Non voglio più pagare! Non ci riesco più.


Qual è il modo migliore in cui mi devo rivolgere al recupero crediti?





Ho intenzione di interrompere il pagamento di tre carte revolving che mi stanno letteralmente prosciugando e non mi interessa affatto essere inserita nella lista dei cattivi pagatori ma ho il timore, il pudore, la paura dei contatti telefonici che mi presseranno e a cui non ho alcuna intenzione di cedere. Per fare questo ho bisogno di qualche rassicurazione. Posso essere accusata di truffa non avendo mai pagato nemmeno una rata dell’ultima carta di credito richiesta?

Come avevo scritto qualche giorno fa, ho due macchine intestate, sono supplente precaria, vivo in comodato d’uso nella casa di proprietà dei miei e sono in separazione dei beni con mio marito.

Qual è il modo migliore in cui mi devo rivolgere al recupero crediti? Dire che non riesco più a pagare e che non intenzione di farlo?

Oltre alle carte ho due finanziamenti, uno sull’acquisto di un auto (devo ancora 14.000 euro, ne ho pagati 8.000) e un altro sulla ristrutturazione della casa (12.000, di cui 4.000 pagati).

Gli importi delle carte revolving sono rispettivamente di 3000, 2500, 1500 euro.

Posso appellarmi io contro le finanziarie che mi hanno concesso tutti questi finanziamenti avendo io una busta paga in cui compare chiaramente la scritta docente supplente tempo determinato?

Grazie.

Qual è il modo migliore in cui mi devo rivolgere al recupero crediti? dire che non riesco più a pagare e che non intenzione di farlo?

Anche se si è nullatenenti e quindi in una condizione in cui il creditore può farci solo il classico “baffo”, non conviene mai essere arroganti. Così come a noi non piace l’approccio da “cafoni” che alcuni operatori adottano quando ci contattano per ricordarci le scadenze di pagamento non onorate. Il rispetto verso l’iterlocutore non deve mai venire meno, se vogliamo pretenderlo nei nostri confronti.

Ma non è solo una questione di educazione e di “savoir vivre”; c’è anche una finalità strategica. Il debitore, sempre con un atteggiamento dignitoso e mai di sottomissione, deve esternare la propria volontà di tener fede agli impegni e di essere dispiaciuto per gli eventi che, suo malgrado, hanno causato la situazione di disagio ed imbarazzo in cui egli si trova. Il debitore deve dare all’agente di recupero crediti la quasi sicurezza che, con un pò di fortuna, la pratica andrà a buon fine e per lui ci sarà, nel medio periodo, una provvigione. Per far questo, il debitore deve accennare alla possibile eredità della zia moribonda o al posto di lavoro a tempo indeterminato che gli è stato promesso di lì a qualche mese.

Non c’è limite alla fantasia in questo contesto.

Quali i vantaggi che possono ottenersi con un simile approccio? Essenzialmente due: il primo è che i contatti indesiderati avranno le scadenze temporali dettate dal debitore, L’operatore di call center, infatti, annota l’esito del colloquio nell’archivio elettronico con memo del tipo “richiamare fra tre mesi …”. Il secondo beneficio deriva dal fatto che, se il rapporto con colui al quale è affidata la pratica si mantiene su binari di civiltà e rispetto, se non di vicinanza e solidarietà (anche gli addetti al recupero crediti hanno un cuore) è possibile che dopo qualche tempo, egli decida di archiviare la pratica classificandola come credito inesigibile. Soprattutto se il debitore lo renderà partecipe delle proprie disillusioni: la zia che si è ripresa in salute e saltella come una cavalletta ed il posto di lavoro promesso che non arriva mai …

Fermo restando il fatto che il creditore ha diritto di comunicare con il debitore nelle forme consentite dalla legge (raccomandate AR di messa in mora, decreto ingiuntivo, precetto ecc…) ma può contattarlo telefonicamente solo se c’è il suo consenso. Basta una denuncia in commissariato, con i riferimenti della società, per interrompere sul nascere eventuali abusi. Ma, la denuncia bisogna avere il tempo ed il coraggio di farla.

Posso appellarmi io contro le finanziarie che mi hanno concesso tutti questi finanziamenti avendo io una busta paga in cui compare chiaramente la scritta docente supplente tempo determinato?

Facciamo conto che lei non abbia scritto questo passo ed io non l’abbia letto.

4 Maggio 2012 · Simone di Saintjust


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