Sempre in riferimento alla mia precedente domanda, vorrei capire bene quando partono i 30 giorni per il pagamento di Equitalia al fine di evitare l’iscrizione di fermo amministrativo sulla mia vettura; quando loro scrivono la lettera, quindi la data scritta sulla carta, oppure quando io la ricevo? Che può essere anche un mese dopo la redazione della lettera? E inoltre, firmando al postino la conferma che ho ricevuto la lettera, questa firma di ricevuta da Equitalia non viene percepita?
La Cassazione nella sentenza numero 13970/2004 ha precisato che gli obblighi cui deve adempiere il destinatario vengono fatti decorrere dal momento in cui e’ concreta la conoscibilita’ dell’atto a lui notificato, ovvero con il ricevimento dell’atto.
Quindi i 30 giorni decorrono dalla data in cui lei ha effettivamente ricevuto la comunicazione di preavviso del fermo amministrativo (di questo si tratta). Naturalmente, sempre secondo i giudici, dovra’ essere il contribuente a dimostrare quando egli ha avuto conoscenza effettiva dell’atto.
Stiamo ragionando in termini di legge: per capirci nel caso in cui il giorno 3 ottobre Equitalia avesse proceduto all’iscrizione di fermo amministrativo, lei potrebbe ricorrere in giudizio ed ottenere l’annullamento del provvedimento di fermo.
Nella vita di tutti i giorni, invece, in un mondo imperfetto in cui una raccomandata impiega più di un mese per giungere a destinazione (nonostante i martellanti e patetici spot di Poste Italiane “il rinnovamento siamo noi”) e dove aprire un contenzioso con la PA significa rimetterci tempo e denaro, la cosa più pratica da fare è recarsi ad uno sportello Equitalia, sperare di riuscire ad interagire con un impiegato che comprenda i termini della questione, farsi consegnare un MAV con data di scadenza aggiornata, pagare, incrociare le dita e sperare di non ritrovarsi comunque l’auto in stato di fermo amministrativo.
Mi auguro, per lei soprattutto, di essere stata chiara: la nostra risposta si basa su astratti elementi di diritto, ma il buon senso deve farci comprendere che se si resta passivi, nella convinzione di aver ragione, non necessariamente si riesce a risolvere il problema a costi ragionevoli.
7 Ottobre 2015 · Annapaola Ferri