Supponiamo che lei percepisca 2 mila e 400 euro di stipendio netto e da questa somma siano prelevati alla fonte i 300 euro dovuti al pignoramento presso terzi nonché i 600 euro per il mantenimento del coniuge separato.
In questo scenario, il 20% è pari a 480 euro: ne consegue che un altro creditore privato che volesse esigere da lei il pagamento coattivo di un prestito non rimborsato, avrà spazio per recuperare almeno 180 euro al mese.
Per quanto riguarda Equitalia, invece, potrà ottenere dal giudice il 10% dello stipendio netto, vale a dire 240 euro.
Tutti i pignoramenti indicati potranno concorrere contemporaneamente sul suo stipendio dal momento che la somma dei prelievi (720 euro) non supera il massimo consentito, equivalente alla metà della retribuzione netta mensile, cioè 1.200 euro.
Da ricordare, infine, che resta poi spazio per il pignoramento presso terzi anche per un concessionario della riscossione dei tributi locali che non sia Equitalia (Tarsu, TASi ecc.) nella misura di ulteriori 240 euro/mese.
23 Settembre 2015 · Ornella De Bellis