Euribor ai minimi e rata del mutuo a tasso variabile comunque alta. Come mai?

Dovunque leggiamo che i tassi di interesse sono in discesa, che i mutuatari a tasso variabile adesso potranno finalmente  fruire di una benefica boccata di ossigeno. Ma allora perché  la rata del mutuo che ho appena versato è cresciuta rispetto a quella precedente?

Si tratta di un fenomeno inspiegabile. Sono convinto che qui qualcuno gioca  sporco ....

L'Euribor a 3 mesi ha raggiunto venerdì 13 febbraio i minimi storici all'1,94% (la scadenza a un mese è addirittura scesa all'1,63%, mentre il tasso a 6 mesi quota 2,02%) ed è in continua caduta da quel 5,39% toccato a ottobre.

In teoria le rate dei prestiti a tasso variabile avrebbero dovuto subire già un abbattimento che spazia dal 10% al 30% a seconda della diversa durata del piano di ammortamento, ma nella realtà faticano ad adeguarsi e anzi, in alcuni casi, continuano a salire.

La ragione di una simile anomalia risiede nel meccanismo di indicizzazione che sta alla base del calcolo e soprattutto nella modalità di rilevazione dell'Euribor. Molte famiglie stanno infatti verosimilmente pagando rate parametrate ai valori dello scorso autunno, quando i tassi interbancari apparivano fuori controllo e all'orizzonte non c'era ancora avvisaglia del crollo dei mesi successivi. Ogni banca, sotto questo aspetto, adotta le proprie regole che sono chiaramente esplicitate sul contratto siglato: c'è chi utilizza il tasso dell'ultimo mese precedente al pagamento della rata (o alla decorrenza del periodo di riferimento, che potrebbe essere differente), chi sceglie altre date e chi invece prende una media di valori (il mese, il trimestre o addirittura il semestre precedente).

In un piano di ammortamento pluridecennale è molto probabile che simili disparità tendano ad annullarsi, ciò non toglie che sul momento le differenze possano risultare anche di una certa rilevanza. Se si prende per esempio un prestito ventennale da 100mila euro acceso nel settembre 2005 al tasso Euribor 3 mesi (+ spread dell'1%), la rata da versare a gennaio, come dimostra il grafico a fianco, potrebbe in teoria variare di più del 10% a seconda delle diverse rilevazioni: si va dai 610 euro del mutuo con tasso legato all'ultimo Euribor di dicembre (2,93%) ai 690 di chi si basa invece sulla media degli ultimi 6 mesi del 2008 (4,63%). Questi ultimi non hanno tuttavia molto da temere: l'adeguamento arriverà anche per loro, magari nella seconda parte del 2009.

Stabilire quale sia per il mutuatario il meccanismo più conveniente (che per giunta viene scelto dalla banca senza interpellare il cliente) è impossibile a priori: ogni metodo ha i suoi pro e contro. Chi oggi lamenta un aggiustamento eccessivamente lento delle rate del mutuo al calare dei tassi ha verosimilmente sofferto in misura minore o in ritardo anche la fase di rialzi che ci siamo appena lasciati alle spalle, chi invece ha un mutuo più "reattivo" alle variazioni del mercato può d'altro canto subire una maggior volatilità degli importi da versare nel corso del tempo. Per tutti i risparmiatori, però, vale una regola: prima di protestare è opportuno leggere con attenzione il contratto a suo tempo siglato con la banca.

16 Febbraio 2009 · Simonetta Folliero


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