Separata, esposizione insostenibile, consigli per vivere….


Cessione del quinto, pignoramento stipendio, segnalazione cai carte di credito





Salve, sono una donna di 50 anni, impiegata a tempo indeterminato nel settore servizi pubblici. Sono in attesa di iniziare una separazione giudiziale (prima udienza aprile 2013) in assenza di figli e senza casa di proprietà.
Tale premessa è indispensabile in quanto durante il matrimonio il mio ex marito, non avendo un lavoro stabile, mi ha fatto sottoscrivere diversi finanziamenti e diverse carte di credito sia per acquisti che per finanziare suoi progetti che non sono andati a buon fine. Già in corso di matrimonio il pagamento di alcuni finanziamenti è stato sospeso e adesso tutto è in capo alla mia persona, a causa della giudiziale da lui voluta proprio per sottrarsi, attraverso i lunghi tempi del processo, ad una equa divisione dei debiti da me più volte proposta.

Allo stato attuale, dunque, ho da iniziare una separazione giudiziale che dovrebbe portarmi non so fra quanti anni ad una divisione dei debiti e ad un risarcimento per colpa in quanto mi sono separata perchè oggetto di violenze familiari; inoltre, devo vivere dai miei genitori non potendo permettermi un affitto; sono intestataria di una auto e una moto di grossa cilindrata che sono in possesso del mio ex marito per le quali ho legalmente dichiarato la perdita di possesso e che in sede di giudiziale cercherò di riprendere.

Fatta questa sostanziosa premessa vado ai dettagli della mia situazione debitoria:

il mio stipendio è circa 1200 euro per 14 mensilità;
in busta paga ho trattenute per metà dello stipendio così suddivise:
cessione quinto 223 euro che scade fra 4 anni debito residuo circa 10000 euro
delega di pagamento 227 che scade fra 4 anni e 6 mesi debito res circa 12000 euro
trattenuta volontaria 218 che scade fra 6 anni debito residuo circa 16000 euro
Da precisare la trattenuta volontaria è un prestito che concede la nostra Azienda su richiesta del dipendente e consenso della finanziaria ma senza alcun contratto sottoscritto o acquisito dalla nostra Azienda, solo uno scambio di lettere informative.

Oltre le trattenute in buste la situazione alquanto disatrosa è la seguente:

n° 4 finanziamenti fatti nel tempo con la Compass in seguito divenuta Linea che sono stati ceduti alla Cofactor la quale tutt’ora invia solleciti di pagamento anche se gli importi si sono ridotti nel tempo. Totale euro 57000 circa;
n° 1 finanziamento Findomestic con debito residuo di 28000 euro circa;
n° 1 finanziamento Consel con debito residuo di 2500 euro circa;
n° 1 finanziamento Carifin con debito residuo di 2300 euro circa;
n° 2 carte di credito BNL appoggiate sul conto aperto in comune con il mio ex per un debito di euro 7400 circa ceduto da BNL alla Serfin con comunicazione di decadenza beneficio del termine;
n° 1 carta Agos con debito di 6400 euro;
n° 2 carte Findomestic appoggiate sul conto BNL per un debito di euro 2100 circa;
uno scoperto di cc più interessi con Monte Paschi di euro 16000 circa risalente al 1996, da cui non ricevo più comunicazioni da anni.

Inoltre, dopo aver lasciato casa sono andata a chiedere una verifica della mia posizione alla Banca d’Italia ed è venuta fuori una segnalazione al CAI fatta da Consel con scadenza dicembre 2011.

Dunque, ricapitolando, i miei debiti ammontano a circa 160000 euro, lo stipendio in mano è di circa 600 euro, praticamente non ho speranze.

In tutta sincerità ciò che vorrei fare è un finanziamento per consolidare i debiti della busta paga e semmai lo dovessi ottenere, non pagarlo più e farmi pignorare il quinto. So che non è giusto ma non ce la faccio e la giudiziale vuole molto tempo e non risolverebbe comunque tutti i problemi.
Altra domande: posso chiedere all’azienda di bloccare il pagamento della trattenuta volontaria e attendere il pignoramento?;
Cosa mi aspetta in futuro? Cioè, mi aspettavo già da tempo dei pignoramenti, come mai non arrivano?
Posso proporre il pignoramento di auto e moto a me intestate a scomputo dei miei debiti anche se queste sono in possesso del mio ex marito?

Che cosa mi consigliate di fare?

Grazie.

L’unica cosa da fare in questa situazione è sospendere i pagamenti che non hanno una trattenuta in busta paga e mettere da parte qualche soldino per il futuro, quando il suo stipendio verrà ancora falcidiato dalle azioni esecutive (pignoramento presso terzi) promosse dai suoi creditori.

Continuare ancora con i pagamenti a pioggia non ha alcun senso. Come anche lei concorda consapevolmente, la sua esposizione debitoria è assolutamente insostenibile. Se lei fosse stata un soggetto fallibile, avrebbe dovuto dichiarare fallimento già da un pezzo.

Una volta divenuta insolvente, i suoi creditori si rivolgeranno al giudice per chiedere ed ottenere il pignoramento del quinto del suo stipendio.

Ora, la sua capienza pignorabile è data dalla metà dello stipendio a cui vanno sottratte la cessione del quinto ed il prestito delega già in corso (non va computato, in tal senso, il prestito volontario concessole dall’azienda per cui lavora). Dunque la quota pignorabile è pari a circa 250 euro (SE&O).

Insomma, l’importo di 250 euro è il massimo che i suoi creditori potranno ottenere mensilmente con il pignoramento presso terzi. Il mio suggerimento è di prepararsi al momento in cui le sarà notificato il decreto ingiuntivo. Lei potrà e dovrà, con il supporto di un avvocato (cominci a cercarne uno serio ed affidabile) opporsi al decreto ingiuntivo per aver così modo di illustrare al giudice designato la sua situazione ed ottenere, magari, ancora uno sconto rispetto al pignoramento di 250 euro (che è la misura massima consentita per legge). L’opposizione al decreto ingiuntivo servirà, comunque, anche a controllare l’operato del giudice: alcuni di loro, spesso distratti dai gravosi carichi di lavoro a cui vengono sottoposti, dimenticano di includere la rata del prestito delega nella quota di stipendio impignorabile.

Un altro accorgimento che dovrà adottare è quello di stipulare con i suoi genitori un contratto di comodato gratuito, da registrare presso l’Agenzia delle Entrate, inerente gli ambienti, gli arredamenti, gli spazi comuni e le utilità presenti in casa che potrà utilizzare. Questo servirà ad evitare che, a fronte di un eventuale pignoramento presso la residenza del debitore, vengano pignorati i beni di proprietà dei suoi genitori.

A chiarimento di alcuni interrogativi da lei sollevati, aggiungo che:

  1. è il creditore a scegliere quali beni pignorare e, comunque, auto e moto usate costituiscono (a meno che non siano di pregio) un problema per la custodia e non si ricava molto dalla loro vendita all’asta, considerate le spese necessarie;
  2. quando i creditori decideranno di adire le vie legali per il pignoramento dello stipendio (prima, naturalmente, cercheranno di raggiungere un accordo stragiudiziale con il debitore) le verrà notificato un atto dal Tribunale, per darle modo di contestare le pretese o, nel suo caso, esporre la situazione economica per tentare, almeno, di mitigare l’entità del pignoramento stipendiale. Nella fase in cui i creditori la contatteranno per addivenire ad un accordo stragiudiziale dovrà mettere in gioco la sua abilità di negoziatrice per guadagnare il tempo necessario a “mettere fieno in cascina”;
  3. per quanto esposto al punto precedente, non è proprio il caso di chiedere, se mai gliela concedessero, la sospensione del prestito volontario. Al giudice, per ottenere clemenza, dovrà essere presentata la situazione più catastrofica possibile
  4. nessuno le concederà mai un prestito di consolidamento nelle condizioni in cui versa. Dunque non perda tempo. Sarebbe come cercare un “babbo natale” disposto ad accollarsi tutti i debiti altrui con la matematica certezza di non ottenerne il rimborso. Lei non dà nessuna garanzia come debitrice.

10 Aprile 2012 · Carla Benvenuto


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