esigenze di benessere, possano tradursi per tutti in progresso civile, sviluppo armonico e qualità di vita. L'obbiettivo è quello di fornire degli elementi d'informazione e di riflessione, affinché ognuno di noi abbia la possibilità di usufruire di beni e servizi riducendo al minimo gli impatti negativi dovuti ai propri acquisti e conservando la libertà di privilegiare questo o quel criterio di scelta.

Possiamo, infatti, agire partendo dalle nostre proprie possibilità. Nell'ambito di un'economia ampiamente globalizzata, il ruolo del consumatore va oltre il semplice gesto di acquisto. Spendere soldi significa avere un potere e delle responsabilità che possono influenzare gli equilibri sociali, economici ed ambientali a livello planetario.

Per far fronte alle sfide che ci riserva il futuro, i consumatori sono chiamati a diventare dei "consum'attori", vale a dire dei consumatori responsabili.

21 Luglio 2013 · Giovanni Napoletano


Commenti e domande

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2 risposte a “Consum’attori, non semplici consumatori”

  1. Roberto ha detto:

    Ciao Rodolfo

    Forse non è il sito adatto ma comunque posso dirti che, dalla data dello scontrino, hai 7 giorni di tempo, qualcuno mi corregga, per godere del diritto di recesso. Ciao

  2. Rodolfo ha detto:

    Nn so se ho sbagliato fare la domanda in questa rubrica,ma nn so a chi devo chiedere e quindi spero che mi potete aiutare.Ieri ho aquistato un vestito,ma tornata a casa mi sono resa conto che nn mi piaceva.Vorei sapere se posso chiedere la rimborso della cifra spesa?Grazie

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