Il divorzio dei Comuni da Equitalia non sarà un affare per i cittadini

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Il divorzio tanto auspicato dei Comuni da Equitalia non sarà un affare per i cittadini

Non si contano più, da qualche tempo a questa parte, gli articoli sui media che riferiscono della storica, eroica decisione, presa da questo o da quel primo cittadino (della serie "sindaci coraggiosi") di non affidare ad Equitalia la concessione della riscossione coattiva dei tributi a partire dal gennaio 2013.

Il solito, italiota, coro da stadio per la solita partita amatoriale giocata fra Comuni equitalizzati contro Comuni de-equitalizzati.

E tutto si risolverà, come sempre, nella solita squallida storiella all'italiana.

Abbiamo già discusso, in queste pagine, dell'incommensurabile ipocrisia che ha ormai inquinato la questione, privandola di ogni decente spunto di razionale riflessione. Nessuno sembra accorgersi come il tutto si sia ridotto all'ennesima palcoscenico da commedia dell'arte, con maschere prese a prestito delle quarte e quinte fila della politica (sindaci e consiglieri comunali) sempre distratte rispetto ai problemi della città, ma pronte a cogliere ogni occasione utile per strumentalizzare disagi veri e sofferenze profonde.

Ci chiediamo dove siano finiti i tavoli per la raccolta delle 500 mila firme finalizzate ad ottenere una proposta di legge per lo scioglimento di Equitalia organizzata da senatori sgomitanti pur di comparire in qualche trafiletto di disinformazione, diffuso dalle agenzie di stampa.

Vedremo quanto saranno più generose e comprensive le società esattoriali locali. Sono convinta che, in alcuni contesti ambientali, i contribuenti che non potranno pagare non si suicideranno più, ma verranno suicidati.

Ma tralasciamo queste considerazioni emotive e veniamo al punto.

L'aggio sulla riscossione riconosciuto attualmente ad Equitalia è fissato dalla legge nella misura del 9% delle somme iscritte a ruolo, di cui il 4,65% a carico del debitore e il 4,35% a carico del Comune, ma solo se la cartella è pagata nei 60 giorni dalla notifica. Oltre questa data, l'aggio è posto interamente a carico del debitore.

Per i ruoli emessi a partire dal 1° gennaio 2013, l'articolo 5 del Dl 95/2012 prevede la riduzione dell'aggio all'8%, con la prospettiva di un ulteriore ribasso fino al 4%, in caso di riduzione dei costi di riscossione a seguito dei processi di riorganizzazione finalizzati al raggiungimento di maggiore efficienza nella riscossione coattiva da parte di Equitalia.

Nel caso di riscossione coattiva affidata a soggetto diverso dal concessionario pubblico, la normativa non individua alcuna misura massima dell'aggio ma si limita semplicemente a precisare che l'affidamento non deve comportare oneri aggiuntivi per il contribuente

Ora, invece di lasciare al mercato la possibilità di convenire aggi più bassi, affidando a procedure concorsuali l'affidamento della riscossione coattiva dei tributi di competenza comunale, la quasi totalità dei sindaci ha pensato bene di applicare al nuovo soggetto preposto alla riscossione coattiva le stesse norme che regolano la quantificazione dell'aggio da corrispondere ad Equitalia.

Prevedendo, pertanto, la medesima percentuale del 9% se il pagamento avviene entro i sessanta giorni dalla notifica dell'atto esattivo e, nel caso di pagamento oltre il sessantesimo giorno, un aggio interamente a carico del contribuente.

Tanto è vero che il Consiglio di Stato ha ritenuto di dover censurare questa prassi, con la sentenza numero 3413 del 12 giugno 2012. I giudici amministrativi hanno ricordato che le norme sull'aggio del concessionario della riscossione non sono applicabili a soggetti diversi da Equitalia e che, con il divieto di aggravio economico, il legislatore ha inteso evitare che, con l'affidamento del servizio a terzi, o ad una propria società in house, non si determinasse un aumento degli oneri per il debitore rispetto a quanto deriverebbe dalla diretta gestione della procedura da parte degli uffici comunali.

Invece, c'è da considerare che il servizio sarà affidato, quasi ovunque, a società in house con un prevedibile aggravio di costi anche per il cittadino non debitore. Il quale sarà comunque assoggettato a tributi che serviranno anche a foraggiare i lauti stipendi che, come la malacronaca quotidiana ci insegna, saranno dispensati, con incarichi dirigenziali, e non, ad amici, clienti, portaborse, nipoti, parenti e comparse per spettacoli in burlesque ...

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12 Settembre 2012 · Patrizio Oliva


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